lunedì 28 febbraio 2011

E ADESSO CHIUDETE GLI OCCHI!


Anonimo gianni tirelli ha detto...

E ADESSO CHIUDETE GLI OCCHI!

Se il nostro vicino della porta accanto, basso, attempato e benestante, si trapiantasse i capelli tingendoli poi di un nero corvino e, per contrastare l’implacabile azione del tempo si sottoponesse continuamente ad interventi di chirurgia plastica e, questa persona, limitata e deformata dal nanismo, celasse all’interno delle sue scarpe alti spessori, illudendosi così di correggere (senza risultati evidenti) gli scherzi e i capricci di una natura malevola e distratta, il nostro vicino, in breve tempo, diventerebbe lo zimbello e il buffone di tutto il condominio, e addurremmo all’origine di tali comportamenti un grave e pericoloso disturbo psichiatrico, imputabile a laceranti complessi di inferiorità che, nella contraffazione del proprio corpo e dell’Io, negano la realtà, facendo della mistificazione una regola e pratica relazionale.
Adesso chiudete gli occhi e cercate di immaginare un tale individuo a capo del Governo!!
Gianni Tirelli

AVVISARE I POPOLI IN RIVOLTA, CHE DIETRO ALLA LORO RABBIA QUALCUNO CI SPECULA, INGABBIANDO TUTTO E DANDO SOLO UNA FALSA VERITA' SULLA GLOBALIZZAZIONE

Romania, Iraq, Kosovo... Libia: nelle fosse comuni si seppellisce la verità

di Marco Santopadre Di che città e di che paese si parla nelle citazioni tratte da due importanti quotidiani italiani?


“...Ieri sono arrivate altre conferme delle manifestazioni che sabato e domenica hanno sconvolto le città di * * e che sarebbero state represse nel sangue dalla polizia con l'appoggio dell'esercito.” (Corriere della sera **/**/****) e ancora “...Fonti dell'opposizione interna parlano di scontri violentissimi e di 300 morti...” (La Repubblica).

Semplice, risponderete voi.
Della Libia! Negli ultimi giorni notizie di stragi, di bombardamenti aerei sui manifestanti e sui civili inermi, di possibile uso delle armi chimiche contro la popolazione che si oppone al regime di Gheddafi, di stragi di medici e di feriti negli ospedali, di colonne di migliaia di profughi in fuga dai combattimenti e dagli eccidi bombardano le opinioni pubbliche occidentali e, quindi, anche italiana.

Torniamo alle citazioni di cui sopra:
non si riferiscono a quanto sta accadendo in Libia, bensì a quanto stava – secondo i media internazionali – accadendo a Timisoara e ad Arad ai tempi delle rivolte contro Ceaucescu, nel 1989. L’episodio che più impatto ebbe sull’opinione pubblica italiana e occidentale fu il ‘massacro di Timisoara’ del Natale del 1989. Per giorni si parlò di un vero e proprio eccidio costato migliaia di civili inermi, passati per le armi dalle truci milizie del regime nella città romena, e le immagini di ‘migliaia’ di cadaveri sepolti in una ‘fossa comune’ fecero più volte il giro del mondo diventando il simbolo di quanto accadeva in uno dei paesi dell’Europa orientale che si stava liberando dall’odiato comunismo di stampo sovietico. Ad un certo punto comparve anche un filmato che mostrava i primi corpi riesumati con evidenti tracce di “torture spaventose”; i cadaveri avevano in comune un taglio malamente ricucito che andava dal collo all'inguine...

Il presunto eccidio del Natale del 1989 a Timisoara, ‘incontrovertibilmente vero’ in quanto raccontato dalle tv e dai giornali di tutto il mondo con ‘testimonianze particolareggiate’ ed immagini a profusione, in poche settimane venne smascherato e divenne una delle bufale più inquietanti nella storia del giornalismo.
I cadaveri ritratti erano solo 13 ed erano morti di morte naturale. I segni delle torture erano in realtà conseguenza delle autopsie praticate da un medico legale. Niente stragi, niente fosse comuni. Il 24 gennaio del 1990 una tv tedesca e la France Press denunciarono la messa in scena: “Tre medici di Timisoara hanno affermato che i corpi di persone decedute in modo naturale sono stati prelevati dall'istituto medico legale e dall'ospedale per essere esposti alle telecamere come vittime della Securitate”.

