LETTERA
APERTA AI GIORNALISTI ITALIANI
Cari
giornalisti italiani, perché non scrivete che le 50.000 tonnellate di rifiuti
tossici e radioattivi, riversati nella golena del fiume Gornalunga nella piana
di Catania, non sono stati prodotti dalla mafia, ma da quei grandi figli di
puttana di imprenditori stragisti (gli intoccabili) che corrompono e assoldano
la criminalità organizzata per espletare questo sporco lavoro?
Perché
non dite che la Mafia, in questo specifico caso ultimo anello della catena, si
riduce ad una normale società di trasporti?
Perché
non dite che è tecnicamente impossibile che 5000 camion ogni anno, 416 al mese,
e 13 al giorno, carichi di morte, riversino 50.000 tonnellate di veleni nel
letto di un fiume con la facilità di chi ottempera ad un diritto?
Perché
non dite che le istituzioni, delegate a fare rispettare la legalità, hanno
girato la testa dall’altra parte, per motivi noti a tutti, ed è improponibile e
vigliacco fare passare il messaggio del, “io non sapevo”.
Cari
giornalisti, perché la vostra spesso tagliente penna, non affonda la sua lama
al cuore della radice del problema, ma si accanisce con evidente qualunquismo
sui frutti bacati dell’albero del male, i più evidenti, ma risultato ultimo di
un cancro sotterraneo che da troppo tempo divora la nostra società?
Perché
non dite che l’emergenza ambientale è prioritaria a tutto, anche
all’occupazione, e che il più bel paese del mondo si sta trasformando in una
discarica infetta, ipotecando così per sempre, la salute, la dignità e la vita
dei suoi abitanti e defraudando un patrimonio di storia e cultura, fonte di
ricchezza di bellezza, di prosperità e di gioia?
Perché
non dite che la degenerazione della politica, che ha prodotto quel sincretismo
diabolico fra “MAFIE - POTERE ECONOMICO e ISTITUZIONI”, è la causa prima di
ogni male?
Giornalisti
italiani, perché di fronte a realtà così schiaccianti, non fate cartello al
fine di onorate la verità? Voi, che dovreste esserne i paladini, l’avamposto
etico e deontologico, il baluardo più alto issato a conforto delle nostre
paure, del bene comune e dello stato di diritto?
Le
vicende miserevoli dei nostri governanti, grandi o piccoli che siano,
scompaiono di fronte a tutto ciò. E’ la vita in gioco, quella dei nostri figli,
la loro sopravvivenza; la loro consapevolezza e i loro parametri di riferimento
di giustizia e di libertà.
Politici
e criminalità organizzata, non sono altro che manovalanza al soldo del Potere
Economico/Finanziario, investito oggi di un tale potere, da intimorire anche il
più sanguinario dei boss.
Siamo
arrivati al paradosso; le Big Company che corrompono le mafie e la politica, e
questa, mi si consenta, è la fine del mondo.
Non
c’è vita senza etica, né libertà senza verità.
Gianni
Tirelli
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