martedì 31 agosto 2010

PAOLO BARNARD, il suo nuovo Saggio.. IL PIU’ GRANDE CRIMINE








DI PAOLO BARNARDpaolobarnard.info

Questo saggio vi parla del più grande crimine in Occidente dal secondo dopoguerra a oggi. Milioni di esseri umani e per generazioni furono fatti soffrire e ancora soffriranno per nulla. I dettagli e l’ampiezza della loro sofferenza sono impossibili da rendere in parole. Soffrirono e soffriranno per una decisione che fu presa a tavolino da pochi spregiudicati criminali, assistiti dai loro sicari intellettuali e politici. Essi sono all’opera ora, mentre leggete, e il piano di spoliazione delle nostre vite va intensificandosi giorno dopo giorno, anno dopo anno.

La decisione di cui parlo si è materializzata in un progetto di proporzioni storiche come pochi prima, architettato con un dispiegamento di mezzi impressionante, quasi impossibile da concepire per una mente comune, e una finalità che toglie il respiro solo a considerarla: la distruzione degli Stati sovrani, delle leggi, delle classi lavoratrici, e di ogni virgulto rimasto di democrazia partecipativa in tutto l’Occidente, per profitto. Fu letteralmente deciso a tavolino, e ci sono riusciti: nomi e cognomi, date e fatti, nelle righe che seguono.

Quella decisione piagò, e tutt’ora sta piagando, l’esistenza di milioni di famiglie e di milioni di singole vite tormentate dalla disoccupazione, con le infinite agonie sociali e personali che causa; costrette a penuria e malattia dai tagli al Welfare e alla Sanità, con i suoi eserciti di morti anzi tempo; e poi mettete in conto i morti sul lavoro nella perenne rincorsa al taglio dei costi; l’attacco frontale alle pensioni, che immiserisce fino all’oltraggio gli ultimi preziosi anni di tantissime persone degne; i centesimi spesi per l’istruzione, cioè la condanna all’arretratezza sociale per schiere di giovani vite oggi ormai irrecuperabili; il precariato, che è stata ed è la più oscena negazione del diritto al proprio futuro, portatore di drammi personali come gli aborti decisi per carenza di reddito o i danni irreparabili alla dignità della persona, e strumento di resa in neo-schiavitù della forza lavoro; sto parlando degli impieghi nelle fabbriche con stipendi sempre al limite dell’indecenza per milioni di operai, impiegate, manovali; della svendita dei beni pubblici edificati col sacrificio di generazioni, ma alienati per “far cassa” a seguito di un subdolo inganno; delle economie nazionali sempre minacciate dalla crisi, e noi sempre con l’acqua alla gola per una vita intera, la nostra vita e quella di tantissimi che ci hanno preceduti, intimiditi dall’incessante incubo del debito degli Stati e della perenne carenza di ricchezza. Insomma, milioni di persone, milioni di destini troncati, vite schiacciate per sempre. Era ed è tutto un inganno.

Il lungo testo viene fornito in formato Pdf per download: 
cliccare qui per scaricare il file





oil....oil....oil.....FINO ALL'EUSARIMENTO....niente di veramente alternativo DAGLI STATI CHE CONTINUANO A PRODURRE E A PUNTARE LE LORO ECONOMIE SULL'AUTO A CARBURANTI DERIVATI DAL PETROLIO



Ciao Caneliberonline

da questa mattina all’alba 
quattro dei nostri attivisti stanno bloccando la piattaforma petrolifera Stena Don, situata nelle gelide acque al largo della Groenlandia. Gli attivisti sono riusciti a scalare la piattaforma e sono ben equipaggiati per rimanere appesi diversi giorni.
Le grandi compagnie petrolifere devono restare fuori dall'Artico. Piattaforme come questa - impegnate in esplorazioni petrolifere - potrebbero far scattare la scintilla della corsa all’oro nero nell'Artico, mettendo a rischio questo fragile ecosistema e il clima globale.

Se riusciremo a bloccare la Stena Don anche per pochi giorni sarà difficile per la compagnia britannica Cairn Energy terminare le attività di esplorazione entro quest'anno. Un tempo che speriamo sia sufficiente a 
ottenere una moratoria mondiale per l'estrazione di idrocarburi in alto mare.

I quattro climber sono partiti a bordo dei gommoni provenienti dalla nostra nave
Esperanza impegnata da qualche settimana in un tour nell'Artico contro le perforazioni petrolifere, mentre anche un'altra nave, l'Arctic Sunrise, è in missione nel Golfo del Messico per svolgere analisi indipendenti sull'impatto della marea nera.
Le nostre azioni contro il petrolio sporco non si fermano qui. Continua a seguirci e aiutaci a diffondere la nostra campagna.

Grazie! 

Giorgia Monti Responsabile Campagna Mare 
Greenpeace Italia

Bielorussia: dittatura o democrazia?

INTERESSANTE ARTICOLO IN CUI PER L'ENNESIMA VOLTA SI DESCRIVONO LE RIVOLUZIONI COLORATE, "DA CHI VENGONO AMMINISTRATE, SOVVENZIONATE E A CHE SCOPO. NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI IL POPOLO VIENE ATRATO  DA VERE E PROPRIE CONTESTAZIONI ORGANIZZATE, CHE NULLA HANNO A CHE FARE, CON DIRITTI SOCIALI SPESSO RECRIMINATI SE NO ALLO SCOPO DI ROVESCIARE GOVERNI O POLITICHE NON ALLINEATE ALLE DIRETTIVE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE.

