venerdì 1 luglio 2011

LA SOLIDARIETA’ E LA PASSIONE

La solidarietà, è il sentimento più alto della sfera umana, senza la quale, nessun società può ritenersi tale.

La solidarietà ci rende uguali di fronte al mistero della morte, liberandoci da ogni stupido ed effimero concetto di superiorità sociale, differenza etnica e discriminazione. La solidarietà è fratellanza e passione; mutuo scambio, tradizione e diversità, valori fondamentali delle grandi civiltà del passato. La solidarietà è aggregante e rigenerante. Scava nel fondo del nostro cuore per farci dono di nuove emozioni e sensazioni, dentro una dimensione ultra-terrena dove, tutti insieme, pacifichiamo le nostre ansie e paure, per affrontare, con la serenità e la consapevolezza dell’uomo ragionevole, il breve viaggio della nostra esistenza.

Niente al mondo, è in grado di produrre un tale appagamento sensoriale e spirituale e sublimare le vere, ragioni della vita. La solidarietà unisce sotto la sua calda ala, tutte le speranze degli uomini, mitigando le loro debolezze e la fatica, allontanando paure e solitudine e, scoraggiando gli eccessi della nostra vanità. La solidarietà anela al futuro con il suo sguardo benevolo e rassicurante e, la sua preghiera, vola alta nel cielo, fra le maestose cime della bontà di Dio, innevate della sua provvidenza e accarezzate dalla dolce brezza primaverile, della sua infinita misericordia. La solidarietà, come la bellezza, è un’estasi - un cuore infiammato e un’anima incantata – un giardino di fiori perpetui e uno sciame d’angeli eternamente in volo. “Solidarietà e bellezza sono la vita, quando, la vita, rivela il suo profilo benedetto.”

Il cristianesimo (in netta antitesi con il cattolicesimo), affonda le sue radici nel supremo valore della solidarietà, un sentimento, senza il quale, nessun individuo al mondo, potrebbe definirsi uomo. La solidarietà è un collante - una amalgama, spirituale che cementifica fra loro, in un unico blocco, tutti i bisogni, i sogni e le speranze dell’umanità, per guardare al domani con la necessaria serenità, uniti dalle comuni certezze.

Quella società che non coltiva il sentimento della solidarietà, la possiamo paragonare a un grande cesso a cielo aperto dove, tutti cittadini e suoi rappresentanti, assolvono ai loro bisogni fisiologici, senza che mai nessuno si preoccupi di tirare l’acqua dello scarico.

La solidarietà si alimenta di passione, che ha il potere sovrannaturale di tradurre ogni sforzo, fisico o intellettuale che sia, in autentica gioia, fonte perenne di umiltà, di pace interiore e di preghiera. L’impulso di solidarietà (motore di aggregazione e socializzazione della civiltà rurale), affondava le sue ragioni nel cuore comune di una profonda felicità di base, autonoma e indipendente da ogni concetto di possesso, di privilegio e di stato sociale. Senza la passione, non può esistere alcuna forma di vita, essendo la nostra esistenza, una sua estensione. Il frenetico adoperarsi di api e formiche, nel loro instancabile e incessante andirivieni strutturato da regole ferree e codici etici, è l’espressione di una volontà e di un’intelligenza superiore che attingono la loro energia nel sentimento della passione.

Gli stessi “schiavi” d’Egitto, innalzarono le piramidi sotto la spinta propulsiva di una smisurata passione. E non era il denaro, lo spartiacque fra la gioia e il dolore, fra la vita e la morte e fra la bellezza e l’orrore, ma quella capacità di amare e di sperare che, da sempre, aveva contraddistinto gli individui delle civiltà del passato - un mondo perfetto, messo a tacere per sempre, dalla stupidità dell’uomo moderno. La passione deterge, purifica, rigenera, forgia la volontà ed è messaggera di bellezza - trascende ogni debolezza e paura, per dare forma e contenuto alle aspirazioni umane, suggerendo all’uomo, il significato della vita.

“Quale passione, oggi, arde nel cuore di quest’uomo? Quale spirito divino alberga nella sua anima? Da quale pozzo, misura il livello della sua felicità e, l’acqua di quale torrente, ristora e placa l’arsura della sua sete di conoscenza?”

L’immagine raccapricciante di quest’epoca insensata, pregna di relativismo, è la rappresentazione iconografica di un’umanità svuotata da ogni più remoto barlume di passione e di bellezza. Un mondo affollato di anime dannate che, al pari di cavallette fameliche, si agitano impazzite dentro il caos di pensieri schizofrenici, vagando avanti e indietro, senza una meta e una qualsiasi comprensibile ragione, lasciando dietro di loro, morte, dolore e distruzione. Tutto questo, ha innescato un processo di necrosi che, dal tessuto sociale, si è esteso all’ambiente tutto, compromettendo irrimediabilmente, ogni auspicabile e radicale riconversione e più remota speranza.

Per tanto, non esiste una via di uscita da una tale condizione! E’ partito il conto alla rovescia e, il Sistema, come una bomba ad orologeria, è sul punto di esplodere. Gli individui della società delle illusioni, ricurvi sulle loro debolezze, paure e, incapaci di qualsiasi rinuncia, si sono resi responsabili e complici di quell’immane tragedia che segnerà un punto di svolta radicale e di non ritorno, nella storia dell’umanità.

Gianni Tirelli

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