lunedì 28 novembre 2011



[Alcune considerazioni su...]Ultima ora 17 
(2011-11-28)

Scorregge della Storia sotto i tacchi del Vero Potere.
Questa è l’autopsia dell’articolo di Giulietto Chiesa “Monti non è il meno peggio. E’ l’ultimo rantolo prima del ballo di San Vito”. Giulietto mi dispiace, non ce l’ho con te, ma è ora che ci diamo dei voti spietati, e per un solo motivo: se noi che ci poniamo come informatori del pubblico contro i mostri finanziari che ci divorano non siamo spietatamente ferrati, la spietatezza di quei mostri ci incenerirà. E chi ci rimette poi non siamo io e te, borghesi col sedere protetto, ma i milioni che là fuori vivono già alla canna del gas, ok? Ficcatelo in testa, qui bisogna studiare e ristudiare, non fare i presenzialisti che sbucano come il prezzemolo su ogni media esistente a pontificare su costrutti sgangherati, e mi riferisco proprio a te. A Wall Street o alla Trilaterale, posto l’assurdo che qualcuno legga quello che voi leader antagonisti scrivete, se la ridono di voi. Sanno che non avete capito un H delle basi del loro agire. Ma no, neppure ridono, troppa fatica. Poi ci sono gli Indignados, Occupy Wall Street, Facebook, guarda, non ho le parole: meglio dire che stanno al Vero Potere come una scatola di fiammiferi sta a un B52 nucleare. Manica di stupidi ignoranti ancor più dei loro leader, bambini viziati con le tende e il cappuccio in testa i cui sette neuroni neppure arrivano a capire le dimensioni della buca delle lettere del Vero Potere, figuriamoci dell’intero edificio. Vere scorregge della Storia. Sono 50 anni che i movimenti antagonisti si pongono in quel modo, ed ecco i risultati, sotto gli occhi di tutti. Feste di piazza tante, ma studiare il Vero Potere per anni e anni… noooo, noioso. Scorregge della Storia nei corridoi del Vero Potere.

L’articolo di Chiesa:

“Il punto di partenza di questo ragionamento è una constatazione: nel 2007 è sopravvenuto il crollo repentino del sistema finanziario mondiale (… ) Le cause di questo disastro sono da analizzare, ma qualche data di riferimento è già possibile individuarla. La più importante delle quali è il 12 novembre 1999, quando il presidente William Jefferson Clinton promulgò la legge Gramm-Leach-Bliley, che cancellava la legge Glass-Steagall del 1933 e dava licenza alle banche d’investimento e a tutta una serie di operatori finanziari, di lanciarsi in ogni forma di attività speculative (…) Ora io affermo che la causa della crisi sistemica attuale deriva dalle decisioni sopra ricordate, che hanno prodotto una liberalizzazione completa dei movimenti di capitali e di creazione di derivati: decisioni che hanno creato le premesse per una smisurata crescita del debito mondiale”.

No Giulietto. La data di riferimento è la prima elezione di Clinton a presidente degli USA nel 1993 e la legge fondamentale in questo contesto è la sua legge Omnibus Budget Reconciliation Act dello stesso anno. Imponeva di pareggiare i bilanci dello Stato, e questo in economia significa sottrarre l’intera cifra necessaria al pareggio dai risparmi di famiglie e aziende. In un’America con stipendi stagnanti dal 1973 e crescita a singhiozzo, il pareggio di bilancio clintoniano sospinse masse immense di americani verso l’indebitamento, reso ancor peggiore dalla loro tendenza alla spesa compulsiva. Ma se decine di milioni di persone s’indebitano, significa che una pari quantità di prodotti finanziari viene creata, cioè assets nelle mani degli istituti finanziari che hanno emesso i crediti. Nasce il Money Manager Capitalism (capitalismo dei gestori del debito familiare) descritto già anni prima da Hyman Minsky. Questa corsa degli americani al debito, sospinti appunto dalle politiche di bilancio di Clinton, con le valanghe di assets di cui dicevo (fra cui i mutui subprime), fornirono una tentazione irresistibile per questi istituti di specularci sopra. Ed ecco la follia dei derivati su di essi costruiti e sparsi in tutto il mondo (i famosi prodotti tossici). Capire che la fonte prima del disastro fu una politica di bilancio tipicamente Neoclassica è tutto. Perché la gente deve capire che è l’ideologia economica il vero mostro, non tanto questa o quella deregolamentazione. Inoltre, Giulietto, anche tu pigi ossessivamente su questa moda di incolpare le banche, le big banks, di tutto il male, e questo è errato. Il male di gran lunga più devastante non è la spirale di indebitamento bancario che ha collassato il sistema finanziario, né questa o quella deregolamentazione, ma il debito reale di centinaia di milioni di poveracci e famiglie allegate che sono in quelle condizioni SOLO per cause di scelte politiche Neoclassiche e Neoliberiste. E mentre sulle banche oggi tutti sbraitano, dai centri sociali ai parlamentari, quasi nessuno lavora per smontare i dogmi Neoclassici e Neoliberisti con cui tutta la gestione dei deficit, dei debiti e delle monete è condotta.