La Bielorussia di Lukashenko, al pari di Russia, Iran, Venezuela, Libia, Cina, Birmania, Siria ecc (l’elenco sarebbe troppo lungo e comprenderebbe anche l’Italia) viene costantemente descritta come un regime dittatoriale spietato dai media anglofoni, di cui i nostri media sono emanazioni dirette e acritiche, sia di carta (Repubblica in primis) sia televisivi (Rai 3 e La 7incluse). La propaganda usata contro la cosiddetta Russia Bianca è dello stesso tipo di quella dei paesi sopra citati: accuse di anti-democraticità, brogli elettorali, censura dell’informazione, utilizzo della forza e della violenza contro i propri cittadini, politica militare pericolosa per l’Occidente “libero”, oltre all’eterna arma dell’ antisemitismo. Spesso si assiste anche alla manipolazione delle dichiarazioni dei leader politici di tali paesi, le cui frasi vengono appositamente tradotte male oppure manipolate per farli apparire dei piccoli Hitler (arma usata spesso contro Chavez). Sempre identiche inoltre (che mancanza di fantasia!) le modalità adoperate dagli anglo-americani per risolvere a loro favore la situazione: costruzione artificiosa di un dissenso interno tra i ceti medio-alti affinché sfoci in rivoluzioni colorate (verdi, arancioni, viola, dei jeans, dei tulipani…), finanziamento ai candidati di opposizione (puntualmente filo-occidentali e liberisti) e, in ultima istanza, guerra preventiva. Alla luce di ciò, l’articolo che segue vuole proporre uno voce diversa, affinchè i lettori dispongano di un numero maggiore di elementi per cercare umilmente la verità e trarne le loro conclusioni. Leggi il resto di questo articolo »

domenica 29 agosto 2010

Costanzo Preve sul sionismo - Parte 1



Costanzo Preve sul sionismo - Parte 2

sabato 28 agosto 2010

MENTRE SI FATICA A TENERSI AGGIORNATI SULLE SFURIATE AD OGNI SECONDO DEI NOSTRI CAPI POLITICI............


Stop F35! Parte la campagna contro i cacciabombardieri

VERSO UNO SCENARIO DI III GUERRA MONDIALE ? IL RUOLO D’ISRAELE NELL’ INNESCARE UN ATTACCO ALL’IRAN

BERLUSCONI SI, FINI NO, CASINI IN MEZZO, DI PIETRO DIETRO AL PD CHE SI ACCENTRA MA ENTRA IN BALLO VENDOLIK.....BLA...BLA...BLA...BLA....

DI MICHAEL CHOSSUDOVSKYglobalresearch.ca
Per consultare la parte I di questo saggio clicca qui sotto
Preparazione per la III guerra mondiale, colpire l’Iran
Parte I: La Guerra Globale

Part II: La Road Map Militare
di Michel Chossudovsky

Lo stoccaggio e la distribuzione di avanzati sistemi di armi contro l’Iran ha avuto inizio subito dopo i bombardamenti e l’invasione dell’Iraq del 2003. Fin dall’inizio, questi piani di guerra sono stati guidati dagli Stati Uniti, in collegamento con la NATO e Israele.
Dopo l’ invasione dell’Iraq, l’amministrazione Bush identificò l’Iran e la Siria, come la fase successiva della ” Road map per la guerra “.
Fonti militari statunitensi dichiararono che un attacco aereo contro l’Iran avrebbe potuto comportare uno schieramento  su larga scala paragonabile ai  bombardamenti  “colpisci e terrorizza”  degli Stati Uniti  sull’Iraq del marzo 2003 :
“attacchi aerei americani contro l’Iran avrebbero una portata di gran lunga superiore a quella dell’attacco israeliano del 1981 al centro nucleare di Osiraq in Iraq,  e si avvicinerebbero di più ai giorni di apertura della campagna aerea del 2003 contro l’Iraq. (Vedi Globalsecurity )Leggi il resto di questo articolo »

mercoledì 25 agosto 2010

I Nuovi Padroni Del Mondo 1/6

L’EUROPA NEL CAOS MEDIORIENTALE

di Giacomo Gabellini -  Conflitti e Strategie




Su “The Indipendent”, Robert Fisk scrive che “E’ stato lo stesso Javier Solana, capo della politica estera dell’Unione Europea (già segretario generale della NATO) a dichiarare lo scorso anno che “Israele, è di fatto un membro dell’UE, ma senza essere membro dell’istituzione”, per poi chiedersi ironicamente se “Per caso ne eravamo a conoscenza? Abbiamo votato per la sua ufficiosa introduzione? Chi ha autorizzato tutto questo?“.
Effettivamente Fisk non fa che puntare il dito contro il re nudo, indicando apertamente una realtà di per sé evidentissima, che vede un’Europa succube non solo degli Stati Uniti, ma anche del suo fido sodale Israele. Sono decenni che la UE eroga denaro per la ricostruzione delle infrastrutture mediorientali regolarmente distrutte dall’esercito israeliano, armato di tutto punto dalle industrie belliche statunitensi. La precisione chirurgica con cui vengono distrutte queste infrastrutture edificate coi soldi dei contribuenti europei conferisce un significato politico all’azione militare, mediante il quale Tel Aviv intende “invitare” gli stati europei a guardarsi bene dal mettere il becco nelle faccende che non li riguardano direttamente.
CONTINUA SU ....STAMPA LIBERA

martedì 24 agosto 2010

Io e voi che leggete, poveri stronzi, di nuovo fottuti dal Potere.

