lunedì 31 marzo 2014

UNA FOLLA DI SCHIAVI AL SERVIZIO DEL SISTEMA


UNA FOLLA DI SCHIAVI AL SERVIZIO DEL SISTEMA

Si sente spesso dire (a sproposito) che “i giovani hanno tutto”, adottando come parametro di riferimento, tutta quella lunga lista di ludica e invalidante tecnologia (immenso Luna Park dell’orrore), che sommerge e soffoca la loro quotidianità, uniformandoli e omologandoli alle perverse logiche e agli interessi del Sistema Bestia. Un sinistro meccanismo di manipolazione delle coscienze che ha alterato la loro capacità di giudizio e di critica - dove l’oggettività si fa relativismo – la libertà licenza, e la verità mistificazione.  
Un paradosso a tal punto macroscopico, che non tiene in nessun conto quelle che sono le  esigenze primarie e ineludibili dell’essere umano, né tantomeno, quei confini etici oltre i quali ogni autentico bisogno trasfigura poi in dipendenza, debolezza e disagio esistenziale.
“I giovani hanno tutto”, è un vergognoso quanto ipocrita luogo comune - un ignobile trucco confezionato ad arte per colpevolizzarli, allo scopo che, gli stessi, si ritengano personalmente responsabili della loro condizione sociale, materiale e culturale, e quindi, la causa originaria e prima della loro incapacità di integrarsi, di evolvere e, in fine, di essere felici.  
I giovani, in verità, non hanno proprio nulla, depredati e defraudati del presente e del futuro, e nell’impossibilità di attingere alle esperienze del passato - indottrinati al totale permissivismo, spacciandolo per

PERCHE’ I TRUCCHI DI RENZI SONO CARTA STRACCIA (SPIEGATO A UNA 92ENNE)


PERCHE’ I TRUCCHI DI RENZI SONO CARTA STRACCIA (SPIEGATO A UNA 92ENNE)

In economia si parte dai soldi, per fare cose da vendere e per pagare chi le fa, e questo ci dà soldi da incassare, con cui la giostra riparte.
Cos’è la crisi? Mancano i soldi. Quindi la gente spende meno, le aziende non incassano, licenziano e fanno meno cose, le vendono meno, e alla fine tutti abbiamo meno soldi.
Quando una crisi va avanti da 12 anni, i soldi rimasti in circolo sono ormai pochissimi. Per far ripartire la macchina del lavoro, delle vendite, e del benessere ci vogliono a questo punto tanti tanti soldi, tutti quelli che in 12 anni sono spariti.
Arriva Matteo Renzi e ci vende fumo.
Attenti qui: abbiamo detto che dopo 12 anni di crisi, nel salvadanaio dei cittadini e delle aziende italiani c’è rimasto solo qualche spicciolino, ok? Arriva Renzi. Matteo Renzi in teoria potrebbe andare a pescare in un altro salvadanaio, non il NOSTRO di cittadini e aziende, ma in quello immenso e senza fondo della spesa pubblica di un'Italia libera di stampare i propri soldi, come fanno i giapponesi, ok? Ma NO! Renzi non può pescare in quel tesoro, perché della gente assurda in Germania glielo proibisce e lui obbedisce. Allora che fa Renzi?
Renzi entra nel nostro ormai miserabile salvadanaio rinsecchito, e lì dentro fa finta di trovare i soldi per salvare il Paese. Ci dice che trovando 5 soldi qui, spostandoli là, incassando 7 soldi laggiù, e dandone 3 e mezzo qui su, lui salva il lavoro, l’economia e l’Italia. Figlio di puttana. 
E’ come dire a un ammalato che sta morendo dissanguato che pescando sangue dalle sue garze, e NON dalla banca del sangue nazionale, lo salveranno.
Sto falsario di Matteo Renzi, figlio di buona donna.
Capito? Sì che hai capito nonna, perché tu scema non lo sei.

Notizie ......CONTROPIANO.ORG

Contropiano.org

 


Paraguay: detenuti politici sin tierra da 40 giorni in sciopero della fame

Dal 14 febbraio di quest'anno cinque contadini 'sin tierra' detenuti da un anno e otto mesi nel carcere di Tacumbú, ad Asunción, hanno indetto lo sciopero della fame per denunciare l'irregolarità del...Leggi tutto

Gulen, l’anti-Erdogan che piace a Usa e Ue

Mentre scriviamo non sono ancora noti i risultati delle elezioni amministrative svoltesi oggi in Turchia e alla quale erano chiamati a partecipare circa 52 milioni di elettori. Elezioni chiave per capire...Leggi tutto

