sabato 29 novembre 2014

Cosa ci preparano?.......A. Mazzeo

Cosa ci preparano?

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Antonio Mazzeo con la consueta precisione ci segnala un altro inquietante nuovo capitolo della spesa militare, finalizzato all’uso di strumenti bellici sul piano interno. Ho spesso sottolineato in dibattiti sulla Grande Guerra quanto ha pesato nel renderla inevitabile la corsa agli armamenti degli anni che l’hanno preceduta, e ho accennato con preoccupazione alla attuale sempre maggiore dotazione di armi inequivocabilmente non difensive (cacciabombardieri, portaerei, ecc.) senza che nessun nemico minacci il nostro paese.
E ho sempre osservato che in ogni ripresa televisiva di crisi politiche e sociali, anche nei paesi più poveri del mondo come il Burkina Faso, vediamo intervenire sofisticati elicotteri, ed equipaggiamenti antisommossa costosissimi ed ultratecnologici. Sono stati forniti “legalmente”, spesso proprio dal nostro paese, grande produttore e mercante di armi, ma farlo è stato un crimine. Il 99% delle armi vendute non sono destinate alla difesa da un nemico esterno, ma al controllo del proprio popolo. Ora scopriamo che anche da noi ci si attrezza con armamenti costosi e sofisticati per una gestione militare dell’ordine pubblico. Cosa si preparano a farci, visto che oggi nessuno minaccia o attacca gli organi repressivi dello Stato, che da decenni le classi subalterne hanno dimenticato che lo

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Rom, le menzogne della stampa e la guerra di Casapound

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Vaccino Novartis. E' già strage

La televisione di regime manda in video medici che "rassicurano" la popolazione e invitano ad andarsi a vaccinare contro il rischio influenza. Ma intanto le morti "sospettate" di essere state provocato...Leggi tutto

Dalla Germania ripartono le ambizioni sull’esercito europeo

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Processo Uva: torchiato il supertestimone Alberto Biggiogero

La domanda più banale che viene da porsi ogni volta che qualcuno muore dopo un arresto è: “se non fosse stata arrestata la vittima sarebbe ancora viva?”. Posta in modo più complesso, la domanda...Leggi tutto

Case popolari all’asta, fermiamo il decreto Lupi: 11 dicembre manifestazione a Porta Pia

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Iglesias. 37 donne occupano la miniera

37 donne, in Sardegna, hanno indossato passamontagna, casco e sciarpe e sono scese in miniera per occuparla. Lanciando così il grido di un'isola che sta affondando nella disoccupazione e che quindi vede...Leggi tutto

Crolla il prezzo del petrolio, shale verso il fallimento

Senza fondo. La guerra del petrolio è cominciata ufficialmente da pochi giorni, quando l'Opec ha deciso di non ridurre la produzione quotidiana al di sotto dei 30 milioni di barili (circa un  terzo...Leggi tutto

Il racconto da Suruc della delegazione romana per Kobane (prima parte)

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Oggi, la passerella di Renzi al Sud non è andata come pensava.
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Roma: continua la protesta delle maestre dei nidi e delle scuole d'infanzia

Prosegue la protesta delle precarie dei nidi e delle scuole dell'infanzia contro il contratto decentrato imposto unilateralmente dalla Giunta Marino, la cui applicazione porterebbe ad riassetto organizzativo...Leggi tutto

Pisa. Riuscita l'iniziativa "A 100 anni dalla I Guerra mondiale"

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Palestina: attivista italiano seriamente ferito dai soldati israeliani

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La Catalogna del dopo Consulta (I). Un panorama intricato

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“L'ALBA è un progetto di transizione al socialismo possibile". Conferenza a Madrid

