lunedì 26 settembre 2011

"UNA COMMEDIA DELL’ASSURDO". Gianni Tirelli.


Aspettando Godot, 1995 (foto di Carlo Casella)

UNA COMMEDIA DELL’ASSURDO

Quello che potrebbe essere stato un grande libro di successo ridotto in seguito a commedia dell’assurdo, dai risvolti buffi e grotteschi, fitta di trame, inganni, menzogna, perversione, servilismo e tradimenti, ha fatto il suo debutto sul palcoscenico del parlamento italiano da una squinternata compagnia teatrale raccattata fra la feccia della politica e della società italiana. Un successo senza precedenti che, dopo quasi un ventennio, mette in scena la sua ennesima replica.
Con questi fenomeni da baraccone al governo del paese, abbiamo oltrepassato il limite della decenza da almeno quindici anni, per sconfinare poi, nel paradosso, nel grottesco e nella follia di gruppo. Un’onta indelebile per gli italiani, che ha marchiato ha fuoco la nostra credibilità internazionale e la storia dell’Italia. Un periodo buio, caratterizzato dalla stupidità, dalla volgarità, dall’incompetenza e dalla menzogna adottata a regola relazionale dove, gli italiani, si sono resi responsabili e complici di un danno di immagine che ha minato la loro dignità personale e messa in dubbio ogni loro capacità critica, attendibilità e amor patrio.
Non crediate che per cambiare le cose, basti cacciare questa cricca di politici e impedire ad un’altra di entrare in parlamento, o azzerare i loro stipendi o centuplicarli perché, il marcio, il cancro, è nel Sistema stesso e nella società tutta.
La politica non esiste: è morta da tempo, ancora prima che assassinassero il presidente John F. Kennedy e il fratello Bob, colpevoli di alto tradimento contro il potere del profitto ad ogni costo e con ogni mezzo. Credere ancora che la politica sia in grado di riconvertire il male in bene comune, non solo è utopistico, ma è indicativo di una totale assenza di consapevolezza e del più remoto senso della realtà.
Il nostro pianeta (occidente in primis), oggi, pullula di “berluscones”, pronti a tutto pur di affermare e consolidare il loro progetto di, omologazione, di sfruttamento e di schiavitù.

Come possiamo ingenuamente credere che, la nostra indignazione, il disprezzo e una nuova classe politica, siano in grado di estirpare questo tumore le cui metastasi hanno da tempo fagocitato i gangli vitali delle nostre società’? Come possono i nostri ideali consunti e mezzi, contrastare la portata di fuoco di un Sistema perverso che può contare, in tutto e per tutto, sull’appoggio incondizionato della parte più marcia, corrotta e potente del capitalismo liberticida e criminalità organizzata?
Al punto in cui siamo, è tecnicamente impensabile un qualsiasi cambiamento. Il mondo andrebbe totalmente resettato.
Come per la politica, così alla finanza, al potere temporale e alla criminalità organizzata, è toccata la stessa sorte. Oggi non sono altro che dei marchi, svuotati dal loro reale contenuto e autonomia ed esposti in bella vista alle pareti dei mega uffici del Sistema Potere, come trofei di caccia. E’ questa la cruda e sconcertante realtà!
Ragion per cui, ogni nostro grido di dolore, improperi, denuncia e minaccia non sortiranno alcun effetto, senza un’azione di forza, pragmatica, senza sconti e rivoluzionaria. E’ tempo di imbracciare “i forconi della libertà” e farla finita una volta per tutte!
Non bastano, dunque, le buone intenzioni, le parole gridate, indignazione e il disprezzo se poi, tutto ciò a cui aspiriamo, non si traduce in fatti concreti. E’ l’azione individuale, l’idea vincente.

Questo mondo insensato si può cambiare rinunciando a questo mondo, e a tutto quel baraccone (luna park delle follie), di cose inutili, effimere ed illusorie che sommergono la nostra quotidianità e devastano la nostra esistenza materiale e spirituale.
La dipendenza da questo Sistema, che specula sui bisogni e le debolezze degli individui, facendo leva sui loro lati peggiori, è totale. Solo se rinunceremo a tutto questo, potremo intravedere un futuro di felicità.
I nostri figli non devono, ed è un imperativo, ereditare fabbriche fumanti, territori inquinati, mari radioattivi e deforestazione. Potremo mai dire loro, che questo mondo è l’opera di Dio e che, l’orrore morale e ambientale che avvolgerà la loro vita, è frutto del progresso e della civiltà?

Con quale faccia e coraggio, potremo affermare ciò? Non sarebbe meglio per loro che non fossero mai nati? Dobbiamo consegnare loro la bellezza, la giustizia e la verità; strumenti oramai consunti ma i soli, in grado di scalzare i parametri relativistici e consumistici, che hanno caratterizzato le moderne società occidentali, per sostituirli con criteri di giudizio reali, e inossidabili, irriducibili punti fermi.
Dobbiamo condurli per mano verso la consapevolezza, perché sappiano distinguere la libertà dalla licenza, la verità dalla contraffazione e il progresso dalla catastrofe ambientale.

Gianni Tirelli


Nessun commento: