venerdì 7 ottobre 2011

ESCREMENTI “QUOTIDIANI” !!!




ESCREMENTI “QUOTIDIANI” !!!

La domanda che mi pongo e alla quale non possiamo sottrarci, è questa: “Se alla direzione di Libero (diversamente da Belpietro), ci fosse stato un bambino deficiente affetto da cretinismo cronico, possiamo noi, con assoluta certezza affermare che, in tutta libertà e autonomia, avrebbe condiviso o lui stesso concepito, l’ignobile titolone, “Silvio come Amanda”, paragonando la Knox al Premier Berlusconi, vittima della giustizia, vessato dai processi e dalle inchieste? La risposta è, NO!!!  Nessun mentecatto (per definizione) sarebbe mai arrivato a produrre una tale conclusione, con la sola eccezione di quei soggetti che, oltre ad accusare tali patologie, sono inclini al servilismo più becero.
E non posso inoltre sottrarmi dal severo giudizio critico che, in maniera stridente, salta subito all’occhio, fra il significato etimologico dell’aggettivo “LIBERO” (non soggetto a padrone o a qualsiasi forma di dominio, di costrizione autoritaria e limitazione sia sul piano morale, sociale e politico), e i titoloni demenziali a beneficio del Capo banda.
Questo signore, insignito “ad honoris causa” della carica di direttore, farebbe più bella figura se, diversamente dall’incaponirsi a scrivere articoli sui giornali, si occupasse di venderli, in qualche pittoresca edicola lungo i navigli, nella più credibile e consona veste di giornalaio.
Queste prestigiose firme dalla tagliente penna che, in maniera autoreferenziale, si definiscono giornalisti di destra (povero Montanelli!), non sono che rotoli di carta igienica che, il potere, usa per pulirsi il culo e poi, scaricare all’interno di uno scivolo sotterraneo fino a quel luogo/non luogo da cui, all’origine, sono venuti e, in seguito, risaliti fino a noi, attraverso lo scarico del cesso: La Fogna! “Con Berlusconi – affermava Montanelli - la parola destra diventerà impronunciabile per almeno 50 anni, per ragioni di decenza”.
Potrà mai esistere, in qualche improbabile e sperduto luogo dell’infinito universo, una verità di destra opposta, contrapposta e contraria ad un’altra, di segno contrario?
Può questo stuolo di figuri, alla mercé di un impostore nano, rappresentare la destra europea (liberista liberale libertaria e progressista) e i suoi valori, sulla base di una democrazia trasfigurata in stalinismo che, alla libera concorrenza, predilige le consorterie, le logge e le corporazioni? Una società a delinquere di stampo mafioso che, per consolidare privilegi, impunità e potere, ha condotto l’Italia e gli italiani dentro un abisso senza fine!
Il direttore Belpietro (e credetemi, provo disgusto al solo pronunciare il suo stupido cognome), rappresenta l’archetipo di quegli individui che, nel tempo, hanno contribuito alla nascita di dittature come il fascismo e nazismo: gli irresponsabili ad oltranza. La frustrazione relativa alla sua pochezza intellettuale (risultato di un’ottusità conclamata e coltivata, che solo nel servilismo attenua il suo disagio esistenziale), lo ha condotto ad asservire un potere nel quale si riconosce per elementi di grettezza, mistificazione, ipocrisia e codardia. Non è da sottovalutare, inoltre, la comunanza ad una particolare ripugnanza fisica, relativa a canoni estetici di singolare e generalizzata bruttezza, resa ancor più evidente da un pacchiano provincialismo mai rimosso che, in
in quell’insopportabile inflessione dialettale (marchio di fabbrica), tradisce la sua natura volgare, opportunista e di subalternità.
La sua congenita predisposizione all’obbedienza e al servilismo poi, lo qualifica per quello che è: una figura sbiadita, priva di qualsiasi potenziale umano e culturale; un essere vuoto, vacuo e senza contenuti che, solo nella sudditanza, trova uno spazio conforme alla sua indole opportunista, che tracima di astio e di rancore.
I concetti di intelligenza, buon senso, onestà intellettuale, equità, non appartengono al “bigino” mentale di Belpietro, ritenendoli lo stesso, dei veri e propri impedimenti etici, morali e deontologici.
Questo signore, non è, e non sarà mai, ne un giornalista ne un direttore di giornale, e presto, l’oblio, cancellerà ogni traccia della sua insulsa carriera.
Come può chiamarsi “LIBERO” un giornale, il cui responsabile è al soldo del peggiore dei padroni?
Tali indegni comportamenti ricadranno sui suoi figli (sempre che ne abbia), che mi auguro siano in grado di dare alla parola “LIBERTA’” il suo autentico significato e giudicare autonomamente l’operato del padre al servizio di Silvio Berlusconi.
Ringraziando il cielo, le nuove generazioni non sono, ancora, il frutto di una selezione eugenetica o della clonazione, e c’è ancora da sperare che da un padre ottuso nascano dei figli consapevoli e da un criminale, degli individui sani e rispettosi delle leggi.
La libertà, deve fare i conti con la dignità che il soggetto in causa, alla luce dei fatti, considera un optional di alcun interesse pratico.

