lunedì 21 maggio 2012
Lo statuto dei lavoratori nasce il
20 maggio 1970
(19 Maggio 2012)
Il 20 maggio è una data importantissima
per il mondo del lavoro: nel 1970 prese
vita e forma lo Statuto dei Lavoratori.
per il mondo del lavoro: nel 1970 prese
vita e forma lo Statuto dei Lavoratori.
Una fondamentale conquista, ottenuta
grazie a decenni di dura lotta per la
classe operaia.
"Norme sulla tutela della libertà e dignità
dei lavoratori, della libertà sindacale
e dell'attività sindacale nei luoghi di
grazie a decenni di dura lotta per la
classe operaia.
"Norme sulla tutela della libertà e dignità
dei lavoratori, della libertà sindacale
e dell'attività sindacale nei luoghi di
lavoro e norme sul collocamento" è una
delle norme principali del diritto del
lavoro italiano. La sua introduzione ha
delle norme principali del diritto del
lavoro italiano. La sua introduzione ha
segnato importanti modifiche migliorative,
sia sul piano delle condizioni di lavoro,
sia sul piano dei diritti.
Fino ad oggi di fatto costituisce l'ossatura
e la base del diritto al lavoro.
Un'ossatura che il governo Monti si sta
apprestando a sgretolare. Non dobbiamo
permetterlo!
Monti e la Fornero con una fredda volontà
hanno spiegato che l'articolo 18 è un
ferrovecchio, che la parola “reintegro”
sia sul piano delle condizioni di lavoro,
sia sul piano dei diritti.
Fino ad oggi di fatto costituisce l'ossatura
e la base del diritto al lavoro.
Un'ossatura che il governo Monti si sta
apprestando a sgretolare. Non dobbiamo
permetterlo!
Monti e la Fornero con una fredda volontà
hanno spiegato che l'articolo 18 è un
ferrovecchio, che la parola “reintegro”
indica solo una possibilità remota, che i
padroni otterranno fior fiore di ulteriori
favori anche in fatto di
padroni otterranno fior fiore di ulteriori
favori anche in fatto di
precarizzazione del lavoro, che nessun altro
governo avrebbe potuto far tanto
per compiacere il padronato italiano.
governo avrebbe potuto far tanto
per compiacere il padronato italiano.
Le modifiche al nostro statuto del mondo
del lavoro, che presto il governo
approverà in forma definitiva, sono
inaccettabili per gli operai.
La CGIL e la FIOM evitino balbettii, rifiutino
ogni subordinazione e attesa
messianica (non avverrano miracoli
La CGIL e la FIOM evitino balbettii, rifiutino
ogni subordinazione e attesa
messianica (non avverrano miracoli
dal cielo) e promuovano da subito un vero
sciopero generale ad oltranza per
il ritiro delle misure annunciate.
sciopero generale ad oltranza per
il ritiro delle misure annunciate.
In ogni caso nessuno potrà trincerarsi
attorno al puro “dissenso”: è l'ora della
contestazione di massa del governo
attorno al puro “dissenso”: è l'ora della
contestazione di massa del governo
e dei partiti che lo sostengono: nei luoghi
di lavoro, nei movimenti di lotta,
sul territorio.
Le stesse sinistre politiche e sociali, che di
fatto sono alleate nelle varie
amministrazioni locali col PD dei banchieri,
di lavoro, nei movimenti di lotta,
sul territorio.
Le stesse sinistre politiche e sociali, che di
fatto sono alleate nelle varie
amministrazioni locali col PD dei banchieri,
non possono cavarsela col “distinguo” (SEL) o
con la “critica” (PRC) delle misure
annunciate da questa maggioranza
con la “critica” (PRC) delle misure
annunciate da questa maggioranza
di governo, ma devono rompere questa
subordinazione politica.
Come si può criticare Monti senza criticare
il PD? IL PD sostiene da sempre
il governo Monti, ha votato l'invotabile
subordinazione politica.