“Barack Obama non ha mosso una virgola in questa direzione. E, sotto la sua guida, la Federal Reserve ha erogato (tra il dicembre 2007 e il giugno 2010) la fantastica cifra di 16 trilioni di dollari, a tasso d’interesse uguale a zero, a tutte le più importanti banche d’investimento dell’Occidente (…) la Federal Reserve ha ricapitalizzato non solo le banche d’investimento americane, ma tutte le più importanti banche occidentali. Fanno parte dell’elenco, infatti, giganti “europei” come Deutsche bank, Paribas, Union-des Banques Suisses, Credit Suisse, Barclays, the Royal Bank of Scotland etc (…) Ma altrettanto ovvio che, senza cambiare le regole, le banche ricapitalizzate avrebbero continuato a muoversi verso il precipizio alla stessa velocità”.

No Giulietto. Primo, la FED non ha assolutamente ricapitalizzato le banche. Il bail out (salvataggio) da parte della FED che tu citi (29 trilioni, non 16) fu un’operazione di scambio fra liquidità della FED e asset tossici delle banche americane, più prestiti da FED a banche europee con sede in USA, che avvenne a livello delle riserve di quelle banche e in cambio di assets (non gratis), sempre presso la FED. Per ricapitalizzare le banche, la FED avrebbe dovuto comprargli delle azioni, le equities, allora sì che il capitale sarebbe cresciuto. Confondi i prestiti alle riserve delle banche (bail out) con la ricapitalizzazione. Ma tornando al bail out, i trilioni di dollari che la FED ha versato nelle riserve bancarie di chiunque sono rimasti lì, non sono mai circolati, perché le banche non possono speculare usando il denaro delle proprie riserve. Secondo, la FED ha prestato dollari ad alcune banche centrali d’Europa (ECB, BC Svizzera, B. d’Inghilterra), e sono state queste che li hanno passati alle banche europee. Ma non furono soldi da usare per altre speculazioni selvagge, solo dollari per permettere alle banche europee di saldare i loro debiti con gli istituti finanziari privati americani senza doversi prosciugare di euro. Ed erano debiti di banche europee contratti soprattutto coi Money Market Funds USA, e in misura molto ridotta con banche USA. Gli asset tossici delle banche europee, come già detto in passato, furono acquistati soprattutto da questi Money Market Funds USA, non primariamente dalla FED. Infine, quando nell’articolo del NY Times che tu citi si legge che le banche americane avevano trafficato in enormi quantità di titoli di Stato europei in Euro, non significa che li avevano comprati, ma solo che li maneggiavano in cambio di parcelle.

“È in questo contesto che esplode il problema dei debiti sovrani europei.”

No Giulietto. Il problema dei debiti sovrani dell’Eurozona non ha nulla a che fare, ma proprio nulla, con il macello delle speculazioni bancarie sui derivati, sui subprime, né con la deregolamentazione della finanza, cioè il contesto in cui tu lo piazzi. Al massimo puoi dire che la finanza deregolamentata può infierire sulla crisi dell’Euro, ed è vero. No, la crisi del debito sovrano in Euro ha un solo nome e causa: si chiama Euro, moneta straniera per tutti i 17 dell’Eurozona, ed ho già lungamente spiegato perché. E’ sconcertante che in tutte le tue esternazioni sulla crisi dell’Euro tu non abbia mai menzionato la sua prima e unica genesi, che è riconosciuta come tale ormai da firme come Krugman e Grauwe. Un po’ come trattare di effetto serra e mai una volta parlare di CO2.

L'origine di questa crisi è, a mio parere, il derivato di un tentativo disperato delle grandi banche d'investimento di riprendere la corsa forsennata a redditività "over 15%"(il famoso ROE, ovvero Return on Equity), nelle condizioni in cui la crescita dell'intero occidente (sempre che ce ne sia una) è ormai confinata nei decimali dell'unità. Se c'è una prova della follia, sta proprio in questa assurda pretesa. L'occasione era già stata preparata nel momento stesso e nel modo in cui fu concepito l'euro. Fu in quel momento, alla fine degli anni '90, che l'Europa autorizzò le banche d'investimento del pianeta a considerare a zero rischio i debiti dei paesi dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Come scrive il New York Times in un articolo assai rivelatore dell'11/11/11, erano loro quelli che “made it”, che avevano fatto il grande passo di creare una moneta nuova”.

No, Giulietto. Primo, i Paesi dell’OCSE non sono tutti in Eurozona, per cui è impossibile che il NY Times abbia scritto che “erano loro quelli che “made it”, che avevano fatto il grande passo di creare una moneta nuova”. Infatti l’articolo che citi non dice affatto quello che tu hai scritto. Il NY Times dice invece: “Before 1999, when Europe forged its monetary union, they allowed banks to treat as risk free the debt of any country that belonged to the Organization for Economic Cooperation and Development, a club of nations that had made it”. Cioè: fu nel periodo PRIMA del 1999, prima dell’anno in cui si stabilì l’Eurozona, che i controllori (non l’Europa) avevano permesso alle banche di considerare a rischio zero il debito di qualsiasi nazione che appartenesse all’OCSE. Successivamente nell’articolo americano viene detto più volte che i controllori avevano garantito che il debito sovrano europeo, cioè sia in Euro che nelle altre valute, era a basso rischio, e questo testimonia, delle due, come anche a quel livello si faccia confusione fra un debito europeo in moneta sovrana, es. la Svezia, e uno in moneta non sovrana, es. l’Italia. Infatti qualcuno sta attaccando la Svezia?