Ma l’industria internazionale delle bufale non si diede per vinta, avendo sperimentato la facilità con cui qualche agenzia di stampa e qualche fotoreporter possono di punto in bianco,
in assenza di prove e di conferme incrociate, creare un caso e mobilitare le opinioni pubbliche. E quindi fornire ai governi e agli Stati Maggiori di Washington e dell’Unione Europea il là per potersi imbarcare in bombardamenti umanitari, invasioni preventive, occupazioni democratiche. Paradossalmente la censura, la verve propagandistica parca di notizie e il dilettantismo tipici dei media del paese preso di mira dalla ‘disinformatia’ contribuiscono a concedere credibilità alle esagerazioni e alle invenzioni prodotte con maestria professionale dall’industria internazionale della menzogna.

Scrive Federico Povoleri in un pezzo dedicato ai meccanismi della disinformazione:

“Le cose da considerare in questa storia sono allo stesso tempo importanti e quasi incredibili: 1) La capacità di raggiungere in pieno un obiettivo di disinformazione a livello internazionale 2) L'accettazione acritica da parte dell'opinione pubblica di notizie che mancavano di fonti certe e attendibili 3) L'incredibile capacità di penetrazione della notizia che crebbe a dismisura attraverso leggende e false notizie di supporto 4) La dimostrazione di quanto un'informazione manipolata possa trasformare o addirittura costruire la realtà.”

Il modello, sperimentato con successo in Romania, venne infatti utilizzato di nuovo, ed in grande stile, per altri quadranti del globo dove la sete di petrolio e di territori da conquistare imponevano sanzioni prima e interventi militari poi.

Vi ricordate le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, con i giornali che svelavano una compravendita di materiale radioattivo con un piccolo e sconosciuto paese africano mai avvenuta? Giornalisti affermati affermavano che nel Kuwait occupato i soldati iracheni al servizio di Saddam Husseinuccidevano i neonati nelle incubatrici…

Prima ancora la fabbriche delle menzogne aveva funzionato egregiamente per giustificare i bombardamenti sulla Serbia e l’invasione della provincia del Kosovo. Si cominciarono a descrivere con dovizia di particolari le esecuzioni sommarie, le colonne di profughi bombardati dai caccia (questo avveniva davvero, solo che i caccia erano quelli della NATO, decollati dalle basi militari italiane...), gli stupri di massa contro le donne kosovare, i villaggi distrutti. Siccome le opinioni pubbliche si dimostravano ancora troppo tiepide nei confronti di un intervento militare di terra, si cominciò a parlare di milioni di profughi in pericolo di vita, di eccidi indiscriminati, di pulizia etnica. A invasione conclusa le squadre forensi della FBI e della Polizia spagnola, inviate in Kosovo a caccia delle fosse comuni dove sarebbero stati sepolti decine di migliaia di civili kosovari, non ne trovarono, ma si imbatterono nei campi di prigionia e nelle sale della tortura allestite dai ‘liberatori’ dell’UCK, riconvertitisi nel frattempo nei nuovi padroni della provincia sottratta a Belgrado. (Vi consigliamo la lettura dell’articolo ‘La bufala delle fosse comuni in Kosovo. Assordante silenzio degli invasori ‘umanitari’ del Kosovo’ di John Pilger).

