di Simone Ziviani - «Con il termine Neocolonialismo si indica la forma di controllo di un’ex colonia di un Paese basata sulla dipendenza economica o sull’occupazione militare. Ciò avviene, ad esempio, quando un ex Paese colonizzatore ha il desiderio di arricchirsi dal punto di vista delle risorse di un territorio o di trovare manodopera a basso costo. Le comunità in fase di sviluppo presentano una inconfondibile tipicità: infatti solitamente le risorse del territorio abbondano e l’ ambiente naturale è stato sfregiato solo recentemente ma in modo incontrollato. Le popolazioni di questi contesti socio-economici frequentemente conservano gli antichi costumi se non uno stile di vita ancora frugale. Il conformismo occidentale spesso non riconosce e rispetta quelle peculiarità e tende a proiettare la sua concezione annullando le radicate tradizioni e provocando danni sociali irreparabili. Inoltre il primo mondo approfitta della cooperazione tecnico-finanziaria per incidere sulla situazione politica di queste allo scopo di attuare piani di predominio. Il Neocolonialismo è diffuso in particolare nei Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Questo fenomeno politico configura una nuova forma di colonialismo, che per quanto abilmente mascherata, non è meno involutiva di quella dalla quale molti popoli sono evasi, la presa di coscienza di questi ultimi della loro condizione e la necessità di un riscatto morale e politico potrebbe sfociare in conseguenze imprevedibili costituendo una minaccia per la stabilità mondiale.» Fonte: Wikipedia alla voce “Neocolonialismo”>>>>>> >>>>CONTINUA SU...... http://www.stampalibera.com/ <<<<<<<<<<< |
venerdì 30 aprile 2010
UN ARTICOLO SU "STAMPA LIBERA" DA NON PERDERE.
giovedì 29 aprile 2010
DAL BLOG DI FULVIO GRIMALDI "MONDOCANE"
La libera ricerca esige che si tolleri la diversità d'opinione e che si rispetti il diritto dell'individuo di esprimere le sue credenze per quanto impopolari possano essere, senza divieti sociali o legali, senza timore di successo.
Una giustizia del popolo, per le mie ragioni e le loro ragioni, purtroppo non l’ho ancora trovata.
Stefano Alberione (Vice Presidente del Collegio Nazionale di Garanzia)
BENVENUTA ELISRED
martedì 27 aprile 2010
UNA VOCE LIBERA, FUORI DAL CORO...FULVIO GRIMALDI
- campagna di sostegno a FULVIO GRIMALDI e alla libertà d'espressione
- Categoria:
- Interessi Comuni - Cause e ideali
- Descrizione:
- Cari amici che avete la generosità di aver seguito e di seguire il mio lavoro a suo tempo sui giornali e in tv (Tg3), ora in rete (www.fulviogrimaldicontroblog.info) e con i video (documentari sulle situazioni di conflitto), vi racconto una vicenda del tutto esemplare per il quadro in cui ci muoviamo. E vi chiedo adesioni e supporto. Potrebbero essere importanti per l’esito finale.
Il 9 maggio del 2003, collaboratore a contratto del quotidiano del PRC Liberazione, scrivevo nella mia rubrica un articolo su recenti accadimenti a Cuba che avevano visto la condanna a morte di tre terroristi, dirottatori a mano armata di un’imbarcazione cubana, e a pene detentive di altri 75. La valutazione di quei fatti non corrispondeva a quella data dall’allora segretario nazionale Fausto Bertinotti, né tantomeno allo tsunami di attacchi a Cuba da parte della destra mondiale, unanimi tutti nel deplorare il trattamento riservato a “intellettuali e giornalisti dissidenti”. Le mie informazioni, poi nel tempo confermate da documenti incontrovertibili, mi avevano fatto invece rivelare nell’articolo come quei “democratici dissidenti” fossero al soldo degli Stati Uniti e stessero preparando una campagna di azioni terroristiche, di cui il dirottamento sarebbe stato solo il primo. Erano cioè mercenari al soldo di uno Stato che lavorava per la distruzione della rivoluzione cubana. Il giorno successivo alla pubblicazione fui licenziato su due piedi, pur nel pieno di una campagna del PRC in difesa dell’articolo 18 aggredito. Non ricevetti la lettera di prammatica del direttore, Curzi, ma solo una telefonata dell’amministratore. Chiesi di ricevere una comunicazione ufficiale. Non la ricevetti. Ma alla rabbia di numerosi lettori e compagni del PCR, che si espressero contro il brutale provvedimento con oltre 2000 firme, Bertinotti, Curzi e la vice-direttrice Gagliardi risposero sul giornale e su altri mezzi d’informazione (Il Foglio, Radio Anch’io), affermando cose false: che avrei deviato dal tema assegnatomi, l’ambiente, o che avrei deviato dalla linea politica del partito.
