sabato 30 aprile 2011

UNA MENZOGNA CHIAMATA EVOLUZIONE, PROGRESSO E MODERNITA’

Ho visto il culmine della modernità in un aratro trainato da buoi. Un capolavoro di ingegneria meccanica, in una grande ruota di legno spinta dalla forza dell’acqua che, a sua volta, tramite un ingegnoso meccanismo di ruote dentate, riusciva a far girare una seconda ruota di pietra su se stessa che, con la pressione del suo peso, polverizzava i piccoli chicchi di grano trasformandoli in farina. In una canna di bambù, con un sottile e resistente filo di seta ben legato alla sua estremità e un piccolo ferro ricurvo al capo opposto del filo, un capolavoro di tecnica, di logica e funzionalità.
Il progresso nel suo autentico significato etimologico migliora la condizione dell’uomo e del suo habitat e non contempla alcuna controindicazione, effetto collaterale e pericolosa interazione. Tutto questo è il risultato di un atteggiamento etico, connaturato nell’essere umano fin dall’alba dei tempi e in ogni forma vivente grande o piccola, visibile o eterea, condicio sine qua non, nulla potrebbe esistere.
Il progresso è l’estensione o il conseguimento di risultati sempre più vicini alla perfezione, e la montagna di merda che oggi sommerge le nostre società (per brevità chiamate civili), é l’insindacabile prova del nove della contraffazione della realtà e di mistificazione della verità.
Pertanto, definire l’attuale condizione umana il risultato dell’evoluzione umana e del progresso, è una bestialità, un fottuta menzogna ripetuta cosi tante volte da trasfigurare in verità. Una diabolica opera di omologazione “culturale” che ha ingannato anche le menti più raffinate e profonde e i cuori più fedeli e puri. Una sorta di maledizione globale che ha avuto inizio con quella cosa definita “rivoluzione industriale” ma che più propriamente io definirei degenerazione, che nel nazi-fascismo ha espresso tutta la sua potenzialità distruttiva, maligna, più evidente. Oggi, le sue metastasi, mascherate da “benessere e sviluppo”, si stanno riproducendo all’infinito, seducenti, invitanti e silenziose, e dato vita ad un progetto delirante, subdolo e inquietante, che prende il nome di liberismo. Ma il liberismo non è ancora l’ultimo atto della tragedia post-industriale! Il bello deve ancora venire quando, questo liberismo muterà (come sta mutando) in relativismo reale. La catastrofe che innescherà farà apparire acqua fresca, l’opera di sterminio (la soluzione finale) del nazional socialismo.
Gianni Tirelli.


*Dioniso*777* ha detto...
Bello, sono completamente in accordo con tutto quello che hai scritto, poveri noi!
Dovremo ritirarci a vivere in montagna, unico posto che ancora un poco si salva e ritornare a vivere come faceva mio nonno.

gianni tirelli ha detto...
grazie Dionisio - é un vero piacere condividere - un abbraccio
gianni tirelli ha detto...
Ci tocca caro Dionisio!! Io il salto lo ho fatto da tempo!! Vi aspetto tutti!!





BRUNO BELLOMONTE LIBERU SUBITU ....fuori gli INNOCENTI DAL CARCERE e dentro i veri DELIQUENTI DI STATO !!!

Simbolo a Manca pro s'Indipendentzia
               


Alessandra
Ruggiu, dirigente nazionale di a Manca pro s'Indipendenztia, legge la
lettera inviata dal dirigente dell'organizzazione e patriota sardo Bruno
Bellomonte, in occasione dell'incontro a Thiesi del 27 Aprile 2011 tra i
movimenti indipendentisti per discutere della carta dei diritti della
nazione sarda.



https://www.facebook.com/video/video.php?v=182709048446375&comments

CHISSA' SE I DUE MILIARDI DI TELESPETTATORI DELLE NOZZE DI "STI CAZZI" HANNO LASCIATO UN PO' DI SPAZIO NEL CERVELLO PER NOTIZIE DI QUESTO GENERE.


Gli USA rischiano una guerra con Russia e Cina



Intervista a Paul Craig Roberts su Press TV.

Sebbene le rivolte in Tunisia ed Egitto abbiano colto di sorpresa gli Stati Uniti, qualcuno ipotizza che ci siano proprio loro dietro le ribellioni in Libia e Siria. Intanto, anche Cina e Russia osservano gli sviluppi della situazione.

Press TV: Si dice che ai vertici di Washington sia stato consigliato di armare i ribelli in Libia. Ritiene che sia una buona idea?

Paul Craig Roberts: Li stanno già armando. C’è qualcosa di unico nella rivolta in Libia. Non è una sollevazione pacifica; non sta avendo luogo nella capitale; si tratta di una ribellione armata della parte orientale del paese. Sappiamo che la CIA è coinvolta direttamente, sul campo, quindi sono già armati.

Press TV: Che analogie vede tra questo intervento militare e quello in Bahrein?

Paul Craig Roberts: Non vogliamo rovesciare il governo del Bahrein o dell’Arabia Saudita, due paesi i cui governi trattano con violenza i dissidenti, per il semplice fatto che entrambi sono nostri burattini e abbiamo una grande base navale in Bahrein.
Vogliamo rovesciare Gheddafi e Assad in Siria perché vogliamo tagliare fuori dal Mediterraneo la Russia e la Cina. La Cina ha fatto enormi investimenti in campo energetico nella Libia orientale e sta facendo affidamento sulla Libia, oltre che sull’Angola e la Nigeria, per soddisfare il suo fabbisogno energetico. L’America si impegna per negare l’accesso cinese alle risorse energetiche, proprio come hanno fatto Washington e Londra con i giapponesi negli anni trenta.
Wikileaks ha mostrato come ci sia l’America dietro alle proteste in Siria. Ci interessano perché i russi hanno una grande base navale in Siria, che garantisce loro la presenza nel Mediterraneo. Come vedete, Washington è decisa nell’intervento contro la Libia e spinge con sempre maggiore forza per quello in Siria: questo perché vogliamo liberarci dei russi e dei cinesi.
Non abbiamo nulla da dire sui sauditi o su come trattano i loro dissidenti, né abbiamo nulla da obiettare circa le violenze esercitate sui dimostranti in Bahrein.

Press TV: Sta dicendo che, in ultima analisi, l’attacco alla Libia è legato a questioni petrolifere?

Paul Craig Roberts: Non si tratta solo del petrolio, si tratta della penetrazione della Cina in Africa per assicurarsi le forniture di petrolio necessarie ai suoi bisogni. Dovreste essere a conoscenza del fatto che il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato un documento in cui si dichiara che la ‘Age of America’ [“l’epoca americana”, il periodo di egemonia mondiale degli USA, ndt] è finita e che l’economia americana verrà sorpassata da quella cinese entro cinque anni, diventando così la seconda economia al mondo. Per questo, una delle cose che Washington sta cercando di fare è di utilizzare le sue superiori capacità militari e strategiche per bloccare l’acquisizione di risorse da parte della Cina, in modo da rallentarne lo sviluppo economico. Questa è la ragione principale per le attività della CIA nella Libia orientale, è la ragione per cui le proteste sono scoppiate nell’est del paese e non nella capitale, come invece è accaduto negli altri paesi arabi, ed è la ragione per cui si tratta di una rivolta armata.

Press TV: Pensa che l’isolamento diplomatico della Libia sia stato la ragione principale di questo intervento militare?

Paul Craig Roberts: Non penso che sia la ragione principale. Credo che la ragione principale sia quella di sfrattare la Cina dalla Libia, cosa che sta accadendo. C’erano 30.000 cinesi laggiù e ne hanno dovuti evacuare 29.000.
È anche una vendetta nei confronti di Gheddafi per essersi rifiutato di entrare a far parte dello US Africa Command (AfriComm) [comando delle forze armate USA, responsabile per le relazioni e le operazioni militari in 53 paesi africani, ndt] . È operativo dal 2008 ed è nato come risposta americana alla penetrazione cinese in Africa: abbiamo scelto una risposta militare e Gheddafi si è rifiutato di partecipare, dichiarando che si trattava di un atto imperialista mirato ad acquistare un intero continente.
Infine credo che la terza ragione sia il fatto che Gheddafi in Libia controlli un settore importante della costa mediterranea, e lo stesso vale per la Siria. Perciò credo che questi paesi rappresentino due ostacoli per il percorso egemonico degli Stati Uniti nel Mediterraneo e, di sicuro, gli americani non vogliono una robusta flotta russa in quell’area né vogliono che la Cina estragga risorse energetiche.
Lo scoppio delle rivolte in Tunisia e in Egitto ha colto Washington di sorpresa, tuttavia gli americani hanno capito in fretta che avrebbero potuto nascondersi dietro alle rivolte nei paesi arabi e utilizzarle per sfrattare Russia e Cina, riuscendo a evitare un indesiderabile confronto diretto. Perciò hanno organizzato queste proteste.
Sappiamo per certo che per un po’ di tempo la CIA ha seminato zizzania nella Libia orientale, è un dato di fatto. E la pubblicazione dei cablo di Wikileaks ha dimostrato il coinvolgimento degli americani nel fomentare disordini in Siria.
Non abbiamo innescato alcuna sollevazione in Egitto, in Bahrein, in Tunisia né in Arabia Saudita. Siamo probabilmente responsabili delle rivolte nello Yemen, perché siamo ricorsi a incursioni aeree e droni contro diversi elementi tribali.
Quindi, la grande differenza è che dietro ai disordini in Libia e Siria c’è la mano degli Stati Uniti, che hanno organizzato le manifestazioni, foraggiato le ribellioni e così via. Ci sono e ci saranno sempre persone scontente che possono essere comprate e promesse che possono essere fatte.

