lunedì 30 giugno 2014

CHE COSA DIREBBE CRISTO GESU’ DI QUESTA CHIESA, DI QUESTA TERRA,......


CHE COSA DIREBBE CRISTO GESU’ DI QUESTA CHIESA, DI QUESTA TERRA, DELLA QUALITA’ DELL’ARIA, DELL’ACQUA DEI FIUMI, dei mari e degli oceani, e di tutte le sue creature, animali e vegetali, estinte per sempre?
“Già da tempo, del resto, i sommi pontefici, i cardinali e i vescovi si danno da fare per emulare e quasi superare lo stile di vita dei principi. In effetti, se si considerasse quali pensieri richiami la veste di lino, che spicca per un candore pari alla neve (quello di una vita assolutamente irreprensibile); che cosa voglia simboleggiare la mitra a due corni, con uno stesso nodo a tener fermi i due estremi (ossia la scienza ugualmente perfetta dell’Antico e del Nuovo Testamento); cosa le mani guantate (un’amministrazione dei sacramenti sottratta a qualsiasi contatto contaminante con le cose umane); cosa il pastorale (la cura assidua del gregge affidato); cosa la croce sul petto (la vittoria su tutte le passioni umane); – se si prendesse in considerazione questi emblemi, e molti altri simili, non si passerebbe forse una vita triste e piena di ansie? Ora, invece, se la passano bene ad ingrassare se stessi, mentre la cura delle pecore la delegano a Cristo in persona o la scaricano sulle spalle dei cosiddetti frati e dei vicari. E non ricordano neppure il significato del proprio nome, che denota fatica, impegno, diligenza; ma, quando si tratta di prendere i soldi nella loro rete, allora si che fanno i vescovi, e sanno far bene la guardia.
”Erasmo da Rotterdam da “Elogio Della Follia”
Che miracolosa attività pratica la Chiesa (che invita alla carità), per avere accumulato una così incommensurabile ricchezza?
Lo stato della Chiesa sa fare molto bene i suoi conti e il suo potere economico è il più florido, in assoluto, di qualsiasi altra nazione al mondo. Solo una Chiesa povera può soddisfare il bisogno di fede degli uomini onesti, e solo una Chiesa padrona e concussa, accelerare quel processo di disgregamento morale, spirituale ed etico che oggi, più che mai, mina le nostre “moderne” società occidentali.
Ma la farsa continua! Il caso di Eluana Englaro è emblematico e indicativo di un’ipocrisia e mala fede sistematica e conclamata. Cosa c’è di altamente cristiano nel volere tenere in vita – ad oltranza-  e contro ogni umana logica (con strumenti di tortura assemblati da Satana in persona), un essere umano che solo qualche decennio prima, sarebbe deceduto naturalmente fra le braccia misericordiose del Creatore?
Fra i vari diritti dell’uomo, uno in particolare è sempre più disatteso: é il diritto alla morte, e chi impedisce questo diritto, è un assassino.
Questo è il vero relativismo, di cui spesso amava parlare parlare Papa Ratzinger. Non ho mai ascoltato dalla voce del Pontefice e alti prelati, parole di ferma condanna sulle pratiche di chirurgia estetica e trapianto di organi.
L’impianto etico connaturato nell’uomo al quale il vero sentimento religioso si ispira, deplora e aborra ogni violazione e profanazione del corpo, definito da sempre, il tempio dell’anima.
Il mio professore di religione mi spiegava che nella straordinaria bellezza della natura potevamo cogliere la grandezza di Dio e la sua essenza, e così il valore della vita – ma cosa resta della natura e delle nostre vite? Solo scempio e orrore!! Non basta annunciare il Vangelo in forma di proseliti, ma è assolutamente doveroso applicarlo nei suoi contenuti, attraverso fatti concreti e l’esempio, attenendosi in forma radicale ai suoi principi fondamentali.
Non è più il tempo di metafore, mediazioni e di compromessi! Abbiamo bisogno di un’azione forte, che demonizzi il Sistema necrofilo imperante, causa di tutti i mali, portavoce e portabandiera del relativismo.
Migliaia di individui del terzo mondo vengono espiantati vivi, e poi buttati in qualche discarica, per assicurare organi freschi all’occidente; la Chiesa sa ma tace, o al massimo borbotta.
Cosa direbbe Cristo, oggi, di questa terra, della qualità dell’aria che respiriamo, dell’acqua dei fiumi, dei mari e degli oceani, e di tutte le sue creature, animali e vegetali, estinte per sempre?
Come ha contrastato, la Chiesa, questo sterminio annunciato? E dei sistematici abusi sessuali sui bambini del terzo mondo (neonati compresi – ripetutamente stuprati) cosa dice la Chiesa? Come non vedere!! Che né é del timor di Dio? Quali radici cristiane sono rimaste nel mondo occidentale tecnologico relativista? Di quale codardia, ancora una volta si è macchiata, e come giudicherà Dio l’immobilità pachidermica di questa Chiesa?
Lo Stato Pontificio non si esprime, non si schiera e, sordo, dentro un vergognoso e omertoso mutismo si spoglia da ogni oggettiva responsabilità per eclissarsi e andare oltre. Di fronte all’avanzata di un liberismo selvaggio e pagano (risultato ultimo di un relativismo etico e di valori), la Chiesa tace, ma non solo: ci convive e stipula affari. Poi, appartata nei suoi comodi salotti, disquisisce, pontifica, punta il dito. In seguito, appesantita per la cena troppo abbondante, si addormenta come una grassa scrofa, sprofondando esausta, tra i suoi fetidi escrementi.
Oggi, il cristianesimo, è solo un’insulsa parola priva di qualsiasi forza e significato. I veri cristiani (gli invisibili) si muovono nell’ombra, senza ostentazioni, adempiendo, alla loro missione di volontariato, solidarietà e di vera fede.
Ma la farsa relativista non ha fine. Tutti, indistintamente, continuano a recitare la loro commedia, impegnati a consolidare il loro bottino di guerra e vergognosi privilegi. Un compromesso già sottoscritto fra le parti, li esime da ogni giudizio critico e arbitraria intrusione esterna.
-Nel frattempo, Papa Francesco, affacciato su piazza San Pietro, invita a riscoprire la carità e a non inseguire la logica del profitto e del’interesse particolare. In seguito si rigenera con un salutare massaggio, mentre una suora di bianco vestita, linda e pura, gli pratica un attento pedicure.
- Il Capo dello Stato, recitando la sua ennesima sceneggiata, ci parla di una imminente crescita e di sviluppo, mentre la nave affonda fra gli abissi della stupidità umana.
- Gli imprenditori, nella totale indifferenza di Stato e Chiesa chiudono i battenti, e migliaia di lavoratori, umiliati, perdono il lavoro e la dignità.
- L’industria, indisturbata, riversa il suo carico di rifiuti e di scorie tossiche sul territorio e nei mari, mentre il cancro continua a uccidere.
- Gli italiani navigano in rete dando sfogo alla rabbia e all’indignazione, mentre il Sistema, imperturbabile, si ingrassa a dismisura sulla nostra cazzonaggine. E la farsa continua.