Io e voi che leggete, poveri stronzi, di nuovo fottuti dal Potere.

Dio mio, il Potere ci ha fottuti di nuovo, poveri stronzi che siamo tutti noi scribacchini dall’Antiqualcosa, e tutti voi tossicomani della Rete. Poveri, poveri gonzi, la pena che facciamo è straziante. Ditemi, dove risiede la stanza dei bottoni di questo meraviglioso web? Sta in America, fra le mura dell’ICANN, per fare un esempio, ma sta lì, nelle corporate rooms di quel Paese, proprio quello, chiaro? E allora, allora, ma vi sembrava possibile che sta gente ci regalasse una macchina da guerra immane con cui fargli un mazzo così? Ma vi sembrava possibile che se ne stessero inerti a guardare mentre le ‘belle anime’ del pianeta si armavano di blog, news networks, social networks, siti, forum, video, piazze virtuali, per spaccargli la schiena? Peter Sutherland, Leon Brittan, George Shultz, Lloyd Blankfein, Pascal Lamy, Mario Draghi… i padroni del mondo, gente così secondo voi è idiota? Stanno tremando di paura, secondo voi, ogni volta che cliccano su Democracy Now, su Znet, o su Grilloblog? Oppure se ne stanno rilassati nelle loro suites di Londra, Roma, Parigi e Manhattan? La seconda. Ecco perché, e vien da piangere.
La Rete esiste in media nelle nostre case dalla metà degli anni novanta, oggi siamo nel 2010. Diciamo quindici anni. Prendiamo i quindici anni prima dell’arrivo del web, 1980-1995. I mezzi di comunicazione e di organizzazione civica fra cittadini attivi di quell’epoca erano l’equivalente del biroccio col mulo a confronto di ciò che la Rete ci ha reso disponibile, cioè lo Space Shuttle. Il paragone calza, anzi, forse è anche inadeguato. Meglio la cerbottana a confronto con la portaerei USS Enterprise. Se io munisco un uomo di cerbottana per difendersi dal suo nemico, mi aspetto una lotta. Se gli fornisco una portaerei nucleare e aerei supersonici mi aspetto un altro tipo di lotta, oserei dire più efficace, cioè un altro risultato, ben altro. E cosa abbiamo fatto noi con i nostri ordigni al plutonio nuovi di zecca? Sapete qual è la risposta? E’ che ne abbiamo fatto un videogioco planetario, e gli stiamo davanti istupiditi, drogati, nevrotizzati, ma anche compiaciuti nel più straziante autoinganno globale della Storia. Non abbiamo fatto esplodere una singola bomba, il nemico è illeso, anzi, rafforzato, con forse l’unica preoccupazione quella di pulirsi dal fondo dei pantaloni la polvere dei petardini che ogni tanto la nostra portaerei gli butta fra i piedi. Questa è la realtà, Dio mio. Come abbiamo fatto a ridurci così?
Di nuovo una risposta: è stato possibile perché, come vado denunciando da anni, la massa delle ‘belle anime’ occidentali si ostina a non voler capire cosa sia il Potere, o meglio, si ostina a non voler vedere l’entità della scaltrezza del Potere. Se solo qualcuno di noi si fosse arrestato di fronte al primo click in rete quindici anni fa e si fosse fatto le domande che ho scritto sopra, se ci fossimo subito chiesti “Alt, calma, che è sta roba che ci hanno scodellato, alt, cosa sta cucinando il Potere qui?”, forse non saremmo a sto miserabile punto. Perché era evidente, Cristo, che se ci davano la Rete era perché loro sapevano benissimo cosa la Rete ci avrebbe fatto, lo sapevano con serena precisione, ci avevano pensato a lungo, si erano confrontati, e la loro conclusione era che ne avremmo fatto questo videogioco da videodipendenti all’ultimo stadio, e cioè, udite, l’ennesimo prodotto di consumo compulsivo della loro Esistenza Commerciale e Cultura della Visibilità, cioè di nuovo un ulteriore passo verso l’abisso della paralisi civica. Esattamente ciò che loro vogliono ci accada. Ed è accaduto, siamo sempre più inerti, noi, manica di deficienti convinti di essere in lotta ogni mattina quando clicchiamo in questo web che figlia informazioni a ritmo frenetico come un colossale brodo batterico fuori controllo. In lotta noi, ingozzati d’informazione oggi a un ritmo così stordente che neppure il tetro immaginario di George Orwell l’avrebbe potuto concepire come macchina di annullamento civile. Lotta? Ma dove? Ma i risultati li vedete? Lo ripeto, abbiamo in mano una portaerei nucleare quando solo pochi anni fa avevamo le cerbottane, e cosa è cambiato?
Gli uomini e le donne delle cerbottane vissero in un mondo manifestamente imperfetto, ma date un’occhiata: nell’Italia dei mezzi d’informazione collosi, pochi, e blindati dalla Democrazia Cristiana-Vaticano costoro furono capaci di ribaltare la Storia del Paese con divorzio e aborto, difeso quest’ultimo poi nel 1981 con un referendum da record (67%), in un’affermazione di volontà civica unica al mondo in questo ambito. Le donne italiane nell’era in cui i computer erano scatole di dimensioni industriali seppero prendere il maschio latino per le orecchie e ficcargli la testa nei pannolini puzzolenti dei figli, le braccia sui manici del passeggino, e si ritagliarono una larga fetta di dignità in un mondo tutto di pantaloni. Non la perfezione, ma un salto in avanti storico. E, sempre senza Internet col suo immane seguito di starnazzamenti, gli operai italiani soffocarono il terrorismo rosso dopo l’assassino di Guido Rossa nel gennaio del 1979, di nuovo una dimostrazione di forza civica ammirevole se si considerano le tremende condizioni lavorative operaie di allora, sulle quali la tentazione di scadere nella violenza poteva avere una facile presa. I magistrati dell’Italia di Fantozzi presero di petto gli scandali petroliferi, quelli dei colossi imprenditoriali di Stato (IRI), scoperchiarono