Press TV: I droni vengono ora utilizzati in Libia. Da dove decollano? Tecnicamente non possono arrivare dall’Italia per la scarsa capacità dei serbatoi, quindi da dove partono?



Paul Craig Roberts: Non lo so, forse da navi militari americane. Credo che l’ultimo rapporto sui droni arrivasse da un ufficiale della marina. Vorrei ancora aggiungere qualcosa. Forse il rischio maggiore, che nessuno ha preso in considerazione, è il caratteraccio della Cina. Con questo intervento, le aziende cinesi stanno perdendo centinaia di milioni di dollari. Hanno 50 massicci investimenti che stanno andando in malora e ciò viene chiaramente percepito dai cinesi come un atto ostile nei loro confronti. Non si fanno illusioni e di sicuro non si bevono le sciocchezze che leggono sul New York Times o sul Washington Post. Quello che vedono è una manovra americana contro la Cina.

Press TV: Sta suggerendo che gli americani vogliono far fuori la Cina e rimpiazzare gli investimenti cinesi con aziende americane?

Paul Craig Roberts: Americane o altro, esattamente. Penso anche che i russi inizino a percepire l’intera faccenda siriana come una manovra contro di loro e la base che hanno laggiù.
Dunque, quello che stiamo facendo in realtà è inimicarci due grandi nazioni: la Cina, la cui economia è probabilmente migliore di quella americana dal momento che i suoi abitanti hanno ancora un lavoro, e la Russia, che dispone di un arsenale atomico potenzialmente illimitato. Stiamo quindi iniziando a fare pressione, in un modo molto imprudente, su due paesi molto forti; ci stiamo comportando in maniera profondamente pericolosa e irresponsabile.
Una volta messo in moto tutto questo, e una volta che Russia e Cina arriveranno alla conclusione che non si può interagire in modo razionale con gli USA e che anzi gli americani sono determinati a fare qualunque cosa per sottometterli e danneggiarli, può succedere di tutto e può verificarsi qualunque escalation. È un pericolo reale, stiamo rischiando una guerra di portata mondiale.

Press TV: (l’Italia dipende in larga misura dal petrolio libico) Cosa può dire del ruolo dell’Italia (come membro della NATO) in Libia?

Paul Craig Roberts: C’è un altro aspetto unico di questo intervento in Libia. Cosa ci fa la NATO in una guerra in Africa? La NATO è stata formata per difendere da una possibile invasione sovietica i paesi dell’Europa occidentale. L’Unione Sovietica non esiste più da vent’anni. Sotto la guida degli Stati Uniti e del Pentagono, la NATO è stata trasformata in una forza ausiliaria, che ora è coinvolta in una guerra di aggressione in Africa. Perché qui stiamo parlando di una guerra di aggressione, un attacco militare.
Questa è una trasformazione straordinaria. Perché sta succedendo tutto questo? Non siamo ricorsi alla NATO in Egitto o in Tunisia e certamente non lo faremo in Arabia Saudita o in Bahrein, perciò stiamo assistendo a qualcosa di veramente strano: la NATO in una guerra in Africa. Questo meriterebbe una spiegazione.

Fonte: http://www.presstv.ir/detail/176776.html 

SONO APERTI I CORSI DI SOLLEVAZIONE POPOLARE CONTRO PADRONI NANI E BALLERINE,PRESSO IL POPOLO ARABO MEDIORENTALE......astenersi perditempo !!!


sabato 30 aprile 2011


'gna fanno!