GJTirelli

BRASILE NEL PALLONE---Brasile. Protesta contro i Mondiali e le politiche del governo a Copacabana

Ora che il fuoco sacro dei mondiali ha conquistato gli animi, nella fase centrale della competizione, le proteste in Brasile non hanno la stessa imponenza che avevano ancora fino a poche settimana fa. Ma la marcia silenziona di un centinaio di persone a Copacabana per denunciare le politiche del governo e protestare contro l’organizzazione dei giochi ha un alto valore simbolico“Non si vede nessuna politica a lungo termine per l’educazione, per la salute e i diritti umani oggi in questo Paese” afferma uno dei manifestanti. “E siamo stanchi. Tutte le fasce sociali: la classe media, i meno abbienti. Siamo stanchi. Non si tratta solo del governo. Siamo stanchi in generale delle politiche che si fanno in questo Paese”.“La gente ha il diritto di dire la sua. Ecco perchè siamo qui. Per denunciare l’oppressione di cui siamo vittima” dice una donna che partecipa alla marcia.La bocca coperta a mo’ di bavaglio, i dimostranti hanno denunciato la repressione delle forze dell’ordine contro le manifestazioni che hanno carattarizzato i preparativi e l’arrivo dei Mondiali. Su molti dei cartelli portati in corteo erano scritti i nomi delle vittime della repressione della polizia nelle favelas di Rio.Copyright © 2014 euronews

SARDEGNA E SARDI IN VIA DI ESTINZIONE ! SVEGLIAAAAAA!!!!

SARDEGNA E SARDI IN VIA DI ESTINZIONE ! SVEGLIAAAAAA!!!!

Società di tutto il mondo ricoprono la Sardigna di pale eoliche.
Una società italiana vuole trivellare la terra per cercare il gas.
Una società texana vuole bombardare il mare per cercare petrolio.
Una società olandese vuole brevettare le nostre piante tipiche.
Assolti per prescrizione gli industriali che hanno inquinato.
Si prospetta di utilizzare la Sardigna come deposito per le scorie nucleari italiane.
Mentre i militari sparano ormai anche sul lago Omodeo il Governo italiano dà al suo Esercito l'autorizzazione per inquinare 100 volte di più la nostra terra...
Io non vi chiedo se volete bene a voi stessi, perchè avete dimostrato tante volte che non vi volete bene.
Vi chiedo se volete bene almeno ai vostri figli.
Almeno ai vostri figli...

