ESCREMENTI “QUOTIDIANI”
!!!
La domanda che mi pongo e
alla quale non possiamo sottrarci, è questa: “Se alla direzione di Libero
(diversamente da Belpietro), ci fosse stato un bambino deficiente affetto da
cretinismo cronico, possiamo noi, con assoluta certezza affermare che, in tutta
libertà e autonomia, avrebbe condiviso o lui stesso concepito, l’ignobile
titolone, “Silvio come Amanda”, paragonando la Knox al Premier Berlusconi,
vittima della giustizia, vessato dai processi e dalle inchieste? La risposta è,
NO!!! Nessun mentecatto (per
definizione) sarebbe mai arrivato a produrre una tale conclusione, con la sola
eccezione di quei soggetti che, oltre ad accusare tali patologie, sono inclini
al servilismo più becero.
E non posso inoltre
sottrarmi dal severo giudizio critico che, in maniera stridente, salta subito
all’occhio, fra il significato etimologico dell’aggettivo “LIBERO” (non
soggetto a padrone o a qualsiasi forma di dominio, di costrizione autoritaria e
limitazione sia sul piano morale, sociale e politico), e i titoloni demenziali
a beneficio del Capo banda.
Questo signore, insignito
“ad honoris causa” della carica di direttore, farebbe più bella figura se,
diversamente dall’incaponirsi a scrivere articoli sui giornali, si occupasse di
venderli, in qualche pittoresca edicola lungo i navigli, nella più credibile e
consona veste di giornalaio.
Queste prestigiose firme
dalla tagliente penna che, in maniera autoreferenziale, si definiscono
giornalisti di destra (povero Montanelli!), non sono che rotoli di carta
igienica che, il potere, usa per pulirsi il culo e poi, scaricare all’interno
di uno scivolo sotterraneo fino a quel luogo/non luogo da cui, all’origine,
sono venuti e, in seguito, risaliti fino a noi, attraverso lo scarico del
cesso: La Fogna! “Con Berlusconi – affermava Montanelli - la parola destra
diventerà impronunciabile per almeno 50 anni, per ragioni di decenza”.
Potrà mai esistere, in
qualche improbabile e sperduto luogo dell’infinito universo, una verità di
destra opposta, contrapposta e contraria ad un’altra, di segno contrario?
Può questo stuolo di
figuri, alla mercé di un impostore nano, rappresentare la destra europea
(liberista liberale libertaria e progressista) e i suoi valori, sulla base di
una democrazia trasfigurata in stalinismo che, alla libera concorrenza,
predilige le consorterie, le logge e le corporazioni? Una società a delinquere
di stampo mafioso che, per consolidare privilegi, impunità e potere, ha
condotto l’Italia e gli italiani dentro un abisso senza fine!
Il direttore Belpietro (e
credetemi, provo disgusto al solo pronunciare il suo stupido cognome),
rappresenta l’archetipo di quegli individui che, nel tempo, hanno contribuito
alla nascita di dittature come il fascismo e nazismo: gli irresponsabili ad
oltranza. La frustrazione relativa alla sua pochezza intellettuale (risultato
di un’ottusità conclamata e coltivata, che solo nel servilismo attenua il suo
disagio esistenziale), lo ha condotto ad asservire un potere nel quale si
riconosce per elementi di grettezza, mistificazione, ipocrisia e codardia. Non
è da sottovalutare, inoltre, la comunanza ad una particolare ripugnanza fisica,
relativa a canoni estetici di singolare e generalizzata bruttezza, resa ancor
più evidente da un pacchiano provincialismo mai rimosso che, in
in quell’insopportabile
inflessione dialettale (marchio di fabbrica), tradisce la sua natura volgare,
opportunista e di subalternità.
La sua congenita
predisposizione all’obbedienza e al servilismo poi, lo qualifica per quello che
è: una figura sbiadita, priva di qualsiasi potenziale umano e culturale; un
essere vuoto, vacuo e senza contenuti che, solo nella sudditanza, trova uno
spazio conforme alla sua indole opportunista, che tracima di astio e di
rancore.
I concetti di
intelligenza, buon senso, onestà intellettuale, equità, non appartengono al
“bigino” mentale di Belpietro, ritenendoli lo stesso, dei veri e propri
impedimenti etici, morali e deontologici.
Questo signore, non è, e
non sarà mai, ne un giornalista ne un direttore di giornale, e presto, l’oblio,
cancellerà ogni traccia della sua insulsa carriera.
Come può chiamarsi
“LIBERO” un giornale, il cui responsabile è al soldo del peggiore dei padroni?
Tali indegni comportamenti
ricadranno sui suoi figli (sempre che ne abbia), che mi auguro siano in grado
di dare alla parola “LIBERTA’” il suo autentico significato e giudicare
autonomamente l’operato del padre al servizio di Silvio Berlusconi.
