mercoledì 20 gennaio 2010

HAITI.....LEGGENDO QUESTO ARTICOLO, SPERO SIA CHIARO IL PERCHE, L'INVIO DI MARINES E NON DI MEDICI E INFERMIERI

War Games


Il mondo è in guerra. Non lo è stato cosi tanto dal secondo conflitto mondiale: basti pensare che secondo i dati di Peace Reporter in questo momento sul nostro pianeta sono in corso 25 conflitti che ogni giorno causano migliaia di feriti e di morti. E nel futuro, sostengono gli esperti, le guerre aumenteranno, a vincere saranno le nazioni che meglio sapranno ricorrere agli strumenti più tecnologicamente avanzati.
Tecnologie appunto che stanno trasformando gli scenari di guerra e noi di Current nella nostra puntata cerchiamo di dare un’anticipazione di quello che vedremo nel prossimo futuro. Andiamo negli Stati Uniti, un Paese la cui spesa militare secondo la NATO ammontava a 575 miliardi di dollari nel 2008, un impegno economico straordinario che ci ricorda una verità fondamentale: L’America è il primo investitore in armi – soprattutto in armi del futuro:
robot killer, velivoli spia e aerei letali pilotati a distanza. Ma non solo, per reclutare nuove leve il Governo si affida sempre di più ai videogames, dove uccidere può diventare un gioco. Non a caso le moderne tecnologie militari stanno cambiando il modo di fare le guerre. Nel prossimo futuro assisteremo a uno scenario in cui le armi saranno comandate a distanza e uccidere diventerà un atto del tutto impersonale, completamente privo di coinvolgimento fisico. Ci si potrà svegliare al mattino, farsi la barba andare al lavoro, comandare a distanza soldati o velivoli robot e tornare la sera a casa per ora di cena.

Stiamo assistendo ai primi passi di una era che in campo militare e sul fronte della sicurezza sta allargando lo scenario bellico anche a nuovi attori. Accade per esempio anche con i pirati informatici: per mettere in ginocchio un Paese, infatti, è sufficiente che un computer ne colpisca le infrastrutture critiche come i servizi energetici o i servizi idrici o ancora i servizi di comunicazione. Per capire quanto possa essere letale un attacco di questo tipo, vi basti pensare a cosa potrebbe accadere se a un Paese intero fosse tagliata la corrente elettrica. Non è la scena di un film: è il cyber warfare, non miete vittime perché il suo scopo è gettare un Paese nel caos.
noi ne abbiamo parlato con uno dei massimi esperti di Cyberwarfare: Raoul Chiesa un ex hacker che nel 1995, appena ventunenne, riuscì a penetrare nel sistema informatico della Banca d’Italia , fino a che, una mattina di quello stesso anno , la sezione centrale operativa della Polizia di Stato, su indicazione dell’Fbi che gli dava la caccia da tre anni, irrompe a casa sua e lo arresta. Oggi Raoul Chiesa si occupa professionalmente di cyber crime e di sicurezza informatica ad alto livello, collaborando in progetti nazionali ed internazionali con L’UNICRI e ci ha rivelato che ogni giorno il mondo è tenuto sotto attacco dagli hacker in una guerra segreta.
Ma i progressi messi a segno dalla tecnologia sono anche un’importante risorsa che viene usata in ambito civile. Noi siamo riusciti a salire su un aereo della Guardia di Finanza per vedere in azione un radar altamente tecnologico che permette di controllare se una nave sospetta trasporta droga o traffica esseri umani. Le operazioni di pattugliamento contano in particolare su un radar molto potente chiamato ATOS, un vero e proprio occhio elettronico che scruta i nostri mari.

Mai come in questo secolo la tecnologia è protagonista in campo militare. Complice, il progressivo crollo dei prezzi per la costruzione di robot, armi, radar e componenti elettronici pronti per l’assemblaggio. Ma con la caduta dei prezzi queste risorse saranno sempre più presenti anche nel mercato nero – e a quel punto quanto tempo occorrerà prima che queste tecnologie che oggi vengono impiegate per proteggere il nostro Paese entrino anche nelle mani sbagliate? Forse quel momento è già arrivato e una nuova corsa agli armamenti è appena cominciata.

Le implicazioni etiche che possono venire dall’uso di armi tecnologiche, a cominciare dal loro senso di deresponsabilizzazione fino al fatto che potrebbero portare la guerra in altre parti del mondo con maggiore facilità, richiede la massima attenzione da parte della comunità internazionale. Lo scenario moderno ci sta abituando a nuovi tipi armi che potrebbero presto cambiare l’assetto geostrategico mondiale come oggi lo conosciamo, aprendoci a nuove domande impensabili fino a pochi anni fa, per esempio se sarebbe legittima una cyber-guerra preventiva? Ecco perché è importante valutare i rischi connessi a queste nuove armi uniti a questi nuovi attacchi, cercando di stabilire adesso delle regole precise o il rischio è che tutto questo domani diventi una tragica normalità.

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