lunedì 6 giugno 2011

IL CREPUSCOLO DEI SERVI E L’ORA DEI TRADITORI

Il filo conduttore che unisce gli esponenti di questa maggioranza, è l’impostura, nel tempo, adottata a pratica relazionale e strategia politica. Oggi, questa operazione di becera propaganda, tesa alla mistificazione della verità e a contraffarne la realtà, ha esaurito definitivamente la sua forza propulsiva di convincimento, capovolgendone l'obiettivo. Una spada di Damocle sulla testa, di questo governo laido che, a breve, e con un colpo netto e deciso, metterà fine alla rivoltante commedia tragicomica che, da oltre 15 anni, ha tenuto sotto scacco il nostro paese.

Una fitta rete di novelli talent-scout, capeggiata da Emilio Fede e Lele Mora è, da tempo, impegnata nel rastrellare giovani vacche da intrattenimento, per soddisfare le perversioni e le malsane pulsioni del “nababbo nano”, a fronte e in cambio di privilegi, visibilità, impunità e protezione.

La nave sta affondando e, quanto prima, assisteremo (già se ne vedono gli effetti) ad una scomposta, quanto infame fuga di massa, dal PDL. L'eventualità non più remota, di ritrovarsi soli e senza scialuppa di salvataggio nel pernicioso mare di un servilismo ormai improduttivo e che ha compromesso per sempre la loro dignità, moralità e senso dello Stato, non solo è reale ma imminente.

Sto aspettando, con morbosa curiosità, di vedere le prossime mosse dei fedelissimi, La Russa, Gasparri, Matteoli, Lupi e Cicchitto quando, l'ultimo mozzo, dall'alto dell'albero maestro della bagnarola forzista, inviterà a gran voce al: “Si salvi chi può”.

Una cosa è certa! Questa marmaglia (che per una sorta di maleficio ha raggiunto il potere e, per anni, screditato e mortificato, istituzioni e parlamento), sparirà per sempre dal panorama politico italiano e dalla memoria dei cittadini. Di tutti gli elettori che, in questi anni, hanno sostenuto, inverosimilmente, Silvio Berlusconi e cricca, non se ne avrà più traccia. Lo stesso avvenne dopo la caduta del fascismo.

Questo dato ci dice, in maniera eloquente, di quanto lungo e impervio sia, ancora, per il nostro paese, il cammino verso quella consapevolezza civile che trasforma l'impegno politico in una vera democrazia partecipata e in un autentico stato di diritto.

Gianni Tirelli

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