martedì 31 dicembre 2013
FORMAZIONE COLLETTI BIANCHI MEMMT, SERVONO FONDI.....P.Barnard
FORMAZIONE COLLETTI BIANCHI MEMMT, SERVONO FONDI.
Senza giri di parole il messaggio a voi è questo: l’11 e il 12 gennaio il nostro capo-economista Warren Mosler verrà in Italia. Il 12 sarà una giornata fondamentale, di quelle che se fossimo in un altro mondo accadrebbe con regolarità ogni mese dell’anno. Succederà che Mosler terrà una ‘intensiva’ di 12 ore coi referenti economisti dei Gruppi Territoriali MEMMT, con gli aderenti ai gruppi come spettatori. L’intensiva serve per, e qui parlo come si mangia, dare ai nostri colletti bianchi le palle d’acciaio di competenza che servono per essere credibili quando si dice…
… TUTTI A CASA, BASTA EURO, SALVIAMO L’ITALIA…
Mosler come sempre ha fatto per noi verrà gratis (con inseparabile moglie), ma la linea aerea e gli hotel non sembrano seguire il suo esempio e sfacciatamente ci chiedono dei soldi. Noi ci auto tasseremo, ma se qualcuno di voi ha i 10 euro da investire per la formazione della nostra classe dirigente MEMMT, siete pregati di donare qui:
CODICE IBAN
IT08 Y076 0113 6000 0101 1114 780
CODICE BIC/SWIFT
BPPIITRRXXX
INTESTATO A: ASSOCIAZIONE MEMMT TOSCANA
POSTE ITALIANE
Ora due parole di sostanza, brevissimo. Osservate cosa è successo in Italia (e non solo) negli ultimi decenni e soprattutto in questi ultimi anni dove fra M5S e Forconi e Sovanisti vari sembrava che scoppiasse la Revolucion! Un flop fra ridicoli ragazzetti penta stellati con la cravattina e le Nike alla Camera che proclamano “Noi ora sappiamo governare!!”, che è come se mio cugino Gigetto di 8 anni fosse stato alla Playstation un mese e dicesse “Io oggi so gestire il CERN di Ginevra”; e lo sconsolante spettacolo dei Forconi e ‘Noinonsiamoforconi ma siamo quegli altri incazzati”. Come ho scritto e detto in TV, non solo non c’è una singola persona fra tutti questi in grado di gestire il ministero del Tesoro per 80 secondi filati, ma non sanno neppure chi è il Potere, come agisce né qualiMacro-competenze servono per combatterlo. Io mi sono veramente stufato di ripeterlo, non ne posso più. Io me ne sono tornato da 11 anni fra la City di Londra, gli USA, Bruxelles o Francoforte con l’idea precisa di chi sono, quelli che comandano tutto, e ci ho lavorato sopra come un dannato. Ma no. In Italia la contestazione, da 40 anni, non studia e vuole solo sbraitare colpa della casta o delle pensioni d'oro ecc.. Al Potere non si scompone neppure un pelo del pube.
La conclusione è semplicissima. Ci servivano 3 cose:
A) Un impianto economico e una conoscenza dei codici del Potere eccezionali. Oggi l’abbiamo: la Mosler Economics MMT, Warren Mosler e i suoi accademici USA, col francese Parguez. Poi il mio apporto investigativo e divulgativo.
B) Una grande squadra di colletti bianchi con le palle d’acciaio capaci di entrare alla BCE, al Tesoro, domani, e non farsi ridere dietro dal portinaio di Eurotower o di via XX Settembre, anzi, lasciare tutti di sasso: non l’abbiamo ancora (ergo Mosler da noi il 12).
C) Un sostegno di attivisti e imprenditori italiani che si occupasse di divulgazione popolare e di finanziamenti della MEMMT. Abbiamo una piccola squadra dei primi, i secondi ci hanno ronzato attorno e poi si sono dimostrati degli struzzi incapaci di vedere oltre la prima metà del loro becco. Come ho detto e scritto, sono quelli ‘che tutto si risolve nel micro’, quando il colosso del Potere li devasta tutti nel macro. Inutili. Quindi niente fondi, siamo sempre al verde.