Olocausti utili e olocausti inutili, stupri veri e falsi, necro-orgsami e cecchini Nato
Registriamo la vittoria, pur sotto il diluvio di missili e bombe stragiste Nato, delle forze patriottiche libiche nella riconquista dai briganti vendipatria di tutto il confine con la Tunisia e della zona sudorientale (Cirenaica!) della Libia con capitale Kufra. Segno, se ce ne fosse ancora bisogno, di quanto popolo stia con Gheddafi, a dispetto delle mattanze Nato e mercenarie, e quanto con i rinnegati jihadisti e corrotti Cia innescati dall'Impero a Bengasi. Registriamo, per la soddisfazione delle ginocrate finte femministe, tra lazzi e sghignazzi osceni quanto il soggetto, la dichiarazione di Susan Rice, ambasciatrice Usa all'ONU: " Gheddafi (che non ha niente di meglio da fare. N.d.r.) riempie di Viagra i suoi uomini in modo che possano stuprare tutte le donne che incontrano". Ovviamente è una tattica astuta di Gheddafi per guadagnarsi il consenso e l’amore delle masse.


tagliagole jihadista in Bosnia
Stupratori robot
Non vi ricorda qualcosa delle "300mila donne stuprate dai serbi in Bosnia", che dovevano coprire i 300mila serbi cacciati a ferro e fuoco dalle Krajine, i tagliagole di Al Qaida-Cia spediti in soccorso al fascista Izetbegovic, i 300mila espulsi a cannonate ed eccidi dai narcotrafficanti UCK dal Kosovo? Stupri per i quali fu calcolato che ci sarebbero voluti tutti i militari dell'esercito serbo per tutta la durata del conflitto, che non avrebbero fatto nient'altro che violentare donne ininterrottamente"? Fa il paio con l'onorata e famigerata ONG "Save the children" che, da Misurata, favoleggia di bambini massacrati, di genitori uccisi davanti ai figli, di donne stuprate davanti alle famiglie. E entra nella banda di briganti della maieutica satanica anche il pacifista zapatista già cartaceo e ora webista, Gigi Sullo, che arriva a paragonare Misurata, "città martire" per il trombettiere Nato, a Guernica. E, a proposito di media al cianuro sputtanati, vi indirizzo al link inserito da Rossoallosso nei commenti al mio precedente post, dove si trova un video che, ennesimo documento prodotto da chi non deve avere ontologicamente voce (sempre nel quadro della maieutica satanica), mostra cecchini sauditi che dai tetti sparano su folla e forze di sicurezza siriane. Semmai ci volesse una conferma, accanto all'aggressione dei necrofagi Nato (per ora in termini di sanzioni e di rapina dei fondi di Stato siriani all'estero), di chi muove contro il popolo e paese sovrani e antimperialisti i soliti mercenari da rivoluzione colorata, nonviolenta ma assassina. Inevitabilmente e con ottimo effetto chiarificatore sono usciti allo scoperto in Siria, i soliti Fratelli Musulmani che, come in Egitto, Libia e ovunque, si affiancano ai mercenari dell’Impero. Accreditandosi anche qui come proconsoli dell’auspicato ritorno coloniale, hanno fatto dichiarazioni di totale sostegno alla “rivoluzione siriana”.


Intanto silenzio e niente interventi umanitari a Bahrein, dove, dopo il massacro degli sgherri sauditi, il satrapo Khalifa, custode della V Flotta Usa, ha preso a condannare a morte i manifestanti, questi sì non violenti, che chiedevano pane, lavoro, libertà e fine della discriminazione degli sciti. E disinvoltura leggiadra anche sullo Yemen, dove il burattino Usa-Saudita Ali Saleh continua a far uccidere a fucilate cittadini che dimostrano contro il despota e la miseria. Non basta questo per valutare correttamente quanto succede di vero e di finto nel mondo arabo? I santoni che si agitano contro la pena di morte (abolita da Gheddafi), dove si rintanano di fronte alle pene di morte di massa comminate dalla civiltà occidentale?