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venerdì 28 novembre 2014

Le dimissioni di Hagel sono una sconfitta di Obama

Le dimissioni di Hagel sono una sconfitta di Obama

by sitoaurora
Nikolaj Bobkin Strategic Culture Foundation 28/11/201450391-chuck-hagel-e-il-presidente-barack-obama-nel-corso-della-conIl presidente statunitense Obama e il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Hagel hanno deciso che era il momento di avere un'altra persona a capo del dipartimento della Difesa. Chuck Hagel credeva che il momento fosse propizio per presentare le dimissioni. V'è il dubbio che la storia sia vera. Ad esempio, il New York Times ha citato degli aiutanti di Obama dire che aveva deciso di rimuovere il suo segretario alla Difesa dopo settimane di crescenti tensioni su varie questioni di politica estera, in particolare sulla lotta allo Stato islamico in Siria e Iraq. Alcuni politici statunitensi credono che sia l'inizio del cambio alla Casa Bianca. Hagel è il secondo alto funzionario statunitense a dimettersi. A settembre il procuratore generale Eric Holder si era dimesso. I due funzionari resteranno in carica fino alla conferma dei successori. Obama non ha fretta di nominarli. Hagel non appariva un “consigliere dalla linea dura”, avendo il compito di porre fine alle guerre e ridurre l'onere dei militare, e sembrava facesse del suo meglio nel realizzarlo. Ex-senatore del Nebraska, il segretario era l'unico repubblicano nell'amministrazione. Da veterano della Guerra del Vietnam è rispettato dai militari. Chuck Hagel s'è insediato a febbraio superando la seria opposizione del Senato. Alcuni dicevano che era troppo morbido con l'Iran. Si era rifiutato di firmare una lettera per inserire Hezbollah nella lista delle organizzazioni terroristiche. Hagel ha definito la guerra in Iraq uno dei cinque maggiori errori nella storia degli Stati Uniti. Ha criticato la politica estera di George W. Bush, definendola “sconsiderata”. Il segretario ha sostenuto l'idea che Israele e Hamas partecipassero ai colloqui e sottolineò pubblicamente la notevole influenza della lobby ebraica al Congresso. “Il popolo israeliano deve essere libero di vivere in pace e sicurezza” scrisse Hagel nel suo libro del 2008 'America, nostro prossimo capitolo', continuando, "Allo stesso modo, il popolo palestinese deve avere lo stesso diritto di vivere in pace in Palestina con Gerusalemme Est come capitale e la speranza di un futuro prospero”. Il processo di conferma si trascinò per quattro mesi a causa dell'ostruzionismo di molti senatori e capi di gruppi ebraici influenti contrari alla nomina. Gli esperti hanno avvertito della possibilità del conflitto tra Obama, eletto al secondo mandato, e il governo israeliano e previsto che lo scontro tra il segretario alla Difesa degli Stati Uniti e il primo ministro israeliano Netanyahu era inevitabile. Hagel fu sottoposto al microscopio sopravvivendo a un'audizione brutale presso il Senato. Obama l'ha aiutato nel processo di conferma. Allora il presidente ricordò ai suoi ascoltatori: “Chuck sa che la guerra non è un'astrazione. Sa che inviamo giovani americani a combattere e morire tra polvere e fango solo quando è assolutamente necessario”. Ultimamente Obama era felice dell'ottimo rapporto del suo segretario alla Difesa con i militari. Cosa è cambiato?
Obama e Chuck Hagel si erano incontrati numerose volte prima delle dimissioni, per discutere della pianificazione militare nei successivi due anni. Secondo Obama, fu allora che il segretario l'ha informato dei suoi piani. L'ex-ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite John Bolton ha detto che le dimissioni avrebbero potuto essere meglio preparate. Secondo lui, la notizia inaspettata non presagisce il meglio. I continui scossoni segnalano la necessità di affrontare nuovi problemi. Probabilmente la politica estera d'indurirà. Il portavoce alla Camera dei Rappresentanti John Boehner ha detto che la scelta di un sostituto deve essere accompagnata da una nuova visione delle politiche