La minaccia militare russa sull'Est Europa: miti e realtà

Timori fondati o allarmismi pretestuosi? Il dibattito scoppiato intorno alla supposta mobilitazione di forze russe ai confini con l'Ucraina ben rappresenta il livello di tensione raggiunto nei rapporti...Leggi tutto

Persino Grasso striglia Renzi: "abolizione del Senato pericolosa"

Quanto è golpista la riforma costituzionale che Matteo Renzi sta imponendo al paese? La domanda può ricevere molte risposte, ma se dobbiamo prendere a metro di misura il tasso di “moderazione” da...Leggi tutto

Venezuela: la rivolta dei ricchi contro la sanità gratuita

La rivolta dei ricchi colpisce ancora. Mentre i media italiani si concentrano sulla morte di un giovane di origini italiane durante gli scontri a Maracaibo, il ministro della Sanità del governo bolivariano,...Leggi tutto

Salari. Europa disuguale, Eurozona ancora di più

Come noto i salari dei lavoratori privati italiani sono sotto la media Ue per il totale in busta paga, superano però la media per i costi fiscali e contributivi che però non finiscono in busta paga. Leggi tutto

Catastrofi climatiche: certezze scientifiche disattese dal "club dei potenti"

Mondo inabitabile, grazie capitalismo! Non è una novità, perché rapporti simili si susseguono con costanza almeno dal 1972 (quello più famoso, del Club di Roma), ma ogni volta i termini – sia fisici...Leggi tutto

L’Italia in guerra: le amnesie dell’ex ministro Mauro

Nella puntata di Servizio Pubblico di giovedì scorso (27 marzo) è andato in onda un forte scontro verbale tra Gino Strada e Mario Mauro, senatore e Ministro della Difesa durante il governo Letta. Di...Leggi tutto

La verità sul Venezuela: una rivolta dei ricchi, non una “campagna di terrore”

Sul quotidiano inglese The Guardian è comparso questo interessante articolo del politologo Mark Weisbrot che ha sentito il dovere di andare in Venezuela a verificare le notizie sui disordini che nel mese...Leggi tutto

La Storia non insegna. Per i No-Tav, carcere duro

Nel 1962 quei giovani anarchici, milanesi e socialisti, furono arrestati (per il rapimento del viceconsole spagnolo) e poi liberati. Oggi la giustizia è feroce contro i "terroristi" che usano le molotov...Leggi tutto

Torino, #29M: migliaia in piazza per la casa, contro sfratti e speculazioni

Sul finire della settimana di mobilitazione contro il piano casa di Renzi - che ha visto moltissime città in tutta Italia proporre iniziative e occupazioni - anche Torino segna un'importante tappa di...Leggi tutto

Elezioni turche: il sultano si flette ma prosegue

Erdoğan vince, convincendo solo parzialmente, anche se stesso. O perlomeno così fa crede alla prima dichiarazione delle ore 21: “Si poteva fare meglio”. Cerca probabilmente di mascherare con un semi...Leggi tutto

Firenze 2 aprile: presidio contro Moretti al congresso Cgil

Mercoledì 2 aprile dalle ore 12.00 alle ore 17.00 a Firenze in piazza Adua di fronte al Centro congressi (vicino alla stazione di SMN) presidio promosso dall'Associazione dei familiari delle Vittime della...Leggi tutto

E' morto Gerardo D'Ambrosio, l'insabbiatore dell'uccisione di Pinelli

E' morto nel pomeriggio in ospedale a Milano l'ex procuratore capo di Milano, Gerardo D'Ambrosio, protagonista della stagione di Mani pulite. D'Ambrosio aveva 83 anni ed era successo a Francesco Saverio...Leggi tutto

La Turchia vota, intervista a Tülay Karakartal

* Da Istanbul Il 30 marzo in Turchia si tengono le elezioni amministrative. Sono delle elezioni importanti, non solo in previsione delle politiche del 2015, perché nelle grandi metropoli turche come...Leggi tutto

Stop distacchi! I movimeni per l'abitare si mobilitano

I movimenti per il diritto all'abitare, contro la precarietà e l'austerity hanno deciso di mobilitarsi nei confronti dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico in via dei Crociferi...Leggi tutto