Il mondo è malato di Israele e il suo follie---- Israele sta scoprendo che non è più al centro dell'attenzione come è sempre stato prima. By Gideon Levy






Il mondo è malato di Israele e il suo follie
Israele sta scoprendo che non è più al centro dell'attenzione come è sempre stato prima. By Gideon Levy
29 Giugno 2014 " ICH "-" Haaretz "-
Che mondo crudele: Tre studenti yeshiva sono stati rapiti, e il mondo non è interessato; tre madri gridano, e il mondo non risponde. E 'tutto perché il mondo intero è contro di noi; è anti-semita e odia Israele. L'Anti-Defamation League sta già preparando una relazione. Ma la verità è, questo è solo il modo in cui stanno le cose: Quando apertamente il pollice il naso al mondo per anni, alla fine, si sfoglia il naso indietro. Le tre madri andarono fino a Ginevra. Uno di loro è andato all'estero per la prima volta in vita sua per andare al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Ma il mondo, e il consiglio, continuarono i loro modi allegri. E 'l'ironia della sorte: Circa due anni fa, Israele ha sospeso ufficialmente cooperazione con tale consiglio;insieme alle Isole Marshall, Palau e negli Stati Uniti, si è opposto molto dell'organico del Consiglio. Ma ora, nella sua sofferenza e l'angoscia delle madri, si è rivolto al Consiglio, che è davvero ostile a Israele e passa più tempo su di esso rispetto a qualsiasi altro paese. Improvvisamente, Israele ha bisogno il mondo. Ha bisogno anche l'ONU, che tutto ad un tratto non è il corpo inutile Primo Ministro David Ben-Gurion una volta definì. Ci vuole una notevole faccia tosta per chiedere che il mondo si interessi la sorte dei tre israeliani rapiti, e una notevole faccia tosta di essere deluso dal fatto che essa ha taciuto. Certo, Israele ha cercato di spostare il cielo e la terra, e suo ambasciatore / propagandista presso le Nazioni Unite ha tenuto un discorso commovente nel tentativo di racimolare qualche punto in più di diplomazia pubblica nei confronti di Hamas. Ma una volta che stava prestando attenzione già, quel mondo bizzarro era più interessato alla campagna di punizione collettiva inflitta migliaia di residenti della Cisgiordania dopo il rapimento. Ecco come stanno le cose con il mondo-that-tutto-contro-us: E 'più interessati al mezzo secolare occupazione; è più turbato per la sorte di tre milioni di palestinesi che il destino di tre israeliani. Il mondo non mancano vittime di rapimento, ma nessuno di loro ha mai ottenuto l'attenzione ricevuta da soldato rapito Gilad Shalit. Con i tre sequestrati attuali, tuttavia, Israele non aveva più una possibilità. Nelle ultime due settimane, che ho trascorso in Svezia, non ho imbattuto in una sola menzione del rapimento nei media. Non uno. Ecco cosa frutto marcio assomiglia. Il mondo non ha motivo di essere più interessato alla sorte di Naftali Fraenkel, Eyal Yifrah e Gilad Shaar quello che è nel destino del loro compagno di età Mohammed Dudin, un ragazzo di 15 anni che è stato ucciso dal fuoco in diretta da soldati israeliani in Dura Venerdì scorso . Essa non ha motivo di essere particolarmente mosso dalle parole ossessionanti di Rachel Fraenkel, il quale racconta che il suo Naftali è un bravo ragazzo che ama suonare la chitarra e calcio, quando Maometto era anche un bravo ragazzo, che ha aiutato suo padre a costruire la loro casa durante le vacanze scolastiche e dolci venduti per contribuire a sostenere la sua famiglia. Rachel vuole abbracciare Naftali? Jihad, il padre in lutto di Maometto, vuole anche abbracciare suo figlio. Per inciso, nessuno lo ha portato a Ginevra. Rimase solo con il suo lutto, presso la casa miserabile la cui costruzione non è ancora stato terminato, e forse non lo sarà mai. Il mondo è un casino, come si suol dire. In Iraq, Nigeria, Siria e persino l'Ucraina, la situazione è molto più crudele. Eppure, la totale mancanza di interesse per gli israeliani rapiti non deriva da quel solo. E 'impossibile pretendere la simpatia dal mondo quando Israele ignora le decisioni di tutto il mondo; è impossibile chiedere un'azione quando Israele è perpetuare l'occupazione;ed è impossibile chiedere solidarietà con la sorte delle vittime israeliane quando la stessa vittima Israele continua ad uccidere, ferire e arrestare innocenti come una questione di routine. Ora Israele sta scoprendo che non è più al centro dell'attenzione come è sempre stato prima, e che il destino delle sue vittime di rapimento non si ferma il mondo nelle sue tracce, nemmeno negli Stati Uniti. Il mondo è malato di Israele e delle sue follie. Purtroppo, il mondo ha perso interesse in ciò che accade qui. Quando Israele era un paese più giusto, il mondo identificato con le sue vittime. Ha continuato a farlo anche quando Israele è diventato meno solo. Ma ora, quando negazionismo israeliano sta colpendo nuove altezze e la sua oppressione dei palestinesi sta tornando a quello che era durante i peggiori periodi, il mondo ha cominciato a farmi stanco di tutto. Anche le ragazze nigeriane sequestrate interessano più.