“Le grandi banche d'investimento, quelle americane in primis (ma anche quelle europee, i gestori dei fondi pensione, dei fondi comuni, delle compagnie di assicurazione, tutti emergenti dal disastro dei subprime che si erano sparsi come un'epidemia su tutti i mercati), si precipitarono a piazzare le loro liquidità (o, più brutalmente, nell'aprire altri debiti) nell'acquisto dei bondseuropei.”

No Giulietto. Ti ho scritto qualche giorno fa, in Così no, però, Giulietto, che le banche d’investimento americane non hanno affatto comprato tanto debito sovrano europeo. Assieme a Money Market Funds, esse hanno comprato soprattutto montagne di debito di banche private europee, non particolarmente bonds di Stato. Gli americani scrivono “European debt” o “European bonds” per indicare ogni sorta di debito europeo, soprattutto debito privato infatti.

“E, come di nuovo scrive il New York Times nell'articolo citato (“What banks once saw as safe has now turned toxic”. Quello che le banche avevano considerato sicuro, si è ora trasformato in tossico), «intrappolati nel caos del subprime, i prestatori avevano visto il debito europeo come un paradiso da cui trarre profitto» E, per trarre il massimo profitto, in situazione pressoché disperata di insolvenza, ecco che, «per paura e avidità», si gettarono su quei bond che avrebbero garantito il massimo interesse. Dunque il loro obiettivo diventarono subito non i più sicuri (era stato detto che tutti sarebbero stati ugualmente sicuri, sebbene l'evidenza dicesse il contrario), ma i più redditizi. L'esempio greco è illuminante.”

No Giulietto, ripeto. L’articolo si riferisce alla corsa delle banche americane ad acquisire debito europeo inteso come ogni sorta di debito emesso da qualsiasi istituzione europea privata. E così fu, come ho già detto. Tu hai letto lungo tutto l’articolo la parola “European debt/bonds” e hai pensato fosse debito di Stato. Ma no, si riferiva soprattutto al debito privato europeo. Infatti in un passaggio gli autori lo specificano dicendo che “Banks in the United States also profited. Goldman Sachs has been a top underwriter of Greek debt since 2005, according to the Reuters data, and Morgan Stanley was a big underwriter of European sovereign debt.”. Nota la distinzione fatta fra la Goldman Sachs che compra debito greco (cioè soprattutto privato) e Morgan Stanley che ha invece comprato titoli di Stato, nel cui caso gli autori aggiungono il termine “sovereign” alla parola debt, cioè debito sovrano di Stato, non privato. Tutto il tuo trattato si regge sull’assunto della corsa irresponsabile e avida delle mega banche USA e UE a comprare il debito di Stato europeo, oltre tutto considerandolo a rischio zero. Ma come hai letto finora, e per tutti i motivi citati, non fu affatto così per la parte americana, che è di gran lunga la più potente. Né i meccanismi bancari sono quelli da te descritti, né la FED ha fatto ciò che tu dici.

Intendo precisare che la finanziarizzazione del debito pubblico degli Stati non è stato un incidente di percorso, né un portato oggettivo di tendenze inevitabili. Essa è stata introdotta da noi con una decisione politica precisissima, ben meditata e preparata. Questa decisione politica si chiama Trattato di Maastricht.”

No Giulietto. Si chiama Euro, e solo quello. La finanziarizzazione del nostro debito pubblico sarebbe stata del tutto arginabile se invece dell’Euro noi disponessimo di moneta sovrana. Forse neppure sarebbe stata possibile in assoluto, e un pensiero rivolto agli inesistenti attacchi speculativi contro l’indebitatissimo Giappone (200% debito PIL) lo conferma.


“Resta il grande interrogativo: quale sarà la reazione popolare a questa svolta, sicuramente drammatica? Il quadro visibile dice che, in questo momento, in Europa non esiste una opposizione organizzata, continentale, a questa svolta”.

No Giulietto. Esiste eccome, ma ha un difetto letale: non studia, non è competente e nella sua massa di aderenti è formata da attivisti di tastiera drogati di pc e solo intenzionati ad emozionarsi nelle due o tre ‘feste di piazza’ contro le ‘banche cattive’, che lasciano solo pena e desolazione al loro svolgersi, e il 99% dell’edificio del Vero Potere intatto perché ignorato.

“Tuttavia il gruppo GEAB appare assai meno preoccupato del destino dell'euro di quanto non sia di quello del dollaro USA. Infatti – sulla base di quanto già detto in precedenza in queste righe – la detonazione dei debiti pubblici europei, oltre a mettere in crisi le banche francesi, tedesche, belghe e olandesi, produrrà l'esplosione del debito pubblico americano, data l'esposizione degli investitori istituzionali statunitensi sul debito europeo.”

