Aspettando Godot, 1995 (foto di Carlo Casella)
UNA COMMEDIA DELL’ASSURDO
Quello che potrebbe essere stato un grande
libro di successo ridotto in seguito a commedia dell’assurdo, dai risvolti
buffi e grotteschi, fitta di trame, inganni, menzogna, perversione, servilismo
e tradimenti, ha fatto il suo debutto sul palcoscenico del parlamento italiano
da una squinternata compagnia teatrale raccattata fra la feccia della politica
e della società italiana. Un successo senza precedenti che, dopo quasi un
ventennio, mette in scena la sua ennesima replica.
Con questi fenomeni da baraccone al governo
del paese, abbiamo oltrepassato il limite della decenza da almeno quindici
anni, per sconfinare poi, nel paradosso, nel grottesco e nella follia di
gruppo. Un’onta indelebile per gli italiani, che ha marchiato ha fuoco la
nostra credibilità internazionale e la storia dell’Italia. Un periodo buio,
caratterizzato dalla stupidità, dalla volgarità, dall’incompetenza e dalla
menzogna adottata a regola relazionale dove, gli italiani, si sono resi
responsabili e complici di un danno di immagine che ha minato la loro dignità
personale e messa in dubbio ogni loro capacità critica, attendibilità e amor
patrio.
Non crediate che per cambiare le cose,
basti cacciare questa cricca di politici e impedire ad un’altra di entrare in
parlamento, o azzerare i loro stipendi o centuplicarli perché, il marcio, il
cancro, è nel Sistema stesso e nella società tutta.
La politica non esiste: è
morta da tempo, ancora prima che assassinassero il presidente John F. Kennedy e
il fratello Bob, colpevoli di alto tradimento contro il potere del profitto ad
ogni costo e con ogni mezzo. Credere ancora che la politica sia in grado di
riconvertire il male in bene comune, non solo è utopistico, ma è indicativo di
una totale assenza di consapevolezza e del più remoto senso della realtà.
Il
nostro pianeta (occidente in primis), oggi, pullula di “berluscones”, pronti a
tutto pur di affermare e consolidare il loro progetto di, omologazione, di
sfruttamento e di schiavitù.
Come possiamo ingenuamente credere che, la
nostra indignazione, il disprezzo e una nuova classe politica, siano in grado
di estirpare questo tumore le cui metastasi hanno da tempo fagocitato i gangli
vitali delle nostre società’? Come possono i nostri ideali consunti e mezzi,
contrastare la portata di fuoco di un Sistema perverso che può contare, in
tutto e per tutto, sull’appoggio incondizionato della parte più marcia,
corrotta e potente del capitalismo liberticida e criminalità organizzata?
Al punto in cui siamo, è tecnicamente
impensabile un qualsiasi cambiamento. Il mondo andrebbe totalmente
resettato.
Come per la politica, così alla finanza, al potere temporale e alla
criminalità organizzata, è toccata la stessa sorte. Oggi non sono altro che dei
marchi, svuotati dal loro reale contenuto e autonomia ed esposti in bella vista
alle pareti dei mega uffici del Sistema Potere, come trofei di caccia. E’
questa la cruda e sconcertante realtà!
Ragion per cui, ogni nostro grido di
dolore, improperi, denuncia e minaccia non sortiranno alcun effetto, senza
un’azione di forza, pragmatica, senza sconti e rivoluzionaria. E’ tempo di
imbracciare “i forconi della libertà” e farla finita una volta per tutte!
Non
bastano, dunque, le buone intenzioni, le parole gridate, indignazione e il
disprezzo se poi, tutto ciò a cui aspiriamo, non si traduce in fatti concreti.
E’ l’azione individuale, l’idea vincente.
Questo mondo insensato si può cambiare
rinunciando a questo mondo, e a tutto quel baraccone (luna park delle follie),
di cose inutili, effimere ed illusorie che sommergono la nostra quotidianità e
devastano la nostra esistenza materiale e spirituale.
La dipendenza da questo
Sistema, che specula sui bisogni e le debolezze degli individui, facendo leva
sui loro lati peggiori, è totale. Solo se rinunceremo a tutto questo, potremo
intravedere un futuro di felicità.
I nostri figli non devono, ed è un
imperativo, ereditare fabbriche fumanti, territori inquinati, mari radioattivi
e deforestazione. Potremo mai dire loro, che questo mondo è l’opera di Dio e
che, l’orrore morale e ambientale che avvolgerà la loro vita, è frutto del
progresso e della civiltà?
Con quale faccia e coraggio, potremo
affermare ciò? Non sarebbe meglio per loro che non fossero mai nati? Dobbiamo
consegnare loro la bellezza, la giustizia e la verità; strumenti oramai
consunti ma i soli, in grado di scalzare i parametri relativistici e
consumistici, che hanno caratterizzato le moderne società occidentali, per
sostituirli con criteri di giudizio reali, e inossidabili, irriducibili punti
fermi.
Dobbiamo condurli per mano verso la consapevolezza, perché sappiano
distinguere la libertà dalla licenza, la verità dalla contraffazione e il
progresso dalla catastrofe ambientale.
Gianni Tirelli
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