militari degli USA. “Tale cambio di personale deve rientrare nell'ampio ripensamento della strategia per affrontare le minacce estere, in particolare la minaccia rappresentata dal sorgere del SIIL”, ha detto in un comunicato. È vero, le opinioni del Hagel su Ucraina e Siria erano diverse dal resto dell'amministrazione. Ha criticato la politica sconsiderata degli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan, ma le dimissioni non erano all'ordine del giorno. Ora Obama ha deciso di sacrificare il suo segretario alla Difesa compiacendo chi non lo gradiva. Le dimissioni si profilarono in primavera quando i senatori accusarono Hagel dell'incapacità di prevedere le azioni della Russia in Crimea. Non ha sostenuto l'idea di rifornire l'Ucraina di armi letali, né ha approvato la decisione di inviarvi blindati Humvee. E aveva ragione nel dire che farlo innescherebbe ritorsioni dalla Russia. Hagel non ha sostenuto gli attacchi aerei contro lo Stato islamico, esprimendo preoccupazione per le conseguenze (come la tragedia dell'11 settembre a New York). Il segretario alla Difesa ritiene che la spesa di 2,4 - 3,8 miliardi all'anno per la lotta allo Stato islamico sia troppa. Gradualmente Hagel s'è disilluso sulla politica estera dell'amministrazione.
Le elezioni di medio termine di novembre sono state una grande vittoria dei repubblicani. Per la prima volta dal 2006 il GOP ha il controllo di entrambe le camere. Obama ha detto che non ci saranno cambi, “Non mi preoccupa, ma mi eccita, perché vuol dire che questa democrazia funziona”, ha detto della sconfitta del suo partito. Qualunque cosa dica, non può nascondere il fatto che gli statunitensi siano frustrati dal loro Presidente. L'indice di gradimento presidenziale è precipitato a meno 50%. Il senatore Ted Cruz (R-Texas) ha detto che gli statunitensi sono in armi. Potrebbe essere un'esagerazione, ma il voto del 4 novembre è visto come un referendum perso da Obama. Ciò è indiscutibile. Chuck Hagel ha riunito coloro che hanno perso fiducia in Obama. Le sue dimissioni sono un'altra sconfitta di Obama al Congresso. Oggi la squadra del presidente deve affrontare la seria opposizione nel Partito Democratico. Il senatore Joe Manchin (D-WV) rimprovera al presidente Barack Obama la devastante sconfitta dei democratici alle elezioni di medio termine. “E' senza senso dover combattere così duramente contro il nostro governo, la nostra amministrazione e il nostro Presidente per cercare un equilibrio”, ha detto. I democratici definiscono i risultati delle elezioni “sconfitta personale di Obama”. Gli aiutanti di Hillary Clinton le hanno detto di tenersi lontano dal presidente. Significa presto che altri funzionari seguiranno Hagel. Il numero dei sostenitori di Obama potrebbe diminuire notevolmente.obama-hageljpeg-0de8b_c0-257-4501-2880_s561x327La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora
sitoaurora | novembre 28, 2014 alle 11:15 | Etichette: Al-Qaedaanti-terrorismoantisionismo,antiterrorismoArabia SauditaatlantismoBarack Obamablack operationBlocco americanista occidentalistaBlocco BAOCIAcovert operationCovert OperationsDipartimento di Stato USA,forze armate USAgoverno occultoguerra asimmetricaguerra colonialeguerra copertaguerra d'influenzaguerra d'informazioneguerra d'intelligenceGuerra Freddaguerra mediaticaguerra occultaguerra per procuraguerra psicologicaImperialismoinfiltrazioneintelligenceIrakIraq,mass mediaMedio orientemediorienteNATOneoconneoconservatorineoimperialismoNorth Atlantic Treaty OrganizationNuovo ordine mondialeoperazioni bellicheoperazioni coperte,operazioni occultePentagonoPolitica della difesapolitica della sicurezzapolitica internazionale,politica occultapoteri occultiservizi di sicurezzaSionismospionaggioStati Unitistrategia,terrorismoUS Air ForceUS ArmyUSAWashington ConsensusWashington DC | Categorie:DifesaImperialismo | URL: http://wp.me/p1qi5U-3pa
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Newsletter mensile di BDS Italia…fai qualcosa di concreto per la Palestina Novembre 2014