Quel giorno, fra i vari quotidiani che regolarmente acquisto e sfoglio (per avere una opinione più attinente e coerente con la realtà dei fatti), leggo da “Libero” un titolone in prima pagina scritto a caratteri cubitale che non poteva passare inosservato: “USANO I BIMBI CONTRO SILVIO”. “Mio Dio” - mi sono detto - “sto avendo le traveggole”. E invece, NO!! Era tutto vero, reale e chiaro!!! - La mia filastrocca, trasfigurata in un criminale atto politico contro il Primo Ministro. Avrei anche potuto (in un eccesso di cristiana misericordia), comprenderne lo spirito satirico nel gioco delle parti, se, ai tempi, il nostro caro e amato Direttore, avesse dedicato metà dello spazio, a Vittorio Mangano, a Dell’Utri, a Previti, Scapagnini, Don Gelmini, Cosentino, Tarantini, Lavitola, e agli eccessi privati del Premier, corroborati da bestemmie, volgarità, barzellette e compagnia bella, attenendosi ai canoni deontologici e obiettività che dovrebbero caratterizzare la sua funzione e scopo sociale.
Quello che Belpietro & C. definisce “Antiberlusconsmo”, in realtà, non è che un atto dovuto, un dovere civile volto a contrastare un “Iperberlusconismo” d’assalto, finalizzato alla conservazione del potere e, dei privilegi.
I malati patologici di berlusconismo ad oltranza, sono proprio loro che, al sano pluralismo democratico di un partito (che si ritenga tale) e a un contraddittorio costruttivo e leale, hanno anteposto la dittatura e la volontà del Capo, mortificando la dignità personale, ogni buon senso e ragionevolezza. Rappresentano quella parte amorfa della società che non manifesta mai per i diritti umani e civili - che non si occupa e preoccupa di un disastro ambientale che sta oscurando il futuro dei nostri figli e nipoti - che non lotta, non partecipa, non converge, non si dissocia, relegata dentro un limbo gelatinoso di qualunquismo e sottocultura, permeato da logiche di profitto e di potere.

E’ per tanto sconcertante, il comportamento, di un direttore di giornale, che ogni giorno, annaspa nella spazzatura per rendere più appetibile la sua opera di mistificazione.
Questo quotidiano, mi ricorda quelle riviste di pettegolezzo degli anni 70, come “Ora, Visto, Cronaca Vera” ed altri (di cui non ricordo il nome), che improntavano il loro bieco commercio, sui titoloni altisonanti e improbabili scoup. Questo quotidiano, appare sempre più simile ad una discarica metropolitana, dove i miasmi populistici e intimidatori, si prefiggono di intorbidire sull’onda di una emozione indotta, una fetta di cittadini vuoti, predisposti e, naturalmente inclini, al qualunquismo, alla retorica e alla contraffazione della realtà.

“Forza Italia, la casa delle libertà, il popolo delle libertà, i circoli della libertà e, non ultimo, i team della libertà”, fanno parte di un ritornello monotematico, riconducibile più alla visione idealista e patriottica di un eroe della resistenza, che ad un imprenditore senza scrupoli e cricca al potere.
In fine, vorrei rammentare agli smemorati più recalcitranti che, quella Libertà che, in maniera perseverante e sistematica, questa inedita destra, cerca di mercificare in tutte le salse, è stata loro servita su un piatto d’argento dal sacrificio e dal sangue di tanti italiani che, un tempo, sono morti per combattere proprio questo tipo di ingiustizie, abusi e soprusi. Una libertà che, ben presto (e per i motivi che sappiamo) è trasfigurata in licenza e pratica di mistificazione sistematica.

Credere davvero di poterla fare franca, immaginando che questa vergogna tutta italiana (lunga un ventennio) con il tempo, si dissolverà nell’oblio, è una mera illusione!
Il prezzo che dovranno pagare (i Belpietro, i Feltri, i Sallusti, i Ferrara, i Vespa) per il loro ignobile, servile, comportamento di mistificazione, di contraffazione, di manipolazione della realtà e dei fatti, non che, dell’opera di disinformazione e di diseducazione sociale e civile, sarà altissimo e senza sconti, e li costringerà ad un esilio senza precedenti.
Gianni Tirelli

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