Il progetto "Forza di gendarmeria europea": UE crea Framwork legale per "scopi militari" contro i suoi cittadini

Il progetto "Forza di gendarmeria europea": UE crea Framwork legale per "scopi militari" contro i suoi cittadini

L'Unione europea si prepara il quadro 'clausola di solidarietà'


di Andrej Hunko
L'Unione europea istituisce un quadro giuridico per l'Europa a livello spiegamento di forze di polizia e le unità militari. Al tempo stesso, la Commissione UE sta lavorando intensamente sulla creazione di una singola unità di polizia dell'UE così come un pubblico ministero dell'UE.
L'uso della "Forza di Gendarmeria Europea" (EUROGENDFOR) è reso possibile dal "clausola di solidarietà", come riportato Heise. Al l'unità di, con sede in Vicenza, Italia, tutti gli gli Stati membri dell'UE sono coinvolti, il Gendarmerien; le forze di di polizia con status militare devono essere utilizzati.
I paesi fondatori della EUROGENDFOR sono Portogallo, Spagna, Italia, Francia e Paesi Bassi.Forniamo i nostri servizi per l'unità di polizia dell'UE, della NATO o l'ONU.
"La 'clausola di solidarietà' è ridondante, dal momento che l'UE ha già meccanismi di assistenza reciproca in caso di catastrofi. In secondo luogo, la clausola amplifica il corso di una militarizzazione della politica interna, dal momento che, su richiesta, l'esercito può essere utilizzato in un altro Stato membro.
"Martedì scorso, i rappresentanti degli Stati membri dell'UE in sede di Consiglio hanno adottato una decisione sulla cosiddetta 'clausola di solidarietà'. Erano un disastro o una crisi vagamente definito a verificarsi, gli organi dell'Unione europea dovrebbero essere tenute ad assistere utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione. Questo include risorse militari ", ha avvertito gli Stati del Bundestag Andrej Hunko.
La proposta sulle "modalità di attuazione da parte dell'Unione della clausola di solidarietà" è stata presentata congiuntamente dalla Commissione e l'Alto rappresentante dell'Unione europea nel 2012. Un paese può invocare la "clausola di solidarietà" se una crisi "travolge le sue capacità di reazione".Menzione è fatta di operativa, politica di e gli strumenti e le strutture finanziari.
Andrej Hunko ha continuato:
"L'adozione e se per l'Consiglio Affari generali ha avuto luogo nel segreto: il punto non è stato menzionato all'ordine del giorno della della riunione. La stampa non è stata informata. Eppure questa è una delle clausole più controverse contenute nei trattati dell'UE. Questo è esattamente il motivo per cui accordo sui dettagli della clausola di solidarietà è stata rinviata a un momento successivo, al momento della firma del Trattato di Lisbona.
Il 'clausola di solidarietà' amplifica il ruolo dei due di intelligence-servizio di-in stile UE centri di di situazione. Ma crea anche il quadro giuridico per la distribuzione delle unità speciali della 'rete ATLAS' in corso di elaborazione da parte della Commissione di polizia. Dalla Germania, il GSG 9 è coinvolto; l'anno scorso questa Federal unità delle forze speciali di polizia è stata in grado di dirigere una grande scala ATLAS esercizio che comprende diversi paesi per la prima volta.
La 'clausola di solidarietà' è superfluo, dal momento che l'UE ha già meccanismi di assistenza reciproca in caso di catastrofe. Al tempo stesso, però, la clausola rafforza il percorso verso militarizzazione della politica in casa-affari interni, dal momento che il personale militare possono essere inviati in un altro Stato membro, su richiesta.
Sono preoccupato che questo è circa la versione home-affari interni della clausola di dell'articolo 5, on difesa reciproca: che sarebbe applica in situazioni che 'possono avere un impatto negativo sulla persone, l'ambiente o di proprietà'. Blocchi Anche politicamente motivate nei settori dell'energia e dei trasporti e scioperi generali sono coperti.
Il testo fa esplicito riferimento alla crisi che hanno origine al di fuori del territorio degli Stati membri.
Il gruppo parlamentare del partito di sinistra respinge questa confusione di linee tra sicurezza interna ed esterna. Invece di militarizzazione della politica di home-affari interni attraverso il dispiegamento di forze militari all'interno di altri Stati membri, abbiamo bisogno di rafforzamento dei meccanismi civili di solidarietà all'interno dell'UE ".
Comunicato stampa del 24 giugno 2014 il Consiglio Affari generali:http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/ EN/genaff/143353.pdf
www.globalresearch.ca/the-european-gendarmerie-force-project-eu-creates-legal-framwork-for-military-use-against-its-citizens/5389037" -title dati = "Il" "Progetto: EU Crea Framwork legale per" Forza di gendarmeria europea scopi militari "contro i suoi cittadini">