Newsletter mensile di BDS Italia…fai qualcosa di concreto per la Palestina
Novembre 2014
Con l'acquisto dei prodotti israeliani ti rendi complice della violazione dei diritti umani, del diritto internazionale e finanzi l'occupazione, l'oppressione e l'apartheid israeliane. Con un gesto etico puoi dire NO a questa economia di guerra e sostenere il popolo palestinese.
Questo Natale fai la tua parte: non regalare l'apartheid!Partecipa al Mese di Mobilitazione per un #NataleApartheidFree: dal 29 Novembre al 24 Dicembre 2014! 
Non acquistare prodotti israeliani e convinci parenti e amici a non comprarli
Chiedi a supermercati e negozi di smettere di commercializzarli 
Organizza iniziative di sensibilizzazione e boicottaggio nella tua città contro questi prodotti e aziende: prodotti agricoliSodastreamTEVAHewlett PackardAhavaSabon.
►Diffondi e condividi l'evento Facebook
Segui @bdsitalia su twitter e tweeta con l'hashtag #NataleApartheidFree
Leggi sul nostro sito suggerimenti per le azioni e scarica materiali informativi
Comunica le iniziative a BDS Italia per essere elencate sul nostro sito: bdsitalia@gmail.com
Più di 300 gruppi per i diritti umani, sindacati e partiti politici di tutta Europa, compresa l'Italia, hanno inviato a Federica Mogherini, la nuova responsabile per la politica estera del'UE un appello per sospendere l'Accordo di Associazione UE-Israele, che agevola il commercio in gran parte senza restrizioni tra l'UE e Israele e permette ad Israele di partecipare a una vasta gamma di programmi dell'UE.
La continuazione dell'Accordo, nonostante le ripetute infrazioni da parte di Israele dell'articolo 2 che stabilisce il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici come condizione fondamentale, trasmette a Israele il messaggio che le sue continue violazioni dei diritti umani e della legalità internazionale sono tollerate. In questa maniera la UE contribuisce al clima di impunità che impedisce di mettere Israele di fronte alle proprie responsabilità.
Scrivi ai membri italiani del Parlamento Europeo per sollecitarli a chiedere la sospensione dell'accordo di Associazione UE-Israele
Imprese israeliane come NesherReadymix e Hanson Israel, attive nella costruzione delle colonie illegali e nel saccheggio delle risorse naturali palestinesi, sono pronte a trarre profitto anche dalla distruzione di Gaza partecipando alle gare d'appalto per la fornitura di materiali per la ricostruzione. In questo modo almeno il 45% dei 5,4 miliardi di dollari di aiuti promessi dai donatori internazionali andrà all'economia israeliana.
Invia un messaggio ai funzionari chiave dell'ONU, per chiedere che le Nazioni Unite escludano dagli appalti tutte le imprese che sono complici dell'occupazione, dei crimini di guerra e delle violazioni del diritto internazionale.
►Partecipa al Thunderclap #DontRewardIsrael 4 war crimes
La società immobiliare RE/MAX con sede in Colorado (USA) sta traendo vantaggio dal furto inarrestabile di terra palestinese da parte di Israele. Attiva sul mercato israeliano dal 1995, RE/MAX vende e affitta case e appartamenti nelle colonie riservate esclusivamente agli ebrei nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est. Molto di questo lavoro è coordinato in un ufficio della società controllata israeliana di RE/MAX che si trova a Maale Adumim, importante insediamento in Cisgiordania.
Partecipa alla settimana internazionale di azione contro RE/MAX, dal 29 novembre al 5 dicembre
Scarica la lettera per consegnarla direttamente alle agenzie nella tua oppure spedirla via mail. È possibile individuare le agenzie e inviare mail dal sito di RE/MAX.
Organizza un'azione preso un'agenzia RE/MAX.
Invia la lettera al Presidente del Consiglio di Amministrazione di RE/MAX International.
Comunica le azioni in programma o intraprese a: bdsitalia@gmail.com 
Il gemellaggio tra il comune di Massafra (TA) e Gerusalemme è un affronto alla legalità internazionale e un premio a chi viola costantemente ogni diritto umano della popolazione palestinese di Gerusalemme Est. Israele continua a togliere ai palestinesi il diritto di residenza, a permettere a coloni fanatici l'occupazione di case palestinesi e a demolire case palestinesi, creando una situazione sempre più esplosiva, come dimostrano i tragici avvenimenti nelle ultime settimane. Premiare il Sindaco di Gerusalemme, noto per la sua politica espansionista e di colonizzazione di Gerusalemme Est, rafforza Israele nel sentirsi al di sopra di ogni legge.
Aderisci all'appellocontro il gemellaggio tra Massafra e Gerusalemme inviando una mail a: comitato.di.quartiere@email.it
►Partecipa alla manifestazione di protesta domenica 30 novembre a Massafra, Piazza Vittorio Emanuele ore 9:30
Scrivi mail di protesta:
- alla regione: segreteria.presidente@regione.puglia.itgabinetto.presidente@regione.puglia.it
- all'assessore alla cultura, turismo e Mediterraneo, Silvia Godelli: assessore.mediterraneo@regione.puglia.it
- all'assessore all'agricoltura Fabrizio Nardoni: f.nardoni@regione.puglia.it
- al sindaco di Massafra (neo presidente provinciale) dott. Martino Carmelo Tamburrano: sindaco@comunedimassafra.it
Cartellino Rosso all'Apartheid Israleiana ha inviato una lettera alla Federcalcio per denunciare il raid dell'esercito israeliano nella sede della Direzione della Federazione Palestinese di Calcio (PFA) e la gravissima decisione razzista assunta dalla lega giovanile dell'Israel Football Association di separare le squadre di ragazzi ebrei dalle quelle di ragazzi palestinesi.
►Leggi la lettera inviata alla Federcalcio.
Aggiungi la tua firma alla petizione Fuori Israele dalla FIFA. Utilizza i grafici "Se potessi vedere il loro sport nazionale" per diffondere la petizione. 
In seguito alle proteste e alla campagna condotta da attivisti anti-militaristi, l'Aeronautica israeliana era stata rimossa dalla lista dei partecipanti alle esercitazioni militari tuttora in corso in Sardegna. Ma, la mobilitazione contro l'occupazione militare della Sardegna continua!
Partecipa il 13 dicembre alla Manifestazione nazionale a Cagliari
E partecipa il 29 novembre al convegno L'industria delle armi alimenta le guerre. Il ruolo di Finmeccanica a Venegono Superiore (Varese)
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Save the Children premia Tony Blair. Polemica sulla bancarotta morale delle Ong