La prima giustificazione era falsa, perché fin dal primo giorno della mia collaborazione, 1999, avevo potuto occuparmi in articoli e rubriche di ogni tema che volessi scegliere. Una smentita radicale veniva poi dalle mie corrispondenze di guerra dai conflitti nei Balcani, in Palestina e in Iraq, tutti viaggi effettuati a spese mie. Anche la seconda spiegazione era indebita, giacchè della linea politica della maggioranza si trattava semmai, non di quella di tutto il partito, in quanto una forte minoranza appoggiava le mie valutazioni. Inoltre era sempre stato affermato dai vertici del partito che nel partito stesso, come nel giornale, doveva essere rispettato il massimo della dialettica e del pluralismo. Un articolo dello Statuto del PRC garantiva addirittura il diritto degli iscritti di manifestare le proprie critiche alla linea del partito, perfino all’esterno del partito stesso. Il diritto di replica alla false affermazioni dei vertici, assicurato dalla legge sulla stampa, mi venne sistematicamente negato.
Da questa vicenda ricavai un forte danno, oltreché morale, professionale, di perdita di credibilità e di prestigio tra compagni e lettori, anche di riduzione del bacino di coloro che erano interessati ai miei documentari e libri. Feci causa e la vinsi. Il risarcimento del danno fu calcolato dal giudice in 100mila euro. Ora, sette anni dopo, il giudice d’appello, contravvenendo a una consolidata giurisprudenza in materia di cause di lavoro, ha rovesciato tale sentenza e mi ha imposto di restituire quella somma. Somma, che forte appunto di quella giurisprudenza, ho impegnato in gran parte nei viaggi che mi hanno permesso di realizzare i miei documentari da Iraq, Palestina, America Latina, Balcani. Si ricordi che quando vinsi la causa, Bertinotti era il segretario di un piccolo partito di opposizione, quando si avviò l’appello, però, l’uomo aveva assunto la terza carica dello Stato.
A dispetto della sostanziale ingiustizia del provvedimento, ho offerto alla controparte una transazione per metà della somma. E’ stata respinta e mi si è manifestata l’intenzione di arrivare all’esecuzione, cioè al pignoramento di quanto possiedo. Sarebbe la fine della mia attività di militanza giornalistica, con ovvia soddisfazione di non pochi. Ho scritto a Paolo Ferrero, segretario del PRC, a Dino Greco, direttore di Liberazione, e a Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Ad oggi, nessuna risposta.
Credo che a questo punto solo una forte pressione di quel pezzo di società che crede nell’informazione libera e nella libera espressione del pensiero, specie in un giornale e in un partito che si dicono comunisti, possa convincere i responsabili dal recedere da un comportamento che viola ogni principio normativo, etico e deontologico della mia professione. In attesa di altre iniziative cui sto pensando, come una conferenza stampa e uno sciopero della fame davanti alla sede di Liberazione e del PRC, chiedo alle persone di buona volontà di esprimere qui e in tutti i modi la solidarietà a questa causa di democrazia, giustizia e libertà. A una voce che rischia di essere soppressa. Grazie a tutti. - Tipo di privacy:
- Aperto: i contenuti sono visibili a tutti.
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lunedì 26 aprile 2010
LA CONFUSIONE E' TOTALE...A QUALCUNO PIACE (Fabio Fazio) pur di fare odiens
Al Gore mi assume… almeno così ha detto.
Al IV Festival del giornalismo di Perugia, Al Gore, l’ex vice presidente USA di Bill Clinton, ha detto: “Se avete un'inchiesta che nessuno vi vuole pubblicare, venite da noi a Current TV, e noi ve la pubblicheremo!”.