Ma cosa volete fare in Italia? Dannato in questo Paese chiunque si avventuri intellettualmente oltre “governo ladro”, o fisicamente oltre fare pizze (magari anche Kebab ultimamente). Ok, se potete versare per il 12 gennaio fatelo, grazie. PB
ARTICOLO APPARSO SUL CORRIERE DELLA SERA IL 30 DICEMBRE....Marco Ferrando
ARTICOLO APPARSO SUL CORRIERE DELLA SERA IL
30 DICEMBRE
30 Dicembre 2013
Corriere 30.12.13
Ferrando: espropriare le banche, creare lavoro
di Marco Cremonesi
MILANO — Marco Ferrando resta fedele alla linea: «È impossibile qualsiasi accordo con chi si identifica con le classi dominanti». Il 3 gennaio partirà il terzo congresso del Partito comunista dei lavoratori di cui è portavoce e animatore, nato dalla rottura, nel 2006, dentro Rifondazione comunista per la scelta di Fausto Bertinotti di sostenere il governo Prodi. E la distanza con tutte le altre realtà della sinistra resta radicale: «Tanto più oggi — osserva —, dato che Rifondazione comunista mi pare abbia esaurito il suo ciclo». Di Sinistra ecologia e libertà non sembra avere grande opinione: «Vendola vuol fare la sinistra del centrosinistra... ». E certissimamente non c’è alcuno spazio di dialogo con un Pd che «con Renzi cancella in un partito liberale qualsiasi traccia simbolica del suo passato». Insomma, quello di Ferrando e del suo partito resta un programma rigorosamente «anticapitalista e antisistema che non ha a che vedere con nessuna delle ipotesi che vedo fare a sinistra». Il simbolo recente della «deriva», secondo Ferrando, di gran parte della sinistra è il «gioco di sponda» tra Matteo Renzi e il leader della Fiom Maurizio Landini: «Un segno della malattia di una sinistra che interpreta il proprio ruolo in una logica del tutto burocratica di ricollocazione di ruolo e status: la competizione è quella per fare il primo attore nella collaborazione con la classe dirigente». Il punto, ora, è superare anche la linea della Fiom di «contrastare la Fiat in ordine sparso. Perché in ordine sparso, perdi». Ci vuole, al contrario, «una piattaforma unica di rivendicazioni comuni: blocco dei licenziamenti, riduzione dell’orario di lavoro per meglio ripartirlo tra i lavoratori, un grande piano di nuovi lavori da finanziare con una montagna di nuove risorse». Quali? «Quelle derivanti dall’abolizione del debito pubblico nei confronti delle banche. Una nazionalizzazione delle banche vera, con esproprio degli azionisti e la loro messa sotto il controllo del popolo». Le polemiche pro o contro l’euro interessano poco a Ferrando. Nel senso che «l’alternativa non è tra euro e lira ma tra capitale e lavoro. Non è tra Roma e Bruxelles ma su chi comanda a Roma e a Bruxelles».
Ferrando: espropriare le banche, creare lavoro
di Marco Cremonesi
MILANO — Marco Ferrando resta fedele alla linea: «È impossibile qualsiasi accordo con chi si identifica con le classi dominanti». Il 3 gennaio partirà il terzo congresso del Partito comunista dei lavoratori di cui è portavoce e animatore, nato dalla rottura, nel 2006, dentro Rifondazione comunista per la scelta di Fausto Bertinotti di sostenere il governo Prodi. E la distanza con tutte le altre realtà della sinistra resta radicale: «Tanto più oggi — osserva —, dato che Rifondazione comunista mi pare abbia esaurito il suo ciclo». Di Sinistra ecologia e libertà non sembra avere grande opinione: «Vendola vuol fare la sinistra del centrosinistra... ». E certissimamente non c’è alcuno spazio di dialogo con un Pd che «con Renzi cancella in un partito liberale qualsiasi traccia simbolica del suo passato». Insomma, quello di Ferrando e del suo partito resta un programma rigorosamente «anticapitalista e antisistema che non ha a che vedere con nessuna delle ipotesi che vedo fare a sinistra». Il simbolo recente della «deriva», secondo Ferrando, di gran parte della sinistra è il «gioco di sponda» tra Matteo Renzi e il leader della Fiom Maurizio Landini: «Un segno della malattia di una sinistra che interpreta il proprio ruolo in una logica del tutto burocratica di ricollocazione di ruolo e status: la competizione è quella per fare il primo attore nella collaborazione con la classe dirigente». Il punto, ora, è superare anche la linea della Fiom di «contrastare la Fiat in ordine sparso. Perché in ordine sparso, perdi». Ci vuole, al contrario, «una piattaforma unica di rivendicazioni comuni: blocco dei licenziamenti, riduzione dell’orario di lavoro per meglio ripartirlo tra i lavoratori, un grande piano di nuovi lavori da finanziare con una montagna di nuove risorse». Quali? «Quelle derivanti dall’abolizione del debito pubblico nei confronti delle banche. Una nazionalizzazione delle banche vera, con esproprio degli azionisti e la loro messa sotto il controllo del popolo». Le polemiche pro o contro l’euro interessano poco a Ferrando. Nel senso che «l’alternativa non è tra euro e lira ma tra capitale e lavoro. Non è tra Roma e Bruxelles ma su chi comanda a Roma e a Bruxelles».