7 paesi più corrotti al mondo

7 paesi più corrotti al mondo

   
La corruzione è spesso citato come uno dei maggiori problemi nei governi di tutto il mondo. Anche se molti vorrebbero liquidare come un problema del terzo mondo o come un problema associato ai mafiosi e gangster del passato, la corruzione è vivo e vegeto in più paesi di quanto si possa pensare.
Di Transparency International lo studio della corruzione ha trovato che i due terzi delle nazioni del mondo ha ottenuto sotto di 50 sul loro indice di corruzione, con il peggior punteggio possibile essere 0 e la migliore, 100. Mentre molti paesi sviluppati hanno registrato punteggi sottili - Danimarca e la Nuova Zelanda ha aperto la strada, legato a 91 - un numero di nazioni in Europa orientale, Africa, Asia e nelle Americhe rimasta indietro.
Spesso, i paesi che sperimentano i più corruzione sono quelli devastata da conflitti politici e militari.Quando si verificano conflitti, diventa più facile per le funzioni di governo per abbattere, come ognuno cerca di mettere le mani su una quota maggiore della torta ad ogni costo. Diamo uno sguardo più da vicino i sette paesi più corrotti del mondo.
Credit: http://www.flickr.com/photos/albazi/

7. Iraq

Un punteggio di 16 è il primo a rompere la nostra lista, e il primo paese a farlo è l'Iraq. Occupato dalle forze americane per tutto il decennio precedente, l'Iraq è stato a lungo tenuto sotto la dittatura di Saddam Hussein. Il governo che è emerso dalle ceneri è - anche se forse più umanitaria - per molti versi non meno corrotti rispetto al suo predecessore. Con molti funzionari locali anche appropriano fondi pubblici e forniture, nonché le tensioni religiose ancora in corso irrisolto nel paese, l'Iraq ha ancora molta strada da fare prima che può essere fatto progressi.

L’ipocrisia di Vendola e dei suoi compari su eolico e fotovoltaico, su Ilva e discariche, su gas azero e carbone cinese e polacco by Carlo Vulpio

L’ipocrisia di Vendola e dei suoi compari su eolico e fotovoltaico, su Ilva e discariche, su gas azero e carbone cinese e polacco