Fantastico, ho trovato lavoro. Ecco la mia inchiesta che nessuno in Italia ha pubblicato e che tu Al Gore pubblicherai di certo, un'inchiesta
1) sul tuo segretario di Stato Madeleine Albright, che descrisse la morte di 350.000 bambini iracheni causata direttamente dalle sanzioni ONU contro l’Iraq come un fatto accettabile. Disse allaCBS: “Penso che questa sia una scelta molto dura, ma il prezzo, pensiamo che il prezzo ne valga la pena.”
2) sulla vostra, tua e di Clinton, dottrina “Full Spectrum Dominance” (dominio a tutto campo) elaborata dal Pentagono sotto la tua amministrazione, che è stata la base materiale e ideologica di tutto ciò che i neocons di Bush hanno potuto fare in questi anni di devastante unilateralismo armato. Il vostro Anthony Lake disse: “In un mondo in cui gli USA non devono più quotidianamente preoccuparsi della minaccia atomica sovietica, la questione del dove e quando interverremo in Paesi esteri è sempre più una nostra scelta”.
3) sulle vostre sciagurate iniziative rivolte al continente africano: ilAfrican Growth and Opportunity Act e il African Crisis ResponseInitiative (ACRI). Nel primo è sancito il tentativo di incatenare sempre più Stati africani ai cosiddetti accordi bilaterali di libero scambio; il secondo è un piano segreto di “programmi di assistenza militare” (leggi vendita illegale di armamenti) a Stati africani in miseria. L’uomo prescelto da voi - sempre tu e Clinton - per gestire questi loschi affari si chiamava Nestor Pino Marina, un colonnello esiliato cubano già arruolato nel fallito golpe dello Sbarco della Baia dei Porci a Cuba del 1961, in seguito agente speciale nelle ‘operazioni sporche’ dell’esercito americano in Laos e Vietnam, e consigliere dei Contras nella loro guerra di terrore contro il Nicaragua nei primi anni ’80.
4) sulla vostra pratica di chiudere entrambi gli occhi di fronte ai crimini più orrendi pur di esportare armi e influenza americane, come nell’assistenza militare alla Turchia. In quel Paese, lungo tutti gli anni novanta si verificò una campagna di repressione poliziesca delle minoranze curde del sudest che per la ferocia e l’entità dei crimini commessi contro civili innocenti fu definita dal Ministro turco per i Diritti Umani Azimet Koyluoglu “terrorismo di Stato”. Furono bruciati 3.600 villaggi, torturarono con metodi inauditi migliaia fra uomini donne e persino adolescenti, uccisero, mutilarono e costrinsero alla fuga sulle montagne due milioni di civili in miseria. Tu e Clinton nel solo 1997 decretaste un aumento degli aiuti militari a quell’esercito criminale di tale entità da superare tutte le forniture americane precedenti dal 1950 ad allora.
5) sulla vostra decisione di guidare l’attacco aereo della NATO allaYugoslavia nel 1999 per ‘salvare’ il Kosovo dagli artigli serbi, salvo poi sostituire agli artigli di Milosevic i vostri. Sono recenti le rivelazioni fatte in seno al Defence Select Committee britannico secondo cui negli accordi di pace di Rabouillet, rigettati dal leader serbo, fu segretamente e appositamente inserita una clausola chiamata Annex B che prevedeva l’occupazione militare di tutta la Yugoslavia proprio per causare l’inevitabile rifiuto di Belgrado. Questo perché il Kosovo, Paese immensamente ricco di minerali, doveva divenire terra “ad economia di Libero Mercato” dove era imprescindibile la rapida “privatizzazione di tutti i beni statali” , secondo quanto recitano gli articoli 1 e 2 del capitolo 4 diRambouillet, cosa che senza Milosevic sarebbe accaduta assai più rapidamente. Ergo i bombardamenti e questo spiega anche perché le forze aeree NATO sotto la vostra guida distrussero in Kosovo solo 14 carri armati serbi, ma colpirono ben 372 aree industriali statali (nessuna privata o di proprietà straniera). Il più formidabile blitz delle forze NATO in Kosovo si registrò al termine dei bombardamenti quando 2.900 soldati invasero il complesso minerario di Trepca, valore di mercato di 5 miliardi di dollari, espellendone il management di Stato e i lavoratori. Uno dei primi atti legislativi della nuova amministrazione ONU (Unmik) fu di abolirela legge sulle privatizzazioni del 1997 per permettere la proprietà straniera al 70% di qualsiasi industria statale con solo il 15% riservato ai lavoratori. A gestire il bottino di guerra fu lasciata laKosovo Trust Agency (KTA) che ha di fatto svenduto il Kosovo a pezzetti ai migliori offerenti stranieri.
