IL MALATO NUMERO UNO E’ LA NOSTRA ANIMA
La moderna scienza che ha voluto ridurre e tradurre ogni
cosa animata e non, a mera formula chimica, equazione algebrica e principio
fisico, non ha risolto uno solo dei veri problemi dell’uomo, ne tanto meno (visto che oggi,
“certezza” non può prescindere da “scientifica”) è stata capace di resuscitare
un uomo morto, o di crearne uno nuovo, pensante e parlante, dotato di anima,
coscienza e spirito.
Queste tre entità del resto, sono sconosciute alla
moderna scienza che ha investito ogni sua risorsa, umana e materiale, nel
sondare l’infinitesimale - infinitesimale a sua volta.
E così, la stessa, si occupa di Geni, di strutture
genetiche, di codici genetici, anfratti genetici, manipolazioni genetiche,
microscopiche entità visibili soltanto con l’ausilio di diabolici marchingegni
dai costi miliardari ma che, “fino in fondo”, non potranno mai vedere ne
scorgere il più remoto barlume di verità.
La vita, ogni forma di vita, non è la risultante della
combinazione di Geni, cromosomi e affini, ne l’effetto ultimo di un fattore
tecnico, ma si esprime dall’incontro di due anime, di due spiriti, di due
coscienze, in assenza delle quali nulla potrebbe mai esistere.
Per tanto, tutto l’investimento riversato sulla
ricerca/tecnica, si è rivelato un vero e colossale fallimento - un imbroglio!
Avremmo dovuto occuparci dell’anima e dello spirito: delle autentiche, ragioni
dell’uomo, e del significato della sua esistenza. Quella scienza dell’anima che
avrebbe potuto e saputo guarirci da ogni male e tormento psicologico aprendo
le
porte a quel mondo che porta all’armonia, alla felicità e alla comprensione del
Mistero.
Abbiamo guardato il dito evitando che il nostro sguardo
incrociasse il chiarore della luna, e così imboccato la via più breve e più
facile - una strada a senso unico che porta dritti all’inferno.
Credere dunque che l’individuo umano sia la logica
conseguenza prodotta dall’incontro, di due fattori meramente organici, è una
bestialità – un’idea malsana,
talmente minimalista e approssimativa, che ci da uno spaccato esaustivo
del livello di ignoranza e di incoscienza in cui versa oggi, il moderno Sapere
occidentale. L’Incontro, non è che un tecnicismo (se pur necessario), ma se la
vita non intreccia una seconda vita che ne condivida il destino, nessuna
scintilla potrà mai esplodere.
Potremmo seminare buoni semi di grano fra le sabbie del
deserto o fra le nevi perenni della catena himalayana, ma nulla potrà mai
germogliare e crescere in una condizione inanimata. Potremmo seminare aghi di
pino fra le fertili pianure del Rajasthan alle pendici dei monti Aravalli
bagnate dalle acque pure e fresche del Chambal, che niente che assomigli alla
vita potrà mai generarsi, da un elemento di sterilità.
I caratteri somatici che definiscono il nostro aspetto,
che siano occhi, capelli, denti, mani, unghie, piedi, i muscoli, scheletro,
ghiandole e organi, non sono che gli orpelli, i componenti funzionali a un
involucro precario e provvisorio che, in assenza di queste tre entità
trascendenti (anima coscienza e spirito) non sarebbe mai divenuto ne potuto
essere programmato e ne pensato.
I veri “Noi Stessi”, sono di un’altra sostanza,
invisibile a qualsiasi microscopio atomico, ma ben visibile al cuore cosciente
di che sa vedere oltre l’apparente e il razionale.
Lo spettacolo desolante di questo mondo alla fine, le
montagne di rifiuti e scorie tossiche che stanno seppellendo le nostre
esistenze, l’inquinamento dell’aria e la contaminazione delle acque, ci danno
un quadro chiaro di quanto la scienza moderna sia stata nefasta per l’umanità
tutta, e del cammino intrapreso.
Perché secondo voi, dopo oltre 50 anni di ricerca per
combattere il cancro con relativo rastrellamento di denaro pubblico e privato,
non si vede alcun risultato reale oltre a quello di avere saziato l’ingordigia
e la vanità di scienziati e imprenditori dagli stomaci senza fondo? E questo
discorso vale per infinite altre patologie; AIDS in primis!
Loro non cercano la verità ma potere e profitto al fine
di assecondare ed espletare i loro vizi e perversioni e mitigare quella
frustrazione di impotenza di fronte agli insormontabili problemi, difficoltà e
contraddizioni che la strada intrapresa verso la conoscenza tecnica produce ad
ogni passo. Una scienza ottusa, arrogante, ipocrita e guerrafondaia che voluto
guardare, compenetrare, vivisezionare, violare e profanare ogni cosa, con la
presunzione di volere toccare con mano il corpo nudo dei sogni, dentro un
delirio di onnipotenza, dai contorni demoniaci – una scienza senz’anima ne coscienza,
che interviene sulle foglie, sui frutti bacati e i rami secchi, lasciando
marcire la radice dell’albero della vita.
Milioni di persone nel mondo muoiono di stenti, causa mal
nutrizione e per condizioni igienico/sanitarie inenarrabili, e impensabili in
un mondo che ha preteso il marchio di società civile, mentre la NASA sta
buttando alle ortiche miliardi di dollari per un viaggetto su Marte: il pianeta
rosso del tutto ostile ma da colonizzare. I motivi pratici ci sono oscuri!!
Al giornalista che gli chiede la necessità di una tale
avventura, dai costi iperbolici, James Cameron (regista di alcuni film fra i
più ridicoli e inutili della storia del cinema mondiale), risponde che
“l’umanità ha sempre bisogno di nuovi stimoli per andare avanti”, omettendo
volutamente quelli della fame e della sete che devastano l’esistenza di
centinaia di milioni di bambini nel mondo.
Questa scienza da “macelleria sociale” (una forma
maniaco/compulsiva di curiosità infantile dai risvolti ludici) avrebbe dovuto
rivolgendosi all’anima e allo spirito, lasciando al corpo fisico e alle sue imperscrutabili logiche, ogni
altra competenza, chiarimento e intraprendenza.
Il malato numero uno, è la nostra anima e tutti i nostri
mali, fisici, morali e psicologici, ne sono la logica conseguenza.! E’ di lei
che ci dobbiamo occupare, è lei che dobbiamo curare perché, diversamente, non
ci sarà fine al nostro dolore.
Nessun farmaco al mondo o nuova tecnologia è oggi in
grado di placare i morsi di un tale disagio esistenziale e restituirci quella
gioia di vivere e la necessaria serenità che caratterizzavano lo spirito vincente
delle grandi e illuminate civiltà del passato.
Gianni Tirelli
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