E' decisamente una vergogna il conferimento del «Global Legacy Award» all’ex Primo ministro britannico Tony Blair da parte della Ong “Save The Children”. Anzi, secondo quanto rivela "The Guardian",...Leggi tutto

I Predator a supporto delle operazioni di Polizia e Carabinieri

Dalle guerre in Afghanistan e Libia alla vigilanza di piazze, cortei, manifestazioni e azioni di lotta contro le politiche di austerity del governo italiano. I “Predator” dell’Aeronautica militare,...Leggi tutto

Record di disoccupazione: 13,2%

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Il sostegno di Ebrei contro l'Occupazione alla mostra sui rifugiati palestinesi di Torino

“Il lungo viaggio della popolazione palestinese rifugiata” non può che contribuire alla pace.
Rete ECO – Ebrei Contro l'Occupazione si congratula con gli organizzatori della mostra itinerante...Leggi tutto

Milano. Fiaccole di resistenza nei quartieri. Per il diritto alla casa e alla dignità

La sera milanese si è illuminata di torce e indignazione. Nei quartieri che nei giorni scorsi hanno visto gli sgomberi delle case occupate, ieri sera sono partite della fiaccolate che hanno riaffermato...Leggi tutto

Bologna, blitz al recruiting day: "noi non lavoriamo gratis!"