by Carlo Vulpio
La faccia è di bronzo, lo abbiamo sempre detto. Ma non è colpa della pelle, invecchiata e incartapecorita. Ciò che fa di Nicola Vendola un ipocrita, un fariseo, un sepolcro imbiancato è ciò che egli dice dopo aver fatto ciò che ha fatto. Leggo una sua intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno (doppia pagina, foto a corpo intero) e trasalisco. Vendola sostiene che bisogna dire basta all’eolico e al fotovoltaico industriali, specialmente inPuglia, dove i “parchi” di pali e di pannelli sono il doppio, il triplo, il quadruplo rispetto alle altre regioni italiane. E dove i miliardi di euro di contributi pubblici hanno permesso un business illecito senza eguali. Con aumento delle bollette elettriche, senza la diminuzione dell’uso di combustibili fossili, senza che l’energia prodotta riuscisse a essere trasportata dalla rete insufficiente e senza incremento dell’occupazione. E bisogna dire basta, sostiene l’ineffabile Vendola, in nome della tutela dell’ambiente e della trasparenza.
In altre parole, dopo aver permesso e condiviso lo stupro dell’ambiente e sfregiato l’articolo 9 della Costituzione, dopo aver esultato per questa falsa “green economy” e averla promossa in ogni dove, con viaggi all’estero – dalla California, alla Cina, allaGermania – per predicare il nuovo verbo delle “rinnovabili”, Vendola, nell’intervista di oggi, 30 marzo, alla Gazzetta del Mezzogiorno, scarica le colpe dello stupro del paesaggio pugliese sulle province e sui comuni e rovescia i ruoli, chiamando in causaRenzi, il governo appena insediato, la Corte costituzionale (e tra un po’ magari anche il Parlamento italiano ed europeo, l’Onu e il Papa) affinché intervengano e lo aiutino a fermare lo stupro in atto.
Questo signore (per lui, una parola grossa), voglio ricordarlo, è lo stesso che ha querelato me e Vittorio Sgarbi per aver noi sostenuto in tv (l’unica puntata del nostro programma, su Rai Uno, il 18 maggio 2011, chiusa anche e soprattutto per questa ragione) le stesse, identiche cose dette oggi da lui nell’intervista citata. E ottenendo, con quella querela che smonteremo pezzo per pezzo in tribunale – sebbene a giudicarci sarà Bari, dove sappiamo che Vendola ha ottenuto archiviazioni e assoluzioni in serie - anche il nostro rinvio a giudizio. E', questa, una vicenda che non solo non può e non deve passare sotto silenzio – altrimenti dovremmo considerare normale che gli assassini condannino gli omicidi, gli stupratori gli stupri, i corrotti la corruzione -, ma che meriterebbe, se ci fossero politici coraggiosi e magistrati onesti e imparziali, che venisse scandagliata in tutta la sua gravità, perché, come dicevamo in quella nostra unica puntata in tv, questo business dell’eolico e del fotovoltaico è più remunerativo e mafioso del narcotraffico.
Invece accade che Vendola e i suoi assessori, mentre il capo finge di stracciarsi le vesti per l’ambiente stuprato, schiaccino come carri armati tutto e tutti (piani territoriali, norme di tutela, buon senso) e impongano discariche da nord a sud della Puglia, come quella di Grottelline a Spinazzola (sito neolitico) e di Corigliano d’Otranto (bacino naturale di acqua potabile più grande della Puglia), guarda caso realizzate da quella Cogeam in cui coabitano il gruppo Marcegaglia e il gruppo Tradeco, due tra i più attivi sponsor di Vendola (Emma Marcegaglia lo ha benedetto come “il miglior governatore d’Italia” e la Tradeco ha sostenuto la sua candidatura alle elezioni regionali).
Per finire, un po’ di fumo negli occhi in nome del solito ambientalismo di facciata. La stessa Regione Puglia che mette discariche ovunque, e soprattutto dove non si può e non si deve, che ha fatto finta di fare la faccia feroce con l’Ilva (e poi Vendola si spanciava dalle risate a telefono con i suoi dirigenti, mentre l’assessore all’Ambiente,Lorenzo Nicastro, magistrato in aspettativa, ripeteva come un disco rotto che “la situazione è sotto controllo”), quella stessa Regione Puglia che riempie di torri eoliche e pannelli fotovoltaici centinaia e centinaia di ettari di terreni agricoli, eccola pronta, stranamente pronta, a dir di no no al gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline): un tubo che da Baku (Mar Caspio, Azerbaijan), dopo aver attraversato la Turchia, la Grecia e l’Albania, dovrebbe “sboccare” in Puglia con 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno (che poi diventeranno 20 miliardi).
La Regione Puglia e un plotone di tecnici “de sinistra” - che con essa lavorano e hanno frequentazione abituale e mai si sono pronunciati, nemmeno con un singulto, su Ilva, eolico, fotovoltaico, discariche che gli hanno messo fin sotto il culo -, si sono sollevati contro il progetto e lo hanno bocciato con osservazioni molto discutibili, che probabilmente servono solo ad “alzare il prezzo”, visto che se non si vuole che la condotta sbocchi a San Foca di Lecce (come sarebbe anche giusto, considerato il valore della spiaggia e del mare) potrebbe benissimo e senza danni essere spostato altrove. A Brindisi, per esempio, dove una delle centrali elettriche più grandi d’Europa,Cerano, che già dal 2001 doveva funzionare a metano (accordo voluto e sottoscritto dal governo Prodi) va ancora avanti, dopo tredici anni!, a carbone (e della qualità peggiore, polacco, cinese, marziano...). Cioè con il peggiore dei combustibili possibili, quello che fa crescere inquinamento e tumori.
In tutto questo, c’è qualcosa che non va. Anzi, c’è molto che non va. La faccia di bronzo lo sa bene e forse è per questa ragione che ora, in vista delle elezioni europee e di una sua possibile terza candidatura alla guida della Puglia (ci sta lavorando come una talpa), cerca di correre ai ripari. Ma è e rimarrà solo un fariseo, un sepolcro imbiancato.

sabato 29 marzo 2014

LA DITTATURA DEL RELATIVISMO


LA DITTATURA DEL RELATIVISMO
“lo Stato Liberale è maschera del nazi/fascismo, ancora peggiore, perché commercializza licenza per diritto, e accredita la menzogna a regola relazionale, ritenendola e sdoganandola come sinonimo di libertà - La sua fase successiva, inevitabile, sarà dunque lo Stato Etico Assoluto, o più esattamente, un Regime Etico”.
Le forme di degenerazione, ascrivibili al potere delle banche, finanziario, politico, mediatico e imprenditoriale, sono gli effetti più evidenti e grossolani (sterco del Liberismo) di un Sistema che ha pianificato la sua strategia di controllo di massa sulla totale assenza di etica. Ogni nostra azione e operazione, volte a denunciarne le responsabilità, risulta inefficace se, prima di ogni altra cosa, non vengono ristabiliti dentro ognuno di noi quei principi e valori che ci permettono di scindere il bene dal male, il giusto dall’iniquo, la licenza dalla libertà. Una condizione di oggettività in grado di consegnarci un quadro preciso della realtà contingente, e che ci consente di rivedere i nostri comportamenti irrazionali, per trasferirli nella