Furbetti e piagnoni
Simpatici questi ebrei liberal e critici di Israele, esibiti per ogni schermo e giornale come voce alternativa e di vera custodia dei diritti umani. Moni Ovadia riesce a riempire un articolo dell'Unità di compianto per l'eliminazione di Vittorio Arrigoni dal novero dei rivelatori di crimini nazisionisti tirando palle di fuoco contro "mandanti morali", "sgherri", e, ovviamente, "esecutori islamisti salafiti". Ma chi sono? Gli fosse sfuggita anche una sola volta la parola "Israele"! A sua volta il fine intellettuale comunista, Alberto Burgio (PRC), che, ai tempi dei fasti parlamentari bertinottiani, votò a favore della nostra guerra all'Afghanistan, riempie un paginone del "manifesto" per evocare olocausto, Eichmann e il processo al "male assoluto" in Israele, Hanna Arendt e le sue teorie sulla "banalità del male". Roba di un'attualità pressante. Altro che la nuova guerra del crimine organizzato occidentale, governo, parlamento e presidente italiani compresi, contro un paese libero e più giusto di qualsiasi Stato occidentale, altro che i prodromi, oggi, dell'apocalisse mondiale domani. Gli olocausti e nazisti di ieri mettono in ombra qualsiasi olocausto e nazista di oggi. Servono a questo. Su Arrigoni, lasciatemi dire che quel mio amico e costante interlocutore forse avrebbe preferito essere di nuovo a Gaza piuttosto che affogato nella melassa buonista di tutto il gregge di nonviolenti a senso unico che se ne sono impadroniti per fare del funerale e del martirio di Vittorio l’asta a cui appendere gli stendardi della propria ignavia. Aggiungo una precisazione, e non se ne abbia chi è della schiera di tribolanti per i quali nel nostro paese i morti sono tutti santi. Di Vittorio è stata eroico quanto fondamentale il lavoro di informazione da Gaza durante tre anni di vessazioni e sevizie israeliane. Coraggioso è stato il suo sostegno ai contadini e pescatori fatti bersaglio dai killer sionisti. Ma del tutto sbagliata era la sua valutazione di Gheddafi e di quanto avviene in Libia, appiattita sul cerchiobiottismo delle sinistre italiote e frutto di una formazione ideologica democraticistica ed eurocentrica stile PD. Tanto dovevo alla verità, anche perché è stato il tema della nostra ultima discussione. Per tutto quello che i Palestinesi devono a Vittorio e viceversa.



In gloria degli eredi divenuti i più ricchi del mondo grazie a pirateria, rapine ed eccidi
Ubriacatura planetaria su due orrende cafonaggini di distrazione di massa: il matrimonio tra i due coglionazzi da basso impero risolto in operetta, William e Kate, 2 miliardi di spettatori e qualche migliaia lungo il percorso; idem per la beatificazione di un satrapo vestito da imperatore bizantino da parte di un altro satrapo vestito da carnevale cinese. Entrambe le degradanti manifestazioni, offese alla dignità e all'intelligenza umane, ci ripropongono il messaggio del capitale putrescente nell'era del tardo imperialismo genocida: siamo tornati al protocapitalismo ottocentesco degli eccidi coloniali, dello schiavismo di fabbrica, delle sette della superstizione che vanno a civilizzare i selvaggi. Fra un po' i 20 milioni trucidati nel Congo dai sovrani belgi, le milionate massacrate di britannici nella guerra dell'oppio e in Asia e Africa, il genocidio dei libici operato da Graziani, ci sembreranno un bel ricordo davanti all'unica novità rispetto ad allora: l'olocausto nucleare. Già in atto, in forma strisciante e di bassa intensità, con l'uranio sparso da bombe e missili su mezzo globo. Quello per il quale servono le centrali nucleari con le loro scorie.
Dove non c’è body count


Ubriacatura mediatica da una parte, sobrietà assoluta, fino al silenzio tombale, dall'altra: un'altra notte di distruzione e stragi a Tripoli, proprio nella zona di Tajura, dove ero stato giorni fa a farmi dimostrare dalla popolazione che i presunti combattimenti con ribelli e relativi eccidi di Gheddafi, proprio quelli che servirono da pretesto per la risoluzione 1973 e l'intervento dei necrofagi, non erano mai avvenuti. Ma che le decine di vittime cadute allora e in queste due ultime notti di inferno Nato possono tutte addebitarsi unicamente alla "coalizione dei volenterosi", con dentro oggi anche i mercenari italiani spediti dal guitto mannaro che ieri baciava le mani e benedetti dalle più alte autorità costituzionale e religiosa. Gente da Norimberga. Ci facciamo sempre riconoscere come i più fetidi, dalla Crimea alle guerre mondiali, squallide prostitute purchè se magna.



