sabato 30 aprile 2011

SONO APERTI I CORSI DI SOLLEVAZIONE POPOLARE CONTRO PADRONI NANI E BALLERINE,PRESSO IL POPOLO ARABO MEDIORENTALE......astenersi perditempo !!!


sabato 30 aprile 2011


'gna fanno!


Olocausti utili e olocausti inutili, stupri veri e falsi, necro-orgsami e cecchini Nato
Registriamo la vittoria, pur sotto il diluvio di missili e bombe stragiste Nato, delle forze patriottiche libiche nella riconquista dai briganti vendipatria di tutto il confine con la Tunisia e della zona sudorientale (Cirenaica!) della Libia con capitale Kufra. Segno, se ce ne fosse ancora bisogno, di quanto popolo stia con Gheddafi, a dispetto delle mattanze Nato e mercenarie, e quanto con i rinnegati jihadisti e corrotti Cia innescati dall'Impero a Bengasi. Registriamo, per la soddisfazione delle ginocrate finte femministe, tra lazzi e sghignazzi osceni quanto il soggetto, la dichiarazione di Susan Rice, ambasciatrice Usa all'ONU: " Gheddafi (che non ha niente di meglio da fare. N.d.r.) riempie di Viagra i suoi uomini in modo che possano stuprare tutte le donne che incontrano". Ovviamente è una tattica astuta di Gheddafi per guadagnarsi il consenso e l’amore delle masse.


tagliagole jihadista in Bosnia
Stupratori robot
Non vi ricorda qualcosa delle "300mila donne stuprate dai serbi in Bosnia", che dovevano coprire i 300mila serbi cacciati a ferro e fuoco dalle Krajine, i tagliagole di Al Qaida-Cia spediti in soccorso al fascista Izetbegovic, i 300mila espulsi a cannonate ed eccidi dai narcotrafficanti UCK dal Kosovo? Stupri per i quali fu calcolato che ci sarebbero voluti tutti i militari dell'esercito serbo per tutta la durata del conflitto, che non avrebbero fatto nient'altro che violentare donne ininterrottamente"? Fa il paio con l'onorata e famigerata ONG "Save the children" che, da Misurata, favoleggia di bambini massacrati, di genitori uccisi davanti ai figli, di donne stuprate davanti alle famiglie. E entra nella banda di briganti della maieutica satanica anche il pacifista zapatista già cartaceo e ora webista, Gigi Sullo, che arriva a paragonare Misurata, "città martire" per il trombettiere Nato, a Guernica. E, a proposito di media al cianuro sputtanati, vi indirizzo al link inserito da Rossoallosso nei commenti al mio precedente post, dove si trova un video che, ennesimo documento prodotto da chi non deve avere ontologicamente voce (sempre nel quadro della maieutica satanica), mostra cecchini sauditi che dai tetti sparano su folla e forze di sicurezza siriane. Semmai ci volesse una conferma, accanto all'aggressione dei necrofagi Nato (per ora in termini di sanzioni e di rapina dei fondi di Stato siriani all'estero), di chi muove contro il popolo e paese sovrani e antimperialisti i soliti mercenari da rivoluzione colorata, nonviolenta ma assassina. Inevitabilmente e con ottimo effetto chiarificatore sono usciti allo scoperto in Siria, i soliti Fratelli Musulmani che, come in Egitto, Libia e ovunque, si affiancano ai mercenari dell’Impero. Accreditandosi anche qui come proconsoli dell’auspicato ritorno coloniale, hanno fatto dichiarazioni di totale sostegno alla “rivoluzione siriana”.


Intanto silenzio e niente interventi umanitari a Bahrein, dove, dopo il massacro degli sgherri sauditi, il satrapo Khalifa, custode della V Flotta Usa, ha preso a condannare a morte i manifestanti, questi sì non violenti, che chiedevano pane, lavoro, libertà e fine della discriminazione degli sciti. E disinvoltura leggiadra anche sullo Yemen, dove il burattino Usa-Saudita Ali Saleh continua a far uccidere a fucilate cittadini che dimostrano contro il despota e la miseria. Non basta questo per valutare correttamente quanto succede di vero e di finto nel mondo arabo? I santoni che si agitano contro la pena di morte (abolita da Gheddafi), dove si rintanano di fronte alle pene di morte di massa comminate dalla civiltà occidentale?

