martedì 30 novembre 2010

IL CUGINO PROSSIMO DI CERTE IDEE.

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C’era una volta il 1848.


martedì 30 novembre 2010 di Davide Cericola


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C’era una volta una società di morti di fame. Una società dove la maggioranza della popolazione non aveva assolutamente nulla di cui vivere, se non la loro stessa forza lavoro. Una società dove vivere in quindici in un monolocale senza luce nè gas, era la norma; dove se si usciva fuori di casa le vie erano luride, strette. La macchina era una cosa da ricchi, come lo è oggi una mini sala cinematografica in casa.>>>>> Nessuno aveva diritti sul luogo di lavoro, e i salari erano talmente minimi che anche i bambini dovevano iniziare a lavorare presto, se no la loro bocca non la sfamava nessuno. Non c’era assistenza sanitaria, e le malattie sul luogo di lavoro erano la norma, oltre alle morti. La natalità era molto maggiore che non adesso, come anche la mortalità. Infantile e non.C’era una volta una società dove essere proletario significava che non possedevi nulla se non la tua prole, e il tuo stanco braccio che ti portava quel nichelino dopo dodici ore di fatiche immani. C’era una volta una massa, un mare di lavoratori che aveva come unico problema il raggiungere ogni giorno quel minimo indispensabile per comprarsi un tozzo di paneNiente televisione, niente cellulare, niente automobile, niente appartamento di proprietà o affittato, niente cinema, aperitivo con gli amici, oppure cenone di natale.Solo il lavoratore denutrito, la catena di montaggio, il nichelino dopo dodici ore di lavoro, un padrone che viveva nel lusso, e una famiglia numerosa da sfamare.C’era una volta un mondo dove nessuno obbligava i bambini ad andare a scuola, anche perchè non avevano tempo per studiare, tra la galleria di una miniera, e il servizio in fabbrica; ma in quel mondo l’analfabetismo era una piaga, e con quella tutto ciò che l’ignoranza porta con sè.In quella società c’erano alcuni uomini, essenzialmente figli di ricchi, o benestanti, che avevano modo di studiare e discutere senza lavorare tutti i giorni, che guardavano l’enorme massa di lavoratori proletari, e si chiedevano se non c’era un modo per aiutarli e farli uscire dalla povertà, e dalla miseria sociale.Alcuni di questi signori avevano tendenze leggermente più violente, e pensavano che l’unica soluzione fosse prendere le armi e occupare il mondo; altri avevano mire più idealistiche, e pensavano che nel profondo l’uomo fosse buono, e tentavano di descrivere una società ideale, dove tutto funzionava per tutti.Alcuni erano più pragmatici, e pensavano che lottare tutti i giorni per i diritti era una cosa buona e giusta, e che avrebbe trasformato la società, altri pensavano che si potesse riuscire a fare qualcosa di buono alleandosi con coloro che possedevano le fabbriche, e trattando assieme più diritti per la marea di poveri che lavoravano.I morti di fame proletari erano solo persone che non avevano nulla da perdere.Nel 1848 un signore scrisse un documento, che chiamò il "manifesto del partito comunista", che era letteralmente il manifesto di un partito che si rifaceva alle idee del comunismo.

C’è adesso il 2010.

Ci sono ancora un sacco di persone che vivono in condizioni molto disagiate, ma, almeno in Italia, tendenzialmente hanno la pelle di colore scuro, e l’Italiano non l’hanno imparato alle elementari sui banchi di scuola.

Poi ci sono centinaia di persone che fanno fatica ad arrivare a fine mese, ma possiedono una casa, magari in affitto, un cellulare, a volte anche due, un televisore, anche se piccolo, hanno studiato fino alla quinta superiore, anche se si sono lamentati della scuola per tutto il tempo. Molti di loro hanno fatto anche l’università, hanno una assistenza medica, e magari sono anche in cura, anche se poi se ne lamentano e pensano che faccia schifo il servizio.

Queste persone vivranno fino ad ottanta anni, e alcuni anche di più, e forse solo in tarda età si potranno lamentare di qualche affanno o acciacco serio.

Queste persone hanno diritto di voto, diritto allo studio, diritto ad andare in piazza e urlare qualche slogan ad effetto. Hanno diritto ad andare in una chiesa che non sia quella di stato, a professare un orientamento sessuale senza essere imprigionati, e diritto a criticare chi sta al governo, anche se magari quella critica serve solo a farli sentire meglio.

Loro hanno i soldi per andare a fare la spesa due volte a settimana, e magari hanno anche i soldi per comprare due vaschette di profitterol a settimana.

Hanno una figlia che passa più tempo attaccata al cellulare che non ai libri, ma non le hanno mai fatto notare che mangia denaro peggio della burocrazia statale. E se lo hanno fatto non hanno risposto alle male parole della figlia.

C’è adesso il 2010, e non c’è nessuno che stia veramente male. C’è adesso il 2010, e continuano ad esserci persone che si rifanno in toto agli scritti del 1848, senza se e senza ma, senza una critica, senza la possibilità di ammodernare quell’analisi potente, ma vetusta.

Ci sono ancora dei gruppi di persone che si fanno chiamare comunisti, alcuni che sostengono la lotta armata, che parlano di padroni, e di servi, e che pensano che il mondo potrebbe davvero migliorare se i proletari del mondo d’oggi facessero una rivoluzione contro il mondo borghese.

Ma oggi ci sono ancora proletari in occidente?

Ci sono ancora persone che hanno la prole come unica risorsa?

Se sì, sono gli immigrati, che come Rosarno insegna sono persone che vivono davvero in situazioni precarie e disastrate.

Vogliono i comunisti che i proletari occidentali del giorno d’oggi vengano qua con armi e con ira, ad occupare le istituzioni e lo stato di noi, che volenti o nolenti siamo i piccoli e medi borghesi del nuovo secolo?

Oppure preferiscono che i veri proletari del XXI° secolo, ovverosia gli abitanti del terzo mondo, operino la loro tanto amata rivoluzione, così da modificare profondamente gli assetti economici mondiali, e abbattere la posizione dell’occidente, ovverosia dei consumatori del mondo?

Non sarebbe forse più produttivo fare una bella analisi della situazione attuale, e verificare quali sono i veri problemi che attanagliano il mondo d’oggi?

Potrà mai essere vero che una analisi compiuta 160 anni fa sia ancora applicabile al mondo d’oggi?

Soprattutto in un’epoca come quella della rivoluzione industriale dove le cose cambiano decisamente in fretta!

Sarà poi così tanto vero che c’è una massa indistinta di persone poverissime che hanno bisogno di prendere le armi in mano e conquistare il potere pur di sopravvivere?

A me pare di no.

