MA QUALE CRISI!!! QUESTA E’ LA FINE DEL
MONDO.
Un sistema che ha fondato la sua esistenza
sullo spreco, sul degrado e sulla commercializzazione di beni superflui e di
infima qualità, era destinato a implodere.
Questa, del mondo occidentale, non è una semplice
crisi, ma la fine di un’epoca. Il gran numero di disoccupati e di precari in
continuo aumento, è il logico risultato di un tipo di lavoro, privo di
fondamentali e, quindi di regole certe.
Per usare una metafora, paragonerei il
Sistema Liberista Relativista, ad una fabbrica di bolle di sapone. La gente,
ingannata per decenni e abbindolata dalla seduzione della modernità e da una
massiccia propaganda mediatica totalitaria (che ha speculato sui bisogni,
fragilità, paure e debolezze), troppo tardi ha compreso il valore effimero
delle bolle di sapone. L’inganno è stato totale e ha prodotto un becero
relativismo, che ha fatto piazza pulita di ogni valore etico e morale,
omologando gli individui e codificandoli come semplici consumatori. Piano piano
il grande imbroglio sta venendo a galla, e così la rabbia dei truffati, che
esploderà in tutta la sua potenza, quando, quella che oggi é definita una
crisi, assumerà le sembianze dell’apocalisse. L’avvelenamento delle acque e
dell’aria, erano parametri sufficienti per rendersi conto di quale cammino era
stato intrapreso, e indicatori della loro potenzialità distruttiva. Con che
spudoratezza, tutto questo, è stato definito progresso e benessere? Se, per
fare un esempio, oggi, tutti gli automobilisti di Milano rispettassero alla
lettera il codice della strada, questa città, già invivibile e caotica, si
bloccherebbe all’istante. Può sembrare un assurdo ma è proprio grazie a chi
elude e infrange le regole che, oggi, miracolosamente il traffico continua a
scorrere, e le casse del comune ad ingrassarsi a dismisura.
Lo stesso principio e meccanismo vale anche
per l’economia del nostro paese (il Sistema) che se dovesse attenersi a regole
ferree e pene certe, imploderebbe in una settimana. Se i cittadini di un
qualsiasi paese occidentale poi, in virtù di un risparmio ragionevole e
doveroso, si astenessero dal consumare beni effimeri, contraffatti e
voluttuari, orientandosi su quelli primari, durevoli e di prima necessità, il
Sistema, che oggi ci governa e che ci opprime, si squaglierebbe come neve al
sole. Sentire ancora parlare di ricerca, di crescita e sviluppo e delle
semplificazioni relative al fare impresa, come le inderogabili soluzioni alla
crisi, sarebbe come rendere libera la pesca, epurando il suo regolamento da licenze,
normative e divieti, quando oramai di pesci nel mare non ce ne sono più.
Avremmo dovuto investire le nostre energie in un prudente dialogo con la madre
terra, rispettandone le sue logiche e regole imperiture. E’ stata umiliata la
natura e mortificato il lavoro dei campi, adducendone un significato distorto,
di inciviltà, di miseria e ignoranza. Abbiamo voluto sfidare le nostre vere
ragioni, come alieni, venuti da un’altra galassia, ma presto, la terra, ci
ripagherà con la stessa moneta, per averla infamata e violentata.
Solo recuperando i valori e i doveri di un
passato luminoso, oggi soppiantati dal perverso consumismo della Bestia
Liberista, potremo intravedere un futuro fra le nere nubi che si addensano
all’orizzonte, ma il prezzo da pagare sarà di sangue, di paura e di follia. Per
tutti questi motivi, “la disperazione più grande che possa impadronirsi di una
società, è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”. “Una tale
disperazione, avvolge il mio paese da molto tempo.”
GJTirelli