Come si può criticare Monti senza criticare
il PD? IL PD sostiene da sempre
il governo Monti, ha votato l'invotabile
in questi mesi di governo. Nessuno pensi
che la nuova alternativa al governo
Monti sia un nuovo centrosinistra di
che la nuova alternativa al governo
Monti sia un nuovo centrosinistra di
Bersani e Veltroni. Monti deve cadere, ma
lo deve fare dal versante di classe!
Basta con queste rimozioni
lo deve fare dal versante di classe!
Basta con queste rimozioni
"gattopardesche", tutto cambia e nulla cambia.
L'unica alternativa a questo
governo è un governo di classe.
Lo scontro sociale che si è aperto interroga la
coerenza di tutte le sinistre:
sindacali, sociali e politiche.
L'unica alternativa a questo
governo è un governo di classe.
Lo scontro sociale che si è aperto interroga la
coerenza di tutte le sinistre:
sindacali, sociali e politiche.
E non lascerà spazio ad amiguità.
FONTE
- email: info@pclavoratori.it
UN POSTO DI LAVORO IN CAMBIO DELLA DIGNITA’ di G.Tirelli
Oggi, ogni singolo soggetto che ricopre una qualsiasi
carica, che occupa un posto di responsabilità e di prestigio, o più
semplicemente gode di un privilegio rispetto a tutti gli altri, deve essere
prima di tutto corruttibile e parallelamente ricattabile.
Questi sono i fondamentali del Sistema – un dogma - una
pre/condizione venendo a mancare la quale, ogni possibilità di migliorare il
nostro status ci è preclusa per sempre. Il concetto di “merito” che oggi si vuole
sdoganare come parametro atto a selezionare la competenza, è l’ennesima
impostura del Sistema che opportunamente facilita la raccomandazione, il
nepotismo e il servilismo.
Una persona di buon senso, colta e intelligente, ancorata
a solidi principi e valori, è vista dal Sistema Potere come elemento di
sovversione, capace di destabilizzare le logiche perverse che regolamentano le
società liberiste, consumiste.
Il tuo curriculum, caro giovane, che con orgoglio (viste
le ottime e lodevoli credenziali) ti appresti a sottoporre al giudizio
dell’ennesimo filibustiere di turno, è paradossalmente quella indelebile
macchia nera che farà carta straccia di ogni tua ambizione al fine di entrare
nel mondo del lavoro. Ma se diversamente, sei in grado di produrre una fedina
penale all’altezza della situazione, dove i reati per corruzione,
appropriazione indebita, peculato, riciclaggio, si alternano allegramente
all’associazione mafiosa, fino alla rapina a mano armata, ti puoi considerare
già assunto, e così partecipare al grande businness confortato dalla protezione
e dalla stima dei tuoi benemeriti padrini.
Se poi sei donna, giovane e attraente hai tutte le porte
aperte, ma non prima di avere soddisfatto i pruriti sessuali del tuo futuro
datore di lavoro. A questo punto hai la strada spianata per intraprendere una
carriera di tutto rispetto.
E’ questa la cruda, terribile e sconcertante realtà! E
non c’è modo di contrastarla ne tanto meno di cambiarla.
La nostra società é così marcia e corrotta in ogni sua
cellula che se per assurdo, si riuscisse ad imporre regole ferree e pene certe,
lo stesso Sistema Socio Economico Finanziario imploderebbe in breve tempo -
risultato di un liberismo marcio, tiranno e senza regole, che attraverso un
meccanismo perverso improntato sull’interesse particolare, sulla sistematica
illegalità e sul mercimonio della dignità, consolida e rafforza il suo
demoniaco potere.