Se son rose… se son spine
Così Hamas e Fatah-ANP avrebbero raggiunto al Cairo un accordo su cinque punti che prevede elezioni entro otto mesi, la formazione di un “governo di tecnici indipendenti”, la riattivazione dell’OLP e la sospensione di colloqui di pace con Israele. Il processo ha indubbiamente subito la spinta propulsiva delle ripetute manifestazioni di giovani a Gaza e in Cisgiordania che chiedevano la fine della divisione e l’unità di fronte a aggressione e occupazione israeliana, ma anche delle manifestazioni antisraeliane dei rivoluzionari veri del Cairo (con assedio all’ambasciata dei nazisionisti), che hanno smerdato l’asserzione di utili idioti e amici del giaguaro secondo cui la rivoluzione egiziana non aveva connotati antisraeliane e, manifestamente, contro l’imperialismo Usa sostenitore di Mubaraq e ora sponsor della normalizzazione militare. Pressioni di rivoluzionari tanti indifferenti a Israele da imporre alla giunta militare di promettere l’apertura del valico di Rafah con Gaza, unica vera terra martire e, insieme a Tripoli, paragonabile a Guernica. E, sempre nell’aria che tira, un sondaggio del Pew Research Centre britannico, l’85% degli egiziani ha una visione negativa degli Stati Uniti, il 54% vuole l’annullamento dell’infame trattato di pace con Israele di Sadat e l’82% dice che preferisce migliori condizioni sociali e condizioni alla “democrazia di importazione occidentale”. Ed è di oggi la notizia che i rivoluzionari egiziani stanno preperando per il 13 maggio "La marcia di un milione per la Palestina" che chiederà l'apertura del valico di Gaza, la fine dei rifornimenti di gas a Israele, e si prepara ad allestire carovane di soccorsi alla popolazione della striscia. Questa è primavera araba!

Restano alcuni interrogativi. Come funzionerà sul piano politico un’unità tra chi ha sempre sostenuto e attuato la resistenza di popolo e armata della Palestina e chi vi ha totalmente rinunciato mettendosi al servizio del nemico occupante e del suo sponsor Usa? Quale sarà l’intesa morale tra una congrega di corrotti, speculatori, trafficoni, mafiosi e venduti e chi ha fatto dell’integrità la sua cifra principale? Come si confronteranno le forze di sicurezza patriottiche di Hamas con quelle dell’ANP, addestrate e finanziate dagli Usa, operanti sotto disposizione e mandato israeliani? Come faranno i gerarchi di Fatah e dell’ANP a mantenere il controllo su una popolazione affamata e repressa e i propri arricchimenti senza i finanziamenti di UE e Usa, dipendenti dall’esclusione di Hamas? Come potrà funzionare da vero governo uno che, con dentro Hamas, Israele ha rifiutato categoricamente? Quali libere elezioni si potranno fare in territori controllati palmo a palmo dalla brutale occupazione israeliana? Avete visto che razza di commedia degli inganni elettorali in Iraq sotto Al Maliki e in Afghanistan sotto Karzai? Pareva quella di Bush in Florida…
L’accordo del Cairo non ha ancora diffuso un documento con i necessari dettagli. Vedremo, ma con scarso ottimismo. Finchè non si spazza via dai vertici dell’ANP e di Fatah, ma anche di altre formazioni laiche, l’attuale cosca di rinnegati predatori, finchè non rispunta un Marwan Barghuti (tre ergastoli, appunto), finche non si muove una nuova intifada con una nuova dirigenza, personalmente la vedo difficile. C’è di buono che i grandi sommovimenti (autentici) che stanno terremotando l’intera nazione araba, possano nel tempo, se durano, imporre cambi strategici a politiche interne ed esterne, o, perlomeno, raddrizzamenti tattici dei vertici nei confronti di Israele (come l’apertura egiziana di Rafah e le belle esplosioni dei gasdotti per i quali fluiva gas a prezzo politico dall’Egitto a Israele). Farebbero uscire i palestinesi dal loro letale isolamento e rafforzerebbero la spinta alla liquidazione delle attuali élites stravendute.

