SI, SIAMO ALLA FINE – COMUNQUE LA SI VOGLIA
IMMAGINARE
L’aggettivo, “moderno”, raggruppa e concentra
dentro di se i lati peggiori dell’essere umano, in tutta la sua variegata gamma
di manifestazioni necrofile e contaminanti.
“Il consumo, nei paesi ricchi, consiste in
persone che spendono soldi che non hanno, per acquistare beni che non vogliono
e per impressionare gente che non amano”.
Pensare di sopravvivere al Sistema in cui
viviamo dove, sistematicamente, tutto si rompe, si spezza, si piega, si crepa, si
arrugginisce, brucia e si consuma, al punto tale che i costi, relativi alla sua
manutenzione, superano i guadagni, e sapendo poi che, tassativamente, siamo
costretti a ricomprare tutto ciò che si è rotto, si è piegato, crepato,
arrugginito, bruciato e consumato, perché diversamente, in virtù di questo
perverso meccanismo, il Sistema imploderebbe all’istante, non solo é utopico
ma, fantascientifico. Nel frattempo registro, tristemente, che uno tsunami di
rifiuti sta oscurando il futuro dei nostri figli, e quella libertà,
subdolamente sbandierata come baluardo di civiltà, si sta trasformando nella
peggiore delle schiavitù.
Questa sete oramai cronica di energia, che da
un secolo condiziona il presente e il futuro dell’umanità, è il paradigma della
nostra infinità stupidità, e della fine di un’epoca.
Energia nucleare, solare, eolica,
degassificatori, centrali a carbone, a petrolio, a metano, inceneritori e
affini, fanno parte di un progetto demenziale che
non chiuderà mai il suo
cerchio. Se non inseriamo la retromarcia per collocarci dentro il confine della
ragionevolezza, e della consapevolezza dei nostri limiti, nessuna forma di
energia potrà salvare questo pianeta. Saremo, molto presto, sommersi da scorie
e da rifiuti; un muro di menzogne, di follie e di profanazione così alto,
da frapporsi fra un presente inesistente e il futuro dei nostri figli.
Di questa “modernità”, non si salva nulla!!
Il sistema va smantellato in toto, pezzo dopo pezzo, per essere, in seguito,
accatastato nella più grande discarica della storia del mondo: l’oblio.
Energia pulita è non produrre energia!! E’
l’autonomia, la sola energia! E’ dalla forza, delle nostre braccia, animate da
quella volontà trascendente e passione rigenerante che sono fiorite le
irrepetibili civiltà di un passato luminoso; qualità innate che abbiamo
mercificato, barattato, in cambio di vizio, ozio, perversione e dipendenza, e
sacrificato sull’altare di una paura paralizzante, che intendiamo placare
attraverso la pratica compulsiva di un consumismo selvaggio.
Così vogliamo questo e quello:
l'aspirapolvere, il frullatore, l vibratore a pile, l'inceneritore, il
trattore, il reattore, il ricettore, il miscelatore, il motore, il
condizionatore, il lettore e il traduttore, a fronte di una comodità
invalidante, causa di obesità e delle conseguenti patologie da immobilismo
cronico. E' tempo di alzare il culo dal divano delle libertà e impugnare la
zappa per produrre vera energia!! Non siamo che un branco di debosciati e di
fannulloni!! L’Energia, oggi, è il vero cancro di questo secolo nefasto. Le sue
metastasi, hanno intaccato i gangli vitali della società, e incenerito gli
ultimi barlumi di residua consapevolezza. La sola energia rinnovabile, siamo
noi, oggi sommersi da questo baraccone tecnologico di morte, di paura e di
vergogna.
Sono in molti a non credere alla possibilità
che la terra stia per collassare.
Una seconda categoria di fanatici e cultori
di profezie, al contrario, è convinta della prossima fine del mondo
(apocalisse).
Quelli come me, un’estrema minoranza di
osservatori sereni e disincantati, sanno, con matematica certezza che presto il
Sistema Liberista Relativista imploderà su se stesso e dolore follia e morte,
si spartiranno questa terra.
Una quarta e affollata categoria, che
chiamerei di androidi zombeggianti (diversamente da tutte le altre), vive la
realtà presente, come una sorta di moderno paradiso terrestre, condividendone
ogni mostruosità, e respirandone ogni fetore. Sono gli stessi che hanno
prodotto la fine.
Si, siamo alla fine, comunque la si voglia
immaginare. Il Sistema politico, economico e mediatico è sul punto di
collassare e se ci troveremo impreparati ad affrontare gli eventi, le
possibilità di sopravvivere sono quasi nulle. Per tale motivo, mi concedo il
vezzo di elargire alcuni consigli, attenendoci ai quali, saremo in grado di
affrontare il prossimo futuro con relativa serenità.
Tornare al passato, è il percorso più
praticabile e meno utopico, contrariamente del perseverare in questa direzione.
Solo con un radicale intervento di riconversione del Sistema Liberista
Relativista, potremo limitare i danni di una tragedia annunciata dai contorni
apocalittici.
Come prima atto, dovremmo chiudere per sempre
tutte quelle fabbriche che producono cose effimere, inefficaci e dannose, che
sono responsabili del 90%, di tutti i danni procurati all’ecosistema,
all’economia e alla salute dell’uomo.
Il secondo passo consiste nell’abbandonare
definitivamente le città, e ogni tipo di mezzo meccanico e autoveicolo.
Ripopolare i vecchi borghi abbandonati, da
Nord a Sud, è il passo successivo. In seguito, dovremmo acquistare appezzamenti
di terra, grandi o piccoli che siano, e cominciare a zappare, seminare e
raccogliere.
Consiglierei a tutti di comprare un ciuccio,
di allevare un maiale e organizzare un bel pollaio.
L’adattarsi alla nuova condizione,
rinunciando finalmente a tutta quella montagna di falsi bisogni, interminabili
perdite di tempo e frustrazioni connesse, farà scattare dentro di noi,
insospettabili meccanismi da lungo tempo assopiti, e ci accorgeremo, in breve
tempo, di possedere risorse inimmaginabili e una capacità di adattamento
sorprendente.
La solidarietà sarà il perno intorno al quale
ruoterà tutta la nuova vita. Le reali esigenze di ognuno si trasformeranno in
passione, vera arte e vera cultura.
La sera, davanti al camino e a un buon
bicchiere di vino, ripenseremo agli anni bui della modernità.
La civiltà delle illusioni ci sembrerà
lontana mille anni luce e, finalmente, saremo consapevoli di quanto, folle e
insensata fosse, un tempo, la nostra esistenza.
La peste della pubblicità, sarà stata
sconfitta per sempre e, con lei, il virus più letale che mai, prima di allora,
aveva contagiato l’uomo: la Televisione. Scienziati, manager, imprenditori e
affini trascorreranno la loro vita nelle patrie galere, in attesa di essere,
con tranquillità, giudicati, possibilmente condannati e, spero tanto, impalati.
La sola energia va ricercata nella nostra
volontà, nella comune ragionevolezza, consapevoli che il futuro dei nostri
figli, non risiede negli inferi del sotto suolo terrestre, ma è li, sopra le
nostre teste, nel vento che accarezza le foglie degli alberi e nella calda luce
del sole che alimenta ogni vita.
GJTirelli
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