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Disastro di Olbia | Sedici immagini pesanti come macigni rimosse d'autorità
martedì, 31.12.2013 12:21 Categoria: Società e Costume
Autore: Matteo Marini - Repubblica
Autore: Matteo Marini - Repubblica
Sardegna > News > Politica & Societa > Società e Costume
< Pieru Francu Devias at a cùrriri cun is indipendentistas po sa presidèntzia de s'arregioni.
martedì, 31.12.2013 12:21 Categoria: Società e Costume
Autore: Matteo Marini - Repubblica
Sardegna > News > Politica & Societa > Società e Costume
< Pieru Francu Devias at a cùrriri cun is indipendentistas po sa presidèntzia de s'arregioni.Autore: Matteo Marini - Repubblica
Disastro di Olbia | Sedici immagini pesanti come macigni rimosse d'autorità
Il comune di Olbia rimuove i volti degli alluvionati sui manifesti affissi nei dieci luoghi più frequentati della città. Il progetto è nato dall'idea di un fotografo e artista, anonimo, ed è cresciuto online grazie alle donazioni di amici e colleghi.
Sulla cassetta postale di metallo che quest'uomo tiene in mano, senza sorridere all'obiettivo, il nome non si legge più. Era la cassetta delle lettere di casa sua, affissa accanto al portone in una delle strade di Olbia. Prima che l'alluvione spazzasse via tutto.
Il suo volto e quello di altri 15 alluvionati è apparso questa notte sui cartelloni delle strade della città sarda che il 18 novembre 2013, assieme a metà della regione, è stata sommersa da un fiume d'acqua. Tre ore in cui la realtà si è capovolta e una tragedia consumata. Lasciandosi alle spalle 16 morti.
Il progetto Exposed è un tentativo di riportare a galla dal fango i volti e le vite di chi è rimasto a ricostruire. Sedici storie, quante le vittime del disastro, che si raccontano con uno sguardo o un oggetto, tenuto in mano come un simbolo, sia di ciò che si è perso, sia di quello che si deve riconquistare.
Il progetto è nato dall'idea di un fotografo e artista, che ha deciso di rimanere anonimo, ed è cresciuto online grazie alle donazioni di amici e colleghi.
Grazie alla loro generosità e partecipazione ha messo insieme il denaro per far stampare 200 manifesti e, con una squadra di volontari, hanno affisso la nuova 'pubblicità' in dieci luoghi tra i più frequentati, da viale Friuli al Lungomare, allo stadio. In via Roma, in corso D'Annunzio e corso Umberto.
Questa battaglia notturna di 'guerrilla art', documentata da fotografi e videomaker, è stata fin troppo breve. Gli stessi cittadini coinvolti e ritratti nel progetto raccontano, indignati, che presto al mattino gli operai della società di affissione del Comune hanno strappato via i manifesti, forse perché affissi senza permesso.
Le immagini però circoleranno, soprattutto online, come una domanda insistente che attende una risposta sul futuro di questa terra ferita
Il suo volto e quello di altri 15 alluvionati è apparso questa notte sui cartelloni delle strade della città sarda che il 18 novembre 2013, assieme a metà della regione, è stata sommersa da un fiume d'acqua. Tre ore in cui la realtà si è capovolta e una tragedia consumata. Lasciandosi alle spalle 16 morti.
Il progetto Exposed è un tentativo di riportare a galla dal fango i volti e le vite di chi è rimasto a ricostruire. Sedici storie, quante le vittime del disastro, che si raccontano con uno sguardo o un oggetto, tenuto in mano come un simbolo, sia di ciò che si è perso, sia di quello che si deve riconquistare.
Il progetto è nato dall'idea di un fotografo e artista, che ha deciso di rimanere anonimo, ed è cresciuto online grazie alle donazioni di amici e colleghi.
Grazie alla loro generosità e partecipazione ha messo insieme il denaro per far stampare 200 manifesti e, con una squadra di volontari, hanno affisso la nuova 'pubblicità' in dieci luoghi tra i più frequentati, da viale Friuli al Lungomare, allo stadio. In via Roma, in corso D'Annunzio e corso Umberto.
Questa battaglia notturna di 'guerrilla art', documentata da fotografi e videomaker, è stata fin troppo breve. Gli stessi cittadini coinvolti e ritratti nel progetto raccontano, indignati, che presto al mattino gli operai della società di affissione del Comune hanno strappato via i manifesti, forse perché affissi senza permesso.
Le immagini però circoleranno, soprattutto online, come una domanda insistente che attende una risposta sul futuro di questa terra ferita
Il comune di Olbia rimuove i volti degli alluvionati sui manifesti affissi nei dieci luoghi più frequentati della città. Il progetto è nato dall'idea di un fotografo e artista, anonimo, ed è cresciuto online grazie alle donazioni di amici e colleghi.
Sulla cassetta postale di metallo che quest'uomo tiene in mano, senza sorridere all'obiettivo, il nome non si legge più. Era la cassetta delle lettere di casa sua, affissa accanto al portone in una delle strade di Olbia. Prima che l'alluvione spazzasse via tutto.
Il suo volto e quello di altri 15 alluvionati è apparso questa notte sui cartelloni delle strade della città sarda che il 18 novembre 2013, assieme a metà della regione, è stata sommersa da un fiume d'acqua. Tre ore in cui la realtà si è capovolta e una tragedia consumata. Lasciandosi alle spalle 16 morti.
Il progetto Exposed è un tentativo di riportare a galla dal fango i volti e le vite di chi è rimasto a ricostruire. Sedici storie, quante le vittime del disastro, che si raccontano con uno sguardo o un oggetto, tenuto in mano come un simbolo, sia di ciò che si è perso, sia di quello che si deve riconquistare.
Il progetto è nato dall'idea di un fotografo e artista, che ha deciso di rimanere anonimo, ed è cresciuto online grazie alle donazioni di amici e colleghi.
Grazie alla loro generosità e partecipazione ha messo insieme il denaro per far stampare 200 manifesti e, con una squadra di volontari, hanno affisso la nuova 'pubblicità' in dieci luoghi tra i più frequentati, da viale Friuli al Lungomare, allo stadio. In via Roma, in corso D'Annunzio e corso Umberto.
Questa battaglia notturna di 'guerrilla art', documentata da fotografi e videomaker, è stata fin troppo breve. Gli stessi cittadini coinvolti e ritratti nel progetto raccontano, indignati, che presto al mattino gli operai della società di affissione del Comune hanno strappato via i manifesti, forse perché affissi senza permesso.
Le immagini però circoleranno, soprattutto online, come una domanda insistente che attende una risposta sul futuro di questa terra ferita
Il suo volto e quello di altri 15 alluvionati è apparso questa notte sui cartelloni delle strade della città sarda che il 18 novembre 2013, assieme a metà della regione, è stata sommersa da un fiume d'acqua. Tre ore in cui la realtà si è capovolta e una tragedia consumata. Lasciandosi alle spalle 16 morti.
Il progetto Exposed è un tentativo di riportare a galla dal fango i volti e le vite di chi è rimasto a ricostruire. Sedici storie, quante le vittime del disastro, che si raccontano con uno sguardo o un oggetto, tenuto in mano come un simbolo, sia di ciò che si è perso, sia di quello che si deve riconquistare.
Il progetto è nato dall'idea di un fotografo e artista, che ha deciso di rimanere anonimo, ed è cresciuto online grazie alle donazioni di amici e colleghi.
Grazie alla loro generosità e partecipazione ha messo insieme il denaro per far stampare 200 manifesti e, con una squadra di volontari, hanno affisso la nuova 'pubblicità' in dieci luoghi tra i più frequentati, da viale Friuli al Lungomare, allo stadio. In via Roma, in corso D'Annunzio e corso Umberto.
Questa battaglia notturna di 'guerrilla art', documentata da fotografi e videomaker, è stata fin troppo breve. Gli stessi cittadini coinvolti e ritratti nel progetto raccontano, indignati, che presto al mattino gli operai della società di affissione del Comune hanno strappato via i manifesti, forse perché affissi senza permesso.
Le immagini però circoleranno, soprattutto online, come una domanda insistente che attende una risposta sul futuro di questa terra ferita
Fukushima. aggiornamento .
Foche, Leoni Marini, orsi polari, aquile calve, Sea Stars, tartarughe, Re e Salmone del Pacifico, aringhe, acciughe e sardine ogni sofferenza Malattie misteriose
Abbiamo precedente documentato che foche, leoni marini, orsi polari, stelle marine, tartarughe, salmone rosso, aringhe, acciughe e sardine della costa occidentale del Nord America sono tutti soffrono di malattie misteriose ... che stanno uccidendo molti.
Abbiamo chiesto se questo è legato alle massicce emissioni di radiazioni da Fukushima. aggiornamento .
Purtroppo, possiamo ora aggiungere altri animali selvatici alla lista.
EneNews riporta :
Los Angeles Times , 29 Dicembre 2013: aquile calve stanno morendo in Utah - 20 nelle ultime settimane da solo - e nessuno può capire perché. [...] Molti sofferto di convulsioni, tremori testa e paralisi [...] Molte delle aquile sono stati portati al mammut Wildlife Rehabilitation Center of Utah Nord [...] Entro 48 ore, la maggior parte erano morti. [...] Specialisti della fauna selvatica di Stato sono sconcertati. Per settimane, i funzionari hanno inviato uccelli per autopsie [...] In un primo momento, gli scienziati malattia dell'agenzia indovinato la malattia potrebbe essere l'encefalite, che è causato dal virus del Nilo occidentale, ma poi escluso tale possibilità. [...] I funzionari suggeriscono che la moria è probabilmente collegato alla morte di migliaia di svassi dalle orecchie che ha avuto inizio nello Utah nel mese di novembre. [...] I funzionari ancora non sanno perché gli uccelli di ripa si sono ammalati. [...] I funzionari del Wildlife Rehabilitation Center hanno le loro teorie. Alcuni punti da radiazioni dal Giappone dopo il 2011 fusione alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi . [...] Una chiamata da Idaho gettare nuova luce: Un funzionario della fauna selvatica ha detto aquile ci sono stati anche ammalarsi, suggerendo gli uccelli stavano arrivando in Utah già in cattiva salute.Buz Marthaler , Wildlife Rehabilitation Center of Northern Utah co-fondatore: "E 'solo difficile avere il vostro uccello nazionale tra le tue braccia, passando attraverso le crisi in un modo che non può controllare - quando si può vedere il suo dolore, ma non so che cosa è succede ad esso. Come essere umano, basta avere problemi con questo.E quando si perde uno, afferra solo il tuo cuore. [...] In un anno medio, potremmo ottenere uno o due, ma abbiamo ricevuto nove finora, e cinque di quelli morti. Gli altri quattro sono ancora in cura. [...] Noi non escludiamo nulla ".***Washington Post , 30 dicembre 2013: [...] "Questo è veramente preoccupante per noi", dice [Leslie McFarlane, il coordinatore del programma malattia fauna selvatica per lo Stato Division of Wildlife Resources]. E 'stata coordinatore del programma per 10 anni e descrive le morti recenti come "molto insolito". [...] I sintomi riscontrate nella recente ondata di morti-e l'ampia zona geografica in cui sono sorti, sono ciò che deve funzionari interessato.
In un secondo articolo, EneNews nota :
Juneau Empire , 29 dicembre 2013: [...] Il re [chinook] salmone - è sceso dal suo trono. [...] Alaska ha registrato una flessione senza precedenti negli ultimi anni [...] scienziati come Joe Orsi e Jim Murphy, entrambi biologi della pesca di ricerca con la National Oceanic and Atmospheric Administration, stanno scavando più in profondità [...] la causa di la sorprendente tendenza al ribasso. [...] Alla domanda sul potenziale impatto di Fukushima potrebbe avere sulle scorte King Salmon nel Golfo di Alaska e altrove nello stato, Orsi non avrebbe commentare. "Mi è stato detto di fare riferimento al (Environmental Protection Agency)," ha detto, "Perché io non sono un esperto sul tema." chiamate ed e-mail per l'EPA non sono stati restituiti in tempo e scavare a livello federale sito dell'agenzia non ha rivelato informazioni aggiornate sulle radiazioni del disastro di Fukushima. Gli ultimi risultati del monitoraggio pubblicati sono verificati nel mese di giugno del 2011.
Purtroppo, i governi americani e giapponesi stanno facendo tutto il possibile per coprire la gravità del disastro di Fukushima. Infatti, il governo in qualsiasi momento o grandi aziende rovinare, il governolavora per coprirlo ... invece di realtà che fissa il problema. E vedi questo .
EneNews continua:
Bellingham Herald , 5 dicembre 2013: "[...] si vede da pesca prova che i numeri Chinook ritorno al sistema Fraser River erano ad un minimo record ", ha spiegato Ken Balcomb, direttore esecutivo e ricercatore principale per il Centro per Ricerca e consulente scientifico alla sezione avvistamento di balene. [...] [An] allarmante decremento di un'importante risorsa alimentare identificato [...]Islander Suono , 25 dicembre 2013: [A] ritorno triste di salmone Chinook al fiume Fraser.Salmon Fishing in British Columbia, Canada : Ci sono due grandi salmoni di Chinook che sono indirizzate dai pescatori, il fiume Fraser [e] Harrison Fiume.
Notizie CONTROPIANO.ORG
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Discorso di Fine Anno alla Nazione di Gianni John Tirelli
Discorso di Fine Anno alla Nazione di Gianni John Tirelli
Io sono figlio di quel mondo che voi avete
assassinato, sono il discendente di quel popolo che avete brutalmente
perseguitato, umiliato e distrutto; sono sopravvissuto e oggi sono qui, vivo
sulla terra che una volta apparteneva alla mia gente, vivo in mezzo a voi,
respiro l'aria che un tempo respiravano i miei fratelli. Oggi siamo rimasti in
pochi, voi siete in tanti, vi definite americani, anche più americani di me -
noi per voi eravamo selvaggi… ma guardatevi ora, guardate come avete plasmato
questo continente una volta ridente, in pace con se stesso, verde, rigoglioso e
incontaminato, adesso triste, sporco di denaro, di cemento e di acciaio. Ora
ditemi chi è più selvaggio tra chi c'era prima e chi c'è oggi… Aloysios Dreaming Bear - discendente Lakota
Gente d’Italia, è di questo che vi voglio
parlare. E per amore di sintesi, tralascio ogni riluttante, ipocrita
formalismo, e retorico augurio di un buon anno, foriero, come si dice in questi
casi, di speranze e di aspettative. Non c’è nessuna luce in fondo al tunnel -
il futuro di questo paese è nero, nero come la pece. E non intendo turbare il
comune buon senso, trattando di bizzarre manovre, di riforme, di crescita e di
sviluppo; ritornello fastidioso di una politica sempre più becera, ipocrita,
cialtrona, assurta al rango di Grande Diseducatore.
