venerdì 12 febbraio 2010

A PRIMA VISTA, "POPOLARE" PERCHE' TRATTASI DI SOLDI PUBBLICI.....IMPOPOLARE PERCHE' SI VUOLE AFFOSSARE L'INFORMAZIONE LIBERA.


Loris Campetti....da iil manifesto
Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi, diceva Brecht. Noi rischi di questo tipo non ne corriamo. Né abbiamo santi in Paradiso. Dunque, è soprattutto sulle nostre forze che dobbiamo puntare per uscire dal vicolo cieco in cui ci hanno rinchiuso. Non subiremo passivamente o in silenzio l'assalto dei crociati del libero mercato, anche perché di libero nel mercato editoriale italiano c'è ben poco, e quel poco lo si vuole sopprimere a colpi di fiducia.
Senza santi e protettori, con le nostre forze che però vanno al di là del collettivo che produce questo giornale. Stiamo parlando di voi, care compagne e compagni che ci leggete, con maggiore o troppo spesso minore fedeltà, e siete i nostri azionisti di riferimento. Da 39 anni quando parliamo delle nostre forze parliamo di noi e di voi, a voi ci rivolgiamo ogni volta che dobbiamo decidere se vale la pena continuare a vivere e a combattere nella giungla di un'informazione sempre più omologata, cioè meno libera. A voi abbiamo chiesto un ulteriore sforzo: 10 mila abbonamenti per arrivare al 28 aprile del 2011, il giorno in cui vorremmo festeggiare i nostri quarant'anni di vita e indipendenza. Invece oggi, dopo la decisione liberticida del governo Berlusconi per metterci a tacere, rischiamo di non arrivare neppure a festeggiare i 39 anni di età. Perciò chiediamo ai lettori, ai gruppi di amici, ai circoli del manifesto sparsi in tutt'Italia di salire con noi sui tetti, cioè di sottoscrivere un pezzetto di futuro del giornale. Con gli abbonamenti, innanzitutto, perché l'obiettivo dei 10 mila è decisamente lontano. E poi stateci vicino in tutte le forme che riterrete utili e possibili: avete a disposizione un quotidiano e un sito – il manifesto on-line che stiamo ristrutturando proprio per farne un giornale dei circoli e dei lettori.
Noi in via Bargoni ai risparmi siamo abituati, ma si può fare di più e faremo di più. Ci stiamo persino interrogando se accettare la pubblicità elettorale che in passato abbiamo sempre rifiutato per evitare la tagliola della par condicio, che ci imporrebbe di pubblicare persino facce e simboli altamente indesiderati, urtando così la nostra e vostra sensibilità. Ne stiamo discutendo in redazione, non senza un po' di rabbia, pensando però che qualunque cosa decideremo saremo compresi dai lettori.
Ci rivolgeremo a tutti gli interlocutori possibili, spiegheremo le nostre ragioni, a partire dalla più alta autorità dello stato che ha a cuore il pieno pluralismo dell'informazione. Lavoriamo in consonanza con le altre 91 testate che vivono la nostra stessa condizione. Faremo di tutto, persino gesti eclatanti se sarà necessario. Ma solo se scatterà una risposta forte di chi ci è vicino riusciremo a festeggiare, insieme, prima i 39 e poi i 40 anni di vita libera e indipendente.

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