A quanto pare le smentite e le prove della manipolazione delle opinioni pubbliche da parte dell’industria della guerra non sono servite a molto. Oggi, di fronte a ciò che accade a Tripoli, il meccanismo all’opera è sempre lo stesso e le opinioni pubbliche - soprattutto quelle più sensibili alle tematiche umanitarie e orientate a ‘sinistra’ - sembrano accettare le varie ‘informazioni’ riportate dai media senza porsi particolari domande sulla loro veridicità. Che la maggior parte di queste siano precedute dal
‘sembra che…’, ‘si dice che...’, testimoni che vogliono rimanere anonimi affermano che…’ poco importa. Il meccanismo emotivo prende il sopravvento e rende alle cancellerie occidentali molto facile giustificare operazioni militari presentate come finalizzate a proteggere le popolazioni mentre in realtà mirano ad intervenire in territori dalle quali gli interessi dell’imperialismo erano stati esclusi od in parte limitati.

Paradossalmente sono spesso ingenue (o a volte prezzolate) Ong e associazioni di massa a pressare i governi affinché intervengano il prima possibile con sanzioni o interventi militari contro i regimi responsabili degli eccidi.

Nel caso della Libia milizie armate fino ai denti e ben organizzate vengono descritte come ‘manifestanti inermi’; non ci sono colonne di centinaia di migliaia di profughi che tentano di fuggire verso i paesi confinanti eppure la notizia continua a rimbalzare sui media italiani ed esteri; le cifre dei morti – che evidentemente comprendono anche quelli di parte governativa – crescono iperbolicamente senza che se ne abbia nessuna conferma, e per giustificare che le strade non sono lastricate di cadaveri come detto nei giorni scorsi da alcuni ‘testimoni oculari’ via facebook o via twitter alcuni quotidiani hanno affermato oggi che i mercenari avrebbero scaricato i morti nel deserto gettandoli dagli aerei… Ma le prime crepe nel meccanismo della produzione di massa delle bufale di guerra comincia ad aprirsi. E non solo sui media alternativi o più critici nei confronti del meccanismo dominante.

Oggi Il Manifesto riporta questa notizia: “
Su nostra sollecitazione si è avuta la smentita ufficiale della Corte Penale Internazionale che il signor Sayed Al Shanuka o El-Hadi Shallouf non figurano né come impiegati né come responsabili di organi della Corte Penale Internazionale. Si tratta di un gravissimo episodio di disinformazione poiché da tali individui era stata fatta arrivare tramite la Tv Al Arabiya la notizia di 10 mila morti e di 50 mila feriti”. La denuncia, incredibilmente, arriva da alcuni esponenti del Partito Radicale, in prima fila nel chiedere un intervento deciso dell’Europa contro Gheddafi… Possibile che nessuno a Rainews 24, che ha dato per due giorni in tutti i suoi notiziari questa cifra sulla vittime, si sia preoccupato di verificarne la veridicità? Possibilissimo…

Anche sui tanto sbandierati bombardamenti aerei sui civili nei quartieri di Tripoli e Bengasi, più volte smentiti dagli italiani arrivati in Italia dalla Libia in questi giorni e da numerosi testimoni - questa volta forniti di nome e cognome - qualche dubbio ce lo ha anche il corrispondente de
La Repubblica. Inoltre sul quotidiano in edicola oggi scrive l’inviato a Tripoli Salvatore Nigro :

Un libico (...) guardando le foto delle fosse in cui sono state sepolte alcune delle vittime dice: 'Non è una fossa comune, è uno dei cimiteri di Tripoli vicino al mare, si vedono anche le sepolture più vecchie sullo sfondo'. Ma ormai è chiaro: nella guerra contro Gheddafi ci sono delle notizie diffuse senza controllo, rilanciate e trasformate in fatti veri”…

Dicendo questo non vogliamo assolutamente negare la gravità di quello che sta accadendo a Tripoli: in Libia sono in atto cruenti combattimenti tra due fazioni delle classi dirigenti all’interno di un sistema tribale che la rivoluzione di Gheddafi, degradatasi da anni in dittatura personale e famigliare, non è riuscita a scalzare. Come accade spesso nelle zone di guerra i civili sono i primi a fare le spese della violenza. Il problema è non lavorare, come si dice in questi casi, per il ‘re di Prussia’, avallando un intervento militare e neocoloniale contro il popolo libico - mascherato da operazione umanitaria -che rappresenta esattamente il contrario rispetto a quelle aspirazioni alla libertà, alla democrazia e alla giustizia sociale che stanno animando le rivolte dei popoli e dei lavoratori in tutto il Maghreb e nella penisola arabica.