QUANDO LO STERMINIO ARRIVA DAL CIELO


QUANDO LO STERMINIO ARRIVA DAL CIELO

Non ci servono psicologi e psichiatri per curare il nostro tormento esistenziale!  Abbiamo solo bisogno di acqua e aria pura, di un habitat liberato da ogni intrusione chimica, di etica, di significato di bene comune e, più in generale, di una qualità di vita sostenibile rispettosa della Madre Natura, delle sue regole ineludibili, e in armonia con tutte le forme di vita.
Oggi, tutta la catena alimentare, è totalmente compromessa da un’infinita lista di sostanze chimiche cancerogene, prodotte in forma parossistica da altrettante fabbriche fumanti che, a fronte di interesse particolare, disperdono sul territorio e nelle acque il loro carico di morte, con la facilità di chi ottempera ad un diritto - e in barba alla salute della gente comune e dell’ecosistema tutto.
“E intanto, mentre sopra le nostre teste volano indisturbati velivoli che stanno seminando veleni, che cambiano il clima, che addormentano le menti, in terra prosegue il progetto di chi, dopo aver (oramai) lobotomizzato la maggior parte della massa con armi subdole come la tv, pian piano accentra poteri, regole, religioni al fine di

LIBRE..... Generazione decrescente: la crisi e la formica utopista

LIBRE

Generazione decrescente: la crisi e la formica utopista



Fine del lavoro, del futuro, della società civile protetta daidirittidi cittadinanza. Fine di tutto quello che siamo stati abituati a pensare come destino, consuetudine, standard di vita, aspettative. E’ scoppiata una guerra: era pronta da trent’anni, ma quasi nessuno se n’era accorto – men che meno la sinistra, partiti e sindacati. Oggi vaghiamo smarriti tra macerie lungamente programmate: persino l’incresciosa elemosina degli 80 euro promessi da Matteo Renzi può apparire una buona notizia, anche se ha il sapore della minestra della Caritas o della distribuzione di aiuti umanitari nel Darfur. Siamo in guerra, ma c’è chi ragiona come se fossimo ancora in tempo di pace. Lo fanno i politici, naturalmente, professionisti dell’elusione della verità esattamente come i maggiori media. E lo fanno pure, a modo loro, gli illuminati sostenitori dell’eresia decrescista: dicono che il sistema si è rotto semplicemente perché “doveva” rompersi, non poteva durare.
Certo, l’attuale modello di sviluppo ha avvelenato la Terra e prodotto solitudine e depressione. E ora che s’è inceppato, abbandona al suo destino la prima “generazione decrescente” della storia occidentale moderna, quella che sa di non poter avere quello che ebbero tutte le generazioni precedenti: la legittima speranza di crescere ancora. Il che però non significa, di per sé, precipitare nell’abisso: ci si può attrezzare per vivere meglio, comunque, a prescindere dall’ecatombe del Pil. E’ la tesi di Andrea Bertaglio, classe 1979, espressa nella sua ultima dolente ricognizione editoriale presentata da Maurizio Pallante, di cui è stretto collaboratore. Il libro si affaccia con angoscia sul panorama desolante dei coetanei, traditi dalle false promesse dello sviluppo illimitato e condannati all’esilio o al call center, in precaria alternativa alla disoccupazione perenne, mentre intorno si sfasciano, giorno per giorno, tutte le certezze del sistema Italia. Sta franando, il nostro paese, che pure militava nel G7 – settima potenza industriale del mondo – e che l’Eurozona dell’austerity ha letteralmente declassato, stroncato, ridotto a mendicare clemenza dai potenti signori di Bruxelles, che peraltro nessuno ha mai eletto.
Tutto questo accade, sostengono ormai molti analisti, perché l’élite mondiale non tollera di dover “dividere la torta” con ormai 7 miliardi di esseri umani e le loro inevitabili aspirazioni di consumo. Cibo e terre, acqua, energia, tecnologia, merci. Il risveglio dell’ex terzo mondo, oggi guidato dai Brics, dopo la caduta dell’Urss ha fatto esplodere il business della globalizzazione selvaggia, le delocalizzazioni, il lavoro schiavistico. L’industria? Sempre meno conveniente, per gli antichi “padroni”: meglio la pura speculazione finanziaria. A una condizione, essenziale: sbaraccare l’ostacolo dellapoliticademocratica, ilwelfare, la sovranità degli Stati, le leggi a tutela del cittadino, idirittidel lavoro. Per teorici intransigenti come Paolo Barnard – che cita economisti come il francese Alain Parguez, già insider all’Eliseo – basta dare un’occhiata alle biografie dei padri fondatori dell’Unione Europea (l’autoritario Mitterrand, “monarchico” come il suo guru Jacques Attali, e il primo presidente della Commissione Europea, Jacques Delors, definito “uomo dell’Opus Dei”) per capire che razza di progetto – a vocazione feudale – sia quello dell’Ue, di cui l’euro rappresenza il braccio armato, con un unico grande obiettivo: radere al suolo la sovranità finanziaria degli Stati membri, e quindi la loro residua capacità di proteggere le rispettive comunità nazionali.