Come possiamo dunque minimamente immaginare che questo
branco di diavoli intenda riconvertire la sua natura maligna in bene comune
così da migliore le condizioni di vita dei cittadini? E’ un pensiero che non li
sfiora minimamente, impegnati come sono a consolidare il loro potere e
privilegi. Le loro carriere, che siano politiche, istituzionali o
imprenditoriali, sono disseminate di crimini, di tradimento e di menzogna:
tratti caratteriali di un Sistema che, nel tempo, sono assurti a pratiche
comportamentali e regole relazionali.
Un altro dato caratteriale che contraddistingue questa
“gang” e per affinità la accomuna alla criminalità organizzata, è l’omertà.
Come all’interno di un clan mafioso, sono soggetti ad un codice d’onore che
devono applicare alla lettera, pena l’estromissione, il totale isolamento ed
altro ancora!
Tutto questo, chiaramente, si riflette sul paese civile, dove la
parte marcia della società si allinea al potere, emulandone i comportamenti e
aggravandone così la condizione generale.
Per tanto, mio caro e onesto giovane, che dopo tanti
sacrifici e rinunce ti appresti a traghettare le tue capacità, eccellenze e
competenze nel mondo del lavoro, sappi che questo percorso sarà disseminato di
ostacoli, lungo e doloroso, perché in cambio di quel posto dovrai sacrificare
la tua dignità.
Gianni Tirelli
Fulvio Grimaldi
La Gestapo dei nazisionisti, cari ai loro trombettieri Fazio Saviano, all'opera in una prigione di patrioti palestinesi.
http://www.facebook.com/ Hona.Alexandriahttp://www.facebook.com/ Egypt.With.Third.Intfadaكشف التلفزيون الإسرائيلي لأول مرة خلال برنامج تقدمه القناة يطلق عليه...
domenica 20 maggio 2012
"QUELLO CHE NON HO" E MI GUARDO BENE DALL' AVERE Postato il Venerdì, 18 maggio @ 07:05:00 CDT di davide | ||
DI FULVIO GRIMALDI fulviogrimaldi.blogspot.it A proposito di armi di distrazione di massa, non poteva non accorrere alla chiamata a quelle armi la provetta coppia dalla lacrima tossica Fazio-Saviano? Ed è accorsa dotata del migliore armamentario necessario alla distruzione della razionalità con cui l’essere umano provvede alla difesa della sua autonomia di giudizio. Ho visto su La 7 la megakermesse dell’emozione lacrimoso-buonista “Quello che (non) ho”, il parossismo del politicamente corretto, una parata patetico-melò nella quale hanno affogato anche alcune delle personalità più rispettabili, per quanto nell’occasione a loro dispetto strumentalizzate, vedi Scola, Olmi, Elio Germano, Raffaele La Capria, il solipsista Guccini, vedi la partigiana, vedi il maestro di strada Cesare Moreno, mio compagno nella lontana Lotta Continua, messi lì per arruffianarsi e intorpidire la sinistra. Hanno addirittura commesso il sacrilegio di inserire nelle loro turpitudini l’immagine e la parola di Pasolini. Il pubblico, rasserenato dallo sghignazzo per il buffone di corte Littizzetto che elegantemente chiedeva a Fassino se non gradiva farsi Carla Bruni, subiva l’annichilimento di ogni ragione critica nelle suggestioni revival di Elisa, nelle storie di bambini napoletani sputazzoni e sputacchiati, nelle melensaggini bibliche – o quanto praticate! – sull’amore per il prossimo, nell’edificante evoluzione di Rocco Papaleo dal sasso lanciato in faccia al nemico, al sasso riscattato al “costruire”. Miravano alla pancia e prendevano alle spalle. Con gli spettatori presi per il culo da tutta questa fuffa di sciropposa emotività, nemica, sì, del freddo raziocinio, ma molto amica di un compassionevole autocompiacimento, la traiettoria delle salve autentiche del duo di vivandiere dell’armata dei diritti umani con il pugnale tra i denti partivano dalla pancia (e, nel caso della coprologa Littizzetto, dal basso ventre) e