la P2, e poi ci fu Tangentopoli, altro capitolo storico senza precedenti forse in tutto l’Occidente che trovò impeto senza blog, V-day, senza i ‘paladini’ e i loro diecimila libri e video. Un capitolo questo che di nuovo fu difeso dall’Italia dei rudimentali fax nell’estate del 1994 (decreto Biondi salva ladri) con una quasi insurrezione popolare (mai più vista da allora così veemente). In quello stesso anno la tenacia decennale di un popolo in stracci e costretto alla schiavitù, unitamente al lavoro di migliaia di attivisti europei armati di telefoni se andava bene, sconfisse l’Apartheid in Sudafrica. Poco prima era crollato il muro di Berlino, portando fra le altre cose all’unificazione della Germania, dove io ricordo l’esistenza di vibranti forze civiche anti imperialiste e anti nucleari di cui ora, col nostro stupefacente web, non si trova più traccia. E al nucleare, l’Italia del TG1, TG2 e TG3 seppe nel 1987 porre un freno netto, in un referendum che toccò punte dell’80% di cittadini contrari all’atomo, che oggi invece rialza la testa nell’indifferenza quasi generale. Gli anni delle cerbottane, dal 1980 in poi, videro anche l’esplosione della consapevolezza ambientale grazie a Greenpeace, e il crollo di dittature fra le più atroci della Storia moderna, in America Latina; lì lottarono per sbarazzarsi non dico di un Berlusconi, o della Camorra, ma di un impero neonazista finanziato e armato dalla più grande potenza mondiale, delle sua infinite camere di tortura e dei campi di concentramento. Lottarono morendo a decine di migliaia in condizioni disumane, e nessuno di loro mai cliccò un mouse, non c’era Facebook. Nel 1984, con una telecamera e un aereo bimotore, un singolo reporter, Mohamed Amin, portò sugli schermi del mondo la tragedia della fame in Etiopia, salvò milioni, l’ondata di indignazione mondiale costrinse i Paesi ricchi a mettere in agenda la fame dei poveri per la prima volta. Amin morì prima ancora che nascessero i blog. E così fu, in una lunga scia di vittorie contro la barbarie nell’era delle cerbottane.
Poi arriva la Rete, ohhhhh! Tutto quanto sopra viene in teoria potenziato nelle stesse proporzioni in cui lo Tzunami potenzierebbe l’ondina della risacca serale. I cittadini attivi del pianeta, i combattenti per la giustizia, scendono dal mulo e salgono sull’Eurostar, gettano la fionda e imbracciano i missili Cruise. E allora tutti con lo sguardo proteso in avanti in trepidante attesa di un’imponente rimonta, di un mondo migliore.
Negli anni che vanno dal 1995 a oggi la povertà nel Sud del mondo è salita a 2,7 miliardi di esseri umani, di cui un miliardo sopravvive con 1 dollaro al giorno rispetto agli 800 milioni di dieci anni fa (+200 milioni). La crisi finanziaria dell’anno scorso ne ha aggiunti 53 milioni, che rischiano la soglia della povertà. Negli Stati Uniti di oggi quasi 50 milioni di persone soffrono la fame, cioè non possono nutrirsi più di una volta al giorno; in Italia adesso il 17% delle famiglie è in grave difficoltà, rispetto al 10% ‘tradizionale’, l’11,2% non arriva a pagare le spese mediche, infatti un italiano su 5 non fa visite specialistiche per povertà. Oggi un 10% di italiani ricchi possiede la metà di tutta la ricchezza, un aumento di concentrazione notevole secondo la Banca d’Italia. E mentre la crisi alimentare sta uccidendo nel mondo numeri senza precedenti, i 12 miliardi di dollari promessi all'inizio del 2009 dai potenti per sradicare la fame (Millennium Development Goal) non si sono materializzati, mentre per salvare le banche ne sono stati spesi dai cinquemila agli undicimila di miliardi di dollari, secondo le stime. Ma cliccando sui mouse della nostra nuova macchina da guerra abbiamo eletto Obama!, certo. Cioè sfruttando la coglionaggine di milioni di attivisti di tastiera si è permesso a un truffatore guerrafondaio, omertoso protettore della CIA, filo sionista di ferro, baciapile dei banchieri che oggi ha il gradimento più basso nella storia delle presidenze USA dai tempi di Dwight Eisenhower, di occupare il posto di uomo più potente del mondo. Che risultato! Navigando con la nostra portaerei le portentose onde dei blog d’informazione, contro-informazione e contro-contro-informazione a suon di decine di milioni di articoli e video ci siamo fatti scappare dai buchi del radar circa 68 guerre, di cui due, Iraq e Afghanistan, nonostante abbiamo ricevuto la più ampia esposizione mediatica della Storia umana. Ah, scordavo, ci è scappato nell’era della trincea di tastiera anche il ritorno in grande stile della tortura, dibattuta tranquillamente sui banchi parlamentari figli di Cesare Beccaria, povero Cesare. La spesa militare globale del 2008, secondo SIPRI, è stata di 1.464 miliardi di dollari, con un aumento del 45% rispetto a dieci anni prima, altra risonante vittoria dei pc internettiani. Nell’era del web assieme all’onanismo dei social networks è esploso anche il nuovo Panic Marketing, quello della mucca pazza, di Ebola, della Sars, dell’Aviaria, della Suina, quello che ha il doppio scopo di distrarci in massa dalle questioni concrete e di alleggerirci il portafoglio, e lo sapete, vero, che a proposito di questo noi italiani siamo adesso in passivo per 184 milioni di euro cacciati nel pattume della Suina? E mentre noi cittadini cybercombattenti civici facciamo le ore piccole per non perderci la denuncia numero 430.871 del paladino numero 346 sul blog 5.329 dove sono postati i commenti numero 3.786.987.760, capita che i diritti dei lavoratori si siano