No Giulietto. Cosa significa “l’esplosione del debito pubblico americano, data l'esposizione degli investitori istituzionali statunitensi sul debito europeo”? Primo, e di nuovo, non c’è un’esposizione colossale delle banche USA al debito pubblico europeo. Secondo, anche se ci fosse la FED potrebbe operare un altro salvataggio a suon di trilioni comprandoseli tutti quei bonds di Stato europei. E cosa accadrebbe al dollaro? Nulla di che, come già verificatosi coi precedenti 29 trilioni spesi dalla FED. Perché? Perché sono dollari che finiscono nelle riserve delle banche presso la FED e lì stanno. Non creano inflazione, né svalutazione. E cosa accadrebbe al debito pubblico USA? Aumenterebbe di qualche numero sui computer del Tesoro, nulla di che. Leggi sotto.

“Infatti – sulla base di quanto già detto in precedenza in queste righe – la detonazione dei debiti pubblici europei, oltre a mettere in crisi le banche francesi, tedesche, belghe e olandesi, produrrà l'esplosione del debito pubblico americano, data l'esposizione degli investitori istituzionali statunitensi sul debito europeo. La cifra più impressionante in merito viene dalla valutazione del debito privato negli Stati Uniti che, oltre allo stato pre-comatoso di quello pubblico, ha ormai raggiunto il 240% del PIL (…) La conseguenza, prevista, potrebbe essere una misura obbligata: la svalutazione del dollaro del 30% almeno, unico modo per attenuare il peso dell'indebitamento complessivo degli Stati Uniti”
No Giulietto. Grande confusione e omissioni. Prima di tutto la svalutazione del dollaro ingrosserebbe il peso del debito privato USA, il contrario di ciò che tu scrivi, perché ne eleverebbe la quota estera immediatamente, andando ad ingrossare il debito complessivo dell’America. Impossibile che qualsiasi economista sano di mente abbia prescritto una roba del genere. Ma poi tu continui a ignorare che il debito USA è denominato in una moneta sovrana (dollaro) che il Tesoro USA emette senza problemi, per cui la tua asserzione secondo cui il debito pubblico USA è “in stato pre-comatoso” non solo è priva di fondamento in macro economia, ma va a pescare precisamente nell’inganno ideologico Neoclassico e Neoliberista che ha distrutto l’autonomia di spesa pubblica degli Stati sovrani precisamente con il ‘fantasma’ del debito pubblico insostenibile. Se tu avessi letto Il Più Grande Crimine 2011 avresti capito la portata devastante di quell’inganno. E quest’ultima, fra le tue lacune, è in assoluto la più grave, nel paradosso di un antagonista che non si rende conto di predicare proprio cioè che il Vero Potere vuole: il fantasma terrorizzante dei debiti pubblici “in stato pre-comatoso”. Il debito USA in dollari sovrani è sano come un pesce, e lo sarebbe anche il nostro se fosse in Lire. Sarebbe la ricchezza di tutti noi italiani, al centesimo.
Fine autopsia.
Conclusione per i lettori: Chiesa nel suo articolo scrive anche altre cose del tutto vere e politicamente importantissime, ma come avete visto porta avanti un attacco ai golpisti finanziari basato su assunti sbagliati e fatti mai accaduti. Ora, domando: perché è grave il fatto che uno dei più importanti leader della ‘resistenza’ civica si ponga come tale senza premurarsi di studiare il nemico così come il nemico merita?
Rispondetevi da soli, lettori e lettrici, io ve l’ho già scritto 1000 volte. Non siete bambini, basta star lì a ciucciare ogni singola risposta e indicazione dai papà Barnard, ChiesaAmbrose Evans-Pritchard ecc. Siate adulti, per la miseria. Non scorregge della Storia sotto i tacchi del Vero Potere.


claudiokasal ha detto...
paolo il mio punto di vista da lettore con capacita medie, è che tu hai fatto un grande lavoro di ricerca ma non lo esponi in modo semplice (bastava ad esempio mettere la sigla gc in testa agli articoli di chiesa per non dovere diventare matti a distinguere le tue parole dalle sue).tu hai bisogno di tutti non solo degli intellettuali per portare avanti il tuo progetto (altrimenti butteresti via tutto il tuo lavoro ).quindi se provi veramente compassione per quelli che fanno incidenti stradali perche lavorano troppe ore dovresti anche capire che non hanno tempo di fare ricerche,e sempre che sappiano della tua esistenza (anche qui potevi fare di piu come accettare l'invito di grillo a pubblicare un tuo video sul suo blog (sono comunque d'accordo che grillo e una merda perche parla di politica dal basso e poi censura i commenti negativi).in questa societa ognuno ha un compito perche il tempo non basta per fare tutto, il tuo è di fare il giornalista e questo tu lo fai meglio di altri ma a cosa serve se la gente non ti conosce? non potresti distribuire attraverso volontari il tuo dvd il piu grande crimine in tutte le piazze d'Italia?arriveresti anche a quelli che non hanno internet e forse un giorno riceverai anche il tuo giusto compenso.l'orgoglio a volte va messo da parte per aiutare quelli piu ignoranti ad uscire da una situazione molto difficile.