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Riceviamo e pubblichiamo su www.forumpalestina.org

BOICOTTA ISRAELE - BOICOTTA NICHI VENDOLA

comunicato del "Comitato con la Palestina nel cuore", Roma
Il comunicato stampa della Press Regione-Agenzia giornalistica sulle dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Niki Vendola molto sinceramente non ci sgomenta, perché perfettamente in linea sia con il personaggio, sia con il manifesto sionismo della stragrande maggioranza del panorama politico italiano.
Con la scusa della cultura ebraica e del suo festival in terra di Puglia Niki Vendola parla di questioni concrete come “rapporti economici, commerciali, istituzionali”, quelli che realmente stanno a cuore allo Stato di Israele, e non a caso questo è avvenuto a margine di un incontro con l’Ambasciatore di quello stato, e non certo con l’addetto culturale.
Vendola prosegue poi nel panegirico di Israele citando esempi calzanti non nel campo culturale ma in quello dei rapporti economici, cita infatti la trasformazione di “aree desertiche in luoghi produttivi e in giardini”, dice che Israele è un “Paese che si confronta col tema mondiale del governo del ciclo dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti con pratiche di avanguardia” ecc.
Facciamo un po’ di chiarezza intanto su queste affermazioni:
Israele ha trasformato il deserto in giardini grazie al furto sistematico e costante dell’acqua del popolo palestinese, della Siria (alture del Golan) e del Libano (area delle Fattorie di Shebaa), i palestinesi vivono al limite della disidratazione, altro che governo del ciclo delle acque!, per quanto riguarda i rifiuti invece se Vendola si riferisce al sistema di trattamento usato dalla ArrowBio che la giunta Polverini vuole adottare nel Lazio e che si sta cercando di installare presso il comune di Guidonia non c’è nulla di innovativo, questo sistema viene proposto ed installato anche da ditte italiane, e sarebbe certamente trasparente conoscere i costi delle rispettive proposte; per l’energia basti ricordare che il 40% del fabbisogno del gas di Israele viene fornito dall’Egitto al 25% del costo di mercato, ovvero rapinando il popolo egiziano di questa ricchezza, e non a caso recentemente c’è stato un secondo attentato al gasdotto in questione.
Vendola non ricorda, non condanna, non deplora 60 anni di occupazione israeliana delle terre palestinesi, Vendola non spende una parola sul muro dell’apartheid, Vendola non chiede la liberazione degli 11.000 prigionieri palestinesi racchiusi nelle prigioni israeliane, per la maggior parte senza processo ma con detenzione amministrativa, Vendola non spende una parola sull’assedio inumano a cui è sottoposta la Striscia di Gaza, no, nulla di tutto questo, Vendola fa il panegirico di Israele e pensa agli affari!!!
Dulcis in fundo chiede di effettuare una visita ufficiale in Israele per far giungere ad un punto di svolta le relazioni bilaterali.
Che tristezza, l’uomo che si propone come rinnovatore della sinistra che mendica un incontro per accreditarsi quale amico dei sionisti!!!. Ha capito che in Italia non si fa carriera senza l’appoggio e la sudditanza al sionismo, e da buon politicante quale è sempre stato si accoda prontamente, cosa sono 60 anni di sofferenze e miserie del popolo palestinese di fronte ad un luminoso futuro alla giuda della sinistra italiana?
In Italia è in corso, con crescente successo, la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni dell’economia israeliana, proponiamo di inserire Niki Vendola ed il suo partito nella lista dei prodotti da boicottare, non facciamo più sconti a chi ammanta di bella retorica la propria sudditanza al sionismo.
Comitato con la Palestina nel cuore – Roma

