La Bielorussia di Lukashenko, al pari di Russia, Iran, Venezuela, Libia, Cina, Birmania, Siria ecc (l’elenco sarebbe troppo lungo e comprenderebbe anche l’Italia) viene costantemente descritta come un regime dittatoriale spietato dai media anglofoni, di cui i nostri media sono emanazioni dirette e acritiche, sia di carta (Repubblica in primis) sia televisivi (Rai 3 e La 7incluse). La propaganda usata contro la cosiddetta Russia Bianca è dello stesso tipo di quella dei paesi sopra citati: accuse di anti-democraticità, brogli elettorali, censura dell’informazione, utilizzo della forza e della violenza contro i propri cittadini, politica militare pericolosa per l’Occidente “libero”, oltre all’eterna arma dell’ antisemitismo. Spesso si assiste anche alla manipolazione delle dichiarazioni dei leader politici di tali paesi, le cui frasi vengono appositamente tradotte male oppure manipolate per farli apparire dei piccoli Hitler (arma usata spesso contro Chavez). Sempre identiche inoltre (che mancanza di fantasia!) le modalità adoperate dagli anglo-americani per risolvere a loro favore la situazione: costruzione artificiosa di un dissenso interno tra i ceti medio-alti affinché sfoci in rivoluzioni colorate (verdi, arancioni, viola, dei jeans, dei tulipani…), finanziamento ai candidati di opposizione (puntualmente filo-occidentali e liberisti) e, in ultima istanza, guerra preventiva. Alla luce di ciò, l’articolo che segue vuole proporre uno voce diversa, affinchè i lettori dispongano di un numero maggiore di elementi per cercare umilmente la verità e trarne le loro conclusioni. Leggi il resto di questo articolo »