giovedì 10 luglio 2014

RINUNCIARE ALL’EFFIMERO PER USCIRE DALLA CRISI


RINUNCIARE ALL’EFFIMERO PER USCIRE DALLA CRISI

Se una gran parte dei nostri soldi se ne vanno in ricariche telefoniche, abbonamenti a Sky, Pay Tv, gioco d’azzardo, gratta e perdi, cappuccini e cornetti, sigarette, cremine rassodanti e dimagranti, deodoranti, prodotti di bellezza, per l’igiene intimo, detersivi, detergenti, lavacri quotidiani, diete, merendine, beveroni magici, bibite gassate, dolcetti, dolcini, la palestra, il motorino del figlio cazzone, l’università e la macchina per il grande, regali di compleanno e quant’altro…, è del tutto inesatto definirla una crisi!!
Durante la grande depressione del 1929, la gente non aveva nulla di tutte queste minchiate, e la crisi era relativa esclusivamente ai beni di prima necessità. Volere sovrapporre l’attuale recessione mondiale a quella del 29, è un paragone improprio che denota l’ottusità, la disonestà intellettuale e nessun senso della realtà di questi cervelloni dell’economia e della finanza. In quel periodo storico, la maggior parte della gente viveva in campagna, in forma autonoma, senza luce, gas e riscaldamento. Figuriamoci il cellulare e il computer!!!
Quando un giorno tutti faranno uso della cocaina (i dati sono allarmanti), e la stessa codificata dal Sistema a bene primario, non potremo affermare di essere in crisi, essendo venuta meno la possibilità economica di acquistarla!!!
Dunque smettiamola di rompere i coglioni, e cominciamo a rinunciare a tutto quel Luna Park della follia, che sta soffocando la nostra vita, per concentrarci sulle cose essenziali e vitali: le sole che ci possono restituire quella dignità, felicità e autonomia, che abbiamo mercificato in cambio di libertà effimere, dipendenze e illusioni.
Oggi abbiamo toccato il picco massimo di ogni bene prodotto, ingolfando ogni spazio, cantine, box, solai e armadi. Tutta Roba che presto andrà a ingrassare future discariche. Pertanto, è arrivato il tempo di fare di necessità virtù -liberarci dalle catene dell’omologazione liberista, e cominciare a respirare l’aria pura di una nuova rinascita.


GJTirelli

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