venerdì 29 aprile 2011

P A L E S T I N A



http://www.infopal.it/
News
2011-04-29Vendola e Godelli incontrano l'Ambasciatore di Israele Meir.
2011-04-29Adesione alla manifestazione per il 'Diritto al Ritorno'
2011-04-29 Al-Quds (Gerusalemme)Israele arresta un palestinese a Gerusalemme. Domiciliari estesi per altri due
2011-04-29 QalqiliyaAbitazione palestinese perquisita e devastata dai soldati israeliani a Qalqiliya
2011-04-29 Ramallah'Abbas incontra i delegati di 'Inziativa di pace israeliana'
2011-04-29 GazaReport settimanale del Pchr sulle violazioni israeliane
2011-04-28 RamallahAccordo Hamas-Fatah: gli Usa minacciano tagli dei fondi all'Anp di Abbas
2011-04-28 New YorkUnesco: 'Il sistema educativo a Gaza continua a pagare le conseguenze dell'assedio e della guerra di Israele'
2011-04-28 Ramallah/Tel AvivRiconciliazione palestinese. I principali titoli della stampa palestinese e israeliana
2011-04-28Accordo Hamas-Fatah: Israele minaccia ritorsioni
2011-04-27 GazaLe autorità egiziane liberano nove detenuti palestinesi
2011-04-27Vignette dedicate a Vittorio Arrigoni
2011-04-27 SydneyLa Turchia sollecita Israele a consentire l'arrivo a Gaza di navi con aiuti umanitari
2011-04-27 An-Nasira (Nazareth)Nuovo piano coloniale di Israele a Shaykh Jarrah
2011-04-27 Al-Quds (Gerusalemme)Salamah: 'Israele prevede di prendere il pieno controllo su Gerusalemme entro il 2020'
2011-04-27 An-Nasira (Nazareth)Rabbino capo chiede al governo: 'Trasferire i palestinesi del Negev verso Arabia Saudita e Libia'
2011-04-27 An-Nasira (Nazareth)Politici israeliani chiedono presenza militare permanente in Cisgiordania
2011-04-27 Al-Quds (Gerusalemme)'Il ritiro dalla Cisgiordania è proibito dalla religione'. L'editto dei rabbini
News
2011-04-29Vendola e Godelli incontrano l'Ambasciatore di Israele Meir.
2011-04-29Adesione alla manifestazione per il 'Diritto al Ritorno'
2011-04-29 Al-Quds (Gerusalemme)Israele arresta un palestinese a Gerusalemme. Domiciliari estesi per altri due
2011-04-29 QalqiliyaAbitazione palestinese perquisita e devastata dai soldati israeliani a Qalqiliya
2011-04-29 Ramallah'Abbas incontra i delegati di 'Inziativa di pace israeliana'
2011-04-29 GazaReport settimanale del Pchr sulle violazioni israeliane
2011-04-28 RamallahAccordo Hamas-Fatah: gli Usa minacciano tagli dei fondi all'Anp di Abbas
2011-04-28 New YorkUnesco: 'Il sistema educativo a Gaza continua a pagare le conseguenze dell'assedio e della guerra di Israele'
2011-04-28 Ramallah/Tel AvivRiconciliazione palestinese. I principali titoli della stampa palestinese e israeliana
2011-04-28Accordo Hamas-Fatah: Israele minaccia ritorsioni
2011-04-27 GazaLe autorità egiziane liberano nove detenuti palestinesi
2011-04-27Vignette dedicate a Vittorio Arrigoni
2011-04-27 SydneyLa Turchia sollecita Israele a consentire l'arrivo a Gaza di navi con aiuti umanitari
2011-04-27 An-Nasira (Nazareth)Nuovo piano coloniale di Israele a Shaykh Jarrah
2011-04-27 Al-Quds (Gerusalemme)Salamah: 'Israele prevede di prendere il pieno controllo su Gerusalemme entro il 2020'
2011-04-27 An-Nasira (Nazareth)Rabbino capo chiede al governo: 'Trasferire i palestinesi del Negev verso Arabia Saudita e Libia'
2011-04-27 An-Nasira (Nazareth)Politici israeliani chiedono presenza militare permanente in Cisgiordania
2011-04-27 Al-Quds (Gerusalemme)'Il ritiro dalla Cisgiordania è proibito dalla religione'. L'editto dei rabbini




Ministro degli Esteri egiziano promette l'apertura permanente del valico di Rafah

Il Cairo - Al-Jazeera. In un'intervista rilasciata all'emittente televisiva "Al-Jazeera", il ministro degli Esteri del nuovo Egitto, Nabil al-'Araby, ha esposto la posizione del proprio Paese riguardo alla necessità di eliminare...

Aggressioni dei militari israeliani a Gaza e in Cisgiordania. Diversi palestinesi feriti

Gaza/Ramallah - InfoPal. Ieri sera, l'artiglieria israeliana ha aperto il fuoco contro civili e proprietà palestinesi nella Striscia di Gaza. Quattro palestinesi - tra cui due bambini e una donna - sono rimasti feriti nell'attacco...

Accordo Hamas-Fatah: 'Uno spiraglio di luce sulla strada palestinese'

Gaza - Speciale InfoPal. Non sono mancate scene di riconciliazione tra la gente con abbracci spontanei nella Striscia di Gaza ieri, in seguito all'inaspettata firma dell'intesa per la riconciliazione nazionale annunciata dal Cairo in...

Hamas e Fatah firmano intesa per la fine delle divisioni politiche. Ora si attende la riconciliazione

Il Cairo - InfoPal. Ieri, 27 aprile, le leadership dei due principali gruppi politici palestinesi, Hamas e Fatah, si sono incontrate al Cairo per raggiungere un accordo dal quale partire per realizzare un governo di unità di transizione e per...
  1. 2011-04-27