agevolmente arrivavano a colpire cervelli ormai disarmati. Prima, a spazzare il campo da ogni resistenza, le mine anti-comuniste piazzate dagli artificieri della democrazia, Lerner e Gramellini, con il recupero all’etica dell'anticomunismo di Solidarnosc, i prezzolati terminali polacchi di Vaticano e Usa. A dissodare il terreno provvedevano due accorate fanciulle che, rispettivamente, dovevano satanizzare lo Stato canaglia Iran ed esaltare una rivoluzione dei gelsomini tunisina di cui si trascurava la fine tra le fauci dei Fratelli Musulmani, che si sa quanto sono promotori della dignità e felicità delle donne. Indi, messosi sulle vergogne la foglia di fico del fervorino antimafia, arrampicatosi sulla croce della sua periclante vita sotto scorta, Saviano, a prima vista vampiro a corto di sangue, assumeva il ruolo del cannoniere di sfondamento. Riesumando i cadaveri putrefatti della disinformazione imperiale, eseguiva alla perfezione gli ordini dei mandanti dell’operazione. Una breve, micidiale, per quanto ormai antistorica bordata contro la Libia, con i ratti Nato-Al Qaida messi sullo stesso piano dei laici rivoluzionari antimperialisti e anti-tirannici delle primavere arabe autentiche, questi ultimi felicemente liquidati da savianei Nato-islamisti in Bahrein, Egitto, Yemen. Consapevole delle benefiche ricadute tra i politically correct, delle primavere, esaltava il ruolo delle donne (che in Libia erano invisibili tra i “ribelli”, se non stuprate e sgozzate, mentre erano in prima fila nella resistenza patriottica). Poi la stoccata strategica contro il nemico assoluto, la Russia di Putin (in sintonia a destra con il terminator Obama e, a “sinistra”, con il rivoluzionario colorato e slavofobo del “manifesto”, Astrit Dakli), rilanciando l’infame falsificazione mediatica della tragedia di Beslan, Ossezia del Nord, 1/9/2004. Sguazzando tra i bambini falcidiati in quella scuola dai terroristi Nato-ceceni, scaricava la responsabilità del massacro sui russi, intervenuti per porre fine al massacro. Avreste dovuto godervi le lacrime di Fabio Fazio al termine della “testimonianza” di una povera complice della fetecchia. Se immaginavo che mai ci avrebbe potuto essere qualcosa di più oscenamente ipocrita del finto pianto della Fornero, mi sbagliavo. Per ottundere la visione degli orrori in corso ad opera dei suoi mandanti tra Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen, Somalia, Messico, Honduras, e di quelli strutturali degli alleati qatarioti, bahreiniti, sauditi, turchi, Usa, contro la propria popolazione, e per lubrificare i futuri lanciamissili contro Stati e popoli non normalizzati, l’uomo di Casal di Principe riesumava veline Cia-Mossad intrise del sangue della verità. La magnifica serata ha evidenziato il suo significato di presa per il culo dei narcotizzati dalla commozione, con un omaggio diretto alla Nato e ai suoi eroi: un certo ufficiale di marina in sfolgorante uniforme rievocava come, con la sua corvetta, avesse salvato bambini e donne alla deriva sul barcone al largo di Lampedusa. Gloria e onore alla nostra marina che in un solo anno ha salvato ben 32mila migranti dall’atroce fine in fondo al mare. Stupefatti, muti come pesci e bianchi come merluzzi, da quel fondo del mare seguivano la trasmissione decine di migliaia di non salvati dal nostro eroico capitano di corvetta. E neanche dalla corvetta Sibilla quando speronò la Kater i Rades per mandare sott’acqua 81 albanesi. E neanche dalle tante navi da guerra italiane che, per la Nato, guardavano e cannoneggiavano i libici e se ne fottevano altamente dei fuggiaschi da quelle granate mentre annegavano lì intorno. Effetti collaterali che non turbavano i