Come ogni anno, in tutta Italia le università, poli del sapere e culla della futura “elite culturale e dirigente” del nostro Paese, mettono in mostra quanto di più vero della propria essenza: l’essere...Leggi tutto

L'Opec non taglia la produzione, i prezzi crollano

L'Opec non trova l'accordo sul taglio della produzione, indispensabile per tenere su livelli “decenti” prezzi in caduta libera da quattro mesi. A Vienna, sede storica del cartello che riunisce 13 paesi...Leggi tutto

Milano. Il lavoro sporco contro le famiglie che occupano le case

La foto che vedete è quella del bagno dell’abitazione di Milano che mercoledi mattina era stata sgomberata dalla polizia nel quartiere di San Siro. La casa era stata poi rioccupata nel primo pomeriggio...Leggi tutto

Afghanistan, attacco continuo. Inglesi nel mirino

Nuovo mattino, nuovo attacco. Ancora una volta nella superprotetta Kabul, che in realtà offre il fianco come e più di altri luoghi afghani. La bomba esplode nel nono distretto cittadino, colpendo l’ennesimo...Leggi tutto

Dal Gambia a Castel Volturno. Viaggi al termine della notte

Venire in Italia non era nei miei piani. Negli anni Ottanta erano in pochissimi quelli che venivano qui, al massimo qualche cristiano cattolico. La maggior parte dei gambiani preferiva andare in Danimarca,...Leggi tutto

Gran Bretagna: Leicester mette al bando i prodotti israeliani

Duro colpo per lo Stato d’Israele e i suoi interessi proprio mentre il governo di Tel Aviv ha varato, non senza spaccature e polemiche, un’accelerazione all’approvazione da parte del parlamento di...Leggi tutto

La guerra del petrolio che divide il mondo

Il titolo è di un interessantissimo articolo di Alberto Negri su il Sole 24 Ore. Ma la sostanza merita la dovuta attenzione, anche perchè conferma le tesi espresse negli articoli usciti in questi giorni...Leggi tutto
  

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E SE COLPISSIMO IL POTERE AL CUORE ANCHE NOI ?