sabato 26 novembre 2011

COME STANARE E UCCIDERE LA BESTIA – LA MIA MEDICINA CONTRO IL MAL DI VIVERE Gianni Tirelli


COME STANARE E UCCIDERE LA BESTIA – LA MIA MEDICINA CONTRO IL MAL DI VIVERE

“Lei e li, in agguato, pronta a sferrare in suo micidiale attacco per fare brandelli della nostra vita! Lei, la Bestia, invertebrata e sfuggente, infida e vile, generata della paura narcotizzante dell’uomo contemporaneo e alimentata dagli umori mefistofelici del neo liberismo rampante e schizofrenico che, in pochi decenni, ha fatto piazza pulita di ogni ragione, passione, tradizione e conoscenza, confinando la verità in una dimensione relativa”

Quest’epoca di materialismo edonista oltre ad avere messo in secondo piano il significato dell’esistenza e delle sue ragioni, ha scardinato quell’impianto etico, parametro assoluto di riferimento e comparazione di ogni nostra azione umana, sconfessando ogni spiritualismo trascendente, valore e principio, considerati come ostacoli e veri e propri impedimenti alla soddisfazione sistematica di beni effimeri, dipendenze, debolezze, vizio e perversione.
Le cause scatenanti di quel tormento esistenziale invalidante che oggi colpisce drammaticamente giovani e anziani, belli e brutti, alti e bassi, magri e grassi, di qualsiasi razza, ceto e sesso, in forme depressive, nevrosi, stati di panico e ipocondrie di ogni genere, vanno tutti ricondotti ad uno stile di vita improprio che si pone in netta antitesi con quella che è la nostra originaria natura e funzione.
Il nostro doppio spirituale, in virtù di un automatismo di autoconservazione (connaturato dall’alba dei tempi), non si adeguerà mai per nessun motivo al mondo, alle logiche perverse di una tale anomala realtà e circostanza!
La sua ribellione a questo progetto di contraffazione dell’Io, é totale e senza sconti fino al punto estremo, di programmare a tempo debito l’annullamento di quei soggetti che non sono in grado di ristabilire l’armonia psichica e spirituale e gli equilibri imperituri che hanno regolato da sempre ogni azione umana .
La psicologia, la psichiatria e la farmacologia che si propongono di curare il Mal di Vivere, non fanno altro che peggiorare ulteriormente una tale condizione di disagio psichico, relegando il depresso, all’interno di un’illusione indotta confezionata a parole (logoterapia) e di dipendenza dai principi chimici del farmaco. Da questa gabbia non se ne esce con tali pratiche ma semplicemente e drammaticamente, si sopravvive a mala pena, nell’inconscio desiderio di farla finita una volta per sempre!

Possiamo vivere una tale vita, in balia di quel martirio incompreso che, come uno scudiscio, ci lacera e ci consuma? Cos’è la depressione se non la perdita della speranza! Un’atmosfera dal sapore di vuoto e di un’estrema solitudine che come una cupola di ghiaccio, avvolge il nostro spirito, costringendolo ad un isolamento totale e ad una penosa prigionia!
Lo spirito dell’uomo si nutre di luce, di aria, di ragione e di una particolare sostanza generata dall’incontro (non che dai rapporti) che, ha nostra insaputa, intrattiene con gli altri spiriti della terra.
La depressione, in sintesi, non è altro che il drammatico scollamento che, la “modernità”, ha prodotto fra l’uomo e la natura e quindi, fra le varie e infinite entità spirituali.

Dobbiamo considerare una visione più ottimistica dell’uomo in cui sono presenti tendenze innate alla verità, alla giustizia, alla libertà e creatività, la cui frustrazione produce angoscia e panico.
“I valori dell’Io genetico presenti in tutti gli uomini di tutte le culture sono la dignità, la libertà, la giustizia, l’amore, che se contrastati dai condizionamenti sociali, ambientali e culturali provocano il disagio dell’ uomo che poi lotta come può, per far emergere queste forze interne”.
L’analisi introspettiva, finalizzata a scoprire, decifrare e poi rimuovere le ipotetiche cause, relative agli stati depressivi, turbe nevrotiche, ansie e attacchi di panico, rimane strumento sterile e inefficace e, diversamente dall’intento che si prefigge, peggiora ulteriormente la condizione del depresso che considera il suo stato, come patologico e il castigo di una colpa incompresa .
Spesso la depressione, come altre tante patologie legate al sistema nervoso, è il risultato della frustrazione derivante dall’incapacità di individuare se stessi, il proprio Io e le nostre autentiche necessità.
Il condizionamento delle società moderne, che si attua in un’opera di omologazione delle scelte individuali e più consone ai nostri reali bisogni, è schiacciante, e altera la nostra capacità di un giudizio critico e volontà decisionale.

Per combattere quella paura di base che è all’origine del nostro disagio spirituale, non esiste nulla al mondo di più terapeutico, di una profonda consapevolezza sulla necessità della morte e quindi della comprensione logica dell’ineludibile provvisorietà della vita, in quanto tale. Se non afferriamo a fondo il suo significato più alto, ogni vera felicità ci é preclusa.
La sofferenza umana ha molteplici aspetti e il disagio esistenziale si caratterizza nella mancanza di senso della vita, e nell’angoscia derivata da questo vuoto di valori e significati.
La terapia esistenziale raccoglie diversi approcci che hanno tutti in comune, il principio di riconoscere che ogni persona vive in un mondo proprio di significati e sensazioni personali. Si centra l’attenzione sull’essere nel mondo, sulla coscienza di sé, sulla possibilità di compiere scelte consapevoli che poi contribuiscono al nostro destino. L’assunzione di responsabilità e’ la base per cambiare! Lo sfuggire a questo, genera colpa esistenziale, la consapevolezza in fondo, di scegliere di non decidere.