E non domandiamoci allora perchè nessuno segue più questi gruppi di comunisti romantici: Il vero motivo per cui gli operai, e la gente comune appoggia i rivoluzionari è perchè non ha nulla da perdere e spera di guadagnarci qualcosa, a pochi importa la visione utopica del mondo portata avanti dai filosofi e dai pensatori, e decisamente poche persone rivoluzionerebbero tutto solo per provare a vedere se "funziona" una visione utopica, oppure un’altra.

A molti basta che il mondo funzioni, e se non funziona basta provare a correggere quella piccola pecca.

Quando proposi alcune parti di questa analisi ad un ragazzo di lotta comunista lui non fu per nulla d’accordo col definire i proletari come coloro che hanno solo la prole come risorsa. Lui preferì porre l’accento sul fatto che i proletari non possiedono i mezzi di produzione che utilizzano.

Sciocco metodo: neanche gli alti manager d’azienda possiedono i mezzi che utilizzano, visto che sia la macchina che usano per andare a lavorare, sia il pc su cui lavorano sono dell’azienda stessa, e loro li usano fin tanto che ci lavorano.

E non mi venite a dire che anche questi alti manager sono dei proletari! Inoltre vorrei chiedere: in un mondo dove si può benissimo creare un sito al pc, e guadagnarci soldi comodamente seduti a casa, in un mondo dove basta comparire in pubblico ad una festa ed essere pagati centinaia di euro, in un mondo dove moltissime persone lavorano in aziende da quindici dipendenti ciascuna, che senso ha parlare di mezzi di produzione? Che cosa può essere classificato oggi come mezzo di produzione?

Che senso ha lottare per la conquista dei mezzi di produzione?

Ben diverso era quando gran parte della produzione era confinata in fabbrica, la quale era posseduta da poche famiglie ricche.

Diverso era quando migliaia di persone entravano in miniera la mattina e ne uscivano la sera, e dentro quella miniera ci vivevano tutta la giornata in migliaia. E quella miniera apparteneva ad uno solo.

Diverso era quando era il campo, tangibile, quantificabile, ad essere la fonte di tutta la ricchezza della zona.

Ora vi starete chiedendo: tutta questa analisi per smontare un’idea che già è passata di moda da almeno quaranta anni? Solo per dimostrare che il comunismo doc oggi non ha più senso?

In parte anche sì. Sia perché comunque essendo io giovane, e di sinistra, tendo ad essere un cugino prossimo di certe idee, e quindi analizzarle e discuterle fa sempre bene alle persone come me, e poi perché in momento di crisi economica e sociale è facile cadere in tentazione di riapplicare ciò che funzionò in passato, anche se è evidente che il mondo è diverso, e non rispecchia più ciò che quelle analisi proponevano.

Questo articolo l’ho scritto anche per esortare qualche anima pia a prendere le redini e fare quello che nessuno fa seriamente da molto, troppo tempo: riprendere un’analisi dettagliata degli umori della società, dei suoi problemi, delle sue potenzialità, e generare un modello sociale che sappia descrivere bene quello che sta accadendo e ci possa indirizzare verso un futuro più roseo. Magari indicando anche la via da percorrere.

Caneliberonline Risponde :

Bene, ti fai domande giuste e sacrosante pero' ti dai risposte sbagliate perche' e' palese il fatto che, non vivi fuori da quella sfera di persone che tu provi a descrivere come i contestatori fuori tempo.

Questo e' il guaio, tu non sai che esistono oltre al terzo mondo, persone che il termine proletario gli si adice ancora, dopo 160 anni.

Ti faccio un esempio per tutti....Berlusconi tempo fa disse : Esco per strada e vedo tante automobili in giro, tanti ragazzi con il cellulare in mano, che passeggiano, gente nei supermercati che fanno spesa....dov'e' la CRISI ?

I ricchi Signori del 1948, vedevano le stesse cose quando uscivano !!

Ognuno vede quel che vuole vedere, e tu, sei cosi' (magari non ricco), ma con un piglio borghese nel linguaggio, che pensa di essere il solo portato alla riflessione giusta ed equilibrata, perche' il tempo passa e le condizioni di vita cambiano (le tue) forse.

Non accenni un attimo a quelli che sono oggi gli obbiettivi di chi ha il potere e controlla un economia a senso unico e il male peggiore che questo sistema ha prodotto,...la mercificazione di tutto.

Tu che sei tanto riflessivo con quale termine nuovo indicheresti i Disoccupati, Precari, Cassaintegrati a termine, Senza lavoro che non rientrano in nessuna statistica, persone che a 40 anni sono fuori eta' per lavorare per il padrone e troppo giovani per una pensione, Malati che nonostante ci siano le cure, stanno male o muoiono, perche' con una serie di nefandezze non riescono ad arrivare a quelle cure di cui hanno diritto ?

Ma tu, queste cose non le vedi e a ragione non le vedi, perche' la tua situazione e' quella che tutto si risolve con riforme o con nuovi governi (e vecchie politiche), perche'? Perche', la base principale e che venga salvaguardato il "tuo" livello di vita,il tuo stato economico-sociale, cio' che vedi,cio' che ti fa comodo.

Tutto il resto......per te.....NOSTALGICI!.... SI NOSTALGICI! di un qualcosa che potrebbe riequilibrare lo stato economico-sociale delle persone che lavorano

(salariati), PROLETARI a cui la prole oggi e' ridotta a cio' che tu steso hai descritto di 160 anni fa.......ma tu non puoi vedere.... che, nonostante i diritti acquisiti, si fa in modo non vengano rispettati e il tutto senza nessuna conseguenza per chi vive agiatamente studiando e progettando che'occorre che cambi tutto,perchè non cambi niente-Caneliberonline

C’era una volta il 1848.
1 dicembre 2010, di Davide Cericola
Se accetti una visione dicotomica della realtà (borghesi contro proletari), e accetti di definire i proletari come coloro che non hanno nulla, allora io per forza mi devo collocare nella prima delle due categorie, visto che possiedo almeno il pc su cui sto scrivendo (per non parlare dei miei genitori, che di sicuro non sono proletari). Dici che sono supponente o che non vedo la realtà delle cose? Può darsi, ma questo non toglie che ai miei occhi si presenta una realtà piuttosto diversa da quella che mi hanno descritto del 1848. Poi magari sbaglio, sono solo uno studente universitario. Concludo dicendo che ti sei dimenticato, oltre alle critiche, di provare a rispondere alle domande che ho inserito nell’articolo.

