A CHE GIOCO GIOCHIAMO?
LA VERA NATURA DEL
“VENDOLISMO”.
(21 Febbraio 2011)
Prima la richiesta delle primarie del centrosinistra, poi l'accettazione di un governo con Fini,
poi ancora il ritorno alle primarie: il tutto in una sola settimana. Molti compagni o elettori di SEL si
sono chiesti: a che gioco giochiamo?
UN “ALTRO” CENTROSINISTRA ?
Partiamo dalla proposta principale. Le “primarie” sono un concorso interno alla coalizione di
centrosinistra. Questa coalizione non è un'astrazione. Il suo perno è il PD, un partito
liberale legato a doppio filo agli ambienti della grande impresa, del capitale finanziario,
dell'alta burocrazia statale. Sono gli ambienti che hanno dettato le politiche antioperaie dei
ripetuti governi del centrosinistra ( difesi anche da Vendola). Sono gli ambienti che oggi
dettano al centrosinistra il plauso a Marchionne,il sostegno alla continuità della guerra in
Afghanistan,la ricerca di un governo di alleanza costituente con UDC e FLI, quale garante
di nuovi sacrifici per le masse. Come è possibile credere all'eterna favola di un “altro”
centrosinistra, diverso da quello che è stato e che è ? Come è possibile farlo dopo
che TUTTE le illusioni sono state smentite, per 15 anni, dalla realtà? Dopo che il
coinvolgimento delle sinistre nei governi di centrosinistra le ha sistematicamente
compromesse nelle peggiori politiche antipopolari e di guerra, sino a distruggerne
forza e credibilità agli occhi di tanti lavoratori e giovani? Del resto: non sono state
forse quelle politiche fallimentari a riconsegnarci ogni volta Berlusconi?
LA MALATTIA DEL GOVERNISMO.
Si risponde: “ Questa volta ci penserà Vendola, che infatti vuole la guida del governo”.
Ma la guida del governo di centrosinistra non è come la guida di un automobile,
che si può indirizzare dove si vuole. O meglio: l'”automobile” che si intende “guidare”
non è un dato neutro. La sua natura, l'equipaggio di bordo, la stessa pista del suo movimento
sono tracciati: dentro il perimetro del capitalismo italiano, delle politiche finanziarie della
UE, della collocazione atlantista dell'Italia,del Concordato col Vaticano.. Tanto più in un
momento storico in cui non solo ogni spazio riformistico è eroso dalla grande crisi del
sistema, ma in cui tutti i governi capitalistici- da Obama a Zapatero- realizzano una
nuova aggressione contro il lavoro. Se Vendola ambisce a guidare il governo della settima
potenza capitalistica del mondo, si candida a gestire di fatto QUELLE politiche, non altre.
(Così come da Presidente del centrosinistra in Puglia si trova a chiudere 18 ospedali
ra le proteste della popolazione). O vogliamo continuare a credere alla favola di Babbo Natale?
LE RAGIONI DEI LAVORATORI O LE RAGIONI DEL CAPITALE?
Tutto questo è talmente vero che la sola candidatura in pectore a premier del centrosinistra,
ha già trascinato Vendola ..“a destra”. Le aperture pubbliche alla UDC e alla Chiesa, le
ricercate interlocuzioni con Confindustria e le sue organizzazioni territoriali, la pubblica
critica delle sacrosante contestazioni operaie di Cisl e Uil, non sono incidenti di percorso:
sono il naturale tentativo di accreditarsi come premier credibile agli occhi dei poteri forti
del Paese. Che sono i veri referenti di ogni governo borghese, quale che sia il
suo colore e il suo Premier. Ma cosa ha a che fare tutto questo con le ragioni sociali
del mondo del lavoro e dei giovani precari, o con le stesse battaglie coerenti di laicità e di
democrazia?
Si dirà: “Ma Vendola parla delle ragioni dei lavoratori in ogni comizio!”. Vero.
Come tutti i candidati “progressisti” in tutti i comizi. Come Fausto Bertinotti ha fatto
per 15 anni, e con eguale bravura, prima di essere travolto dalla natura REALE della
sua politica e del governo cui aveva impiccato il partito. Vogliamo ripercorrere ancora
una volta il sentiero della sconfitta, dei lavoratori e della sinistra, ammantato di tanta
retorica ma in realtà lastricato da ministeri, sottosegretariati, cariche istituzionali
e ( virtuali) premierati?
IL VERO SIGNIFICATO DELL'APERTURA A FINI.
La stessa apertura di Vendola a Fini, sta qui. Non è uno svarione maldestro, né
un'astuta e impescrutabile mossa politica. E' la logica applicazione di una logica governista.
Nel momento in cui la situazione politica sembrava precipitare verso un voto anticipato
nel segno della cosiddetta “emergenza istituzionale”; nel momento in cui sembrava
profilarsi realmente una grande alleanza nazionale comprensiva di UDC e FLI, Nichi
Vendola ha segnalato la propria disponibilità a farne parte. Pur di evitare di essere
emarginato da una soluzione di governo, ha segnalato la disponibilità a governare con gli
ex fascisti: sostenitori della controriforma Gelmini, gestori della privatizzazione dell'acqua,
protagonisti politici della mattanza di Genova 2001... Dopodichè, in sole 24 ore,
quando la crisi di Fli, lo smarcamento Udc, il rafforzamento di Berlusconi, hanno fatto saltare
quello scenario, Vendola ha ripreso il canovaccio tradizionale delle primarie.
E si ricomincia il giro, come se nulla fosse accaduto. Ma l'apertura a Fini è stato
un clamoroso fascio di luce sulla natura vera del vendolismo: l'ennesima versione
del bertinottismo. Non l'annuncio di una sinistra finalmente “vincente” come dice Vendola,
ma l'ennesima riproposizione della sinistra sconfitta: della contraddizione tra le parole e le cose.
PER UNA SINISTRA ANTICAPITALISTA
L'alternativa a Vendola non è certo la Fed degli ex ministri Ferrero, Diliberto e Salvi,
egualmente disponibili oggi come ieri ad appoggiare un governo di centrosinistra,
ma la costruzione di una sinistra finalmente autonoma e alternativa a centrodestra e
centrosinistra, schierata sino in fondo col mondo del lavoro e con le ragioni di tutti gli
sfruttati, basata su un programma coerentemente anticapitalista per un governo dei lavoratori.
Perchè questo è l'unico programma che indica un'alternativa vera. Ed è l'unica politica
che può strappare risultati: se è vero che le classi dominanti possono concedere qualcosa
solo quando hanno paura di perdere tutto. Perchè le sinistre non UNISCONO le proprie
forze in una lotta vera e attorno a un polo indipendente, invece che continuare a inseguire
il PD e i ministeri?
Il Partito Comunista dei Lavoratori, il cui portavoce è Marco Ferrando, è impegnato in questo
progetto anticapitalista. Costruiamolo insieme.
http://www.pclavoratori.it
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