6) sulla privatizzazione della guerra USA in Iraq, con le torture di Abu Ghraib e annessi orrori resi possibili quando il DemocraticLeadership Council approdò alla presidenza degli Stati Uniti nel 1992-3 con Bill Clinton e proprio te, Al Gore. Tu in particolare (Nobel per la Pace, sic) hai dato il via a una privatizzazione della Difesa a rotta di collo, che però non fu regolata (e ancora non lo è)dalle leggi del Libero Mercato, come si potrebbe pensare, ma sovente secondo la regola dei contratti No-bid Cost-plus, dove l’appalto è assegnato dall’alto e senza gara, mentre i costi sono rimborsati alla ditta prescelta semplicemente in base alle sue dichiarazioni di spesa, e senza che alcuna Authority statale possa controllare alcunché. Una vostra Tangentopoli così definita: “Hannocreato un sistrema stalinista per remunerare i loro vassalli… questo è un manicomio alla deriva” (commento di Robert Greenwald, autore di Iraq For Sale: The War Profiteers, nella sua testimonianza presso il House Appropriation Committee del Congresso americano).
7) sul favore che tu e Clinton avete fatto agli speculatori petroliferi passando le leggi che permettono a questi avvoltoi di speculare sul prezzo del greggio selvaggiamente e fuori dal controllo della Commodities Future Trading Commission USA; naturalmente a spese nostre e soprattutto dei poveracci del mondo… e, oh!, dimenticavo Al, a spese dell’ambiente.
8) sulla deregolamentazione dei mercati finanziari promossa a rotta di collo da te e da Clinton con l’approvazione delle leggi Gramm-Leach-Bliley e Commodity Futures Modernization, che sono la causa prima e diretta della catastrofe finanziaria che ha mandato in rovina milioni di famiglie nel mondo dal 2008 a oggi (Italia inclusa), e che ha indebitato gli Stati occidentali con le banche criminali che voi avete liberalizzato a suon di almeno 23 mila! miliardi di dollari (Italia inclusa).
Ok Al, attendo la chiamata e il contratto di Current TV. Paolo Barnard
p.s. passate questo pezzo alla platea delle ‘belle anime’ adoranti italiane che si sono bevuti da soliti tonti sto uomo indecente. Ma non potrebbero arrivarci da soli a capire chi è un vicepresidente americano?
sabato 24 aprile 2010
QUANTO SIAMO COMPLICI DI TUTTO QUESTO ?.....
venerdì 23 aprile 2010
TRATTATO DI LISBONA.....NON TRATTATO, VOTATO E PASSATO.
La Grecia al patibolo, il boia si chiama Trattato di Lisbona.
Oggi la Grecia è sotto inquisizione, le stanno spaccando le ossa i torturatori di Brussell, udiamo le grida fin da qua, quel popolo verserà sangue come non si può immaginare, coi tagli feroci a qualsiasi cosa assomigli a un sevizio pubblico, alla propria economia, futuro, speranza, ordinati ai boia europei dal Tribunale Internazionale degli Investitori e degli Speculatori, cioè i padroni del mondo.
La Grecia potrebbe ribellarsi, stracciare i lacci ai polsi e alle gambe, mettere in fuga i torturatori, salvarsi. Come? Creando moneta in quantità sufficiente per pagare tutti gli stipendi, per sanare i debiti di tutte le aziende, rilanciare l’economia alla grande.