estinti… ci siamo distratti un attimo e puff, non ci sono più. Oggi il 52% degli elettori di Berlusconi, di Berlusconi!, approva le occupazioni delle fabbriche da parte di operai disperati; i due terzi dei leghisti approva la mobilitazione della CGIL, e l’80% degli italiani sostiene i picchetti davanti alle fabbriche. Significa forse che un’ondata di sinistra sta spazzando l’Italia? No, significa che un’ondata di disperazione senza precedenti sta spazzando elettori a 360 gradi trascinati mai come oggi di fronte al crollo del bene essenziale del lavoro. Un milione e seicentocinquantamila lavoratori italiani se perdessero il lavoro non avrebbero neppure un euro dallo Stato. Il 61% di tutto il lavoro precario italiano è giustificato unicamente dalla “tendenza a ridurre il costo del lavoro e il costo-opportunità legato alla possibilità di licenziare”. Ma non eravamo noi, i cittadini attivi, che armati di webpower dovevamo migliorare la Storia? Perché sta tutto peggiorando nonostante il tripudio di megawatt di potere informativo e formativo della Rete? Quando il pool di Mani Pulite spedì in pensione (più che in galera) la classe politica della prima Repubblica non c’erano Grillo, Travaglio e i loro seguiti immani in Rete. Oggi ci sono, ma a detta dello stesso autorevole Travaglio le cose in quanto a mazzette sono molto peggio di prima (si legga il suo Mani Sporche). Silvio Berlusconi ha vinto quattro mandati, nonostante il Vajont di sputtanate che la Rete gli ha riversato addosso, la sinistra sta al British Museum accanto alla stele di Rosetta. Le Mafie aumentano gli introiti ogni anno, oggi sono a circa 91 miliardi di euro di bottino. L’Europa ci toglie le costituzioni nazionali e la sovranità col Trattato di Lisbona, che di nuovo è filtrato indenne attraverso la nostra possente Rete fottendosene della prerogativa democratica di 500 milioni di cittadini. La lotta al riscaldamento globale ristagna. I banchieri impoveriscono il mondo per dodicimila miliardi di dollari in 12 mesi truffando i cittadini, ma neppure uno di loro finisce in galera, anzi, molti incassano bonus milionari. Le donne dell’era web ridotte a pezzi di scottona sculettanti che hanno orgasmi negli spot con lo yogurt o strusciando un piano cucina, ridotte con l’ano zoomato in edicola o a essere viste ma non udite in Tv. Avete più visto una protesta nelle strade? E infine Haiti. Cosa abbiamo fatto noi eroi del web attivo, noi combattenti di tastiera per gli ultimi della terra? Vorrei che vi fosse un solo essere umano ad Haiti oggi, vivo o morto, che abbia lasciato scritto “dal 1995 le cose sono cambiate qui. Grazie ‘belle anime’ di Internet”. Nel 1994 il loro presidente democraticamente eletto, Jean Bertrand Aristide, fu rimesso da Clinton al suo posto dopo che la CIA nel 1991 aveva pensato bene di cacciarlo, dato che ahimè gli haitiani avevano avuto il coraggio di votare per il solito partito sbagliato (cioè quello che piaceva a loro e non a Washington). Ricordo bene da cronista che in occasione del golpe del ’91 un certo clamore di stampa si era fatto sentire. Dieci anni dopo, nel 2004, di nuovo Francia e USA decisero che Aristide non era accettabile, lo caricarono letteralmente impacchettato su un aereo diretto in centro Africa, e ripresero a succhiare il sangue alla popolazione stremata dai SAP del Fondo Monetario Internazionale. In un rapporto del Dipartimento di Stato americano di allora si leggeva che “il commercio per export e le politiche d’investimento che imponiamo, schiacceranno senza pietà i coltivatori di riso ad Haiti”. Ma nel 2004 avevamo la Rete, i mouse al plutonio, i missili web, i blog nucleari… esplodemmo due petardi. Mi fermo qui, ai piedi di quei 200.000 morti.
La conclusione che propongo è chiara. L’arrivo di Internet nelle trincee della lotta sociale non ha migliorato il mondo, né l’Italia, anzi. Questo perché, come ho già scritto, il suo scopo era e rimane quello di drogare milioni di persone comuni, e di far scadere i pochi attivisti in una patologia ossessiva da attivismo di tastiera che li rendesse del tutto inutili. Ci sono riusciti, il Potere ha di nuovo vinto. Siamo una manica di stronzi maniacali totalmente risucchiati da questo mostruoso videogioco globale, del tutto incapaci di fare quello che i nostri nonni o i nostri padri, ed esseri umani per millenni prima di loro, hanno saputo fare per cambiare il loro mondo. Ed è per questo che io ridicolizzo chi come Antonella Randazzo pretende sovvenzioni perché deve poter dedicare ancora più tempo a scaricare in questa casa di pazzoidi drogati ancora più informazioni. Ecco perché attacco Travaglio e i suoi partner dell’Industria della Denuncia e dell’Indignazione, che significa altre tonnellate di informazioni riversate in questa allucinante discarica del web per produrre solo il nulla. Mentre l’Italia marcisce e il mondo muore. Ecco infine perché dico da tanto tempo che ogni singolo cittadino occidentale sa da decenni e alla nausea cosa non va, la tragedia è che non sa più cosa farci.
E allora, cari colleghi di Paolo Barnard, tu Paolo Barnard e voi tutti popolo del web: il web è stato creato per toglierci definitivamente le palle, non ci serve a nulla nella guerra col nemico. Smettete di leggere e commentare ossessivamente, disintossicatevi, piantiamola di pubblicare a raffica (noi autori e voi siti), ritiriamoci nelle nostre case e chiediamoci fino a piangere: perché non so più cambiare il mio tempo? Perché il Potere mi ha fottuto, ancora una volta?
PAOLO BARNARD