buoni sentimenti, né degli artefici di questo Kolossal imperiale, né dei loro consapevoli o inconsapevoli complici, né di un pubblico che se ne tornava a casa in brodo di giuggiole per aver fatto e visto una cosa buona. Per la terza puntata, l’uomo dagli occhi da morto vivente si era riservato il bersaglio grosso. Personaggio nerissimo,con le radici sprofondate nell’estrema destra, lettore appassionato di Julius Evola, sostenitore dello Stato criminale per eccellenza, Israele, non poteva non dare il suo contributo a quello a cui gli psicopatici nichilisti dell’armageddon biblico puntano come alla “battaglia finale”. Tutta la parata di stelle della più dignitosa intellettualità italiana, il panteon dei martiri di mafia e industria, le tempeste emotive suscitate dai vari “casi umani” (tipo “l’ansia della mamma con il figlio in missione di pace”, cioè professionista del killeraggio colonialista), le ruffianerie musicali collegate agli anni in cui “eravamo giovani e belli”, costituivano i preliminari in vista della penetrazione. Non servivano ad altro che a montare attenzioni, ascolti e consensi verso l’obiettivo vero di tutta l’operazione: la Cina. In un copione che poteva essere scritto a molte mani da Cia, Mossad, Amnesty, Human Rights Watch, Avaaz e Hillary Clinton, cioè dalla créme de la créme della sodomizzazione planetaria, ma che portava la firma dell’immancabile dissidente, Saviano incartava un pubblico ormai spogliato di ogni resistenza razionale. Non aveva mai messo il becco in Cina, Stato quanto mai discutibile nel suo paradossale capital-comunismo, ma incomparabilmente meno efferato rispetto a Stati divoratori e desertificatori di paesi e popoli, quali quelli a cui questo pifferaio del male assoluto presta i suoi servigi. Né sapeva citare alcunché di analisti seri e obiettivi. Gliene bastava la conoscenza, in tutti i suoi orrori, fornitagli dal dissidente Liu Xiao, uno che nei Laogai cinesi, campi di lavoro per detenuti, ma campi di sterminio per Saviano, aveva speso alcuni anni. Saviano combina il piglio del fustigatore morale con quello del giustiziere. E il pubblico, inconsapevole del waterboarding psicoemotivo cui è sottoposto, applaude a ogni passaggio, sentendosi spostato sempre più dalla parte del bene assoluto: processi farsa, lavaggio del cervello, torture, confessioni estorte, fame, prigionieri ischeletriti. “Pare”, dice Fazio, dai 3 ai 5 milioni attualmente nei Laogai, 40 dai tempi di Mao, mica qualche ladro, rapinatore, omicida, corrotto, spia, macchè, tutta gente che si limitava a “pensarla diversamente”. Su un tavolino erano sparsi alcuni dei prodotti cinesi che invadono i nostri mercati, belli o brutti, ma anche loro travolti dall’esecrazione savianea, giacchè “del regime comunista” e, dunque, ontologicamente nefasti. Oltreché perniciosi per il monopolio mercataro delle multinazionali. Avesse un briciolo di onestà, questa sordida invettiva anticinese su cose che in Occidente si fanno meglio e su più vasta scala, avrebbe potuto prendersela con i portachiavi cinesi con, in un sacchetto, tartarughine vive. Vive per un mese, per poi morire soffocate. Ma ci pensate quanto gliene fotte al sicario e ai suoi mandanti? Mica si tratta di “diritti umani”. A Saviano, al confronto con la cui indignazione contro i “regimi comunisti” (tutti, non risparmia neppure Ungheria, Bulgaria, Romania, buonanime e cita, en passant, gli irrinunciabili Castro e Chavez), quella del popolo di Occupy, della Puerta del Sol, o delle moglie dei suicidati da Monti-Fornero, risulta una banale irritazione, succede, piagnucoloso quanto serve, il dissidente Liu Xiao, appropriatamente Premio Nobel. Proprio come Kissinger, Begin e Obama. Ha