Caneliberonline risponde:
Pensa davide, io non sono neanche uno studente.......
lo sono stato 30 anni fa, poi ho dovuto fare i conti con i padroni. Se hai l'umilta' di rileggere cio' che ho scritto,
ti renderai conto, spero, che non solo ho risposto alle domande, ma ti ho dato anche spunti di riflessione.
Aproffitane.

lunedì 29 novembre 2010

I.... "ROSSO BRUNI"

E' SOLO UNA VISIONE DELLA CONTEMPORANEITA' DEL MARXISMO, DIVERSA ?
Gli intellettuali ci lascino liberi di pensare, noi comuni mortali, che tutto sommato se
vengono stravolti alcuni passaggi fondamentali di Marx, si sta fuori dal Marxismo.
Per esempio......

..(Scrive Costanzo Preve, leader dei comunitaristi e filosofo: “dichiaro solennemente che il mio interesse primario va alla riclassificazione strutturale delle culture politiche ereditate dal Novecento”, infatti “sia il veterocomunismo sia il veterofascismo sono fenomeni storicamente conclusi, almeno a mio parere”. Ne deriva che l’unità deve avvenire in una “rinascita” che recuperi il buono che c’è nel comunismo e nel fascismo.)....
il ROSSO E il BRUNO !.... Dico io!.... Allora perche' prendersela tanto.....Gianluca ???
Prego a te la parola......

PUNTO DI VISTA DI GIANLUCA FREDA

AND THE WINNER IS...
DI GIANLUCA FREDA
blogghete.blog.dada.net

E’ con cospicuo dolore che mi presento al vostro cospetto per assegnare la palma di articolo più cretino dell’anno ad un testo redatto da una persona per cui in passato ho nutrito una certa, avventata ammirazione. Ultimamente la vita mi fa spesso di questi scherzi. Bruciavo dal desiderio di premiare con l’ambito riconoscimento qualche autentico pezzo da novanta dell’ebetudine giornalistica nazionale. Già assaporavo la dolcezza del momento in cui avrei potuto cingere dell’agognato alloro il capo avìto di un Gian Antonio Stella, di un Pigì Battista, di un Feltri, di un D’Avanzo, di un Giannini… tutta gente che ha letteralmente costruito dal nulla la patria biascicheria informativa, rimpiazzando con ettolitri d’ubriacante blàtera stereotipa l’inopportuna attitudine del fruitor d’opinioni alla riflessione e al ragionamento. Mostri sacri della vanvera editoriale, monumenti opìmi all’omologazione zotica del pensiero che ben meritavano il tributo alla carriera di cui mi sarei pregiato di poterli insignire da questa autorevole sede telematica.
Invece, per l’anno 2010, l’ambito riconoscimento spetta di diritto (rullo di tamburi) al signor Valerio Evangelisti da Bologna (Texas), già prolifico autore di godibili saghe romanzesche, di racconti, di saggi ed opere di alto valore controinformativo (si veda l’importante Il caso Battisti. L'emergenza infinita e i fantasmi del passato, scritto in collaborazione con Giuseppe Genna e la Wu Ming Foundation). Il sito da lui diretto, Carmillaonline, spicca da tempo nella colonnina laterale che contiene l’elenco dei miei siti preferiti. Un vero peccato dover sprecare un oscar dell’idiozia per un autore che è idiota solo a tempo parziale e che ci aveva abituato, nei bei tempi che furono, a lampi intermittenti di lucida perspicacia, con occasionali cadute di raziocinio che non gli offrivano tuttavia la minima chance di ottenere neppure un posto in sala nell’ambita kermesse della consegna delle statuette.
Eppure l’ultimo articolo pubblicato da Evangelisti sulla rivista rifondarola Su la testa è un capolavoro di farneticazione e sproloquio, degno di competere con le opere migliori di Stella o di Scalfari. Ne trovate qui un ampio estratto (http://img27.imageshack.us/img27/9271/img013sv.jpg) . Di fronte ad un agglomerato di baggianate redatto con così sapiente abilità registica, non ci si può esimere dal dovere, pur penoso, di assegnare per quest’anno il Golden Donkey ad un parvenu del rincoglionimento di massa come l’autore felsineo. Premiare gli allocchi è un lavoro serio, che va condotto con severo piglio critico e obiettività ineccepibile, anche quando il cuore vorrebbe condurci altrove.
Per tutti coloro che non avessero il tempo o la pazienza di cimentarsi con la lettura dell’opera integrale, ne riassumo brevemente la trama qui di seguito.

Durante un rodeo organizzato dalla pro loco di Castel Maggiore (Texas), il cowboy Evangelisti Valerio viene aggredito da un rivale, che gli spara una rivoltellata al cervello, spappolandoglielo completamente. I danni fisici sono dunque molto lievi. Purtroppo il ragazzo-mucca perde nell’incidente il cappello Stetson in pelle di bisonte, nel quale era solito conservare le proprie capacità razionali. Da qui ha origine un’allucinante discesa negli abissi della follia, nel corso della quale il cowboy giura solennemente sul teschio di Wilhelm Reich di cancellare dall’esistenza tutti coloro che possiedano ancora delle capacità di pensiero indipendente o un cappello da rodeo. Inizia così a scovarli uno per uno e a rinchiuderli in un sozzo barattolo di salamoia con sopra stampigliata l’etichetta “ROSSO-BRUNO”. Lo scopo di cotanta ferocia è quello di isolare in apposito contenitore tutti coloro che minacciano la supremazia dell’analisi marxista e classista delle dinamiche sociali - di cui il folle individuo ancora si serve per aprire le confezioni di stufato di manzo - per poi dar fuoco all’intero consesso degli eretici in un eymerichiano fuoco purificatore. Nessuno si salva dalla sua furia: lo sbavante psicotico infierisce con atroce accanimento sul mite Massimo Mazzucco, sull’ombroso Gianfranco La Grassa, sul prolisso Fulvio Grimaldi, sul poliedrico Comedonchisciotte, sull’allegra e procace Eurasia, sullo sfortunato Webster G. Tarpley, reo, quest’ultimo, di non essersi tolto il cappello al passaggio di Papa Toninegri I. Sul luogo di ogni delitto, il pazzo lascia un delirante messaggio ciclostilato in cui riafferma le apodittiche verità della sua religione: “L’Olocausto c’è stato davvero!”; “Gli ebrei sono buoni!”; “Osama bin Laden esiste, l’ho visto io!”. Particolarmente agghiacciante la sequenza in cui il dissennato vaquero, dopo aver straziato con 86 colpi di winchester un pangolino da lui accusato di cospirazionismo, nazional-bolscevismo e antisemitismo viscerale, urla furiosamente al cielo vermiglio della sagra del tortellone di Ozzano: “I rosso-bruni stanno crescendo! Ci uccideranno tutti! Tornate a sventolare le vostre bandiere rosse, o fedeli devoti!”, mentre sullo sfondo compare in sovrimpressione il volto demoniaco e ghignante di Giulietto Chiesa.
Arrestato dallo sceriffo di Crevalcore, il folle viene estradato in un carcere brasiliano, dove l’amico Cesare Battisti cercherà di farlo rinsavire leggendogli alcuni brani degli articoli che l’Evangelisti gli dedicava quando possedeva ancora il cappello. Tutto inutile. Alla fine sarà un altro alienato, tale Paolo Attivissimo, detenuto nello stesso carcere, a porre fine a questa orribile spirale di violenza, rompendo con disprezzo il barattolo “rosso-bruno” sulla cervice del malcapitato cowboy e commentando: “Io almeno cercavo di argomentare mentre sparavo cazzate”.
Giudizio critico: l’articolo è splendidamente ispirato alle suggestioni del cinema di frontiera di John Ford, in particolare a “Ombre rosse”. Il protagonista, infatti, dialoga continuamente con le ombre, che gli appaiono in infinite tonalità di colore, anziché nel bicromatismo rossonero a cui egli vorrebbe ridurre l’intera realtà. Questo lo fa imbestialire. I tentativi di ridipingere le ombre nei colori appropriati utilizzando una scatola di pennarelli Carioca non sortiscono gli effetti sperati, scatenando il raptus di blaterante follia. Potremmo azzardare un’interpretazione politica: Evangelisti è egli stesso un’ombra rossa, residuato di un’epoca in cui il mondo era più giovane e più semplice e la riduzione a categorie binomiali un atto d’interpretazione fideistica universalmente accettato e fonte di riconoscimento intellettuale. In breve, si tratta di un mirabile apologo sull’incapacità di crescita e di adattamento della preistorica intellighenzia sessantottarda alla proteicità caleidoscopica dello scenario sociale e internazionale. Un problema, quello dell’obsolescenza delle categorie di pensiero, che rappresenta oggi una vera piaga delle società occidentali, per contrastare il quale i governi dell’ovest non dovrebbero esitare a predisporre ammortizzatori economici e centri di recupero adeguati.
Gianluca Freda
A VOI LE RIFLESSIONI.....