Blogger Francesco Zaffuto ha detto...

Questo intervento di Bannard ci voleva, spazza via questa stupida illusione di onnipotenza. Un blog è solo la bottiglia di un naufrago, milioni di milioni di bottiglie di naufraghi che spesso neanche si sfiorano. C’è perfino un paradosso comico, in tanti si firmano con pseudonimi, come se volessero mantenere l’incognito di Zorro: mentre lasciano traccia indelebile con i loro computer per una questura orwelliana, nascondono la loro identità al vicino di casa con cui potevano invece andare a bere insieme un bicchiere e fare quatto chiacchiere guardandosi negli occhi. Se non ricominciamo a guardarci negli occhi e se non siamo disposti a prendere il vecchio volantino dalle mani di chi ci lo consegna con un sorriso non andremo da nessuna parte.
(ho fatto un gadget sul mio blog con un link a questo post)
saluti, francesco zaffuto


Anonimo Anonimo ha detto...

io non ho dio e non ho demoni, ho la ragione, ho il dubbio e la facoltà di scegliere... io sono una donna libera, perchè non ho paura, non ho paura dei grandi maghi padroni del mondo perchè la magia non esiste, non ho timore dei profeti perchè non vedono oltre il loro interessato naso, non ho che la quotidiana dolorosa e faticosa lotta per conservare la mia libertà, lucidità e laica razionalità... bannard è prigioniero della sua apocalisse, lo stronzo, se permettete, è solo lui.
Barnard ha risposto
Tu hai "la ragione, il dubbio, e non hai dei e demoni", ma la facoltà di scegliere te la scordi. Credi di averla perché non vedi oltre il tuo naso. Pubblico fra pochi giorni un saggio che parla della tua inesistente facoltà di scegliere. Come tutte le 'belle anime' di sto mondo credi di essere vincente perché sventoli retorica, ma quegli altri, i maghi, sono immensamente più furbi e preparati di tutti voi, e vi hanno fottuti prima ancora che nasceste. Leggerai.

Non sei affatto libera, la magia esiste eccome e con essa ti hanno fottuto la vita al punto e con tale abilità che neppure te ne rendi conto. E ti contraddici nella stessa riga che scrivi: infatti questa donna "libera, in un mondo senza padroni capaci di sortilegi" deve lottare quotidianamente, dolorosamente e faticosamente per essere libera. Ma va? Hai mai sentito di qualcuno che deve lottare quotidianamente, dolorosamente e faticosamente per quello che già ha? Complimenti, tuo "stronzo" Barnard.