Furbetti e piagnoni
Simpatici questi ebrei liberal e critici di Israele, esibiti per ogni schermo e giornale come voce alternativa e di vera custodia dei diritti umani. Moni Ovadia riesce a riempire un articolo dell'Unità di compianto per l'eliminazione di Vittorio Arrigoni dal novero dei rivelatori di crimini nazisionisti tirando palle di fuoco contro "mandanti morali", "sgherri", e, ovviamente, "esecutori islamisti salafiti". Ma chi sono? Gli fosse sfuggita anche una sola volta la parola "Israele"! A sua volta il fine intellettuale comunista, Alberto Burgio (PRC), che, ai tempi dei fasti parlamentari bertinottiani, votò a favore della nostra guerra all'Afghanistan, riempie un paginone del "manifesto" per evocare olocausto, Eichmann e il processo al "male assoluto" in Israele, Hanna Arendt e le sue teorie sulla "banalità del male". Roba di un'attualità pressante. Altro che la nuova guerra del crimine organizzato occidentale, governo, parlamento e presidente italiani compresi, contro un paese libero e più giusto di qualsiasi Stato occidentale, altro che i prodromi, oggi, dell'apocalisse mondiale domani. Gli olocausti e nazisti di ieri mettono in ombra qualsiasi olocausto e nazista di oggi. Servono a questo. Su Arrigoni, lasciatemi dire che quel mio amico e costante interlocutore forse avrebbe preferito essere di nuovo a Gaza piuttosto che affogato nella melassa buonista di tutto il gregge di nonviolenti a senso unico che se ne sono impadroniti per fare del funerale e del martirio di Vittorio l’asta a cui appendere gli stendardi della propria ignavia. Aggiungo una precisazione, e non se ne abbia chi è della schiera di tribolanti per i quali nel nostro paese i morti sono tutti santi. Di Vittorio è stata eroico quanto fondamentale il lavoro di informazione da Gaza durante tre anni di vessazioni e sevizie israeliane. Coraggioso è stato il suo sostegno ai contadini e pescatori fatti bersaglio dai killer sionisti. Ma del tutto sbagliata era la sua valutazione di Gheddafi e di quanto avviene in Libia, appiattita sul cerchiobiottismo delle sinistre italiote e frutto di una formazione ideologica democraticistica ed eurocentrica stile PD. Tanto dovevo alla verità, anche perché è stato il tema della nostra ultima discussione. Per tutto quello che i Palestinesi devono a Vittorio e viceversa.



In gloria degli eredi divenuti i più ricchi del mondo grazie a pirateria, rapine ed eccidi
Ubriacatura planetaria su due orrende cafonaggini di distrazione di massa: il matrimonio tra i due coglionazzi da basso impero risolto in operetta, William e Kate, 2 miliardi di spettatori e qualche migliaia lungo il percorso; idem per la beatificazione di un satrapo vestito da imperatore bizantino da parte di un altro satrapo vestito da carnevale cinese. Entrambe le degradanti manifestazioni, offese alla dignità e all'intelligenza umane, ci ripropongono il messaggio del capitale putrescente nell'era del tardo imperialismo genocida: siamo tornati al protocapitalismo ottocentesco degli eccidi coloniali, dello schiavismo di fabbrica, delle sette della superstizione che vanno a civilizzare i selvaggi. Fra un po' i 20 milioni trucidati nel Congo dai sovrani belgi, le milionate massacrate di britannici nella guerra dell'oppio e in Asia e Africa, il genocidio dei libici operato da Graziani, ci sembreranno un bel ricordo davanti all'unica novità rispetto ad allora: l'olocausto nucleare. Già in atto, in forma strisciante e di bassa intensità, con l'uranio sparso da bombe e missili su mezzo globo. Quello per il quale servono le centrali nucleari con le loro scorie.
Dove non c’è body count


