domenica 2 marzo 2014

IL MALATO NUMERO UNO E’ LA NOSTRA ANIMA...Gianni Tirelli


IL MALATO NUMERO UNO E’ LA NOSTRA ANIMA

La moderna scienza che ha voluto ridurre e tradurre ogni cosa animata e non, a mera formula chimica, equazione algebrica e principio fisico, non ha risolto uno solo dei veri problemi dell’uomo,  ne tanto meno (visto che oggi, “certezza” non può prescindere da “scientifica”) è stata capace di resuscitare un uomo morto, o di crearne uno nuovo, pensante e parlante, dotato di anima, coscienza e spirito.
Queste tre entità del resto, sono sconosciute alla moderna scienza che ha investito ogni sua risorsa, umana e materiale, nel sondare l’infinitesimale - infinitesimale a sua volta.
E così, la stessa, si occupa di Geni, di strutture genetiche, di codici genetici, anfratti genetici, manipolazioni genetiche, microscopiche entità visibili soltanto con l’ausilio di diabolici marchingegni dai costi miliardari ma che, “fino in fondo”, non potranno mai vedere ne scorgere il più remoto barlume di verità.

La vita, ogni forma di vita, non è la risultante della combinazione di Geni, cromosomi e affini, ne l’effetto ultimo di un fattore tecnico, ma si esprime dall’incontro di due anime, di due spiriti, di due coscienze, in assenza delle quali nulla potrebbe mai esistere.

Per tanto, tutto l’investimento riversato sulla ricerca/tecnica, si è rivelato un vero e colossale fallimento - un imbroglio! Avremmo dovuto occuparci dell’anima e dello spirito: delle autentiche, ragioni dell’uomo, e del significato della sua esistenza. Quella scienza dell’anima che avrebbe potuto e saputo guarirci da ogni male e tormento psicologico aprendo
le porte a quel mondo che porta all’armonia, alla felicità e alla comprensione del Mistero.
Abbiamo guardato il dito evitando che il nostro sguardo incrociasse il chiarore della luna, e così imboccato la via più breve e più facile - una strada a senso unico che porta dritti all’inferno.

Credere dunque che l’individuo umano sia la logica conseguenza prodotta dall’incontro, di due fattori meramente organici, è una bestialità – un’idea malsana,  talmente minimalista e approssimativa, che ci da uno spaccato esaustivo del livello di ignoranza e di incoscienza in cui versa oggi, il moderno Sapere occidentale. L’Incontro, non è che un tecnicismo (se pur necessario), ma se la vita non intreccia una seconda vita che ne condivida il destino, nessuna scintilla potrà mai esplodere.
Potremmo seminare buoni semi di grano fra le sabbie del deserto o fra le nevi perenni della catena himalayana, ma nulla potrà mai germogliare e crescere in una condizione inanimata. Potremmo seminare aghi di pino fra le fertili pianure del Rajasthan alle pendici dei monti Aravalli bagnate dalle acque pure e fresche del Chambal, che niente che assomigli alla vita potrà mai generarsi, da un elemento di sterilità.

I caratteri somatici che definiscono il nostro aspetto, che siano occhi, capelli, denti, mani, unghie, piedi, i muscoli, scheletro, ghiandole e organi, non sono che gli orpelli, i componenti funzionali a un involucro precario e provvisorio che, in assenza di queste tre entità trascendenti (anima coscienza e spirito) non sarebbe mai divenuto ne potuto essere programmato e ne pensato. 

I veri “Noi Stessi”, sono di un’altra sostanza, invisibile a qualsiasi microscopio atomico, ma ben visibile al cuore cosciente di che sa vedere oltre l’apparente e il razionale.
Lo spettacolo desolante di questo mondo alla fine, le montagne di rifiuti e scorie tossiche che stanno seppellendo le nostre esistenze, l’inquinamento dell’aria e la contaminazione delle acque, ci danno un quadro chiaro di quanto la scienza moderna sia stata nefasta per l’umanità tutta, e del cammino intrapreso.

Perché secondo voi, dopo oltre 50 anni di ricerca per combattere il cancro con relativo rastrellamento di denaro pubblico e privato, non si vede alcun risultato reale oltre a quello di avere saziato l’ingordigia e la vanità di scienziati e imprenditori dagli stomaci senza fondo? E questo discorso vale per infinite altre patologie; AIDS in primis!
Loro non cercano la verità ma potere e profitto al fine di assecondare ed espletare i loro vizi e perversioni e mitigare quella frustrazione di impotenza di fronte agli insormontabili problemi, difficoltà e contraddizioni che la strada intrapresa verso la conoscenza tecnica produce ad ogni passo. Una scienza ottusa, arrogante, ipocrita e guerrafondaia che voluto guardare, compenetrare, vivisezionare, violare e profanare ogni cosa, con la presunzione di volere toccare con mano il corpo nudo dei sogni, dentro un delirio di onnipotenza, dai contorni demoniaci – una scienza senz’anima ne coscienza, che interviene sulle foglie, sui frutti bacati e i rami secchi, lasciando marcire la radice dell’albero della vita.

Milioni di persone nel mondo muoiono di stenti, causa mal nutrizione e per condizioni igienico/sanitarie inenarrabili, e impensabili in un mondo che ha preteso il marchio di società civile, mentre la NASA sta buttando alle ortiche miliardi di dollari per un viaggetto su Marte: il pianeta rosso del tutto ostile ma da colonizzare. I motivi pratici ci sono oscuri!!
Al giornalista che gli chiede la necessità di una tale avventura, dai costi iperbolici, James Cameron (regista di alcuni film fra i più ridicoli e inutili della storia del cinema mondiale), risponde che “l’umanità ha sempre bisogno di nuovi stimoli per andare avanti”, omettendo volutamente quelli della fame e della sete che devastano l’esistenza di centinaia di milioni di bambini nel mondo.    

Questa scienza da “macelleria sociale” (una forma maniaco/compulsiva di curiosità infantile dai risvolti ludici) avrebbe dovuto rivolgendosi all’anima e allo spirito, lasciando  al corpo fisico e alle sue imperscrutabili logiche, ogni altra competenza, chiarimento e intraprendenza. 
Il malato numero uno, è la nostra anima e tutti i nostri mali, fisici, morali e psicologici, ne sono la logica conseguenza.! E’ di lei che ci dobbiamo occupare, è lei che dobbiamo curare perché, diversamente, non ci sarà fine al nostro dolore.

Nessun farmaco al mondo o nuova tecnologia è oggi in grado di placare i morsi di un tale disagio esistenziale e restituirci quella gioia di vivere e la necessaria serenità che caratterizzavano lo spirito vincente delle grandi e illuminate civiltà del passato.
  

Gianni Tirelli

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