Gli Intellettuali di Servizio...parte 2^



Le donne… Massimo Fini, sei un fesso.
Non è un insulto, è essere misericordiosi Massimo. Ho sorvolato sul tuo “Io sto col Mullah” perché di Guerra al Terrorismo non ne capisci nulla, ma vuoi parlar di tutto. Pazienza, sei un intellettuale italiano e tant’è. Si passa con una scrollata di spalle sul salto del ‘ribelle’ sul carro dei sanfedisti mascherati del Fatto Quotidiano. Ok. Ma sono a metà della lettura di Half the Sky: How to Change the World di Nicholas D. Kristof and Sheryl WuDunn, pubblicato da Virago negli USA, ho lo stomaco insaccato dalla nausea e mi sono ricordato di queste tue righe:
“La donna è baccante, orgiastica, dionisiaca, caotica, per lei nessuna regola, nessun principio può valere più di un istinto vitale. E quindi totalmente inaffidabile. Per questo, per secoli o millenni, l’uomo ha cercato di irreggimentarla, di circoscriverla, di limitarla, perché nessuna società regolata può basarsi sul caso femminile. Ma adesso che si sono finalmente “liberate” sono diventate davvero insopportabili.”
I due autori, premi Pulitzer del New York Times, scrivono fra le altre cose, che oggi da 60 a 100 milioni di donne sono scomparse nel mondo per essere destinate alla schiavitù. Che nel 1780, all’apice della tratta dei neri, gli uomini e le donne in catene erano circa dieci volte di meno. Che le donne sono soggette a delitti d’onore, stupro come tattica di guerra, e all’esclusione sociale in quasi tre quarti del pianeta. Un numero equivalente a cinque Jumbo Jet carichi di donne muore ogni giorno sul lavoro, un numero che fa impallidire l’equivalente maschile. Ogni 10 secondi una ragazza nel mondo viene legata al suolo e mutilata nei genitali senza anestesia. Questo oggi e per secoli, più ogni altra sorta di orrore, in quello che i due americani chiamano “un genocidio”.
Ma per te Massimo, tutto ciò è “irreggimentarle, circoscriverle, limitarle”, ed è stato un atto dovuto, perché esse sono “baccanti, orgiastiche, dionisiache, caotiche… totalmente inaffidabili”.
Prendi un fesso e piazzalo al bar per una vita a parlar di fesserie: rimane un fesso.
Prendi un fesso e fagli leggere duemila libri e scrivere ancor più articoli: rimane un fesso.
La tua cultura non ti salva, sei un povero fesso. 
Per i lettori: piantiamola di sentirci intimiditi da chi ha letto o sa più di noi, e di assolverli per questo. Usate la vostra testa, sempre.
PAOLO BARNARD

lunedì 23 agosto 2010

CRISI. MA QUALE CRISI ? I PROFITTI BALZANO ALLE STELLE !

tn_sc00005807
DI JAMES PETRASinformationclearinghouse.info

Mentre i progressisti e i sinistroidi scrivono di "crisi del capitalismo", gli industriali, le compagnie petrolifere, i banchieri e altre major sia sulla costa atlantica che su quella pacifica, alla faccia loro, fan soldi a palate.

Dal primo trimestre di quest'anno, gli utili aziendali sono saliti dal venti a oltre il cento per cento (Financial Times, 10 Agosto 2010, p. 7). Infatti, i profitti aziendali sono aumentati molto più di quanto non fossero prima dell'inizio della recessione del 2008 (Money Morning, 31 Marzo 2010). Contrariamente a quanto dicono i blogger progressisti, i tassi di profitto stanno crescendo, non diminuendo, soprattutto fra le maggiori corporation (Consensus Economics, 12 Agosto 2010). La tendenza al rialzo dei profitti aziendali è un diretto risultato della sempre più profonda crisi della classe operaia, dell'impiego pubblico e privato e delle piccole e medie imprese.

Con l'inizio della recessione, i grandi capitali si sono liberati di milioni di lavoratori (un americano su quattro è stato senza lavoro nel 2010), hanno salvaguardato le rendite dai capi delle organizzazioni sindacali, hanno ricevuto esenzioni fiscali, sussidi e prestiti quasi senza interessi dai governi locali, statali e federali.

Quando la recessione si è temporaneamente arrestata, le grandi aziende hanno raddoppiato la produzione con la rimanente forza lavoro, intensificando lo sfruttamento (più produzione per singolo lavoratore) e hanno diminuito i costi facendo ricadere sulla classe operaia una più ampia parte dell'assicurazione sanitaria e delle indennità pensionistiche, con l'acquiescenza dei ricchi funzionari sindacali. Ne è risultato che mentre le entrate sono diminuite, i profitti sono aumentati e i bilanci migliorati (Financial Times, 10 Agosto 2010). Paradossalmente, gli AD hanno usato il pretesto e la retorica delle "crisi" derivati dai giornalisti progressisti per evitare che i lavoratori chiedessero porzioni maggiori dei fiorenti profitti, sostenuti dal crescente bacino di lavoratori disoccupati e sottoccupati che avrebbero potuto essere possibili "sostituti" (crumiri) in caso di azioni sindacali. 



continua http://www.comedonchisciotte.org/site/index.php

sabato 21 agosto 2010

9/11 – Svelato il Rituale del Mega Complotto


di Corrado Belli – mentereale...DA http://www.stampalibera.com/
Anche se ormai la tesi Ufficiale presentata dalla Commissione d’inchiesta è stata smentita mille volte anche da rinomati scienziati e specialisti che hanno lavorato per anni ..fianco a fianco per poter far luce su quello che successe l’11/9 in America, ancora oggi i responsabili non sono stati chiamati a rispondere del loro atto Criminale che costò la vita a 3000 persone che si trovavano dentro gli Edifici, senza contare coloro che sono morti a causa delle polveri mentre si apprestavano a dare aiuto a quelle persone e anche quelli morti dopo anni sempre a causa delle  polveri che si sprigionavano dalle nubi tossiche.
Ora possiamo mettere Online una completa e dettagliata inchiesta privata, nei filmati si può ben constatare come la macchina criminale dell’allora Governo Bush aveva preparato tutto nei minimi dettagli, dalle false interviste fatte tempo prima ancora che le Torri venissero buttate giù, furono usati Attori/Attrici e probabilmente cittadini ignari di quello che veramente si celava dietro tutta la messa in scena mentre rilasciavano interviste basandosi solamente su quello che il reporter gli obbligava a dire mettendoli sotto pressione più volte per far cambiare loro opinione su quello che avevano visto e sentito.
I commenti del Pilota dell’Elicottero che diceva di non aver visto alcun aereo ma solo una esplosione e una palla di fuoco uscire dalla Torre, il muso dell’aereo fantasma che poi continuava a volare ( grafica computerizzata), insomma ci sono tante di quelle piccole cose che a molti sono sfuggite ma che sono di notevole importanza per poter capire come venne studiato l’attacco alle Torri Gemelle, ma gli sbagli fatti da coloro che dovevano coprire il falso attacco dei Terroristi ha permesso di approfondire ancora di più sul Diabolico Complotto.