Ubriacatura mediatica da una parte, sobrietà assoluta, fino al silenzio tombale, dall'altra: un'altra notte di distruzione e stragi a Tripoli, proprio nella zona di Tajura, dove ero stato giorni fa a farmi dimostrare dalla popolazione che i presunti combattimenti con ribelli e relativi eccidi di Gheddafi, proprio quelli che servirono da pretesto per la risoluzione 1973 e l'intervento dei necrofagi, non erano mai avvenuti. Ma che le decine di vittime cadute allora e in queste due ultime notti di inferno Nato possono tutte addebitarsi unicamente alla "coalizione dei volenterosi", con dentro oggi anche i mercenari italiani spediti dal guitto mannaro che ieri baciava le mani e benedetti dalle più alte autorità costituzionale e religiosa. Gente da Norimberga. Ci facciamo sempre riconoscere come i più fetidi, dalla Crimea alle guerre mondiali, squallide prostitute purchè se magna.



Se son rose… se son spine
Così Hamas e Fatah-ANP avrebbero raggiunto al Cairo un accordo su cinque punti che prevede elezioni entro otto mesi, la formazione di un “governo di tecnici indipendenti”, la riattivazione dell’OLP e la sospensione di colloqui di pace con Israele. Il processo ha indubbiamente subito la spinta propulsiva delle ripetute manifestazioni di giovani a Gaza e in Cisgiordania che chiedevano la fine della divisione e l’unità di fronte a aggressione e occupazione israeliana, ma anche delle manifestazioni antisraeliane dei rivoluzionari veri del Cairo (con assedio all’ambasciata dei nazisionisti), che hanno smerdato l’asserzione di utili idioti e amici del giaguaro secondo cui la rivoluzione egiziana non aveva connotati antisraeliane e, manifestamente, contro l’imperialismo Usa sostenitore di Mubaraq e ora sponsor della normalizzazione militare. Pressioni di rivoluzionari tanti indifferenti a Israele da imporre alla giunta militare di promettere l’apertura del valico di Rafah con Gaza, unica vera terra martire e, insieme a Tripoli, paragonabile a Guernica. E, sempre nell’aria che tira, un sondaggio del Pew Research Centre britannico, l’85% degli egiziani ha una visione negativa degli Stati Uniti, il 54% vuole l’annullamento dell’infame trattato di pace con Israele di Sadat e l’82% dice che preferisce migliori condizioni sociali e condizioni alla “democrazia di importazione occidentale”. Ed è di oggi la notizia che i rivoluzionari egiziani stanno preperando per il 13 maggio "La marcia di un milione per la Palestina" che chiederà l'apertura del valico di Gaza, la fine dei rifornimenti di gas a Israele, e si prepara ad allestire carovane di soccorsi alla popolazione della striscia. Questa è primavera araba!

Restano alcuni interrogativi. Come funzionerà sul piano politico un’unità tra chi ha sempre sostenuto e attuato la resistenza di popolo e armata della Palestina e chi vi ha totalmente rinunciato mettendosi al servizio del nemico occupante e del suo sponsor Usa? Quale sarà l’intesa morale tra una congrega di corrotti, speculatori, trafficoni, mafiosi e venduti e chi ha fatto dell’integrità la sua cifra principale? Come si confronteranno le forze di sicurezza patriottiche di Hamas con quelle dell’ANP, addestrate e finanziate dagli Usa, operanti sotto disposizione e mandato israeliani? Come faranno i gerarchi di Fatah e dell’ANP a mantenere il controllo su una popolazione affamata e repressa e i propri arricchimenti senza i finanziamenti di UE e Usa, dipendenti dall’esclusione di Hamas? Come potrà funzionare da vero governo uno che, con dentro Hamas, Israele ha rifiutato categoricamente? Quali libere elezioni si potranno fare in territori controllati palmo a palmo dalla brutale occupazione israeliana? Avete visto che razza di commedia degli inganni elettorali in Iraq sotto Al Maliki e in Afghanistan sotto Karzai? Pareva quella di Bush in Florida…
L’accordo del Cairo non ha ancora diffuso un documento con i necessari dettagli. Vedremo, ma con scarso ottimismo. Finchè non si spazza via dai vertici dell’ANP e di Fatah, ma anche di altre formazioni laiche, l’attuale cosca di rinnegati predatori, finchè non rispunta un Marwan Barghuti (tre ergastoli, appunto), finche non si muove una nuova intifada con una nuova dirigenza, personalmente la vedo difficile. C’è di buono che i grandi sommovimenti (autentici) che stanno terremotando l’intera nazione araba, possano nel tempo, se durano, imporre cambi strategici a politiche interne ed esterne, o, perlomeno, raddrizzamenti tattici dei vertici nei confronti di Israele (come l’apertura egiziana di Rafah e le belle esplosioni dei gasdotti per i quali fluiva gas a prezzo politico dall’Egitto a Israele). Farebbero uscire i palestinesi dal loro letale isolamento e rafforzerebbero la spinta alla liquidazione delle attuali élites stravendute.