fatto qualche anno di Laogai, accusato di corruzione. Liberato, in quale paese immaginate che si sia precipitato? In quello di tutte le libertà, santuario dell’habeas corpus, esportatore di diritti umani, equo ridistributore di ricchezze. Direttamente a Washington: “Sono stato fortunato, finalmente la libertà mi sorrideva”. Dagli Usa, alcuni anni dopo, premiato con cittadinanza statunitense, omaggiato dal Senato a maggioranza repubblicano-bellicista, assoldato e addestrato dalle centrali di spionaggio e destabilizzazione (quelle delle “rivoluzioni colorate”), veniva rispedito in Cina. Si dotò dell’immancabile copertura con una Fondazione Liu Xiao, fu quasi subito scoperto da chi ben conosceva i suoi polli, arrestato e, visto che gli Usa gli avevano fornito lo scudo della cittadinanza, rispedito a casa sua. Fulvio Grimaldi |
IL VENTO DELLA VENDETTA di G. Tirelli
IL VENTO DELLA VENDETTA di G. Tirelli
“Il Sistema predica la non violenza e ci ammazza come mosche! Ci ammazza nelle fabbriche, ci ammazza togliendoci il lavoro, ci ammazza avelenando l’aria, l’acqua e il territorio – ci ammazza contaminando il cibo, con le scie chimiche, con campi elettromagnetici, le radiazioni, i vaccini e alla fine derubandoci della dignità”
Adesso ci ammazzano i ragazzi fuori dalle scuole! I nostri figli! Un atto a tal punto perverso e incomprensibile per l’obiettivo che si è voluto colpire, che solo una mente diabolica può averlo premeditato e messo in atto. Ma questa entità maligna non ha ne il volto della mafia ne del terrorismo, ma si esprime in una totale assenza dello Stato che di fatto ne diventa il mandante, armando così la mano del cernefice.
Si è consumata una violenza a tal punto gratuita che sfugge alle categorie mentali e alla possibilità di identificarne la matrice. Hanno colpito la giovinezza, la spensieratezza e la speranza, per innalzare un muro di paura e di terrore sul futuro di questo matoriato paese e delle nuove generazioni.
Chiesa, istituzioni, finanza, criminalità, potere politico e mediatico, sono le 6 mostruose teste assetate di sangue di quella bestia lurida e subdola che nello Stato trova la sua ideale collocazione. Questi soggetti dalla natura mefistofelica, interagiscono fra loro elevando così al massimo il livello della loro potenza di fuoco, capace di condizionare ogni nostra scelta e pensiero.
La devastazione ambientale, deriva sociale e morale, hanno tutte come denominatore comune quel progetto di sterminio architettato e pianificato dal Sistema Bestia. Per tanto il vero problema, non sono le scie chimiche, i vaccini, la deforestazione, l’inquinamento, il signoraggio, le banche o quel “nuovo ordine mondiale” di cui tanto si tratta, ma sono tutti quanti gli effetti aberranti - le metastasi – di quel Grande Cancro che nel Potere assoluto incarna la quint’essenza del maligno.
Non smetterò mai di sottolineare questo concetto, sapendo comunque a priori che la gran parte degli individui non è in grado di percepirne la vera essenza e drammaticità.
Io sono stanco, triste, avvilito di fronte all’orrore e alla crudeltà che quotidianamente si consuma sulla pelle degli innocenti! Sono disarmato di fronte all’ottusità generale dellla gente, incapace di darsi delle regole, e di rinunciare alle più insulse dipendenze e debolezze. Non ci sono più scusanti per nessuno e ogni attenuante adddotta, non fa che compattare e rendere più agguerrita la Bestia rendendoci a tutti gli effetti complici del suo piano di sterminio. Sono stanco di vivere con dei morti, stanco della loro fasulla indignazione, delle loro parole prese in prestito, trafugate e spacciate come verità assoluta sull’onda dell’ultima notizia e scoup di giornata.