In 42 Filmati e l’intervista rilasciata da Giulietto Chiesa non lasciano alcun dubbio su chi sia stato l’autore e il mandante.

giovedì 19 agosto 2010

Gli Intellettuali di Servizio





Articolo di Giacomo Gabellini, tratto dal blogConflitti e Strategie
In un suo breve saggio lasciato colpevolmente cadere nel dimenticatoio, George Orwell ha lasciato alcune lucidissime riflessioni in merito alla corruzione dilagante nel panorama intellettuale e giornalistico. Tale saggio fu scritto agli inizi degli anni Quaranta e inserito in appendice all’edizione del capolavoro “La fattoria degli animali“, in cui il grande scrittore inglese fece di Stalin e del regime che stava tenendo in pugno l’Unione Sovietica l’oggetto di una figurata e sarcastica critica. Nel saggio, Orwell esprime la propria meraviglia di fronte alla tolleranza riservata dalla censura inglese nei confronti di quei giornalisti “eretici“, che anziché propagandare l’eroismo delle milizie di sua maestà durante la Seconda Guerra Mondiale, auspicavano talvolta una pace di compromesso con Hitler. Malgrado sull’Inghilterra aleggiasse lo spettro dell’annientamento, il governo britannico non passò infatti la scure sulle opinioni di costoro, a differenza, ad esempio, da quanto fece il regime nazionalsocialista tedesco, che mise in atto una gigantesca e rigidissima campagna propagandistica volta a galvanizzare la popolazione. Dopo queste (ovvie) premesse, l’analisi di Orwell inizia a scendere più in profondità, andando a toccare la radice del problema. Lasciamo a lui la parola:
La stampa britannica è estremamente centralizzata, ed è, per la maggior parte, in mano a uomini potenti che hanno tutti i motivi per essere disonesti, quando si tratta di questioni importanti. Per ogni dato momento c’é un’ortodossia, un corpo di idee che, presumibilmente, tutti i benpensanti accetteranno senza batter ciglio. Leggi il resto di questo articolo »
http://www.stampalibera.com/



VENDUTI PORCI RUFFIANI VOI E LA VOSTRA CULTURA, SIETE TRA I PRIMI RESPONSABILI DELLA DISTRUZIONE CULTURALE DEL NOSTRO PAESE,
(E LA SOVRASTRUTTURA RINGRAZIA), VOI SIETE LA VERA PROSTITUZIONE.

martedì 17 agosto 2010

CIO' CHE CI STA DISTRUGGENDO......PARLIAMONE, DIFFONDIAMO SENZA STANCARCI !





Uno statista del secolo scorso diceva che i parlamentari pensavano solo ad essere eletti, dopodiché per quattro anni si facevano i loro affari. Aggiungerei quello che diceva un partigiano, che il parlamento cioè non rappresentava proprio gli italiani a causa del fatto che non c’erano contadini eletti… mentre tra gli italiani ce n’erano parecchi…. Una volta capito che chi dice di rappresentarci fa solo i suoi interessi, diventa facile capire che il sistema non va. Manca solo capire di che interessi si tratta.
Quello che la maggior parte della gente non sa è che oltre ai tre tradizionali poteri fondamentali dello stato, legislativo, esecutivo e giudiziario, esiste un super-potere che è quello della finanza e del sistema bancario. Un potere che da sempre vive nell’ombra delle sue pratiche poco trasparenti, che sceglie e qualifica i propri massimi aderenti attraverso un’opera di selezione effettuata da organizzazioni anodine e talvolta segrete (se non nell’elenco dei suoi membri, nell’elenco delle gesta). Questo sistema del credito e dell’accreditamento perdura da circa 6.000 anni ed ha decretato fortune e sventure di imperi, spesso crollati sull’onda della loro stessa infinita arroganza. La stessa arroganza che leggi oggi negli occhi del funzionario di banca che ti nega un affidamento, o te lo revoca, sapendo che non hai nessuna autorità superiore cui rivolgerti per invocare un giudizio equo o semplicemente “altro”. Perché poi scopri che alla magistratura basta solo la parola del funzionario bancario, sicuramente uomo d’onore, per emettere una condanna o per pignorarti tutto. Un ex concessionario della Ford mi disse ad un certo punto che, esasperato per una situazione simile durante una riunione in banca in cui si decideva della sua situazione creditoria, ebbe a dire a battuta: Ma come si fa per difendersi da voi? Occorre rivolgersi alla mafia? Allorché il direttore generale della banca gli si avvicinò e, sorridendo, gli sussurrò all’orecchio: “Siamo noi la Mafia!”.
CONTINUA SU...http://www.stampalibera.com/