Non avete letto male, non sono pazzo, anzi, sono informato piuttosto bene. Tenete presente: la Grecia disprezzata dal mondo è colpevole oggi di avere un deficit di bilancio del 12,7% del Prodotto Interno Lordo (PIL). Nel 1946 gli Stati Uniti erano nelle medesime condizioni, anzi molto peggio. Il deficit di bilancio era del 25% del PIL. No, non c’è un errore di battitura, non era il 2,5%, era il ven-ti-cin-que per cento, quello cioè che oggi sarebbe considerato dagli inquisitori di Brussell come la raffigurazione del demonio in persona. Gli USA di Roosevelt e Truman crearono moneta a profusione, lo Stato si indebitò col settore privato fino al paradosso, e questo permise all’economia privata di espandersi magicamente senza doversi indebitare. Fu l’inizio del più lungo e stabile periodo di prosperità economica della Storia moderna, il famoso boom economico che poi salverà anche l’Europa del dopoguerra. Ma c’è un ma…
Gli USA allora, come oggi, erano sovrani, creavano moneta sovrana, e poterono fare quello che fecero. La Grecia potrebbe… ma ha ratificato i trattati europei e oggi, fate attenzione, la Grecia, come Italia, Francia ecc., non è più uno Stato sovrano, non può creare la propria moneta. Oggi la Grecia può solo USARE una moneta non sua, l’euro. Quindi essa rimane orribilmente legata al patibolo, e a noi, i prossimi forse di turno sotto tortura, tocca udire i suoi gemiti impotenti.
Quando vi raccontano che i problemi capitali degli Stati, di noi persone che li abitiamo, sono le magagnucce dei poteri locali, ricordate queste righe.
PAOLO BARNARD
MENTRE LA GENTE PERDEVA IL LAVORO E CASA...............
Web: Usa, funzionari Sec per ore su siti porno durante la crisi
giovedì 22 aprile 2010
IL NOSTRO PARADISO, E' QUI, SULLA TERRA ! AUGH!
Earth Day - Dai una mano alla Terra!
Ciao Caneliberonline,
oggi è la Giornata mondiale della Terra! Per celebrarla ti invito a guardare il nostro nuovo video e a invitare i tuoi amici a unirsi a Greenpeace insieme a te.
Il nostro pianeta sta affrontando la più grossa sfida di tutti i tempi. Le nostre foreste primarie vengono abbattute e i nostri oceani vengono saccheggiati in modo sconsiderato e inquinati a un ritmo mozzafiato. La caccia alle balene, l’inquinamento di sostanze tossiche, il carbone sporco, la pericolosa energia nucleare e le coltivazioni geneticamente modificate minacciano la qualità e anche la sostenibilità della vita dell’intero pianeta. Si profilano cambiamenti climatici catastrofici perché i governi e le aziende spendono tempo e risorse nella speranza di aumentare i profitti, ma senza affrontare i cambiamenti necessari per ridurre le emissioni di carbonio.
Nel corso degli anni la presenza di Greenpeace si è sentita in tutto il mondo. Abbiamo testimoniato e denunciato crimini ambientali e convinto politici e aziende a cambiare molte pratiche dannose. Siamo riusciti a proteggere vasti territori, a promuovere le più importanti leggi ambientali e a ispirare, certe volte, il mondo del business, i governi e la scienza affinché mettessero il bene del pianeta prima del profitto.
Ma se pensi che la forza di Greenpeace sia nelle nostre navi, nelle nostre azioni pacifiche o nelle nostre campagne, cambia idea: la forza di Greenpeace sei tu!
La Terra ha bisogno di più persone come te, di più persone che useranno la loro voce per difenderla, di più persone che entreranno in azione per proteggerla. Oggi puoi aiutare la Terra, aiutando a costruire il movimento per salvarla!
Un futuro verde e di pace è possibile! Unisciti a noi perché questo accada. La Terra ha bisogno della nostra attenzione non solo nel Giorno della Terra, ma ogni giorno!
Cordiali saluti
Kumi Naidoo
Direttore esecutivo Greenpeace International |
P.S. Guarda il video e lascia un messaggio. Puoi anche condividerlo sul tuo profilo Facebook e Twitter o copiare il codice e incollarlo nel tuo blog.
lunedì 19 aprile 2010
COSA INVENTARSI PER CAMBIARE QUESTO SISTEMA?....SEMPRE CI SIA ANCORA LA VOLONTA'....
I gangster esistono e Wall Street è la loro casa
19 aprile 2010 | Autore: Lino Bottaro |
di: Filippo Ghira
f.ghira@rinascita.eu
Quando i banditi hanno libertà di agire possono compiere le peggiori ruberie. Ma anche in quel ritrovo di gangster che è Wall Street ci sono dei limiti di decenza che non si possono superarLa Goldman Sachs accusata di frode. Ha speculato, guadagnandoci, su titoli che aveva venduto ai suoi clientie. La Goldman Sachs, la banca d’affari salvata dal fallimento da Barack Obama grazie a prestiti per 10 miliardi di dollari, è stata citata in giudizio per frode dall’autorità di controllo della Borsa Usa, ossia la Sec (Securities and Exchange Commission).