P A L E S T I N A

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sabato 26 febbraio 2011

LA POLITICA: L’AFFARE DEGLI AFFARI (Gianni Tirelli)

Bambino raccoglie fango per i mattoni

Anonimo gianni tirelli ha detto...

LA POLITICA: L’AFFARE DEGLI AFFARI

Sostenere la tesi che esistono intrecci fra la politica e affari, non solo, è un eufemismo, ma una vera troiata. La politica che oggi governa il nostro paese è rappresentata da una marmaglia di procacciatori d’affari al soldo del potere economico, che hanno trasformato la sacralità del parlamento in un postribolo di profanazione dove si mercifica la dignità altrui, a suon di privilegi, denaro e puttane. La politica è l’affare degli affari! Al punto in cui siamo, è impensabile un qualsiasi cambiamento o radicale riconversione. La società italiana è così marcia e corrotta in ogni sua cellula che, se per assurdo, si riuscisse ad imporre regole ferree e pene certe, lo stesso sistema economico finanziario imploderebbe in breve tempo, e il nostro paese affonderebbe definitivamente. E’ questa la cruda e sconcertante realtà, risultato di un liberismo tiranno e senza regole, che attraverso un meccanismo perverso, improntato al consumo sistematico di beni effimeri, consolida il suo potere e guarda al risparmio dei cittadini, come ad una sciagura planetaria. Oggi siamo al punto culminante di questo processo morboso che non concede vie di scampo, ne pragmatiche soluzione atte, non dico ad invertire, ma almeno a contenere la sua maligna virulenza, per limitarne, in parte, i danni. Minimizzare e banalizzare l’attuale crisi, appellandosi irresponsabilmente a una difficoltà globale, con l’intento di giustificarne crimini e collusioni, é l’ennesima strategia dell’infausta e immonda cricca di berluscones, che ancora una volta riverseranno sul nostro paese, oneri sacrifici.
Se, per fare un esempio, tutti gli automobilisti di Milano rispettassero alla lettera il codice della strada, questa città, già di per se invivibile e caotica, si bloccherebbe all’istante. Può sembrare un assurdo ma è proprio grazie a chi elude e infrange le regole che, oggi, miracolosamente il traffico continua a scorrere, e la casse del comune ad ingrassarsi a dismisura. Lo stesso principio e meccanismo vale anche per l’economia del nostro paese. Se dovesse attenersi a regole ferree e pene certe (come già ho detto), imploderebbe nel breve arco di una settimana. Se i cittadini di un qualsiasi paese occidentale poi, in virtù di un risparmio ragionevole e doveroso, si astenessero dal consumare beni effimeri, contraffatti e voluttuari, orientandosi su quelli primari, durevoli e di prima necessità, il Sistema, che oggi ci governa e che ci opprime, si squaglierebbe come neve al sole. Per tutti questi motivi, “la disperazione più grande che possa impadronirsi di una società, è il dubbio che vivere onestamente sia inutile.” Sentire ancora parlare di ricerca, di crescita, di sviluppo e delle semplificazioni relative al fare impresa, come le inderogabili soluzioni alla crisi, è come rendere libera la pesca, epurando il suo regolamento da, licenze, normative e divieti, ben sapendo che, di pesci nel mare, non ce ne sono più.
Il Sistema va spento, azzerato e resettato, perché solo dalle sue ceneri, potremo scorgere l’alba di una nuova rinascita. Questa banda di bastardi, impostori e mangia pane a tradimento, che si sono spartiti il futuro dei nostri figli e trasformato l’ambiente in una discarica tossica e maleodorante, devono essere puniti in forma esemplare e plateale perché tutto ciò non si debba più ripetere. Dobbiamo andare a prenderli, casa per casa, e attraverso processi sommari giudicarli e condannarli per i loro crimini aberranti e sistematici.
Altre soluzioni, diverse dalla mia sopra esposta, sono oggettivamente impraticabili. Una ingenuità imperdonabile che rischia di prolungare questa agonia e ricompattare il Sistema, allontanando, cosi, per sempre, dal nostro orizzonte, ogni speranza di cambiamento.