Ne ho piene le palle delle manifestazioni di piazza, di comitati, associazioni e contraddittori politici - di spread, di pil, di crescita e di sviluppo. Siamo in un mare di merda così grande da non scorgerne i confini. Una merda con la quale ci alimentiamo ogni santo giorno senza batter ciglio, ma che partecipiamo a produrre come vermi aggrovigliati l’un l’altro dentro questa fogna in cui è trasfigurata la nostra vita moderna. Ci hanno scaraventato al centro di un inferno fatto di paure, angosce e solitudine mentre la nostra anima galleggia defunta sulla superfice stagnante di un oceano di menzogne e infamia. Quali diritti, quali doveri, quale informazione, quale conoscenza, se tutto questo non si è tradotto in fatti, azione tangibile e in legittima rivoluzione! Ma cosa stiamo ancora aspettando perché ci si risvegli da questo incubo, e porre fine a questo maleficio!
Non abbiamo una vita, non abbiamo una privacy – ci hanno sottratto ogni motivo di felicità e di speranza e quel giorno, quando i nostri figli avranno bisogno di aiuto, noi non ci saremo!
Sarebbe stato meglio per loro che non foddero mai nati!
La nostra condizione è talmente miserabile, precaria e folle, che ogni barlume di dignità si è spento per sempre, lasciando così al Sistema Bestia ogni potere di vita e di morte.
Adesso lo Stato Potere fa esplodere bombe sui corpi innocenti dei nostri figli, e Satana divertito, si strofina le mani coronando il successo della sua ennesima aberrazione.
Il Sistema predica la non violenza e ci ammazza come mosche! Ci ammazza nelle fabbriche, ci ammazza togliendoci il lavoro, ci ammazza avelenando l’aria, l’acqua e il territorio – ci ammazza contaminando il cibo, con le scie chimiche, con campi elettromagnetici, le radiazioni, i vaccini e alla fine derubandoci della dignità.
Sono stanco di scivere, di leggere di informarmi e di capire, quando tutto, da tempo, era chiaro, evidente e inconfutabile.
Le nostra indignazione è solo uno mucchio di parole di uno sterile e noioso chiacchiericcio dietro il quale intendiamo mascherare le nostre responsabilità individuali.
Nell’aria soffia il vento della vendetta e nelle piazze, migliaia di ghigliottine si apprestano a tagliare le teste dei nostri carnefici.
Lo dobbiamo ai nostri figli, perché non ci maledicano, quel giorno, di averli messi al mondo.
Gianni Tirelli
Brindisi. La piazza caccia i politici dal palco di Redazione Contropiano
Brindisi. Migliorano le ragazze ferite
di Redazione Contropiano
Le quattro ragazze ricoverate presso il nosocomio brindisino hanno passato la notte senza difficoltà. Le condizioni delle due che si trovano presso il Centro Grandi ustionati - Azzurra Camarda e Sabrina Ribezzi - stanno pian piano migliorando.
Brindisi. La piazza caccia i politici dal palco
di Redazione Contropiano Diffondi su OkNotizie | ||
«Fuori i politici dal palco, non vogliamo collusi non vogliamo ascoltarvi. Le scuole non si toccano». È l'urlo sollevato da una gremitissima piazza della Vittoria a Brindisi dove è cominciato con un minuto di silenzio la manifestazione contro la mafia. Sul palco c'erano numerosi esponenti politici sia di centrodestra sia di centrosinistra sia nazionali sia regionali. |
Sul palco un gruppo di giovani mostra uno striscione sul quale è scritto: «Siamo cittadini di un Paese che si ricorda che dobbiamo stare uniti solo quando si muore. Ciao, Melissa». Inviti all'unità per combattere insieme sono arrivati ripetutamente dal sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, e di Mesagne, Franco Scoditti. «Hanno colpito - ha detto Scoditti - l'intera nazione. La nostra coscienza deve ribellarsi, ma dobbiamo uscire mettendo tutti insieme il coraggio e la coscienza».
mmt evento Venezia "Mosler"
Conferenza di W. Mosler a Venezia
maggio 20, 2012
Warren Mosler, il padre della MMT, ha tenuto una conferenza in Italia, a Venezia, con Paolo Barnard.