Il Bolscevismo criticato da Sinistra.Dalla Sinistra Comunista al Comunismo dei Consigli

1.Domenica 7 Novembre 2010 si è svolto a Pistoia,organizzato dal Collettivo Anti-Capitalista Andreu Nin,un dibattito sulla Rivoluzione d’Ottobre,guidato dal Teorico e Storico del Movimento Operaio Roberto Massari.
Questo mio contributo critico vuole prendere in esame la posizione di Massari a riguardo della Rivoluzione Russa e poi presentare al lettore le principali Correnti del Comunismo di Sinistra.
Roberto Massari è uno dei più importanti esponenti del Trotskismo Italiano (e non solo Italiano),di sicuro un Teorico originale e ricco di posizioni critiche e stimolanti,la sua relazione non poteva che aprire numerose problematiche su cui è bene riflettere.
Marx ricordava che ogni Rivoluzione è critica prima di tutto verso se stessa,essendo il Processo Storico un divenire determinato da contraddizioni dialettiche interne;la celebrazione degli avvenimenti del passato quindi si pone sul campo dell’Anti-Marxismo può becero ed è giusto lasciarlo a gruppi che io definisco cialtroni.
La Rivoluzione Russa è stata sicuramente il più grande avvenimento Storico-Politico dell’intero Novecento,le Masse sfruttate per la prima volta hanno preso il potere dando vita a straordinari tentativi di autogestirsi dal basso.
Roberto Massari affronta il problema del Processo Rivoluzionario avanzando la Tesi del Partito Bolscevico come Partito Centrista,e quindi come Partito oscillante fra posizioni rivoluzionarie e posizioni riformistiche.
Il Partito di Lenin infatti non si è mai sganciato del tutto dal Paradigma Teorico della Seconda Internazionale,la quale nel Congresso di Erfurt prevedeva la scissione fra il Programma Minimo (rivendicazioni momentanee) e il Programma Massimo (rivoluzione sociale).
La distinzione fra la Teoria che stava alla base della Socialdemocrazia e quella che stava alla base della Quarta Internazionale di Trotsky non è di poco conto,cerchiamo di delineare le prime differenze.
Trotsky spiega molto bene come sia necessario che le rivendicazioni minime si scontrino con le esigenze del capitalismo,cioè vadano a colpire sempre di più le sue fondamenta,fino a costituire un ponte verso lo Stato Operaio.
E’ bene rilevare che queste Teorizzazioni da parte del Futuro fondatore della Q.I. risalgono già al 1905 e al suo scritto ‘’Bilanci e Prospettive’’ mentre Lenin adotterà (come ben dirà in seguito anche Trotsky) queste posizioni solo con le Tesi di Aprile del 1917.
La posizione di Lenin e quella di Trotsky per ciò che riguarda il problema della Transizione è assolutamente convergente infatti:

‘’ La peculiarità dell'attuale momento in Russia consiste nel passaggio dalla prima tappa della rivoluzione, che, a causa dell'insufficiente coscienza ed organizzazione del proletariato, ha dato il potere alla borghesia, alla seconda tappa, che deve dare il potere al proletariato e agli strati poveri dei contadini. Da una parte, questo passaggio è caratterizzato dal massimo di legalità (fra tutti i paesi belligeranti, la Russia è, oggi, il paese più libero del mondo) e, dall'altra parte, dall'assenza di violenza contro le masse e, infine, dall'atteggiamento inconsapevolmente fiducioso delle masse verso il governo dei capitalisti, dei peggiori nemici della pace e del socialismo. Questa peculiarità ci impone di saperci adattare alle condizioni particolari del lavoro del partito fra le immense masse proletarie appena destate alla vita politica.’’ (Lenin) 1

‘’ Il compito storico della prossima fase – fase pre-rivoluzionaria di agitazione, di propaganda e di organizzazione – consiste nel superare la contraddizione tra la maturità delle condizioni oggettive della rivoluzione e l'immaturità del proletariato e della sua avanguardia (smarrimento e demoralizzazione della vecchia generazione, inesperienza della nuova). Bisogna aiutare le masse a trovare, nel processo della loro lotta quotidiana, il ponte tra le rivendicazioni attuali e il programma della rivoluzione socialista. Questo ponte deve consistere in un sistema di rivendicazioni transitorie che partano dalle condizioni attuali e dal livello di coscienza attuale di larghi strati della classe operaia e portino invariabilmente a una sola conclusione: la conquista del potere da parte del proletariato’’. (Trotsky) 2