Il tracollo è ovvio, perfettamente voluto. Se privatizzi la moneta crolla tutto, a cascata: credito, spesa pubblica, settore privato dell’economia, occupazione, risparmi delle famiglie. “Masters of the Universe”, li chiama Noam Chomsky. Sono l’élite planetaria, erede dell’oligarchia occidentale che per due secoli, e in particolare nella seconda metà del ‘900, ha subito come un affronto la nascita dellademocraziamoderna, l’avvento dello Stato come erogatore di benessere materiale per i propri cittadini, grazie alla libera creazione di moneta. Oggi? Si stanno semplicemente riprendendo tutto, abolendo di fatto lademocrazia. E lo fanno in un mondo sovrappopolato e minacciato da piùcrisi, concomitanti e tutte potenzialmente letali: energia, clima,economia, acqua, cibo, ambiente. Per Giulietto Chiesa, autore del saggio “Invece della Catastrofe” che parte dalle drammatiche profezie del Club di Roma sui raggiunti limiti dello sviluppo del capitalismo coloniale e mercantile, ci sono tutte le condizioni geopolitiche per temere l’avvento di una Terza Guerra Mondiale.
Dopo l’11 Settembre la storia s’è rimessa a correre: Iraq e Afghanistan, Libia e Siria, ora Ucraina. Evidente il tentativo degliUsadi coinvolgere l’Europain una drammatica sfida con la Russia. Obiettivo: fermare l’avanzata della Cina, sfruttando l’unico vero vantaggio di cui gli Stati Uniti ancora dispongono, cioè la supremazia tecnologico-militare. Il guaio, avverte uno storico medievista come Franco Cardini, è che ormai a decidere non sono più i governi eletti dal Parlamento, perché tutte le maggiori istituzioni nazionali e soprattutto internazionali – politiche, diplomatiche, economiche, finanziarie – sono capillarmente infiltrate dalle lobby dell’élite, che tende a militarizzare il mondo impiegando missili-fantasma, droni-killer, milizie private, eserciti mercenari. Si preparano soluzioni sbrigative, repressioni, abolizioni didirittisociali. Un incubo, che aiuta a comprendere lo scenario nel quale sono paracadutati i trentenni di oggi, a cui anche in Germania viene spiegato che i mini-job da 500 euro al mese sono un lusso, dati i tempi che corrono. C’è una guerra in corso, appunto. Ma ancora si stenta a riconoscerla.
Di recente, in un incontro coi ragazzi torinesi del Movimento per la Decrescita Felice, un intellettuale ultra-indipendente come Guido Ceronetti ha ammesso la propria nostalgia per il socialismo, cioè un sistema in cui lo Stato garantisca pari opportunità per tutti. Lo Stato è il grande assente dei nostri giorni: privandolo della sua sovranità fisiologica, i trattati-capestro di Bruxelles lo costringono a trasformarsi in spietato esattore, non avendo più altra fonte finanziaria che quella fiscale. Un libero pensatore come Alex Langer, profeta europeo dell’ambientalismo politico, si battè già negli anni ‘80 per il grande cambiamento oggi invocato dagli ecologisti: sapeva benissimo che solo il governo, investendo denaro sovrano attraverso la spesa pubblica e quindi il debito, può imprimere una forte eccelerazione a qualsiasipoliticadi ricoversione sostenibile dell’economia. Bertaglio lo cita in un passaggio del suo libro: «La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile». E’ esattamente il crinale – innanzitutto culturale – su cui si impegnano i promotori della decrescita intelligente, da Pallante a Latouche.
E’ anche il cuore dell’indagine che Andrea Bertaglio conduce con voce disarmata, partendo dalla propria esperienza personale, a confronto con quella di suo padre e, prima ancora, di suo nonno. E’ crollato un mondo, il loro. E questo di oggi, popolato di giovani spaesati e costretti a farsi mantenere dai genitori, rinunciando all’idea di metter su casa, è qualcosa che – per la prima volta – fa davvero paura. Quella della decrescita (s’intende: decrescita del Pil, degli sprechi, dei veleni) è una sorta di bussola: se lavori come un pazzo e spendi tutto quello che guadagni, finisci col non sapere neppure più cosa stai facendo, e perché. A cosa serve il lavoro che attualmente – quando c’è – ci dà da vivere? Riconversione: di certo, un lavoro socialmente utile fa vivere meglio, anche se magari fa calare il Pil perché comporta meno consumi, meno spostamenti, meno spese. E’ la filosofia della filiera corta, dei territori sostenibili, del “meno e meglio”. La strada imboccata da Roberto, che ha mollato il lavoro d’ufficio a Cagliari e si è messo a fare l’orticoltore in un paesino della provincia. O quella – spettacolare – dei ragazzi di Pescomaggiore, l’ecovillaggio fatto di case di paglia.