Confidare a terzi (estranei, parenti o amici che siano) il nostro problema e dei più diversi aspetti della nostra sofferenza rendendoli così testimoni di una circostanza personale, è un primo passo che, nel tempo, ci redime (in forma di terapia) dalla paura del giudizio critico e dall’incomprensione, liberandoci da quell’isolamento sociale, introversione e indolenza, che sono alla base (una volta superati) del processo di guarigione.
Un tale atteggiamento, considera la volontà di assegnare significati, come la principale motivazione umana.

“Lo sviluppo dell’Io cosciente si propone di liberare l’individuo dai condizionamenti e dalle memorie del passato che tende a difendere istintivamente – l’esperienza del disagio esistenziale nell’adolescenza (fase critica per eccellenza), favorisce la ricerca, dei valori e del senso della vita e si traduce in una spiritualità libera dai legami e dai dogmi di modelli prestabiliti”.
“Oltre alla lotta con se stessi, gli ostacoli che ogni uomo incontra in un cammino di sviluppo di sé, sono dovuti agli attacchi di chi difende opinioni personali, privilegi di potere, danaro e possesso. Non che l’invidia di chi non conosce bene la fatica del percorso e vede solo qualche aspetto positivo già raggiunto dagli altri, svalutandolo (per coprire il suo disagio o enfatizzandolo eccessivamente), invece che trarne spunto di riflessione ed esempio.
Il disagio esistenziale e’ quindi spesso dovuto (oltre che alle memorie e ai condizionamenti da superare), all’ ignoranza ben difesa da molti e alla difficoltà a vivere in un mondo governato da chi cerca più il potere che il servizio al prossimo”. dr. Ciro Aurigemma

Non c’è nulla di più miserevole in un uomo, che il commuoversi di se stesso!
Il sentimento dell’auto/commiserazione é quanto di più deleterio e nefasto ci possa essere; scaraventa l’individuo depresso in uno stato di particolare e profondo isolamento e smarrimento dal quale difficilmente riuscirà a riemergere. Una tale condizione, produce nel breve periodo, assuefazione e dipendenza costringendo il depresso a dosi sempre più massicce di negatività, ed esimendolo di da ogni oggettiva responsabilità personale.
In questo modo, il soggetto in causa, intende delegare/imputare a terzi (al mondo esterno, a Dio stesso, al destino), le cause relative a quello stato di disagio esistenziale cronico che ha invalidato ogni sua capacità e risorsa – fondamentali per fuoriuscire dal tunnel della depressione e riaffiorare a nuova vita.

L’introspezione, l’analisi sistematica e ininterrotta, il persistente parlottio con se stessi al fine di individuare le ragioni e i motivi di un tale malessere, si esprimono in una sorta di avvitamento esistenziale che confonde e spariglia ogni elemento di causa, precedentemente codificato.
Ma se anche per una qualsiasi ipotesi, ne individuassimo le ragioni e, con certezza scientifica, il trauma scatenante che era alla radice del nostro problema (avendolo lo stesso prodotto), nulla cambierebbe sostanzialmente della nostra disperata condizione, oltre al fatto oggettivo di una responsabilità accertata.
In verità, all’origine di queste “patologie”, non esiste mai una causa prima scatenante, ma é il risultato di una somma di circostanze (traumi, predisposizione, qualità della vita, ambiente, affetti, bisogni inconsci, lavoro ed altro) che, tutti insieme, l’hanno determinata.

Diversamente, il cammino da intraprendere lungo il traguardo, della guarigione è un altro! E’ sulla forza di volontà, sulla determinazione e caparbietà, che dobbiamo contare e investire ogni nostra residua energia. In questo modo saremo in grado di rivitalizzare il senso e il valore dell’esistenza, messo a tacere (per il momento), dal subdolo tormento di quel Male Oscuro che ci ha precluso ogni vera gioia e speranza.
Questo è il nostro scopo primario e prioritario: ammazzare la Bestia subdola e viscida che, senza bussare, si è introdotta di nascosto nella nostra anima, per dettare le sue condizioni.
Dichiarare guerra alla Bestia, significa essere pronti a tutto e, lungi dall’incoraggiare i suoi propositi, alimentandola in ragione di dubbi, di debolezze e autolesionismo!
La Bestia, si nutre e sopravvive proprio in virtù della nostra paura, le cui emanazioni sono il cibo che, in assoluto, predilige.

Lei deve sapere e capire che la nostra decisione non da adito a ripensamenti di sorta, e che non avremo pace fino al giorno in cui non la vedremo strisciare implorante ai nostri piedi.