LIBREassociazione di ideeInvia ......Fini: media cialtroni, smascherati solo se la crisi precipita

LIBRE

associazione di idee
 

Credo che l’informazione sia finita. Non il nostro mestiere, ma l’informazione. L’informazione è finita per eccesso di informazione. È quello che ti insegnano al primo anno dieconomia: il primo cucchiaio di minestra ti salva la vita, il secondo ti nutre, il terzo di fa piacere, ma, alla lunga, il decimo ti uccide. Noi siamo attraversati di continuo da messaggi, non solo di tipo informativo, ma anche pubblicitari, per cui non riusciamo più a ritenere nulla di quel che leggiamo. Qualche anno fa lessi un articolo americano che spiegava come i giovani cresciuti in era pre-televisiva avessero una quantità di informazioni molto superiore ai loro coetanei nati dopo. Non parlo di qualità, ma di quantità. È un processo naturale, oserei dire di difesa. Come non puoi emozionarti di tutto, così non puoi ritenere tutto. Non credo che sia una morte definitiva, perché non c’è mai nulla di definitivo, però per gli anni a venire sono molto pessimista, non per difetto, ripeto, ma per eccesso.
I veri cambiamenti avvengono soltanto quando ci si ritrova in condizioni dicrisiveramente profonda. Se ci fosse unacrisieconomica veramente forte, e adesso non ci siamo ancora, allora forse le persone si sveglierebbero e non farebbero come adesso, che tirano a campare. E questo vale per tutto, non soltanto per l’informazione. L’informazione è un campo strano: se leggi soltanto quella mainstream sai che al 90 per cento è taroccata, se invece cerchi in rete ti ritrovi con una massa talmente vasta di informazioni che non sai più nemmeno come gestirla. Qual è l’errore peggiore che può fare un giornalista? Non scrivere quello che vede e non dire quello che pensa, senza dimenticare mai che quello che pensa non è la verità assoluta, visto che non c’è nessuna verità. La cosa peggiore che può fare un giornalista è non essere onesto. Io l’ho sempre detto: se in un’inchiesta dovessi scoprire che mia madre è una puttana, scriverei che mia madre è una puttana. Questo deve fare il giornalista.
Naturalmente non c’è una verità oggettiva, non esiste, ma questo è un tema più profondo, qui sfociamo nella metafisica. C’è un bellissimo film degli anni Cinquanta di Akira Kurosawa che si chiama Rashomon. Kurosawa ti fa vedere la scena di un samurai e di sua moglie che vengono aggrediti in un bosco. Lei viene stuprata e lui ucciso. Poi c’è il processo, e al processo ognuno racconta la sua verità. E Kurosawa ti fa vedere ogni volta la stessa scena, senza cambiare una virgola, ma ogni volta la verità è diversa. L’onestà intellettuale è un atteggiamento mentale che dovrebbe rappresentare la normalità. Significa trattare nello stesso modo chi ti sta simpatico e chi ti sta antipatico. Una cosa se secondo te è sbagliata, o giusta, lo devi riconoscere indipendentemente da chi la fa. Questo vuol dire essere coerente e onesto intellettualmente, se no fai l’agitatore, che è un altro mestiere.
Il grande corruttore in questo senso è stato Eugenio Scalfari, il quale incominciò a dire una cosa per poi dire il suo contrario sei mesi dopo, finché arrivò all’apice assoluto e, in un articolo su Bettino Craxi, scrisse una seconda parte in cui riusciva a smentire ciò che lui stesso aveva detto nella prima. Un tempo questo non sarebbe stato possibile, perché come diceva Giorgio Bocca esisteva una “società degli eccellenti”. È un concetto da prendere con le molle, ma insomma, certe cose non le potevi fare, se no eri squalificato. Poi è saltato tutto, e infatti lo vediamo nel giornalismo di oggi, ma anche nellapolitica. «Stai sereno», dice Renzi a Letta, e dopo due giorni gli ha preso il posto. Ecco, almeno per queste cose, un tempo l’Italia era diversa, c’erano delle regole, anche non scritte, ma certe cose non le potevi fare. E non solo nel giornalismo, anche nella vita quotidiana. Era un’Italia, quella dei Cinquanta e Sessanta, in cui l’onestà era un valore per tutti: per la borghesia, se non altro perché dava credito, per il mondo contadino, in cui se venivi meno alla parola data o a una stretta di mano venivi escluso dalla comunità, e anche per le classi medie e il proletariato.
Quale è stato il punto di rottura? Il boom economico, l’idolatria del quattrino. L’idolatria del quattrino ha cambiato gli italiani radicalmente: ora ci si vende per niente. Lo vediamo tutti i giorni, i recenti scandali che abbiamo visto ne sono la prova. Il dio quattrino è diventato l’unico idolo condiviso di questo paese. Questa è la verità. Il giornalismo e gli intellettuali – uh, che brutta parola – hanno delle responsabilità gravissime, forse maggiori della stessa classepolitica. Gli intellettuali hanno tradito il loro compito, il loro mestiere. E qual è il mestiere dell’intellettuale o del giornalista è, per usare una vecchia formula un po’ usurata, quella del cane da guardia delpotere, il controllore. Un ruolo che in alcune parti del mondo ancora esiste, penso agli Stati Uniti, paese che detesto per molti motivi, ma a cui bisogna dare questo merito: la stampa, o almeno, delle parti della stampa sembrano ancora avere l’indipendenza minima, quella che ti permette quando parli dell’Afghanistan, per esempio, di criticare l’operato del tuo governo e del tuo esercito.