I pionieri dell’economiasostenibile sembrano scansare il dilemma politico dei rapporti di forza, quelli cioè che – attraverso le elezioni – possono far vincere un’idea, trasformandola in azione pubblica regolarmente finanziata. Si diffida, purtroppo (ma comprensibilmente) delle organizzazioni politiche, preferendo l’azione diretta, promossa dal basso. Come quella del Comitato Rifiuti Zero che, ricorda Bertaglio, ha imposto «la vittoria del popolo valdostano contro l’affarismo», che voleva il solito inceneritore. Leader del comitato di lotta, il giovane medico Jean-Luis Aillon, dirigente Mdf. Un ragazzo di 29 anni, che ha scelto di lavorare meno – come guardia medica – per avere più tempo per l’orto e la produzione di formaggi destinati all’autoconsumo. «Se lavorassi soltanto per diventare ricco e famoso, sarei presto molto depresso».
L’ennesimo ingenuo utopista? «La selezione naturale ha prescelto l’istinto utopista», risponde il dottor Aillon. «Sperare in un mondo migliore, mettere incrisiil reale, lottare per i propri sogni, è qualcosa che è stato iscritto nel nostro parimonio genetico. Perché favorisce la sopravvivenza della specie». Utopia, maneggiare con cura: quello che può apparire debolezza, è esattamente il suo contrario. Nel libro di Bertaglio, Jean-Luis ricorre a una parabola: «Se paragoniamo il nostro cinquantenne medio, disilluso e senza speranze, e una specie di formiche utopista, che sogna e si batte per un mondo diverso, possiamo vedere che quest’ultima è molto più forte e sopravvive». Inutile negarlo: «Noi abbiamo dentro questo patrimonio genetico, che la cultura odierna cerca di spegnere. L’ingenuo, semmai, è chi non lo riconosce». Farà in tempo, la “formica utopista”, a fermare i carri armati neoliberisti di Harvard, quelli che suggeriscono all’euro-totalitarismo la dottrina dell’austerity espansiva che uccide come mosche i bambini di Atene e avvicina alla Grecia anche il nostro paese?
(Il libro: Andrea Bertaglio, “Generazione decrescente”, riflessione autobiografica sul mondo che è – e che potrebbe essere, con prefazione di Maurizio Pallante, Edizioni Età dell’Acquario, 103 pagine, 14 euro).
Fine del lavoro, del futuro, della società civile protetta dai diritti di cittadinanza. Fine di tutto quello che siamo stati abituati a pensare come destino, consuetudine, standard di vita, aspettative. E’ scoppiata una guerra: era pronta da trent’anni, ma quasi nessuno se n’era accorto – men che meno la sinistra, partiti e sindacati. Oggi vaghiamo smarriti tra macerie lungamente programmate: persino l’incresciosa elemosina degli 80 euro promessi da Matteo Renzi può apparire una buona notizia, anche se ha il sapore della minestra della Caritas o della distribuzione di aiuti umanitari nel Darfur. Siamo in guerra, ma c’è chi ragiona come se fossimo ancora in tempo di pace. Lo fanno i politici, naturalmente, professionisti dell’elusione della verità esattamente come i maggiori media. E lo fanno pure, a modo loro, gli illuminati sostenitori dell’eresia decrescista: dicono che il sistema si è rotto semplicemente perché “doveva” rompersi, non poteva durare.
Certo, l’attuale modello di sviluppo ha avvelenato la Terra e prodotto solitudine e depressione. E ora che s’è inceppato, abbandona al suo destino la Giovani costretti al precariatoprima “generazione decrescente” della storia occidentale moderna, quella che sa di non poter avere quello che ebbero tutte le generazioni precedenti: la legittima speranza di crescere ancora. Il che però non significa, di per sé, precipitare nell’abisso: ci si può attrezzare per vivere meglio, comunque, a prescindere dall’ecatombe del Pil. E’ la tesi di Andrea Bertaglio, classe 1979, espressa nella sua ultima dolente ricognizione editoriale presentata da Maurizio Pallante, di cui è stretto collaboratore. Il libro si affaccia con angoscia sul panorama desolante dei coetanei, traditi dalle false promesse dello sviluppo illimitato e condannati all’esilio o al call center, in