Le rivendicazioni fondamentali (es. le rivendicazioni salariali) sono la palestra che spinge le masse a prendere coscienza dell’insostenibilità del Modo di Produzione Capitalistico e quindi a superarlo;sono come un ponte che porta le masse ad auto-organizzarsi dal basso.
Tutto questo è proprio quello che è avvenuto in Russia dal Febbraio all’Ottobre del 1917,dove queste si sono auto-organizzate dando vita ai Consigli di Fabbrica;la situazione cambiò radicalmente dopo la presa del Potere.
Nel dicembre dello stesso anno venne promulgata una legge che prevedeva la regolamentazione dall’alto dei Consigli di Fabbrica e poco dopo fu sciolta l’Assemblea Costituente.
Su questo Rosa Luxemburg non ha avuto dubbi:

‘’Ebbene dopo tutte queste dichiarazioni la prima mossa di Lenin dopo la Rivoluzione di Ottobre è stata…la dispersione di quella stessa Assemblea Costituente,alla quale quella avrebbe dovuto aprire la strada’’.3

Secondo Rosa le masse non devono essere fermate a ridosso del processo rivoluzionario,come è stato fatto in Russia,ma è proprio la Rivoluzione a creare il clima adatto per dare vigore ai corpi rappresentativi;è da qui che la Luxemburg parte per avanzare la sua Teoria dello Sciopero di Massa (da non confondere con lo Sciopero Generale).
La centralizzazione del Potere sarà la prima causa della nascita delle Burocrazie,e della Degenerazione dello Stato Operaio,ma cerchiamo di dire qualcosa in più sugli Apparati Burocratici.

2.L’analisi di Trotsky a riguardo è straordinaria ed è valorizzata dal fatto di non avere avuto precedenti nella Storia del Movimento Operaio.
Qualche analisi simile può essere ricercata in Roberto Michels e nella sua Legge Ferrea del Funzionamento Oligarchico,ma per ciò che riguarda il processo degenerativo del Socialismo non era stato scritto nulla fino ad ora.
Lo stesso Rakovsky prende in esame la fine della Rivoluzione Francese partendo dal problema dell’isolamento in cui si trovò il suo capo più importante:Robespierre (nel caso dell’Urss dovremmo parlare dell’isolamento di Lenin prima e Trotsky poi?E lecito dubitare).
Possiamo fare una brevissima premessa al discorso,che comunque merita delle apposite trattazioni,dicendo che quando un gruppo è arrivato al potere diventa l’agente di questo potere e purtroppo agisce per conto di qualcuno,nel nostro caso del proletariato.
Ammettere una soluzione centralizzata (e quindi d’elite) significa da una parte dimostrare di non avere fiducia nelle masse,ed è stato il punto centrale della ricchissima relazione di Massari,e dall’altro rischiare di cadere nei ‘’pericoli professionali del potere’’.
Roberto Massari da profondo conoscitore del pensiero politico di Trotsky dirà:

‘’Tale definizione (quella di Burocrazia) rappresenta per Trotsky un punto di arrivo fondamentale.Per noi posteri un punto di partenza.Una base indispensabile,quindi,senza la quale difficilmente ci si potrebbe intendere su cosa sia realmente accaduto nel mondo negli ultimi settant’anni’’.4

Niente di più vero soprattutto se noi consideriamo le proiezioni dello Stalinismo nel mondo e principalmente mi riferisco al Togliattismo in Italia,al Titoismo in Jugoslavia e al Maoismo in Cina,ma anche gli effetti che le Burocrazie Staliniste hanno avuto nello strangolare processi di cambiamento sociale come quello della Spagna del 1936.
La posizione che è emersa dalla relazione è una posizione severa,il fine non giustifica i mezzi,nessuna forma di Dispotismo Sociale è ammessa o giustificata.
Lenin nel 1921 dirà:

‘’ "Ho dichiarato che il nostro Stato in realtà non è uno Stato operaio, è uno Stato operaio e contadino. Leggendo i verbali della discussione, ora mi accorgo di aver avuto torto, avrei dovuto dire: Lo Stato operaio è un'astrazione. In realtà noi abbiamo uno Stato operaio con le seguenti caratteristiche: (1) sono i contadini e non i lavoratori a predominare nella popolazione e (2) è uno Stato operaio con deformazioni burocratiche’’.

Affermazione chiara che non fa altro che confermare le critiche dei Comunisti di Sinistra,i quali furono i primi a denunciare la svolta autoritaria dell’Urss.

Un contributo valido alla Critica dell’impostazione Teorica di Lenin (che evidentemente non è infallibile) deve dire qualcosa sul Comunismo che si colloca a Sinistra del Bolscevismo;procederò in estrema sintesi cercando di dare al lettore una conoscenza di base (sta a lui approfondire) delle posizioni appartenenti alle forse politiche che mantennero un approccio critico verso la Rivoluzione d’Ottobre.

3.Dirò subito che i Rivoluzionari critici verso Lenin,per quanto contestati dai Bolscevichi Ortodossi,erano pensatori di prima grandezza e di grande spessore morale.
Farò un cenno all’Italia partendo dalla Sinistra Comunista,vera artefice della fondazione del Partito Comunista d’Italia nel 1921,che ha trovato il più importante esponente in Amadeo Bordiga.
Bordiga è stato un Marxista davvero eminente,di cui possiamo ben ricordare scritti come il ‘’Dialogato con Stalin’’ e il ‘’Dialogato con i morti’’.
Il primo scontro fra il Fondatore del Pcd’I e il Capo dell’Internazione ci fu a riguardo della questione elettoralistica,considerata dal primo svantaggiosa per il Movimento Operaio.
La posizione della S.C. fu respinta al Secondo Congresso dell’Internazionale e questa sconfitta iniziò a spingere in avanti gli Ordinovisti,guidati all’epoca da Antonio Gramsci.
Per chiarire la svolta del Congresso di Lione del 1926 devo dire che la formazione Bordighista aveva alla sua Sinistra un gruppo molto vicino ai Comunisti Olandesi (che nel 1919 uscirono dal Partito Comunista di Germania) guidato da Michelangelo Pappalardi.
Pappalardi all’inizio del 1923 si trasferì a Berlino dove conobbe Karl Korsch e ritenne valida la sua posizione sulla Rivoluzione Russa.
Il 10 Novembre 1923 rassegnò le dimissioni dal Partito cosa che Bordiga non approvò invitandolo a chiedere,con una lettera del 25 ottobre 1925,di essere riammesso.
Intanto Gramsci in Italia inizia il processo di bolscevizzazione,importando la struttura Partitica Staliniana.
Per il Congresso di Lione la Sinistra Comunista cercò di presentarsi con un Comitato d’Intesa,ma questo venne sciolto dalla Segreteria,inoltre l’Ingegnere Napoletano (Bordiga) sarà sollevato dal suo incarico di Segretario della Sezione di Napoli.
Vediamo già come Gramsci anticipa alcuni punti che saranno alla base delle politiche di Togliatti:l’eliminazione del dissenso,una politica opportunistica all’interno dei Sindacati e soprattutto la politica dei Fronti Popolari.
Anche la famosa lettera del 1926 all’Ufficio Politico del PCUS,che poi cadde in un binario morto dato che Togliatti se la tenne in tasca,non contrastava per nulla la linea politica dell’Internazionale e la Teoria di Bucharin del Socialismo in un paese solo.
Pappalardi fondò nel 1927 i Gruppi di Avanguardia Comunista che nel 1928 divennero i Gruppi Operai Comunisti;bisogna dire che questa formazione politica si sciolse nel 1931 e parte dei suoi militanti divennero Anarchici mentre altri Comunisti Libertari.
La corrente Bordighista in Italia diede vita al gruppo Prometeo e nel 1942 Onorato Damen fondò il Partito Comunista Internazionalista,Partito Comunista Internazionale dal 1965.
Si sono delineate due Correnti;una Anti-Bolscevica (i Consiglieristi a cui apparteneva Pappalardi) e una filo-Bolscevica (Prometeo).