E’ la salute, invece, l’argomento del mio
discorso, essendo per evidenti motivi, la questione delle questioni, che ha
reso insignificante e inesistente ogni altro problema ed emergenza. Lei è il
dono dei doni, la meta da perseguire e dalla quale non si può prescindere, perché
senza di essa, cessa ogni ragione d’essere. Si, la salute, un diritto oggi
calpestato dall’ingordigia di stomaci senza fondo, che come buchi neri
risucchiano nel loro vortice le nostre vite.
Cari amici, il 2013 se ne sta andando, lasciandosi
dietro un bel mucchio di cadaveri, effetto ultimo di quel piano di sistematica
contaminazione ambientale che l’imprenditoria italiana riversa sul territorio,
come se ottemperasse ad un diritto naturale. Tutta la catena alimentare è stata
compromessa e, con lei, la salute e l’esistenza dei nostri figli e nipoti.
Patologie tumorali, neurologiche in esponenziale aumento (e mille altri
disturbi e malesseri dalla sinistra natura), sono la conseguenza drammatica
relativa ai comportamenti criminogeni di questa classe politica, che ha
anteposto gli affari e il profitto particolare, al bene comune e allo stato di
diritto. La politica del non intervento, del lasciare fare e lasciare passare,
la politica delle omissioni, volontarie e premeditate, la politica dei
favoritismi, dei nepotismi, delle regalie - la politica delle privatizzazioni,
mirate agli amici, e agli amici degli amici. Un paese dissanguato e consegnato
nelle grinfie di loschi figuri, che dopo averlo depredato e spolpato a dovere,
ne hanno lasciato una miserevole carcassa maleodorante.
No, amici, non è
stato un buon Natale questo! Non lo è stato per nessun cittadino che abbia a
cuore e compreso il concetto di civiltà – non lo è per nessun uomo consapevole,
per nessun cristiano che si ritenga tale. Non c’è buon Natale nella terra dei
fuochi, non si chieda bontà e perdono alle madri orfane dei loro figli e
mariti, sacrificati al Dio del Profitto nel suolo di Puglia, di Sicilia e delle
progredite regioni del nord – non c’è Natale per i ricorrenti omicidi di stato,
svenduti per suicidi dalla propaganda mediatica, asservita alle logiche
perverse dei partiti.
Fino a quando il lavoro in fabbrica ucciderà
ancora cittadini innocenti, fino a quando la disoccupazione costringerà al
suicidio, e le industrie di Satana persisteranno a produrre scorie e rifiuti
tossici, non parlatemi di ripresa, di crescita e di sviluppo – ed esimetevi da
ogni farisaico augurio di buon anno, che sia di lavoro, di felicità o di buona
salute!
Fino a quando, l’aria, l’acqua e la terra,
non riacquisterà la sua primordiale purezza, e tutti gli esseri viventi, la
loro dignità – fino a quando l’etica, la morale, non tornerà a confortare il
cuore dell’uomo, allora, se questo non succederà, non parlateci di ripresa, di
crescita e di sviluppo ma, ancor di più, non parlatemi di civiltà, di progresso
e di libertà.
La vera miseria, oggi, va ben oltre la mera
mancanza di denaro, ma del diritto inalienabile alla salute, che per nessun
motivo al mondo può essere eluso o, ancora peggio, mercificato con il sangue
dei nostri figli e nipoti. Ed è questo il motivo per cui ci dobbiamo ribellare,
vendicare, e mettere a ferro e fuoco il Sistema Potere, per porre fine al suo
piano di contaminazione, ambientale, alimentare e mediatica.
Diversamente, non troveremo più la forza, né
il coraggio e la volontà di lottare, al fine di potere assicurare un futuro
decente ai nostri figli, e dare loro quell'autonomia che possa garantirgli
libertà e dignità, sottraendoli da ogni futuro compromesso, umiliazione e
servilismo con il Sistema Potere Bestia.
Un governo che non legifera prontamente,
penalmente, contro i sistematici abusi, violazioni e attacchi mortali inferti
all’ambiente, ha l’obbligo/dovere di rassegnare le sue dimissioni, seduta
stante, di costituirsi alle forze dell’ordine, per essere in seguito giudicato
da un tribunale popolare, e condannato come il mandante di tutti i decessi
prodotti dall’avvelenamento industriale. Per questo, è colpevole di strage –
colpevole di disastro ambientale volontario – colpevole di altro tradimento
verso la nazione – colpevole di crimini commessi contro l’umanità.
Un parlamento, che legifera ad hoc per
compiacere le richieste di lobbysti malavitosi, imprenditori inquinatori, e
palazzinari cornuti, non ha titolo di rappresentare un paese civile, ma una
società a delinquere; una marmaglia di procacciatori d’affari che hanno
trasformato la sacralità del parlamento in un postribolo di profanazione, dove
si mercifica la dignità altrui, a suon di poltrone, di denaro e di puttane.
