Prima pagina
La vergognosa capitolazione del Front de Gauche
22 Novembre 2015
Il governo dell'imperialismo francese ha
non solo varato un piano di estensione dei bombardamenti in Siria e di
rilancio della presenza francese in Africa. Ha anche imposto una pesante
restrizione delle libertà democratiche all'interno del paese.
Tra il 19 e il 20 novembre il Parlamento francese è stato chiamato a votare un prolungamento di tre mesi dello stato di emergenza, che recupera misure reazionarie varate durante la guerra coloniale d'Algeria. Vengono proibite le manifestazioni pubbliche. Si ampliano i poteri di polizia in fatto di “domicilio coatto extragiudiziale” per tutti coloro che vengono giudicati “pericolosi” in base a “comportamento, frequentazioni, affermazioni o progetti”. Si sancisce il potere di “proibizione” di “associazioni o gruppi che incitano ad azioni di turbamento dell'ordine pubblico”.
Un piano di misure che fa leva sulla paura provocata dalla strage terrorista di Parigi per colpire le libertà e gli spazi dell'opposizione di classe e di massa, intimidire le avanguardie politiche e sociali, imporre un riflesso d'ordine più generale nella società.
Un piano di misure talmente reazionario da incassare non solo il plauso (significativo) della Confindustria francese (Medef) ma il voto di tutta la destra. Non solamente di Sarkozy e dei gollisti, ma anche di Marine Le Pen e del blocco più forcaiolo di estrazione fascista (Front National). Il quale si è limitato a rimproverare il governo per aver tardato ad attuare misure tanto importanti, rigorose e patriottiche.
Ebbene: il Front de Gauche - espressione francese della Sinistra Europea “di Tsipras” - ha votato all'unanimità il piano reazionario del governo Hollande, al fianco della destre e di Marine Le Pen. Solo tre parlamentari della sinistra interna del Partito Socialista e tre parlamentari dei Verdi hanno votato contro. I parlamentari della sinistra cosiddetta... “radicale” hanno compattamente votato a favore, in tutte le loro articolazioni interne. Così hanno fatto deputati e senatori del PCF. Così hanno fatto deputati e senatori del Parti de Gauche. Il cui segretario Mélenchon ha sentito il bisogno di accompagnare il voto con un pubblico richiamo all'“unità della Francia e dei francesi, al di sopra delle classi e delle parti politiche”.
L'“Union Sacrée” ha dunque fatto il proprio ritorno a Parigi. Gli amici francesi di Tsipras, solidali col governo greco nella sua capitolazione alla troika, hanno capitolato a loro volta al proprio imperialismo e al suo attacco a libertà e diritti. Una vergogna.
È la conferma di una verità elementare: solo una sinistra rivoluzionaria e anticapitalista è capace di tenere la schiena dritta nella difesa di libertà e diritti. Mentre la sinistra “democratica” del capitalismo finisce col capitolare sullo stesso terreno della democrazia, inchinandosi alla bandiera del proprio imperialismo.
Tra il 19 e il 20 novembre il Parlamento francese è stato chiamato a votare un prolungamento di tre mesi dello stato di emergenza, che recupera misure reazionarie varate durante la guerra coloniale d'Algeria. Vengono proibite le manifestazioni pubbliche. Si ampliano i poteri di polizia in fatto di “domicilio coatto extragiudiziale” per tutti coloro che vengono giudicati “pericolosi” in base a “comportamento, frequentazioni, affermazioni o progetti”. Si sancisce il potere di “proibizione” di “associazioni o gruppi che incitano ad azioni di turbamento dell'ordine pubblico”.
Un piano di misure che fa leva sulla paura provocata dalla strage terrorista di Parigi per colpire le libertà e gli spazi dell'opposizione di classe e di massa, intimidire le avanguardie politiche e sociali, imporre un riflesso d'ordine più generale nella società.
Un piano di misure talmente reazionario da incassare non solo il plauso (significativo) della Confindustria francese (Medef) ma il voto di tutta la destra. Non solamente di Sarkozy e dei gollisti, ma anche di Marine Le Pen e del blocco più forcaiolo di estrazione fascista (Front National). Il quale si è limitato a rimproverare il governo per aver tardato ad attuare misure tanto importanti, rigorose e patriottiche.
Ebbene: il Front de Gauche - espressione francese della Sinistra Europea “di Tsipras” - ha votato all'unanimità il piano reazionario del governo Hollande, al fianco della destre e di Marine Le Pen. Solo tre parlamentari della sinistra interna del Partito Socialista e tre parlamentari dei Verdi hanno votato contro. I parlamentari della sinistra cosiddetta... “radicale” hanno compattamente votato a favore, in tutte le loro articolazioni interne. Così hanno fatto deputati e senatori del PCF. Così hanno fatto deputati e senatori del Parti de Gauche. Il cui segretario Mélenchon ha sentito il bisogno di accompagnare il voto con un pubblico richiamo all'“unità della Francia e dei francesi, al di sopra delle classi e delle parti politiche”.
L'“Union Sacrée” ha dunque fatto il proprio ritorno a Parigi. Gli amici francesi di Tsipras, solidali col governo greco nella sua capitolazione alla troika, hanno capitolato a loro volta al proprio imperialismo e al suo attacco a libertà e diritti. Una vergogna.
È la conferma di una verità elementare: solo una sinistra rivoluzionaria e anticapitalista è capace di tenere la schiena dritta nella difesa di libertà e diritti. Mentre la sinistra “democratica” del capitalismo finisce col capitolare sullo stesso terreno della democrazia, inchinandosi alla bandiera del proprio imperialismo.
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