4.Per iniziare a comprendere le divergenze (si trattava di questioni di Principio) fra la Sinistra Comunista (Bordiga,Damen e con alcune posizioni differenti Cervetto) e l’Ultra-Sinistra Comunista o Comunismo dei Consigli (Gorter,Korsch,Pannekoek,Mattick) è bene riprendere la Lettera che Bordiga inviò a Korsch il 28 Ottobre del 1926.
Dice Bordiga:

‘’ Per esempio il vostro "modo di esprimervi" sulla Russia mi pare che non vada bene. Non si può dire che "la rivoluzione russa è una rivoluzione borghese." La rivoluzione del '17 è stata una rivoluzione proletaria, benché sia un errore generalizzarne le lezioni "tattiche." Ora si pone il problema di che cosa avvenga della dittatura proletaria in un paese se non segue la rivoluzione negli altri paesi. Vi può essere una contro-rivoluzione, vi può essere un intervento esterno, vi può essere un corso degenerativo di cui si tratta di scoprire e definire i sintomi ed i riflessi dentro il Partito comunista’’.5

Per Bordiga e la Sinistra Comunista la Rivoluzione Russa era una Rivoluzione Socialista mentre per i Consiglieristi (basta leggere gli scritti di Mattick) una Rivoluzione Borghese che attraverso una Dittatura degli Intellettuali ha portato alla nascita del Capitalismo di Stato.
Questo spinse l’Ingegnere Napoletano a rompere con l’Ultra Sinistra la quale lavorerà per la costruzione di una Corrente Internazionale impostata Teoricamente sulla Teoria delle Tre Varianti (Stalinismo,Fascismo e Keynesismo Sociale).
Bordiga infatti concluderà dicendo:

‘’ In conclusione non credo il caso di fare una dichiarazione internazionale come voi proponete e non credo nemmeno praticamente attuabile la cosa. Credo ugualmente utile di dare nei diversi paesi delle manifestazioni e dichiarazioni ideologicamente e politicamente parallele per il contenuto sui problemi della Russia e del Comintern, senza per questo offrire gli estremi del "complotto" frazionista, e ciascuno elaborando liberamente il suo pensiero e le sue esperienze’’.

Personalmente ritengo che i Bolscevichi portarono a termine una Rivoluzione Socialista (e non Borghese),e soprattutto una Rivoluzione con venature Libertarie e Anarchiche,data la grande mobilitazione dal basso;tutto questo ovviamente fino allo scioglimento dell’Assemblea Costituente.
Ha differenza dei luoghi comuni riguardanti quella grande esperienza storica è straordinario ‘’vedere’’ quante forze politiche erano favorevoli allo Slogan ‘’tutto il potere ai Soviet’’,quello che successe dopo (dal massacro degli Anarchici Ucraini alla Nep) diventa la negazione del Soviettismo.
Detto questo ricorderò due importanti personalità che provenendo da percorsi culturali e politici diversi sono arrivati a conclusioni simili:Maximilien Rubel e Daniel Guerin.
Maximilien Rubel è stato un Marxologo Francese,molto amico di Paul Mattick,il quale andrà ad attribuire a Marx il merito di aver formulato una Teoria Anarchica.
Rubel dice che i Comunisti e gli Anarchici hanno in comune la creazione di una Società senza Stato,basata su Comunità Autogestite;ovviamente tutto questo presuppone una critica al Leninismo e un ritorno all’originaria Teoria di Marx.
La critica filosofica di Hegel diventa radicale e porta alla negazione dello Stato,l’anarchismo non verrà mai pronunciato ma il senso della critica è quello.
Rubel insisterà tanto sulla frase di Marx ‘’L’esistenza dello Stato e l’esistenza della schiavitù sono indissocialibili…’’
Sempre in Francia un'altra grande figura è quella di Daniel Guerin il quale partendo dal Trotskismo (conoscerà Trotsky a casa di Pierre Naville) si avvicinò all’Anarchismo formulando una Teoria che lui disse Marxista Libertaria (per non inimicarsi tanto gli Anarchici quanto i Marxisti).
Secondo Guerin (il quale continua l’analisi dell’ultimo Victor Serge) è necessario riprendere la critica al Capitalismo fatta dai Marxisti (Marx,Lenin,Trotsky) e l’Etica degli Anarchici,fondamentale per realizzare l’autogestione.
Il Marxismo rinvenendo le sue radici anarchiche non può che uscirne purificato,trovando quella Terza via che è stata oscurata dagli orrori dello Stalinismo.
Il pensiero anarchico infatti mantiene una sua attualità perché ha colto e denunciato i rischi di una deviazione autoritaria del Marxismo e inoltre una prospettiva libertaria fa appello alla forza creatrice delle masse e non alla delega del potere verso una minoranza esigua che si chiama Partito.
Guerin sui contrasti fra Marxismo e Anarchismo dice:

‘’Ma il fossato tra anarchismo e marxismo è diventato un vero e proprio baratro solo all’inizio del nostro secolo (si parla del Novecento),vale a dire quando la Rivoluzione Russa,libertaria e soviettista nell’Ottobre 1917,ha dovuto cedere il posto a un formidabile apparato statale,dittatoriale e poliziesco.L’anarchismo,l’idea anarchica sono stati liquidati in Russia come lo sono stati  Soviet stessi’’.6

La critica è molto forte nonostante Guerin ha sempre ammirato Lenin,pur considerando l’Urss dal 1917 al 1922 una forma di Socialismo dall’alto.
Lo Stalinismo fu la negazione dell’Internazionalismo espresso nel Bolscevismo -parte del movimento anarchico continuò ad appoggiare i Bolscevichi anche dopo l’approvazione della Nep- però non può lasciarci indifferente la debolezza del Proletariato Russo davanti la presa del potere di Stalin;si trattava di una Classe sfiduciata,demoralizzata,incapace di reagire.
Il primo Trotsky,in polemica con il Lenin del ‘’Che fare?’’ e con l’organizzazione del partito rivendicata dal capo bolscevico,dirà:

‘’Non è un caso che Lenin abbia dato una simile definizione che non è altro che un attentato teorico contro i caratteri di classe del nostro partito,un attentato non meno pericoloso del riformismo’’.7

E ancora:

‘’L’organizzazione del partito prenderà il posto del partito stesso;il Comitato Centrale prenderà il posto dell’organizzazione;e infine,il dittatore prenderà il posto del Comitato Centrale.

Saranno questi i punti fermi di Rosa Luxemburg e che guideranno poi Daniel Guerin e Roberto Massari verso una Prospettiva di Comunismo Libertario avversa alle Burocrazie Staliniane.
La mia analisi è molto parziale e richiede di sicuro ulteriori contributi,ma comunque penso che sia chiaro quanto importante è lo studio del Comunismo di Sinistra e la critica del leninismo,per quanto Lenin sia stato importante per tutti noi:il dogmatismo non interessa ai Marxisti anzi gli è da sempre avverso.

Note:

1)Lenin ‘’Tesi di Aprile’’

2)Lev Trotsky ‘’Programma di Transizione’’

3)Rosa Luxemburg ‘’La Rivoluzione Russa’’

4)Roberto Massari ‘’Trotsky e la ragione rivoluzionaria’’

5)Amadeo Bordiga ‘’Lettera a Karl Korsch’’

6)Daniel Guerin ‘’Per un Marxismo Libertario’’

7)Lev Trotsky ‘’I nostri compiti politici’’

Stefano Zecchinelli per il Collettivo Anti-Capitalista Andreu Nin

Per un Marxismo Libertario.Dal Comunismo dei Consigli all'Eco-Socialismo

1.Il Manifesto Eco Socialista scritto anni fa da due importanti Teorici Marxisti come Michael Lowy e Joel Kovel ha suscitato all’estero,fra gli interessati di tematiche ambientali e studiosi di Marx un ampio dibattito;purtroppo la stessa cosa non è avvenuta in Italia.
In questo breve Articolo mi limiterò a fare alcune considerazioni,alla luce del Manifesto,sul rapporto fra Marxismo e Questione Ambientale,cosa fondamentale per comprendere l’attualità di una alternativa Anti-Capitalistica davanti lo sciacallaggio dell’Imperialismo.

2.Prima di arrivare a Lowy e Kovel,farò un cenno brevissimo ai due pilastri caratterizzanti il pensiero del Filosofo/Rivoluzionario di Treviri:la Teoria del Crollo e la Necessità Storica del Socialismo,due concetti che si pongono in un rapporto logico.
Il Marxismo è una Sociologia della Conoscenza,la ‘’Necessità’’ non implica un esito inevitabile della Storia,che porta volenti o nolenti alla Dittatura del Proletariato.
Maximilien Rubel affermava che la fine della Società di Mercato ha un contenuto prevalentemente Etico,il proletariato (come diceva Marx) o è Rivoluzionario o non è nulla.
Tutto questo costituirà il cuore della questione ‘’Socialismo o Barbarie’’;o l’umanità riuscirà a spezzare le catene poste da un Sistema tremendamente ingiusto o l’esistenza stessa volgerà al tramonto.
La questione posta in questi termini assume dei toni catastrofistici poco credibili al lettore meno ferrato in materia ma proviamo a fare qualche esempio.
Il 14 dicembre 1914 Rosa Luxemburg scrive il programma della Lega di Spartaco;la linea guida della Rivoluzionaria Ebrea/Polacca è che la guerra ha posto l’umanità a un bivio:regresso nell’anarchia,nel Caos oppure Rivoluzione Sociale.
Come osservato dagli studiosi più attenti,i fondatori del Comunismo Scientifico hanno considerato l’avvento del Socialismo come inevitabile,con Rosa abbiamo una novità nella Teoria Marxista.
Questa grande Rivoluzionaria al contrario di Lenin (o di Lukacs) non cede ad un’idea Meccanicistica del Processo Storico (errore fatto anche dalla Sinistra Comunista) ma vede il futuro come qualcosa di assolutamente incerto,oscuro e tenebroso (penso al ‘’Tramonto dell’Occidente’’ di Spengler).
Arrivati a questo punto dobbiamo dire che il merito di Rosa è stato quello di non cedere alla paura e di scegliere la via della lotta intransigente,la fiducia negli uomini e non il feticcio del Partito.
Saranno questi i motivi che la contrapporranno a Lenin o a quel Lukacs che deciderà di convivere con lo Stalinismo.
Adesso posso fare con grande piacere qualche considerazione sul Manifesto Eco Socialista.

3.Terminata la Seconda Guerra Mondiale l’umanità vive uno Status di Guerra Permanente.
Il Capitalismo si è trasformato da regime relativamente reazionario a regime totalmente reazionario,come ho scritto nei miei Articoli sulla Democrazia Totalizzante (Democrazia più Fascismo).
Il cannone delle potenze imperialistiche non ha taciuto per un giorno,dalla Corea al Vietnam,da Suez al Cile fino all’attuale guerra in Medio Oriente.
Ho già chiarito che questo stato di cose permette un continuo ‘’Ciclo di investimento’’ di Capitali mantenendo in piedi un Mostro che nasce grondando sangue (Marx) e ora gronda pus (Celia Hart).
L’imperialismo distrugge habitat naturali,esaurisce le risorse e ‘’ riduce la vitalità sensuale della natura al freddo scambio che richiede l’accumulazione del capitale’’.
Mi permetto di fare una citazione dal Manifesto Eco Socialista:

‘’Inoltre (l’imperialismo) ha messo in moto una rete di organizzazioni transnazionali sotto la supervisione generale delle potenze occidentali e della superpotenza degli Stati Uniti, per minare l’autorità della periferia e legarla all’indebitamento, mentre mantiene un enorme apparato militare per garantire l’accordo con il centro capitalista’’.1

Le organizzazione sovrannazionali rappresentano una novità perché da una parte consolidano Blocchi Imperialistici Continentali (es. l’Imperialismo Europeo) e dall’altro rendono più difficile la nascita di un Movimento Operaio (e Sindacale) che abbia una portata Internazionale.
Possiamo dire che mentre la Borghesia si va sempre di più internazionalizzando (cosa che capì Lenin già ai primi del ‘900) il Proletariato è soggetto a continue localizzazioni,la base si atomizza e il potere subisce un processo di verticalizzazione.
Gli Organi Comunitari (o di portata Mondiale) hanno monopolizzato il concetto di ‘’guerra giusta’’ trasformandolo in ‘’guerra totale’’ (Schmitt),il destino dei Popoli Coloniali è in mano ad una Commissione di Criminali.
Thomas Sankara parlando del Debito Pubblico dirà:

‘’Quelli che ci hanno prestato denaro, sono gli stessi che ci avevano colonizzato. Sono gli stessi che gestivano i nostri stati e le nostre economie’’.2

E poi:

‘’ Il debito è ancora il neocolonialismo, con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici anzi dovremmo invece dire "assassini tecnici". Sono loro che ci hanno proposto dei canali di finanziamento, dei "finanziatori’’.

La lotta per la liberazione dei popoli oppressi passa attraverso l’esempio di Thomas Sankara,dei Movimenti Indigeni,dell’esperienza Anarco Sindacalista in Africa.
Tutto questo consolida ampiamente la stessa Teoria della Rivoluzione Permanente di Trotsky che si propone (andando ben oltre lo stesso Lenin) di risolvere il problema della Rivoluzione (soffermandosi sulla fase di Transizione) nei Paesi Coloniali.
Il Processo Storico ha dimostrato di avere un carattere Multilineare e non Unilineare (come pensava la Terza Internazionale Comunista),la speranza per un futuro migliore risiede prevalentemente nei Movimenti Indigeni che si sono posti a difesa dei loro ‘’Alberi’’.

4.L’eco socialismo prende in considerazione il problema della catastrofe ambientale partendo dal concetto di crescita sostenibile.
Questo potrebbe avvenire prediligendo i Valori d’Uso ai Valori di Scambio,quindi facendo una scelta qualitativa e non quantitativa.
Per fare questo è necessaria la liberazione di tutti i lavoratori,bisogna che gli oppressi si liberino dal dominio culturale dell’Imperialismo,decolonizzino l’immaginario,ritornino ad un’esistenza piena di vita.
Infatti il Manifesto continua dicendo:

‘’Una società di lavoratori liberamente associati non si ferma alla sua democratizzazione. Al contrario, deve insistere sulla liberazione di tutti gli esseri umani come sostegno e come obiettivo. In questo modo supera l’impulso imperialista tanto nell’obiettivo quanto nel soggettivo. Nel raggiungere questa meta, lotta per superare ogni forma di dominazione incluse, in modo particolare, quelle basate sul genere e sulla razza. Supera le condizioni che danno origine alle distorsioni fondamentaliste e alle loro manifestazioni terroristiche’’.

Tutto questo implica un processo graduale,uno studio attento e dettagliato degli Imperialismi e dei suoi processi interni (passaggio dall’Unipolarismo al Multipolarismo),un lavoro lungo e faticoso per la ricostruzione del Movimento Operaio che ora manca.

4.La nozione di Socialismo a vent’anni dalla caduta del Muro,come si evince chiaramente dal contenuto del testo di Lowy e Kovel,conserva una sua validità.
Il Capitalismo Burocraticizzato Sovietico era un Sistema di Potere che aveva espropriato le Classi Lavoratrici imponendogli un’oppressione simile a quella dei Regimi a Dicotomia Classista.
E’ vero che nell’Urss mancava la Concorrenza fra Agenti Economici (fondamentale nel Capitalismo di Mercato) ma ogni Marxista che si rispetti deve rilevare come la Burocrazia sia diventata una forza sociale,una vera e propria ‘’Nuova Classe’’ (Gilas).
La fine di questo Sistema di Potere che si è ornato col nome di Socialismo non deve impedirci di riattualizzare un’alternativa sociale diversa dagli orrori del Capitalismo.
E’ bene escludere la codificazione degli insegnamenti di Marx e una declinazione al plurale del Marxismo stesso,un dibattito continuo e costante fra i Marxismi.
Il Capitalismo nella sua fase di decadenza si basa sulla continua ricerca di risorse da convertire in plusvalore,investe nell’industria bellica,rapina i paesi a struttura economica e sociale pre-industriale.
Secondo la Luxemburg (procedo in estrema sintesi) i caratteri fondati il Socialismo sono quattro:

_La produttività del lavoro deve essere aumentata con la concentrazione aziendale.

_Devono lavorare tutti coloro che sono idonei.

_Deve cessare lo spreco,deve essere abolita l’industria bellica e la produzione di articoli di lusso.

_Il riguardo maggiore deve andare al lavoro,con orario di lavoro ridotto,luoghi di lavoro piacevoli e soprattutto un’ampia varietà delle attività lavorative.

Rosa dice chiaramente che il Socialismo presuppone la partecipazione delle masse in una prospettiva antiburocratica e libertaria.
Il Programma Minimo dei Socialdemocratici deve essere sostituito dal Programma di Transizione,il Movimento Operaio avanzato di volta in volta le rivendicazioni democratiche finiscono per scontrarsi con gli Apparati Burocratici della Borghesia,allora le rivendicazioni minime trascendono in rivendicazione socialiste.
Il Teorico Marxista Ossip K. Flechtheim considerò la Luxemburg e Liebknecht due precursori della Futurologia per le loro previsioni sui rischi a cui si è esposta l’umanità.
Inoltre ha visto in Liebknecht uno dei precursori del Socialismo Umano,Globale ed Eco-Socialismo.
Questo nega la facile identificazione dello Statalismo con il Socialismo,cosa propria dei Regimi Stalinisti,riprendendo la Cultura Libertaria e l’Anarchismo Pacifista.
Flechtheim dirà:

‘’Karl Liebknecht rientra certamente nel numero di quei pochi che hanno attribuito importanza alla prospettiva dell’ecologismo.Ma la sua figura ci fornisce anche delle motivazioni per attenerci,da parte nostra,a un certo concetto di socialismo,malgrado i pervertimenti che il socialismo ha subito negli ultimi decenni nell’Est come nell’Ovest:un concetto per il quale nel possono schierarsi solo le forze migliori’’.3

Le battaglie del Movimento Operaio devono fare i conti con le grandi questioni poste dalla Storia,riproponendo il meglio che il Comunismo dei Consigli ci ha dato per la costruzione di una Società di Uomini e non di Cose.

Note:

1)Michael Lowy-Joel Kovel ‘’Manifesto Eco-Socialista’’

2)Thomas Sankara ‘’Discorso sul Debito Pubblico’’

3)Ossip K. Flechtheim ‘’Luxemburg-Liebknecht’’

Stefano Zecchinelli Partito Comunista dei Lavoratori Sezione di Pisa