Ringraziando il cielo, le
nuove generazioni non sono, ancora, il frutto di una selezione eugenetica o
della clonazione, e c’è ancora da sperare che da un padre ottuso nascano dei
figli consapevoli e da un criminale, degli individui sani e rispettosi delle
leggi.
La libertà, deve fare i
conti con la dignità che il soggetto in causa, alla luce dei fatti, considera
un optional di alcun interesse pratico.
Quel giorno, fra i vari
quotidiani che regolarmente acquisto e sfoglio (per avere una opinione più
attinente e coerente con la realtà dei fatti), leggo da “Libero” un titolone in
prima pagina scritto a caratteri cubitale che non poteva passare inosservato:
“USANO I BIMBI CONTRO SILVIO”. “Mio Dio” - mi sono detto - “sto avendo le
traveggole”. E invece, NO!! Era tutto vero, reale e chiaro!!! - La mia
filastrocca, trasfigurata in un criminale atto politico contro il Primo
Ministro. Avrei anche potuto (in un eccesso di cristiana misericordia),
comprenderne lo spirito satirico nel gioco delle parti, se, ai tempi, il nostro
caro e amato Direttore, avesse dedicato metà dello spazio, a Vittorio Mangano,
a Dell’Utri, a Previti, Scapagnini, Don Gelmini, Cosentino, Tarantini,
Lavitola, e agli eccessi privati del Premier, corroborati da bestemmie,
volgarità, barzellette e compagnia bella, attenendosi ai canoni deontologici e
obiettività che dovrebbero caratterizzare la sua funzione e scopo sociale.
Quello che Belpietro &
C. definisce “Antiberlusconsmo”, in realtà, non è che un atto dovuto, un dovere
civile volto a contrastare un “Iperberlusconismo” d’assalto, finalizzato alla
conservazione del potere e, dei privilegi.
I malati patologici di
berlusconismo ad oltranza, sono proprio loro che, al sano pluralismo
democratico di un partito (che si ritenga tale) e a un contraddittorio
costruttivo e leale, hanno anteposto la dittatura e la volontà del Capo,
mortificando la dignità personale, ogni buon senso e ragionevolezza.
Rappresentano quella parte amorfa della società che non manifesta mai per i
diritti umani e civili - che non si occupa e preoccupa di un disastro
ambientale che sta oscurando il futuro dei nostri figli e nipoti - che non
lotta, non partecipa, non converge, non si dissocia, relegata dentro un limbo
gelatinoso di qualunquismo e sottocultura, permeato da logiche di profitto e di
potere.
E’ per tanto sconcertante,
il comportamento, di un direttore di giornale, che ogni giorno, annaspa nella
spazzatura per rendere più appetibile la sua opera di mistificazione.
Questo quotidiano, mi
ricorda quelle riviste di pettegolezzo degli anni 70, come “Ora, Visto, Cronaca
Vera” ed altri (di cui non ricordo il nome), che improntavano il loro bieco
commercio, sui titoloni altisonanti e improbabili scoup. Questo quotidiano,
appare sempre più simile ad una discarica metropolitana, dove i miasmi
populistici e intimidatori, si prefiggono di intorbidire sull’onda di una
emozione indotta, una fetta di cittadini vuoti, predisposti e, naturalmente
inclini, al qualunquismo, alla retorica e alla contraffazione della realtà.
“Forza Italia, la casa
delle libertà, il popolo delle libertà, i circoli della libertà e, non ultimo,
i team della libertà”, fanno parte di un ritornello monotematico, riconducibile
più alla visione idealista e patriottica di un eroe della resistenza, che ad un
imprenditore senza scrupoli e cricca al potere.
In fine, vorrei rammentare
agli smemorati più recalcitranti che, quella Libertà che, in maniera
perseverante e sistematica, questa inedita destra, cerca di mercificare in
tutte le salse, è stata loro servita su un piatto d’argento dal sacrificio e
dal sangue di tanti italiani che, un tempo, sono morti per combattere proprio
questo tipo di ingiustizie, abusi e soprusi. Una libertà che, ben presto (e per
i motivi che sappiamo) è trasfigurata in licenza e pratica di mistificazione
sistematica.
Credere davvero di poterla
fare franca, immaginando che questa vergogna tutta italiana (lunga un
ventennio) con il tempo, si dissolverà nell’oblio, è una mera illusione!
Il prezzo che dovranno
pagare (i Belpietro, i Feltri, i Sallusti, i Ferrara, i Vespa) per il loro
ignobile, servile, comportamento di mistificazione, di contraffazione, di
manipolazione della realtà e dei fatti, non che, dell’opera di disinformazione
e di diseducazione sociale e civile, sarà altissimo e senza sconti, e li
costringerà ad un esilio senza precedenti.
Gianni Tirelli
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