Questa gente è priva del più elementare senso
di colpa e timore di Dio - esseri spregevoli che non conoscono la vergogna, e gonfiano
il petto, inorgogliti di fronte al mondo, per avere saputo tramare, rubare,
corrompere, senza pagarne pegno. Forti di quel diritto all’impunità che si sono
ritagliati su misura per meglio espletare ogni sorta di malaffare e nefandezza,
e trincerandosi dietro un’omertà condivisa che oscuri ogni traccia dei loro
atti.
Avremmo anche potuto soprassedere, sulla loro
incompetenza, l’arroganza, e la connaturata propensione al crimine, ma quando
gli effetti di tali comportamenti vanno a ricadere sulla salute e la vita dei
nostri figli, bambini, e future generazioni, allora non più c’è un attimo da
perdere. Vanno fermarti! Li
dobbiamo andare a prendere a casa, uno per uno – e costi quel che costi - per
impartire loro quella dovuta, irrinunciabile, e salutare “lezione”, tale da
rieducarli al senso di responsabilità, e perché finalmente comprendano il
significato di “società civile”, di dignità, e di bene comune.
Ma loro sono qui, e ancora oggi ci parlano di
crescita e di agganciare la ripresa!
Quale decerebrato può ancora credere in un
aumento della produzione e conseguente ripresa dell’economia, che non siano gli
stessi che l’economia hanno affossato?
Oggi abbiamo toccato il picco massimo di ogni bene prodotto e più
fantasiosa aberrazione, e qualsiasi tentativo a proseguire e perseverare in
questa direzione, si è reso impraticabile e suicida. La nostra relativa
salvezza, diversamente, sta nella “decrescita”: una riduzione netta
dell’attività produttiva industriale, fino al suo azzeramento.
Non c’è nulla in questo mondo che possa
crescere oltre un certo limite, che non sia la stupidità dell’uomo moderno, né
tanto meno questo Sistema marcio, che non è più in grado neppure di smaltire
ciò che produce, né di liberarsi da tutti quei rifiuti e scorie tossiche, che
senza sosta rigurgita sul territorio.
Quella che oggi perseverano a definire una
crisi, in realtà è la fine di un sistema, la fine di un’epoca: la fine di un
mondo. Il pianeta Terra, amici, è sul punto di collassare, sommerso da un
oceano di spazzatura, e nessuna pragmatica ed esemplare bonifica, la potrà mai
decontaminare, ripulire e risanare. Il Sistema Liberista Relativista si sta
spegnendo, e non ci sarà crescita o sviluppo che potrà rianimarlo dal “coma
farmacologico” al quale è stato sottoposto. Abbiamo alterato il clima in forma
irreversibile – migliaia di fabbriche fumanti pregnano l’aria di CO2 e di gas
tossici, e laghi, fiumi e mari, ridotti a cloache a cielo aperto! Tutto sembra
una giostra impazzita, dove la politica, la finanza, l’imprenditoria, e i
grandi gruppi di potere, fanno a gara per accaparrarsi le ultime residue
risorse, ancora rimaste nelle tasche dei cittadini, mentre la disoccupazione
avanza inarrestabile, e rischia di trascinare l’umanità dentro una guerra
fratricida senza quartiere. Umanamente, è una condizione non è più sostenibile!
Necessita pertanto, una svolta radicale, signori, e rivoluzionaria, perché
tutto non vada perduto.
Che cosa
racconteremo, e come spiegheremo di questo mondo alle generazioni a venire,
quando la terra non sarà più coltivabile, l’acqua imbevibile, e l’aria
irrespirabile? Diremo loro che è stato fatto nel nome del bene comune, o
mentiremo, affermando che è l’opera di Dio? O, ancora meglio, minimizzeremo,
giustificandoli come gli effetti collaterali del progresso e del percorso di
civiltà.
Noi abbiamo il
dovere morale di consegnare ai nostri figli la bellezza, la giustizia e la
verità; strumenti oramai consunti, si…, ma i soli in grado di scalzare i
parametri relativistici di riferimento, che hanno caratterizzato le moderne
società dei consumi, per sostituirli con criteri di giudizio reali, e
inossidabili e irriducibili punti fermi.
Dobbiamo condurre i nostri figli per mano
verso la consapevolezza, perché sappiano distinguere la libertà dalla licenza,
la verità dalla contraffazione, e il progresso dalla catastrofe ambientale. E
perché quel giorno, non ci maledicano per averli messi al mondo.
Presto la disoccupazione raggiungerà livelli
impressionanti, e forse allora cominceremo tutti a capire che solo la terra è
il vero potere – il solo padrone al quale possiamo sottometterci serenamente,
senza diventarne schiavi e servi, ma ritrovare in Lei l’autentico significato
di libertà, di progresso e di civiltà.
