A NOME DI TUTTI GLI ITALIANI !!!
“E’ finito il tempo delle subdole e ipocrite mediazioni
caricaturali, e dei silenzi asserviti alle logiche del potere. Qui, o si fa
l’Italia o si muore!”
Gentile presidente Napolitano, che cosa sta ancora
aspettando, che arrivino i carri armati nelle piazze? C’è un limite, oltre il
quale, i concetti di neutralità, di non ingerenza e interferenza (auspicabili
in normali condizioni socio-politiche), rischiano di tradire ogni loro vero
significato, per trasfigurare in evidente codardia – quando, la realtà delle
cose, supera ogni immaginazione.
E’ Lei, oggi, l’ago della bilancia, il solo
che può fare la differenza. Lei, che gode del consenso univoco dei cittadini
italiani e di una popolarità seconda solo a Sandro Pertini, non può sottrarsi
al dovere civile e morale di porre fine a questa vergogna nazionale e
internazionale che scredita e getta fango sui valori di libertà, di civiltà, di
dignità e di giustizia sociale. Fondamenti imperituri della nostra sovrana
Costituzione.
Questo suo atteggiamento accomodante, caro Presidente,
mette in dubbio e vanifica il sacrificio di tutti quegli italiani che hanno
lottato e sono morti per liberare l’Italia dal nazi-fascismo, e riconquistare
il diritto di una libertà perduta e di una giustizia ritrovata. In questo modo
si afferma e conferma l’inutilità di una tale carica politica che, non
intervenendo, si allinea (se pure in forma diversa) alla cortigianeria
ossequiosa dei berluscones, nella speranza, di passare alla storia come un
presidente neutrale, super partes e non troppo ingombrante.
Il mio personale
giudizio sul suo operato, in questa fase politica, è negativo. Lo trovo
permeato di infantilismo e qualunquismo. Nella sostanza, rinnega e sterilizza
gli ideali e, le ragioni, all’origine della sua storia politica.
Caro Presidente Napolitano, come può non vedere la
gravità dell’attuale situazione socio politica a tal punto, da minimizzare i
suoi atti e comportamenti, adducendone un significato retorico e formale e
mettendo così a rischio la tenuta dei principi fondamenti della democrazia, e
relativizzando ogni parametro di giudizio?
E’ in discussione la sua buona fede,
caro Presidente, l’autenticità dei suoi valori morali ed etici e il suo, un
tempo, proverbiale, senso dello Stato.
Definire i nostri magistrati, eversivi e brigatisti rossi
e inneggiare ala secessione è un crimine a tutti gli effetti; ma non solo! Una
licenza imperdonabile che, se non ritrattata in tempo (congiunta alle relative
scuse e ad accorati “mea culpa”), incide ulteriormente sulla condizione di
isolamento del potere giudicante e degli organi di controllo, ultimi baluardi a
difesa dello stato di diritto e delle libertà individuali.
“L’autore di
“Gomorra”, da tempo sotto scorta, viene trasformato in un pericoloso
terrorista, mentre Vittorio Mangano, consacrato ad eroe – la scuola pubblica un
vivaio di novelli bolscevichi e la magistratura, un covo di brigatisti
rossi.
Oggi, il parlamento italiano, è più simile ad un mercato delle vacche
dove si può acquistare la dignità a peso – la politica un puttanaio inverecondo
– le residenze private del nostro Premier, postriboli d’alto bordo dalle
frequentazioni inquietanti e, il nostro paese, una barzelletta triviale a
beneficio del mondo intero”.
Il suo sterile borbottio, di fronte a tali indegni e
deprecabili comportamenti, autoritari, anticostituzionali e criminogeni,
rischia di sdoganarli come legittimi, assecondando, cosi, le pulsioni morbose
di questa maggioranza politica degenerata, che ha trasformato la sacralità del
parlamento in una inquietante pratica di macelleria sociale, a fronte di
privilegi, profitti, impunità e di interessi particolari.
I danni causati al nostro paese, da Silvio Berlusconi,
sono la somma, di tre comportamenti significativi:
1°) Relativi alla sua veste di imprenditore, proprietario
di tre reti televisive, in virtù delle quali si pianificano le ragioni e il
futuro dei nostri figli, omologati da beceri programmi di intrattenimento, la
cui portata diseducatrice e destabilizzante, è totale.
2°) Al sincretismo diabolico fra il potere dei privati,
il potere politico e la criminalità organizzata.
3°) Relativi a un modello forviante, esempio negativo,
riconducibile alla vita privata di un Primo ministro, avulsa da ogni regola,
valore morale, principio etico e ragionevolezza.
Un Presidente della Repubblica ha si il dovere, non che,
il diritto, di esercitare la sua opera di mediazione tra, maggioranza e
opposizione e cercare, in ogni modo, di accondiscendere alle ragioni del
governo ma, tutto questo, nell’esercizio del buon senso e dei poteri dei quali
è stato investito. Il Cittadino più rappresentativo della nostra Repubblica,
che dovrebbe dormire con la Costituzione sul comodino, ha l’obbligo morale e
politico, non solo di dissociarsi, ma di combattere e controbattere alle
quotidiane farneticazioni di un Primo ministro che, per fatti privati, ha messo
sotto scacco l’intera nazione.
Per tutto questo, oggi, il rischio, di una
implosione dell’apparato politico e conseguente rivolta popolare, è reale e
palpabile.
E allora io mi domando, che cosa debba ancora succedere
in questo maledetto paese, perché Lei (il nostro Presidente della Repubblica)
trovi il coraggio, oltre al senso del dovere, di replicare con forza, alle
farneticazioni (e non di un qualunque cittadino), ma di un capo di Governo nel
pieno di un delirio di onnipotenza. Questo silenzio omertoso e complice,
prevarica ogni buon senso, ogni logica e razionale motivazione
La vita privata
di questo personaggio di quart’ordine in eterno doppio petto blu e cravatta
pallini, è quanto di più deplorevole e deprecabile si possa immaginare. A
maggior ragione se, tali aberranti comportamenti, sono le caratteristiche
peculiari di un capo di governo che dovrebbe rappresentare il paese Italia e
gli italiani – un esempio negativo e forviante per le nuove generazioni, a tal
punto grave, da destabilizzare, confondere e ipotecare, una corretta e
ragionevole visione del mondo e del significato stesso dell’esistenza.
Deve essere chiaro a tutti che, l’antiberlusconismo, non
è un movimento politico o ideologico, ma un irrinunciabile atto di ribellione
sociale, etica e morale. Si dissocia, da ogni personalismo, rivendicazione o
appartenenza culturale per elevarsi oltre la retorica e la bagarre.
L’antiberlusconismo (come l’antifascismo) è una moderna forma di resistenza –
un atto dovuto, un dovere civile dal quale, nessuno, si può (o si dovrebbe)
sottrarre.
Caro presidente Napolitano, “A NOME DI TUTTI GLI
ITALIANI” e per il bene dell’Italia, faccio appello a quel sentimento di
patria, senso dello Stato e rigore morale che, da sempre hanno contraddistinto
la sua storia umana e politica, liberandoci finalmente dall’onta di una
vergogna paralizzante, per restituire al paese la dignità perduta.
Mi perdoni la durezza, Gianni Tirelli
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