Apprendiamo dagli organi di stampa che i sindacati Cgil, Cisl, Uil, insultano per l'ennesima volta, con termini del tutto gratuiti ed offensivi, chi in queste settimane si è pronunciato per ottenere maggiore trasparenza nella gestione del portale radiometrico della Portovesme srl. Tale attacco scaturisce presumibilmente dalla richiesta avanzata da vari comitati e associazioni, per ottenere maggiori controlli e ispezioni dopo che due camion carichi di Cesio 137 provenienti dalla fabbrica Alfa Acciai di Brescia sono stai bloccati poco prima di scaricare il loro micidiale carico all'interno della Portovesme srl. Da più parti si è denunciato il fatto scandaloso che i controlli sulla radioattivià alla Portovesme Srl sono in regime di autocontrollo. Infatti il portale radiometrico è controllato dalla stessa azienda, in pratica la Portovesme Srl è il controllore di sé stessa.
I comitati hanno chiesto più volte l'immediata cessazione di tale iter, invocando, il passaggio del portale radiometrico a enti pubblici, quali Asl, Arpas, Provincia e Comuni. Medesima richiesta è stata fatta anche durante il sit in organizzato il giorno 8 febbraio a Cagliari al Palazzo di Giustizia e sotto il Palazzo della Regione. I tre sindacalisti prima di schierarsi a favore della strategia industriale della Portovesme srl, dovrebbero, ricordarsi che due responsabili della fabbrica sono stati, in quella data, rinviati a giudizio insieme ad altre persone per aver interrato abusivamente un bel po' di porcherie tossiche nei comuni di Settimo San Pietro, Serramanna e presso l' ospedale oncologico di Cagliari! In quell’occasione nessuna parola di condanna nei confronti dell'azienda è arrivata dai sindacati, anzi, è stata l'occasione per attaccare i comitati accusandoli di seguire solo “tornaconti personali” . I nostri tornaconti, sono noti a tutti, e sono in difesa della popolazione e dell'ambiente, che avrebbero bisogno urgente di salute e di bonifica.
È curioso come i sindacati, nelle loro accuse , usino la stessa terminologia dei padroni della multinzaionale svizzera. Fu lo stesso Lolliri a.d. della Portovesme Srl, a definire qualche anno fa un gruppo di Carloforte “pseudoambientalista”, lo stesso preciso termine usato, oggi, dai sindacati confederali per attacare chi difende il bene delle comunità sarde.
Anche le istituzioni e il prefetto di Cagliari, l'Assessore Provinciale all'Ambiente e gli enti preposti al controllo, hanno fatto a gara a complimentarsi con la Portovesme srl, o a minimizzare tutto come ha fatto il direttore dell'Arpas di Portoscuso! Abbiamo il sospetto fondato che queste istituzioni ed enti non siano neutrali ma solo appendici del colonialismo industriale ed inquinante della Portovesme Srl!
Colpiscono anche le parole dell'Assesore all'Ambiente alla Provincia Cicciloni (Pd) che si congratula con la Portovesme srl e vorebbe estendere il sistema di controllo ad altre aziende a testimonianza che il colonialismo in Sardigna non ha colore!
A Manca pro s’Indipendentzia e i comitati che da anni lottano per la salvaguardia delle comunità e dell’ambiente limitrofo alle aree industriali pensano invece che l'unico sistema di controllo efficace sia quello gestito non dalle società private, ma dagli enti pubblici e di questo l'Assessore, considerato il ruolo che ricopre, dovrebbe farsi portavoce, per portare avanti l'interesse della popolazione e dell'Ambiente, e non quello degli industriali.
L'Assessore e i sindacati, a nostro avviso, dovrebbero impegnarsi e richiedere non solo il passaggio del portale radiometrico al controllo pubblico, ma anche, controlli e ispezioni su tutti i carichi in ingresso e/o uscita alla Portovesme Srl. (Come è noto è possibile rendere nulla l'efficienza dei portali radiometrci con diversi metodi come ad esempio la schermatura con lamina di piombo dei carichi contaminati).
Considerato, inoltre che il portale è in funzione solamente dal 2004, chiediamo che siano estesi controlli radiometrici a tutte le discariche presenti sul territorio e in particolare a Genna luas, che è gestita dalla stessa Portvemse Srl. In ultimo, chiediamo, che le emissioni in atmosfera vengano, finalmente, controllate da un sistema di monitoraggio in continuo dei fumi in camino collegato in tempo reale con l’Arpas e enti pubblici.
Solo in questo modo avremo tutte le garanzie e le trasparenze che la popolazione chiede a gran voce fino almeno ad una completa riconversione degli impianti nocivi a regime di piena occuopazione.
Comitato Carlofortini Preoccupati
Direzione Politica Nazionale di A Manca pro s’Indipendentzia
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