Quando dico, Lei, mi riferisco a un’entità cosciente e pensante, reattiva e attiva (benché sfuggente) e non ha qualcosa di astratto, frutto delle nostre fantasie e suggestioni! La Bestia (così ho sempre chiamato la depressione) agisce, premedita, tende trappole e circuisce le nostre speranze e attese. A volte si nasconde e, sazia, si addormenta ai bordi estremi della nostra anima per poi, di soprassalto, affamata e incattivita si avventa, come una iena inferocita facendo incetta dei teneri germogli, della nostra appena ritrovata, pace interiore.
Per questo, non dobbiamo darle tregua ne scampo e, per tanto, la nostra volontà deve essere ferma e ferrea, continua, e imprescindibile da ogni accadimento contingente o ripensamento che sia.
La volontà nella quale abbiamo riposto tutte le nostre certezze di una vittoria schiacciante, é la sola arma ad avere la potenza e la portata di fuoco capace di neutralizzare uno dei mali più invalidanti e crudeli che la società
post/industriale abbia mai prodotto e in forma così virulenta.

La volontà (in questo specifico caso), ci ordina di non pensare e di non trattare. Ci intima di non dormire, ma di agire e intuire, di ordire e di colpire; fino allo stremo.
Interrompere in nostro dialogo interiore è alla base di questa battaglia! Dobbiamo essere concentrati e puntati sull’obiettivo mirato e niente e nessuno ci deve distogliere dal nostro intendimento e progetto di annientamento della Bestia.

Ma se davvero vuoi combattere e vincere la Bestia, devi essere in buona salute e in perfetta forma fisica. Una buona e corretta alimentazione congiunta al movimento motivato (la vita all’aria aperta e il lavoro dei campi danno degli ottimi risultati) sono fattori decisivi per chi si appresta a combattere un tale nemico. Gli effetti benefici scaturiti da un tale atteggiamento, determineranno oggi, l’uomo che saremo domani.
E’ verissimo che “non tutto il male viene per nuocere”! Tanto più, se la nostra condizione di tormento è il frutto di un modus vivendi innaturale e in netto contrasto con le esigenze e, i bisogni fondamentali e imperituri del nostro essere spirituale.
Ergo, non possiamo affrontare un tale battaglia, debilitati nel fisico e mortificati nello spirito. Per contrastare certi dolori, è necessario essere nel pieno delle nostre forze, così da compensare lo squilibrio psicologico e lo sbilanciamento del karma.

La Bestia che é dentro di noi, ci deve dunque fare riflettere (senza però addentrarci in labirintiche e pericolose introspezioni da autodidatta) sulla giustezza delle nostre scelte, passate e presenti, e se coerenti e in linea con i dettami di quell’impianto etico che è alla base della nostra vita.
Ogni autentica felicità e salvezza ci é preclusa, se non recuperiamo e ci atteniamo con rigore a quei principi e valori che abbiamo tradito, e che oggi gridano vendetta.
Sappiamo noi, veramente, cosa intendiamo fare della nostra vita e quali siano le scelte più opportune atte alla realizzazione di un tale compito?
Di questi tempi di relativismo applicato alla quotidianità, è quasi impensabile aspettarsi una qualsiasi risposta! Solo l’azione pragmatica, l’allenamento sistematico, metodico, e una speciale voglia di vivere può produrre il miracolo.

Ogni male (disagio, tormento e dolore), sono le spie luminose che accendendosi e spegnendosi, ci comunicano l’avvenuto cortocircuito in uno fra gli infiniti filamenti del nostro corpo astrale, allertandoci ad un pronto intervento al fine di ristabilirne l’originaria armonia.
Ogni distrazione e debolezza in questa lotta per la vita, può risultare fatale!
Dobbiamo quindi distogliere l’attenzione dal disagio psichico prodotto dalla Bestia e dai suoi effetti collaterali, concentrandosi invece su ciò che abbiamo di più caro e applicandoci in quelle attività che, un tempo, erano per noi motivo di gioia, spensieratezza e di serenità. E questo vale per combattere ogni tipo di dolore!
Il chiacchiericcio interiore, va drasticamente interrotto, per fare spazio alla banalità e alle piccole cose di tutti i giorni.
Quando la Bestia, percepisce di non essere più il centro della nostra attenzione, è portata a ridimensionare il suo potere di affascinazione.

La depressione è un’entità occupante che tende a colmare gli spazi vuoti che trova all’interno della nostra sfera esistenziale. Sta a noi, riprenderci l’area espropriata a nostra insaputa dalla Bestia, per sancire così definitivamente, il nostro originario diritto proprietà.
Anche dopo averla sconfitta, la Bestia a volte, cercherà di mettere la testa fuori dal sacco, ma noi, bene armati, saremo pronti a mostrarle i denti per ricacciarla, seduta stante, in un angolo buio dell’eternità.

In tutto questo ci vuole metodo, continuità, costanza, ma con la certezza che,
quel giorno, noi, fieri trionfatori di uno scontro che credevamo impari e impossibile e gratificati per tanto orgoglio e coraggio, avremo restituito al nostro esistere le sue ragioni e un uomo migliore ai nostri cari.