GJTirelli
lunedì 30 dicembre 2013
domenica 29 dicembre 2013
IL SISTEMA DEL “GHE PENSI MI”....G.Tirelli
IL SISTEMA DEL “GHE PENSI MI”
Se il branco di asini ammaestrati del mondo
occidentale non acquistasse sistematicamente tutto ciò che i mezzi di
comunicazione propagandano a “tambur battente” condizionandone la scelta, le
televisioni (venendo meno gli introiti relativi, alla messa in onda degli
spot), farebbero a gara per eccellere in programmi di qualità. I cittadini
consumatori, dal canto loro, oltre a risparmiare, a non produrre spazzatura, e
a guardarsi la salute, comincerebbero a sviluppare una coscienza critica,
assumendosi la responsabilità di tutte quelle scelte che, un tempo, avevano
delegato al Sistema Potere, sottraendosi da ogni incombenza e rivendicazione.
I guadagni vergognosi di conduttori, parolai
e calciatori, precipiterebbero ai minimi di sempre, il doping sparirebbe dallo
sport, e le industrie, si vedrebbero costrette a competere esclusivamente sulla
bontà e
notizie CONTROPIANO.ORG
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CHE BELLO!! E’ NATALE!....G.Tirrelli
CHE BELLO!! E’ NATALE!
E’ Natale e la nostra cara TV, colta da folgorazione
divina, inonda i suoi canali, un tempo sanguinari, con candidi film su infinite
storie d’amore, di pace e solidarietà; il tutto, ben condito con mielose
musichette, e una passerella infinita di beati, di santi e di martiri.
I vari conduttori, bene educati e camuffati da preti di
provincia, hanno assunto un’aria melanconica, e a voce bassa e con parole
misurate, ci raccontano di slanci di bontà, di perdoni impossibili e di religiosi
appelli all’umiltà e al pentimento. Solo la voce dissonante del nostro Papa
arringa ai mali di questo secolo nefasto, pregno di relativismo, materialismo,
consumismo, indicandoli come i veri responsabili dello sconvolgimento morale e
spirituale del mondo moderno.
Presto le festività finiranno e come per incantamento
tutto si dissolverà.
Sangue, dolore e morte si rimpossesseranno dei loro posti
di comando, e volgarità e pornografia, cariche di nuova energia, saranno il
“leitmotiv” di una televisione sempre più becera, ipocrita assurta al
rango di Grande Diseducatore.
La
Coca Cola, in prossimità del Sacro Natale, mette in onda i suoi nuovi Spot
pervasi di serenità, di fratellanza, di amore e sacra innocenza. I bambini
spalancano i loro dolci occhioni e i loro cuori puri, di fronte ad una tale
magnificenza scenografica e coreografica, dove natura, animali e immacolata
neve, proiettano le loro menti dentro mondi fantastici di pace e serenità.
Una
suadente e soffice musica, che sembra provenire dalle porte del paradiso, culla
la loro anima infinita, e sogni, luci e colori, rapiscono ogni loro senso ed
emozione, in un totale stato di
oblio.
Nello
stesso tempo, in sud America, gli eserciti paramilitari dell’ Impero Coca
Cola, sfruttano, minacciano,
intimidiscono e ammazzano, sindacalisti e operai, che contestano e si oppongono
alle violazioni contro i loro diritti.
GJTirelli
...se pensei valga la pena pubblicarlo..Siamo animali!Anzi peggio! guardatevi anche........
...se pensei valga la pena pubblicarl o....
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28 dic (1 giorno fa)
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Siamo animali!Anzi peggio!
guardatevi anche
http://ilblogdioliva.blogspot. it/
e, se volete cambiare il mondo non andate in piazza, non serve a nulla! anzi è ciò che aspettano x' si creerà caos e avranno la scusa per instaurare il regime militare!
Colpiamo l'economia come l'economia sta colpendo noi:
1) ritiriamo tutti lo stesso giorno 1000€ o chiudiamo i conti correnti
2) boicottiamo i prodotti delle multinazionali che causano tutto ciò,
vedrete che cambieremo veramente qualcosa!
e se volete abbassare la benzina non fate sciopero del pieno per un giorno...non serve a nulla!
boicottate (io vado in giro in bici) una compagnia...abbasserà i prezzi.poi andate da lei e le altre abbasseranno i prezzi.
e se non basta non paghiamo tutti d'accordo le tasse....ma già qui diventa difficile ......
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e, se volete cambiare il mondo non andate in piazza, non serve a nulla! anzi è ciò che aspettano x' si creerà caos e avranno la scusa per instaurare il regime militare!
Colpiamo l'economia come l'economia sta colpendo noi:
1) ritiriamo tutti lo stesso giorno 1000€ o chiudiamo i conti correnti
2) boicottiamo i prodotti delle multinazionali che causano tutto ciò,
vedrete che cambieremo veramente qualcosa!
e se volete abbassare la benzina non fate sciopero del pieno per un giorno...non serve a nulla!
boicottate (io vado in giro in bici) una compagnia...abbasserà i prezzi.poi andate da lei e le altre abbasseranno i prezzi.
e se non basta non paghiamo tutti d'accordo le tasse....ma già qui diventa difficile ......
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