Per capire concretamente la MMT è assolutamente consigliato vedere la conferenza di Mosler, “la Mmt per bocca di Mosler è un altro mondo, un mondo nei mondi, una scoperta in fila all’altra” (cit. P. Barnard)
Per vedere il video:
COSTRUIRE UN’ECONOMIA SALVA VITE, SALVA STATO, SALVA DEMOCRAZIA.
Uno Stato con moneta sovrana, legittimato dai cittadini, che spenda a Deficit Positivo per il beneficio del 99% di noi, è l'unica vera democrazia
Uno Stato con moneta sovrana, legittimato dai cittadini, che spenda a Deficit Positivo per il beneficio del 99% di noi, è l'unica vera democrazia
EVENTO
WARREN MOSLER A VENEZIA IL 19 MAGGIO: DOVE, QUANDO, PERCHÉ E I TEMI
Warren Mosler, il padre dell'MMT, incontra gli attivisti a Venezia dalle 15.00 in poi del 19 maggio.
Ecco i temi che verranno trattati e alcune informazioni pratiche per raggiungere la sala.
BARNARD-MUSU: DENUNCIARE IL GOLPE FINANZIARIO, METTERCI LA FACCIA E CAMBIARE L’EUROPA
di Paolo BarnardHo denunciato il Golpe Finanziario e i suoi golpisti italiani. Ora fatelo anche voi. Mettiamoci la faccia, basta chiacchiere
CIRCUITISMO
LE VERE REGOLE DI UNA BUONA FINANZA PUBBLICA
di Alain Parguez
Uno Stato ben gestito, che programma deficit «buoni», non può mai finire in bancarotta. L'economia dell'euro è vittima della stramba ideologia che si è costruita, radicata nella propria storia.
DIDATTICA
PER CHI SUONA L’UNIONE MONETARIA: LE TRE LEZIONI DELL’UNIONE MONETARIA EUROPEA
di Alain Parguez
Ecco la prima parte della relazione che ha presentato il professor Alain Parguez durante “La conferenza sull’Unione Monetaria” a Ottawa, nel 2000. Nel video: la sua relazione “Euro, il nuovo ordine totalitarista” tenuta al Summit MMT di Rimini.
MMT
(RI) OCCUPIAMO LA GRECIA
di William Black
Mentre il movimento Occupy Wall Street (OWS) ha preso di mira una piazza finanziaria per occuparla, la Germania ha compiuto un’impresa di gran lunga più impressionate, quella di occupare un’intera nazione
SARÀ UNA STRAGE
di Paolo Barnard
L’Italia già da tempo ha un surplus di bilancio primario. E se io ti dico questa cosa, a te signor Gino Franchi o a te signora Marta Fasini, a te studentessa di legge o a te studente di storia, rimanete lì a sbadigliare senza capirci niente. E invece sapete cosa vi ho appena detto? Vi ho appena detto che la manovra di lacrime e sangue di Mario Monti è un buffetto sulla guancia confronto a quello che dovrà arrivare. Sarà una strage, e qui lo scrivo, almeno qui, visto che questi allarmi salva-vita non saranno mai lanciati da Michele Santoro, per malafede, o da Jacopo Fo e Beppe Grillo, per desolante ignoranza. (non cito la CGIL perché sono analfabeti, quindi non è colpa loro)
EVENTI
ITFORUM DI RIMINI: LA FRODE MORTALE DEL DEBITO PUBBLICO E DELL’AUSTERITA’
L'economista MMT Warren Mosler (con la partecipazione di Paolo Barnard e moderatore Giovanni Zibordi all'ITforum di Rimini il 17 maggio dalle 15 in poi.
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