E SE COLPISSIMO IL POTERE AL CUORE ANCHE NOI ?
La storia insegna nel più crudo dei modi come all’idealismo degli uomini migliori si opponga sempre l’ideologia dei peggiori; detta in altri termini, sulla volontà altruistica di pochi trionfa sempre l’egoismo individuale dei più. Questi “più” risultano a loro volta divisi fra coloro, la massa, che si lascia guidare dai propri istinti, e coloro, pochi, che, guidati da quegli stessi istinti ma avendo il potere, riescono in virtù di esso a soddisfare al massimo grado il proprio egoismo manipolando quello delle masse, il più delle volte inconsapevoli della propria forza e della propria ignoranza.
E’ davvero difficile dimostrare il contrario, poiché poche eccezioni non fanno mai la regola.
Un aspetto fondamentale del potere è, oggi, il controllo dell’informazione: lontano dagli occhi, lontano dalla mente. Diamo una rapida occhiata all’informazione di casa nostra, in particolare sulla situazione irsaelo-palestinese, ma va da sé che per altre questioni - Ucraina, Iraq, Afganistan, tanto per fare facili esempi – le cose vanno nella stessa maniera.
Giornalmente l’informazione ufficiale sia cartacea che televisiva, ci racconta di una nazione, quella israeliana, assediata e minacciata da pericolossimi terroristi che, stanchi di veder eroso il proprio territorio (dal 1948 ad oggi il territorio palestinese si è ridotto al luminicino a favore della non proprio pacifica espansione israeliana (a meno che sparare per divertimento sui serbatoi della poca acqua palestinese, o estirpare tutti gli ulivi palestinesi per ridurre le capacità di sopravvivenza della popolazione non siano azioni degne di un ormai bizzarro Nobel per la pace, se è vero che è stato assegnato senza battere ciglio alla teutonica UE e al guerrafondaio Obama), cercano di opporsi con le poche e primitive armi di cui dispongono: rudimentali missili che mai e poi mai potranno piegare la formidabile capacità bellica israeliana, la quale si riversa con tutta la sua potenza – a difesa, si capisce – sulla popolazione civile, seminando morte e distruzione, e minacciando anche un attacco di terra dalle conseguenze spaventose. Mai sentito parlare di tank, aerei F-16 (di fabbricazione italiana, tra l’altro), bombe atomiche, armi di ultima generazione palestinesi? No, però i terroristi sono loro, le bombe al fosforo israeliane sono patriottici scappellotti in difesa delle propria sicurezza. Non ci dicono i media – nemmeno un accenno, badate – alla straordinaria ondata di protesta che questo genocidio pianificato sta provocando nel mondo: negli Usa, nel Sud America, nel Medio Oriente (molti paesi arabi stanno trovando il coraggio di reagire, l’Egitto ha aperto le frontiere ai fuggiaschi e ai feriti), in Italia perfino, in Oriente, folle oceaniche manifestano contro questa offesa al diritto internazionale, contro questo Golia superarmato che finge di difendersi da un Davide che non può lanciare che pietre.
Difficilmente queste proteste fermeranno un assassino così potente e ben visto, o solo temuto, da altri potenti: come abbiamo detto all’inizio la storia cammina su binari irrorati di sangue, le belle idee essendo brezze leggere che sanno scacciare l’odore di morte. La potenza delle masse è sotto il controllo di un modello di vita funzionale al potere dei pochi sciacalli: il consumismo addormenta le coscienze, risveglia i desideri e uccide la capacità di lotta. Il timore di quegli sciacalli è che le masse lo capiscano perciò si stanno armando e preparando alla fatale resa dei conti (penso all’Eurogendfor, ad esempio), ma non possono rinunciare alla mungitura di vacche senza le quali il loro potere perderebbe alimento e forza: i consumatori sono le cellule che costituiscono il tessuto vivo della loro ricchezza, se crolla il consumo, crolla con esso tutto il sistema.
“Ma saremmo tutti disoccupati!” è il grido che puntualmente risponde a questa prospettiva: “Se chiudono le fabbriche, se nessuno compra più, finirà il lavoro e non avremo più soldi…”, continua il lamento. Ma sta già accadendo, amici, l’età del lavoro umano è finita per far posto a quello delle macchine informatizzate: come si può spiegare, sennò, che il PIL cresca e contemporaneamente scenda l’occupazione?
Allora occorre attaccare sul fronte dell’economia: le masse hanno uno straordinario potere, se ne fossero consapevoli potrebbero piegare le gambe a giganti che, di fatto sono d’argilla. Se nessuno comperasse, ad es. i prodotti di una nazione che si macchiasse di azioni terribili, quanto potrebbe resistere la sua economia, visto che oggi tutto si basa stupidamente sull’esportazione? Se ognuno di noi, sapendo che il codice a barra dei prodotti israeliani è preceduta del numero 729, evitasse sistematicamente di acquistarli, non parteciperebbe alla più efficace delle azioni possibili, non toccherebbe direttamente nel cuore una potenza che di cuori ne sta distruggendo fin troppi?
Vale così poco il cuore di un uomo? La frase di Martì, “Chi non sente su di sé lo schiaffo dato ad un altro non è un uomo”, sembra invitare all’azione più che alla riflessione compiacente.