Gianni Tirelli





*Dioniso*777* ha detto...
Complimenti, hai superato te stesso in questo articolo!
Il male di vivere, brutta cosa, non ne ho mai sofferto essendo un stramaledetto temerario, un bambino cresciuto che nella vita ha sempre fatto quello che voleva, ma ne vedo i risultati su molte persone, anche a me vicine, e penso spesso io mi farei un buco in testa se dovessi vivere così male! Sono d'accordissimo con tutto quello che consigli, articoli come questo dovrebbero essere stampati sui muri in modo che nessuno possa non leggerli. Ripeto, Bello quello che scrivi, peccato che un depresso non avendo motivazioni non lo leggerà e non lo applicherà MAI, essere affamati di conoscenza è un buon motivo per essere al mondo . . . Non voglio criticare, ma sovente lo metto come ante scriptum che ciò che scrivo non verrà letto da coloro ai quali lo dedico ...
Beh, non conta, l'importante è che stiamo bene dentro, gli altri lasciali nel fango, sembra che si divertano, vivono di psicofarmaci, azioni ripetitive, televisione, shopping e merdate varie, come fanno a vivere bene?

Ti dedico un aforisma letto ieri

“Vivere e non avere la consapevolezza della realtà circostante è come trovarsi in una grande biblioteca e non sfiorare nemmeno un libro”

Sei un grande artista dentro,un osservatore meticoloso.

by Dioniso
















Carceri: il detenuto ideatore dei libri/farfalla si cuce la bocca per protesta


Carceri: il detenuto ideatore dei libri/farfalla si cuce la bocca per protesta

(IlMinuto) – Cagliari, 25 novembre – Domenica scorsa un detenuto nel carcere nuorese di Bad’e Carros si è cucito la bocca e da allora rifiuta il cibo e l’acqua per protesta. Lo denuncia con una nota Maria Grazia Caligaris, Presidente dell’Associazione Socialismo Diritti e Riforme. Il gesto di protesta, spiega Caligaris, è stato scatenato dall’esclusione del detenuto – condannato all’ergastolo e ideatore e autore dei libri/farfalla, con racconti e filastrocche dedicate ai bambini – dalle attività della scuola e del laboratorio. Un certificato medico infatti lo dichiara non idoneo allo svolgimento di queste attività, in contrasto con un altro documento che dichiara il detenuto adatto al lavoro.

NO AL GASDOTTO GALSI - NO AL PROGETTO SARAS DI SCAVARE UN POZZO PER ESTRARRE METANO AD ARBOREA



- NO AL GASDOTTO GALSI
- NO AL PROGETTO SARAS DI SCAVARE UN POZZO PER ESTRARRE METANO AD ARBOREA
- SI AD UN PIANO ENERGETICO NAZIONALE STESO E GESTITO DAL POPOLO SARDO

MANIFESTAZIONE NO GALSI. NO POZZO SARAS
Alla cortese attenzione degli organi di stampa,

La Sardigna da sempre oggetto di stupro colonialista, dopo il fantasma del nucleare battuto alle urne dal popolo sardo, vede ora avanzare silente un altro mostro del colonialismo energetico: il Galsi.
Il Galsi sarà un poderoso gasdotto che, praticamente in sordina, si appresta a sventrare la nostra terra per portare il gas metano dall'Algeria all'Italia.
Si tratta di una servitù di passaggio, un'altra razzia economica, ambientale e culturale che fa della Sardigna un'area di servizio funzionale al capitalismo italiano ed europeo, dal momento che una grossa parte del gas trasportato dal GALSI sarà di proprietà russa.
La sinistra indipendentista denuncia la faccenda GALSI sia per i metodi antidemocratici d'imposizione che per le finalità che vanno a discapito dell’esigenza di sovranità energetica della nazione sarda.
Sottolineamo che nel contempo la Saras ha in progetto di scavare un pozzo per estrarre metano ad Arborea, come se non bastassero i disastri ecologici e gli omicidi perpetuati a Sarroch.
A Manca non è contraria all'uso del metano in Sardigna, ma questo potrebbe essere portato anche per mare creando un impianto OFFSHORE  senza bisogno di procedere a 4000 espropri, mettere a rischio l'economia d intere zone agricole e turistiche e senza militarizzare ancora di più la nostra terra.
Per tanto A Manca pro s'Indipendentzia chiama tutte le forze indipendentiste e anticolonialiste, tutti gli ambientalisti e i sinceri democratici, tutte le associazioni e i lavoratori, insomma tutto il popolo sardo a partecipare alla manifestazione nazionale di sabato 10 dicembre 2011 che si svolgerà a Cagliari.
Ora e percorso della manifestazione saranno resi noti nei prossimi giorni.
Facciamo sentire la nostra voce, diciamo no all'ennesima servitù coloniale, ribelliamoci in difesa della nostra terra e della dignità del nostro popolo.

- NO AL GASDOTTO GALSI
- NO AL PROGETTO SARAS DI SCAVARE UN POZZO PER ESTRARRE METANO AD ARBOREA
- SI AD UN PIANO ENERGETICO NAZIONALE STESO E GESTITO DAL POPOLO SARDO

CONCENTRAMENTO IN PIAZZA DEI CENTOMILA
SABATO 10 DICEMBRE
ORE 10:30
CAGLIARI
indicazioni stradali -
il manifesto in pdf -
volantino in formato pdf -

A Manca pro s'Indipendentzia