In Italia la stampa ha smesso da molto tempo di fare il suo mestiere, è totalmente versipelle, ma ci sono esempi di tutti i tipi. Giuliano Ferrara direi che ne è l’emblema, perché è una persona intelligente, anche se in questo caso l’intelligenza mi sembra una aggravante più che un’attenuante. In ogni caso, è questo mondo quello di cui parlo: i Ferrara, i Della Loggia, i Panebianco, i Battista e via dicendo, sono loro che hanno squalificato il lavoro del giornalista. Ma ci sono anche esempi positivi, penso ai Rizzo, agli Stella, che hanno fatto parecchia gavetta e che sono degli ottimi giornalisti. Il problema è che restano in uno stato di perenne gavetta, non avranno mai il peso che può avere un editorialista del “Corriere della Sera”, che poi non si sa nemmeno più perché debbano essere loro gli editorialisti del “Corriere”.
Qual è il prezzo che un giornalista paga per difendere la propria onestà intellettuale? Come paga? Be’, con la marginalizzazione, l’estromissione, l’annullamento. Del resto, non si può fare la rivoluzione con la mutua, come pretendevano quelli del ‘68. Se ti metti contro devi essere disposto a pagarne il prezzo, e il prezzo è quello. Una nuova generazione di giornalisti potrà cambiare le cose? È molto difficile. Prima di tutto perché è difficilissimo entrare. Una volta assumevi il figlio del collega o il nipote di un politico, ma insieme assumevi anche uno bravo. Adesso quelli bravi fanno molta più fatica. Forse il web sarà utile in questo senso, per creare qualcosa di nuovo e indipendente, anche se la rete ha tutta una serie di problemi che non rendono affatto facile emergere. Con l’abbondanza che può offrire il web farsi notare è sempre più un’impresa eccezionale.
Ci sono tantissimi finti anticonformisti in Italia, ci sono sempre stati, e se ne stanno benissimo incistati in quello che si chiama pensiero unico, che non sanno nemmeno bene che cos’è. È il pensiero uscito dalla rivoluzione industriale, che si basa su una distinzione netta tra destra e sinistra, che sono in realtà due facce della stessa medaglia. Questo quando sono onesti intellettualmente. Quando sono disonesti sembrano anche la stessa faccia, perché fondamentalmente si conformano al potente del momento. È normale, è quello di cui parlava Flaiano quando diceva “salire sul carro del vincitore”. Adesso c’è Renzi, prima c’eraBerlusconi, poi chi sa chi ci sarà. Una volta i giornali davano spazio anche a personaggi eterodossi. Certo li usavano come foglia di fico, ma almeno li facevano scrivere. Pensa all’esempio di Pasolini, che ha scritto cose micidiali sulle pagine del “Corriere della Sera”, opinioni eterodosse che oggi non hanno più spazio. Questo tipo di intellettuale è esistito in Italia per molto tempo. Mi vien da pensare anche a una parte della carriera di Bocca, o di Montanelli. Adesso però io non riesco a vedere personaggi di questo genere, di questa statura intellettuale. Insomma, o fai parte della compagnia del giro, quella dei Fazio, dei Saviano, dei Gramellini, o non avrai spazio. Per avere spazio devi essere cooptato da qualcuno.
(Massimo Fini, dichiarazioni rilasciate ad Andrea Coccia per l’intervista “I giornalisti? Sono più disonesti dei politici”, pubblicata da “Linkiesta” il 15 giugno 2014).
Credo che l’informazione sia finita. Non il nostro mestiere, ma l’informazione. L’informazione è finita per eccesso di informazione. È quello che ti insegnano al primo anno di economia: il primo cucchiaio di minestra ti salva la vita, il secondo ti nutre, il terzo di fa piacere, ma, alla lunga, il decimo ti uccide. Noi siamo attraversati di continuo da messaggi, non solo di tipo informativo, ma anche pubblicitari, per cui non riusciamo più a ritenere nulla di quel che leggiamo. Qualche anno fa lessi un articolo americano che spiegava come i giovani cresciuti in era pre-televisiva avessero una quantità di informazioni molto superiore ai loro coetanei nati dopo. Non parlo di qualità, ma di quantità. È un processo naturale, oserei dire di difesa. Come non puoi emozionarti di tutto, così non puoi ritenere tutto. Non credo che sia una morte definitiva, perché non c’è mai nulla di definitivo, però per gli anni a venire sono molto pessimista, non per difetto, ripeto, ma per eccesso.
I veri cambiamenti avvengono soltanto quando ci si ritrova in condizioni di crisi veramente profonda. Se ci fosse una crisi economica veramente forte, e Massimo Finiadesso non ci siamo ancora, allora forse le persone si sveglierebbero e non farebbero come adesso, che tirano a campare. E questo vale per tutto, non soltanto per l’informazione. L’informazione è un campo strano: se leggi soltanto quella mainstream sai che al 90 per cento è taroccata, se invece cerchi in rete ti ritrovi con una massa talmente vasta di informazioni che non sai più nemmeno come gestirla. Qual è l’errore peggiore che può fare un giornalista? Non scrivere quello che vede e non dire quello che pensa, senza dimenticare mai che quello che pensa non è la verità assoluta, visto che non c’è nessuna verità. La cosa peggiore che può fare un giornalista è non essere onesto. Io l’ho sempre detto: se in un’inchiesta dovessi scoprire che mia madre è una puttana, scriverei che mia madre è una puttana. Questo deve fare il giornalista.
Naturalmente non c’è una verità oggettiva, non esiste, ma questo è un tema più profondo, qui sfociamo nella metafisica. C’è un bellissimo film degli anni Cinquanta di Akira Kurosawa che si chiama Rashomon. Kurosawa ti fa vedere la scena di un samurai e di sua moglie che vengono aggrediti in un bosco. Lei viene stuprata e lui ucciso. Poi c’è il processo, e al processo ognuno racconta la sua verità. E Kurosawa ti fa vedere ogni volta la stessa scena, senza cambiare una virgola, ma ogni volta la verità è diversa. L’onestà intellettuale è un atteggiamento mentale che dovrebbe rappresentare la normalità. Significa trattare nello stesso modo chi ti sta simpatico e chi ti sta antipatico. Una cosa se secondo te è sbagliata, o giusta, lo devi riconoscere Eugenio Scalfariindipendentemente da chi la fa. Questo vuol dire essere coerente e onesto intellettualmente, se no fai l’agitatore, che è un altro mestiere.
