venerdì 14 maggio 2010

Da Copenaghen a Cochabamba

Sono venuto al mondo con la pelle color bronzo. Molti miei amici sono nati con la pelle gialla, nera o bianca. Ci sono fiori dai colori diversi e ognuno di essi è bello. Io spero che i miei figli vivano in un mondo in cui tutti gli uomini, di ogni colore, vadano d'accordo e lavorino insieme, senza che la maggioranza tenti di uniformare gli altri al proprio volere.

TATANGA MANI



I cambiamenti climatici che interessano la Terra sono considerati dalla comunità scientifica internazionale come una realtà incontrovertibile di cui l'essere umano è responsabile, con la sua attività incontrollata, per almeno il 90%. Cambiamenti climatici che interessano il pianeta su scala globale e che a livello locale porteranno serie conseguenze, soprattutto in quei paesi dove gli eventi climatici "locali" sono già caratterizzati da eventi estremi quali siccità o cicloni.
Eppure qualcuno vorrebbe sminuire ciò che gli studi ufficiali danno da decenni per assodato.
Gli interessi delle multinazionali, con la complicità ed il benestare dei governi, non vogliono assumersi la responsabilità di cambiare rotta, di cambiare il sistema.
Questo il motivo per cui la Conferenza di Copenaghen è stato un fallimento, definito dal presidente Evo Morales "il trionfo dei popoli e il fallimento dei Paesi industrializzati".
C'è chi non accetta, dunque, le logiche e le conseguenze del sistema capitalistico, la prepotenza di chi lo governa e lo impone agli altri stati.
Così, a Cochabamba si è tenuto un altro vertice mondiale sul clima, la Conferenza mondiale dei Popoli sul Cambiamento climatico del Clima e sui diritti della madre Terra.
Snobbato, come ci si aspettava, da quasi tutta la stampa occidentale, è stato un evento colorato e democratico, in cui hanno potuto dire la loro le associazioni ambientaliste, ma sopratutto le rappresentanze delle popolazioni indigene del Sud America, di esempio per uno stile di vita in armonia con la natura, che dovrebbe farci riflettere sullo stile di vita che nel nostro piccolo possiamo assumere e pretendere.
Il modello capitalistico è basato sulla crescita illimitata, si nutre della distruzione degli ambienti naturali e delle risorse e per questo non potrà durare a lungo senza portare a serie conseguenze. Questo dovrebbe far riflettere i governi dei paesi ricchi, ma la logica del governo mondiale sul pianeta per adesso, sembra prevalere, almeno fino a che la forza del Sud non si farà sentire.


per un resoconto più dettagliato sugli eventi di quest'anno leggi anche...
http://www.spaziomotori.it/cambiamenti_climatici_globali.htm

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