Gianni Tirelli

19:09

IL TEMPO DELL'AZIONE

I modi d'azione indiviuale


Praticare un consumo intelligente


Comprare prodotti che rispettino l'uomo e l'ambiente.

Boicottare sistematicamente le ditte che distruggono l'ambiente, che utilizzano il lavoro di quasi-schiavi nei paesi del Terzo mondo, o che applicano metodi di produzione contrari allo sviluppo durevole.

Boicottate le marche di prodotti alimentari che abusano di additivi chimici, antiparassitari, OGM, e che fanno passare il loro profitto prima di quello del consumatore.

Praticare un uso intelligente dei media


Boicottate le trasmissioni insulse e futili, che sono un insulto alla vostra intelligenza.

Guardate solo le trasmissioni che vi rendono veramente più felici, più svegli, più ricchi dentro...

Boicottate i telegiornali e le trasmissioni che contengono solo informazioni insignificanti.

Andate a cercare le informazioni importanti dove si trovano : canali televisivi culturali, trasmissioni scientifiche o economiche specializzate, libri, Internet…

Praticare un voto intelligente


Non esitate a votare per dei "piccoli candidati". Anche i grandi partiti di oggi sono stati piccoli al principio… Votando esclusivamente i grandi partiti, si crea l'impossibilità di vedere l'emergenza di una vera alternativa politica, in fase con le aspirazioni e le preoccupazioni della gente.

Praticare una cittadinanza attiva


Contattate la gente da voi eletta, e chiedetegli dei conti sulle grandi questioni : ambiente, sociale, giustizia, trasparenza ed integrità dello stato, controlli etici della scienza...

Chiedete spiegazioni alla gente da voi eletta su:

la differenza fra il livello delle tasse e la mediocrità delle prestazioni statali in materia di educazione, protezione dell'ambiente, salute, giustizia, sicurezza, ricerca, qualità dei servizi amministrativi e pibblici...

l'uso del denaro pubblico per le spese esagerate dell'amministrazione (spostamenti via aerea, soggiorni in albergo con un gruppo di "collaboratori", macchine e case di funzione, locali ufficiali arredati come dei palace...)

la deviazione del denaro pubblico, tramite sovvenzioni abusive versate a multinazionali, o per lavori pubblici inutili, il cui scopo è spesso di permettere a dei funzionari di ricevere delle "commissioni "

la giustizia parziale, e la totale impunità accordata ai potenti o alle persone facendo parte di certe reti d'influenza

la non applicazione dei regolamenti sociali ed ambientali

il lassismo riguardo certe attività inquinanti, i danni alla salute pubblica, il non rispetto delle norme per la qualità dell'acqua e dell'aria

l'assenza di ricerche sulle nuove energie

l'assenza di una politica efficace per l'ambiente...

Contattate anche le ditte, per sapere se i loro prodotti rispettano l'ambiente, i diritti sociali, la salute del consumatore,…Dimostrerete in questo modo alle multinazionali che ha luogo una presa di coscienza, e che nel loro interesse devono cambiare se tengono a preservare la loro immagine e a conservare i loro clienti.

Rispettare la natura e l'ambiente


Rispettate la fauna e la flora quando andate a spasso o facendo escursioni, non buttate i vostri rifiuti nella natura, non andate inutilmente in macchina, per causa degli odori, del rumore, e delle emissioni di particelle cancerogene (specialmente con motori diesel).

http://www.syti.net/IT/Topics2.html



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