Il grande corruttore in questo senso è stato Eugenio Scalfari, il quale incominciò a dire una cosa per poi dire il suo contrario sei mesi dopo, finché arrivò all’apice assoluto e, in un articolo su Bettino Craxi, scrisse una seconda parte in cui riusciva a smentire ciò che lui stesso aveva detto nella prima. Un tempo questo non sarebbe stato possibile, perché come diceva Giorgio Bocca esisteva una “società degli eccellenti”. È un concetto da prendere con le molle, ma insomma, certe cose non le potevi fare, se no eri squalificato. Poi è saltato tutto, e infatti lo vediamo nel giornalismo di oggi, ma anche nella politica. «Stai sereno», dice Renzi a Letta, e dopo due giorni gli ha preso il posto. Ecco, almeno per queste cose, un tempo l’Italia era diversa, c’erano delle regole, anche non scritte, ma certe cose non le potevi fare. E non solo nel giornalismo, anche nella vita quotidiana. Era un’Italia, quella dei Cinquanta e Sessanta, in cui l’onestà era un valore per tutti: per la borghesia, se non altro perché dava credito, per il mondo contadino, in cui se venivi meno alla parola data o a una stretta di mano venivi escluso dalla comunità, e anche per le classi medie e il proletariato.
Quale è stato il punto di rottura? Il boom economico, l’idolatria del quattrino. L’idolatria del quattrino ha cambiato gli italiani radicalmente: ora ci si vende per niente. Lo vediamo tutti i giorni, i recenti scandali che abbiamo visto ne sono la prova. Il dio quattrino è diventato l’unico idolo condiviso di questo paese. Questa è la verità. Il giornalismo e gli intellettuali – uh, che brutta parola – hanno delle responsabilità gravissime, forse maggiori della stessa classe politica. Gli intellettuali hanno tradito il loro compito, il loro mestiere. E qual è il mestiere dell’intellettuale o del giornalista è, per usare una vecchia formula un po’ usurata, quella del cane da guardia delpotere, il controllore. Un ruolo che in alcune parti del mondo ancora esiste, penso agli Stati Uniti, paese che detesto per molti motivi, ma a cui bisogna dare questo merito: la stampa, o almeno, delle parti della stampa sembrano ancora avere l’indipendenza minima, quella che ti permette Giuliano Ferraraquando parli dell’Afghanistan, per esempio, di criticare l’operato del tuo governo e del tuo esercito.
In Italia la stampa ha smesso da molto tempo di fare il suo mestiere, è totalmente versipelle, ma ci sono esempi di tutti i tipi. Giuliano Ferrara direi che ne è l’emblema, perché è una persona intelligente, anche se in questo caso l’intelligenza mi sembra una aggravante più che un’attenuante. In ogni caso, è questo mondo quello di cui parlo: i Ferrara, i Della Loggia, i Panebianco, i Battista e via dicendo, sono loro che hanno squalificato il lavoro del giornalista. Ma ci sono anche esempi positivi, penso ai Rizzo, agli Stella, che hanno fatto parecchia gavetta e che sono degli ottimi giornalisti. Il problema è che restano in uno stato di perenne gavetta, non avranno mai il peso che può avere un editorialista del “Corriere della Sera”, che poi non si sa nemmeno più perché debbano essere loro gli editorialisti del “Corriere”.
Qual è il prezzo che un giornalista paga per difendere la propria onestà intellettuale? Come paga? Be’, con la marginalizzazione, l’estromissione, l’annullamento. Del resto, non si può fare la rivoluzione con la mutua, come pretendevano quelli del ‘68. Se ti metti contro devi essere disposto a pagarne il prezzo, e il prezzo è quello. Una nuova generazione di giornalisti potrà cambiare le cose? È molto difficile. Prima di tutto perché è difficilissimo entrare. Una volta assumevi il figlio del collega o il nipote di un politico, ma insieme assumevi anche uno bravo. Adesso quelli bravi fanno molta più fatica. Forse il web sarà utile in questo senso, per creare qualcosa di nuovo e indipendente, anche se la rete ha tutta una serie di problemi che non rendono Giorgio Boccaaffatto facile emergere. Con l’abbondanza che può offrire il web farsi notare è sempre più un’impresa eccezionale.
Ci sono tantissimi finti anticonformisti in Italia, ci sono sempre stati, e se ne stanno benissimo incistati in quello che si chiama pensiero unico, che non sanno nemmeno bene che cos’è. È il pensiero uscito dalla rivoluzione industriale, che si basa su una distinzione netta tra destra e sinistra, che sono in realtà due facce della stessa medaglia. Questo quando sono onesti intellettualmente. Quando sono disonesti sembrano anche la stessa faccia, perché fondamentalmente si conformano al potente del momento. È normale, è quello di cui parlava Flaiano quando diceva “salire sul carro del vincitore”. Adesso c’è Renzi, prima c’era Berlusconi, poi chi sa chi ci sarà. Una volta i giornali davano spazio anche a personaggi eterodossi. Certo li usavano come foglia di fico, ma almeno li facevano scrivere. Pensa all’esempio di Pasolini, che ha scritto cose micidiali sulle pagine del “Corriere della Sera”, opinioni eterodosse che oggi non hanno più spazio. Questo tipo di intellettuale è esistito in Italia per molto tempo. Mi vien da pensare anche a una parte della carriera di Bocca, o di Montanelli. Adesso però io non riesco a vedere personaggi di questo genere, di questa statura intellettuale. Insomma, o fai parte della compagnia del giro, quella dei Fazio, dei Saviano, dei Gramellini, o non avrai spazio. Per avere spazio devi essere cooptato da qualcuno.
(Massimo Fini, dichiarazioni rilasciate ad Andrea Coccia per l’intervista “I giornalisti? Sono più disonesti dei politici”, pubblicata da “Linkiesta” il 15 giugno 2014).