Notizie aggiornate.........CONTROPIANO.ORG

Contropiano.org

 


Scontri al Cairo, uccisa una giovane giornalista

Mayada Ashraf, giornalista del quotidiano Al Dostour, di 22 anni, è rimasta uccisa ieri in circostanze non ancora chiare mentre era impegnata a seguire gli scontri fra i sostenitori dell’ex presidente...Leggi tutto

Tsunami troika sull’Ucraina: l'invasione arriva da ovest

Qualcuno, più cinico di noi, potrebbe dire: “avete voluto la bicicletta – nella fattispecie l’UE – e adesso pedalate”. Ma è davvero tragico il destino che si prospetta per parecchi milioni...Leggi tutto

Rezan Zuğurli, il cuore nel Kurdistan che lotta

LICE – “Se il cuore del Kurdistan è Amed, il cuore di Amed è Lice perché su queste montagne è nato il PKK”. Non ha timore di richiamare un passato che è tuttora vivo Rezan Zuğurli, una venticinquenne...Leggi tutto

Kiev: faida tra i “nazisti di lotta” e “di governo”. Con lo zampino dell’Ue

E’ muro contro muro tra le bande paramilitari di estrema destra di ‘Settore Destro’ e la giunta golpista di Kiev, per le quali evidentemente le milizie neonaziste sono diventate una presenza ingombrante...Leggi tutto

Ispettore di polizia condannato a 20 anni di carcere

Venti anni di carcere, 120mila euro di multa e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. E’ stata questa la condanna inflitta all’ispettore di polizia Claudio Anastasio, ex capo della...Leggi tutto

Lombardia. Riesce lo sciopero dei lavoratori "invisibili"

Lo sciopero degli "invisibili" alla fine c'è stato ed è anche riuscito. Un segmento del mondo del lavoro tra i più disgregati, meno retribuiti e meno visibile è uscito allo scoperto e con dignità...Leggi tutto

Un popolo e la sua radio, contro il silenzio delle istituzioni

E' arrivato al quarto giorno il presidio di Radio Città Aperta sotto la Regione Lazio. I redattori, i dj e gli ascoltatori si alternano giorno e notte intorno al gazebo e nel camper trasformato in studio...Leggi tutto

Roma. I fondi europei per la collettività non per sprechi e regalìe. Corteo alla Regione Lazio

Centinaia di lavoratrici e lavoratori del Lazio sono arrivati questa mattina in corteo fino alla sede della Presidenza della Regione Lazio rispondendo allo sciopero regionale convocato dalla Usb. La posta...Leggi tutto

La leva dell'offerta dei banchieri centrali italiani come "panacea" di tutti i mali

C’è chi dirige lo sguardo verso il mercato creditizio, chi verso il cosiddetto “mercato del lavoro”, altri su quello dei prodotti, altri ancora sulle imprese. Ma non c’è niente da fare: nessuno...Leggi tutto

Allarme rosso! Ombre nere sul 12 aprile

I fascisti sono una componente fetida del panorama politico continentale. Gente senza onore, senza programma né ideali; se non quello di servire il potente di turno. Servono a questo e a null'altro. Ma...Leggi tutto

Roma. Occupato il "Bidet" di Caltagirone

Garbatella, i movimenti occupano il 'bidet' di via Costantino
„E' soprannominato il 'bidet' per la sua forma ovale e le facciate bianche, ma si tratta di un palazzo di via Costantino a San Paolo,...Leggi tutto

Unicoop: altissima adesione allo sciopero contro i licenziamenti

Altissima adesione dei dipendenti Unicoop Tirreno dell’Ipercoop Casilino di Roma e Aprilia 2, in provincia di Latina, allo sciopero indetto per l’intera giornata di oggi dall’USB Lavoro Privato contro...Leggi tutto

Colombia: gli squadroni della morte difendono l'oligarchia

Gli squadroni della morte di estrema destra, teoricamente e ufficialmente smantellati durante la presidenza dell'ultrà di destra Alvaro Uribe (2002-210) nell'ambito di un ‘processo di pace’ solo di...Leggi tutto

Il Personal Computer è figlio della spesa pubblica

Il mito popolare che circonda l’origine del personal computer è che esso sia stato sviluppato interamente con gli sforzi del settore privato. Questa storia, però, trascura lo sforzo concertato del...Leggi tutto

La Turchia elle elezioni, Pamuk denuncia la censura

Mai elezioni amministrative sono state tanto importanti in Turchia negli ultimi decenni. Il voto di domani si annuncia come un vero e proprio referendum sul premier Recep Tayyip Erdogan e sul suo gruppo...Leggi tutto

Gaza, una vita in gabbia

Padoan e Visco, la contraddizione che non c'è

Il divorzio tra il Tesoro e la Banca d'Italia si è manifestato stamattina nella commemorazione del centenario di Guido Carli, che si è tenuto alla Luis, università privata in calo di ascolti e credibilità....Leggi tutto