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Riceviamo e pubblichiamo su www.forumpalestina.org

BOICOTTA ISRAELE - BOICOTTA NICHI VENDOLA

comunicato del "Comitato con la Palestina nel cuore", Roma
Il comunicato stampa della Press Regione-Agenzia giornalistica sulle dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Niki Vendola molto sinceramente non ci sgomenta, perché perfettamente in linea sia con il personaggio, sia con il manifesto sionismo della stragrande maggioranza del panorama politico italiano.
Con la scusa della cultura ebraica e del suo festival in terra di Puglia Niki Vendola parla di questioni concrete come “rapporti economici, commerciali, istituzionali”, quelli che realmente stanno a cuore allo Stato di Israele, e non a caso questo è avvenuto a margine di un incontro con l’Ambasciatore di quello stato, e non certo con l’addetto culturale.
Vendola prosegue poi nel panegirico di Israele citando esempi calzanti non nel campo culturale ma in quello dei rapporti economici, cita infatti la trasformazione di “aree desertiche in luoghi produttivi e in giardini”, dice che Israele è un “Paese che si confronta col tema mondiale del governo del ciclo dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti con pratiche di avanguardia” ecc.
Facciamo un po’ di chiarezza intanto su queste affermazioni:
Israele ha trasformato il deserto in giardini grazie al furto sistematico e costante dell’acqua del popolo palestinese, della Siria (alture del Golan) e del Libano (area delle Fattorie di Shebaa), i palestinesi vivono al limite della disidratazione, altro che governo del ciclo delle acque!, per quanto riguarda i rifiuti invece se Vendola si riferisce al sistema di trattamento usato dalla ArrowBio che la giunta Polverini vuole adottare nel Lazio e che si sta cercando di installare presso il comune di Guidonia non c’è nulla di innovativo, questo sistema viene proposto ed installato anche da ditte italiane, e sarebbe certamente trasparente conoscere i costi delle rispettive proposte; per l’energia basti ricordare che il 40% del fabbisogno del gas di Israele viene fornito dall’Egitto al 25% del costo di mercato, ovvero rapinando il popolo egiziano di questa ricchezza, e non a caso recentemente c’è stato un secondo attentato al gasdotto in questione.
Vendola non ricorda, non condanna, non deplora 60 anni di occupazione israeliana delle terre palestinesi, Vendola non spende una parola sul muro dell’apartheid, Vendola non chiede la liberazione degli 11.000 prigionieri palestinesi racchiusi nelle prigioni israeliane, per la maggior parte senza processo ma con detenzione amministrativa, Vendola non spende una parola sull’assedio inumano a cui è sottoposta la Striscia di Gaza, no, nulla di tutto questo, Vendola fa il panegirico di Israele e pensa agli affari!!!
Dulcis in fundo chiede di effettuare una visita ufficiale in Israele per far giungere ad un punto di svolta le relazioni bilaterali.
Che tristezza, l’uomo che si propone come rinnovatore della sinistra che mendica un incontro per accreditarsi quale amico dei sionisti!!!. Ha capito che in Italia non si fa carriera senza l’appoggio e la sudditanza al sionismo, e da buon politicante quale è sempre stato si accoda prontamente, cosa sono 60 anni di sofferenze e miserie del popolo palestinese di fronte ad un luminoso futuro alla giuda della sinistra italiana?
In Italia è in corso, con crescente successo, la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni dell’economia israeliana, proponiamo di inserire Niki Vendola ed il suo partito nella lista dei prodotti da boicottare, non facciamo più sconti a chi ammanta di bella retorica la propria sudditanza al sionismo.
Comitato con la Palestina nel cuore – Roma

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