Intelligente Difesa' NATO: Addio agli eserciti nazionali sotto la dominazione degli Stati Uniti?

'Intelligente Difesa' NATO: Addio agli eserciti nazionali sotto la dominazione degli Stati Uniti?

Inviato: 30 Giu 2014 | 09:44 GMT Ultimo aggiornamento: 30 giugno 2014 | 09:46 GMT
Se i membri della NATO attuare il loro concetto di 'difesa intelligente' rimarrà saldamente sotto il controllo del Pentagono e rischiare la perdita dei loro eserciti nazionali, avverte vice primo ministro russo Dmitry Rogozin.
Rogozin ha criticato il concetto strategico di 'difesa intelligente' ('difesa intelligente') della NATO, un'iniziativa che mira a ridurre le spese militari dei membri della NATO e di investire in modo più efficace. Secondo Rogozin, sotto questo concetto, la NATO potrebbe ridurre le spese militari a scapito della perdita di indipendenza nel settore della difesa nazionale. L'idea principale della 'difesa intelligente', approvato dagli Alleati nel 2011, è che i paesi membri della NATO desistere propri eserciti nazionali globali a favore di "redistribuzione delle responsabilità" per costruire un esercito comune sotto il comando della NATO, l'agenzia  Ria Novosti . Il problema di implementazione divenne particolarmente effettivo per la NATO sullo sfondo della crisi  ucraina rapporti di agenzia. "'intelligente di difesa' è il modo più diretto per privare NATO delle proprie forze armate nazionali. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti, con tutti i tipi e rami delle forze armate, distribuire compiti tra i  partner , "Russian vice scrive sul suo sito  Facebook , dicendo che Washington detterà che si specializzerà, per esempio, in alpinisti, che nella logistica e posteriore. "Il risultato sarà la perdita totale di sovranità in materia di difesa e la dipendenza assoluta del Pentagono", avverte.


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