L’accusa si riferisce alla realizzazione e alla messa in vendita di Cdo, particolari obbligazioni legate ai mutui subprime, gli stessi che furono all’origine della crisi finanziaria scoppiata nel 2008 e che travolsero la banca di Wall Street che vi aveva abbondantemente speculato sopra.
La Goldman Sachs, guidata da Gerard Corrigan, è stata accusata di avere omesso le necessarie comunicazioni previste dalla legge e di avere diffuso informazioni errate sui CdO. E soprattutto di avere guadagnato scommettendo contro i prodotti che aveva venduto ai suoi stessi clienti. La banca e alcuni fondi di investimento speculativi guadagnarono sulle loro scommesse al ribasso, mentre i clienti della banca che avevano effettuato investimenti per 10,9 miliardi di dollari persero una barca di quattrini. Il direttore esecutivo della Sec, Robert Khuzami, ha spiegato che “il prodotto era nuovo e complesso, ma l’imbroglio è antico e semplice”.
Una affermazione sorprendente ma che se fosse un minimo coerente dovrebbe coinvolgere nel giudizio implicito di “titoli spazzatura” la maggioranza di quelli che si trattano a Wall Street e che sono scommesse su una scommessa fatta sul valore futuro di un titolo o di un indice azionario. Tutti titoli che non hanno alcun legame con l’economia reale ma che la Sec trova normalissimo che possano venire trattati. La quotazione del titolo della banca, nella quale ha lavorato Mario Draghi e per la quale ha lavorato Romano Prodi, ha subito un prevedibile crollo (un 11% in meno) che ha trascinato in basso l’intero Dow Jones.
venerdì 16 aprile 2010
CON QUESTI...SI DOVREBBE RITROVARE L'UNITA' A SINISTRA? CHIEDIAMO LORO, COSA PENSAVANO DI EMERGENSY QUANDO VOTARONO IL FINANZIAMENTO ALLA GUERRA?....
giovedì 15 aprile 2010
LA VERITA'. LA CONOSCENZA. SARANNO LE ARMI PER LA LIBERAZIONE DALL'IMPERIALISMO
Fonte: Bye Bye Uncle Sam
Un’immeritata riverenza servile alla potenza colonialista yankee,
Che gli americani abbiano liberato l’Italia è una delle barzellette più uggiose e stomachevoli che i nostri rappresentanti (si fa per dire), in combutta con giornalisti-ciabattini, continuano a raccontarci senza vergognarsi del ridicolo, di cui si coprono, confessando se non altro un’immensa ignoranza della storia.
Gli americani si sono sempre mossi solo in funzione di interessi di potenza o di mercato (che è poi un modo diverso di fare potenza). Non hanno mai manifestato alcun proposito di liberare un solo Paese da una dittatura o potere cattivo meno che nei riguardi del mondo comunista, in cui vedono, e non a torto, la propria negazione. Il parametro della tollerabilità di qualunque Stato, nell’ottica degli USA, si chiama solo e semplicemente “USA-compatibilità”. Il che significa, come è evidente, che quanto è compatibile, anzi cònsono, con gli interessi, geopolitici o di mercato, della macchina del mostro industriale-politico-militare nordamericano, non può temere alcun intervento o sanzione anche se all’interno si fa scempio dei diritti civili.
Non è proprio una battuta ad effetto, questa, se si pensa che ancora ci sono paesi in cui si condanna alla lapidazione delle adultere e se nell’Arabia Saudita, paese amico degli USA, si pratica ancora il taglio della mano per i ladri (magari per fame!). Quello della democrazia è un paravento che fa spifferi da tutte le parti. Del resto, “la più grande democrazia del mondo” è una dittatura imperialista con dittatore elettivo legittimata da un giochetto elettorale e rappresentata da un fantoccio di turno al servizio del potere reale di chi lo ha fatto eleggere.
Le continue ciance sui diritti civili trasgrediti in Cina e a Cuba nascondono una realtà tipica, che fa davvero pietà se si pensa che nell’àmbito degli USA non esiste alcuna garanzia circa il diritto al lavoro e meno che mai a quello di conservarlo, se l’assistenza sanitaria è pagata – quando possibile – dagli stessi assistiti attraverso specifiche polizze di assicurazione, se la povertà sta sempre dietro l’angolo e se la criminalità è come una patina che copre l’intero territorio della grande unione di Stati.
Ciò premesso, appare chiaro che gli americani non avevano alcun interesse di liberare l’Italia dalla dittatura fascista tanto da non accorgersi di quella, davvero feroce, di Franco e dell’altra, di Salazar, ambedue nella penisola iberica, ma solo quello di accorrere in aiuto alla complice Inghilterra: a tal fine, non potevano non invadere-occupare l’Italia, il polo più a portata di aggressione dell’asse con Berlino. E non potevano che farlo secondo il costume yankee, cioè massacrandola di bombardamenti non certo per colpire obiettivi militari ma il più spesso a scopo prettamente terroristico, per fiaccare le autorità e le forze in armi attraverso il panico (terrore) dei civili, quando non anche o solo per il piacere sadico dei seminatori di morte. A Tripoli (dove lo scrivente viveva), i fratelli siamesi di Albione, voglio dire i signori inglesi, degni compari dei militari “a teschi e bare” (pardon, a stelle e strisce), venivano a bombardare quasi tutte le notti (e talvolta anche di giorno, colpendo abitati civili e povera gente che non disponeva di un rifugio adeguato. Memorabile è il bombardamento navale britannico del 21 aprile 1941 (Natale di Roma!), durato non meno di quattro ore e causa di danni immani e di innumeri morti, tra i civili s’intende.
La liberazione dell’Italia dal potere mussoliniano fu solo un effetto secondario e, quel ch’è peggio, costituì un pretesto per occupare militarmente il nostro Paese. Era inevitabile che la gente, stressata dalle bombe e dalla fame, vedesse negli occupanti il simbolo della fine di un incubo. Sulla stessa fame le truppe “di liberazione” posero il pretesto del famigerato “Piano Marshall”, una forma di carità pelosa, cioè condizionata dal rispetto, senza limiti di tempo, della sovranità militare degli occupanti, che sarà il diritto dei vincitori e che si chiamerà NATO con quelle implicazioni a catena che conosciamo.
Così conciato il nostro Paese è diventato perfettamente “USA-compatibile”, anzi “USA-servile”, una “riserva coloniale” a tutti gli effetti, con basi militari in crescente proliferazione e fra le più grandi di tutta l’Europa. E’ così che agli interessi nazionali va anteposta la devozione feudale al principe yankee di turno inviando inservienze militari gratuite (a titolo vergognosamente ipocrita di “missioni di pace”) prima in Iraq ed ora in Afghanistan, a dispetto dell’art. 11 della Costituzione, semplicemente ridotto a figura retorica della carta fondamentale di uno Stato sedicente di diritto.
La storia del dopo guerra è una conferma a posteriori della non liberazione dell’Italia se è vero che nei paesi latino-americani i signori yankee continueranno ad abbattere o a creare poteri a seconda della compatibilità o meno con il parametro sopra detto. Un esempio valido per tutti è quello del Cile dove, fatto assassinare Allende, vi instaureranno la tirannia del malvagio cattolicissimo Pinochet.
La classifica, che gli USA han fatto degli Stati prima dell’occupazione, totalmente contro il diritto ordinario e internazionale, dell’Iraq è ben eloquente: è “canaglia” qualunque Stato che non sappia servire gli interessi della Casa Bianca e del Pentagono. L’Iraq, già vittima dell’embargo con moria di bambini per mancanza di alimenti e di farmaci di prima necessità (oltreché per irradiazione radioattiva, strascico dell’aggressione militare di Bush-padre), subirà un’aggressione con un dispiegamento di forze tanto poderoso quanto vile ma non senza l’assenso di un’ONU, ridotta a feudo di fatto della potenza yankee.
Il 25 Aprile è una ricorrenza nazionale ambigua nella misura in cui pretende di ricordare agli italiani una liberazione americana, che non è mai avvenuta e che oggi, più che mai, sa di viscido ossequio ad una potenza selettivamente criminale, semplicemente barbarica, (con buona pace del premio Nobel per la pace Obama!) e che sta mettendo a rischio la sopravvivenza della specie umana. Chi ha il coraggio di proporne l’abolizione senza correre il rischio di essere accusato di apologia di fascismo?