giovedì 13 ottobre 2011

IL FASCISMO NELL’INFORMAZIONE – NO AL CANONE RAI Gianni Tirelli



IL FASCISMO NELL’INFORMAZIONE – NO AL CANONE RAI
“Il pluralismo é una concezione filosofica che considera la realtà come costituita da una pluralità di principi, e non va confuso con il relativismo; un’opera di personalizzazione, rimozione di fatti e circostanze e di manipolazione delle coscienze; un progetto che stravolge e strumentalizza la verità per bieco interesse, privilegi di casta e impunità”
Con quale faccia, coraggio e impudicizia la RAI, mi chiede di pagare il canone e, definire “servizio pubblico” la mistificazione e l’azione mediatica di condizionamento e di controllo dei cittadini?
Voi pensate davvero che io possa dare il mio contributo ad una azienda dove, il direttore della rete più importante, é un oscuro e inquietante personaggi di quart’ordine del sottobosco culturale, alle dipendenze del Capo del Governo e dei suoi imbrogli?
L’indegna azione fascista di epurazione, volta a compiacere le volontà del Ducetto nano, di alcuni fra i programmi più produttivi e più visti in assoluto dagli italiani (ultimi avamposti di vera informazione e anelito di democrazia), è l’ultima di una lunga lista di inaccettabili vergogne, figlie di quel disegno criminoso che ha contraddistinto questa maggioranza di servi, impostori e cialtroni e che, a tempo debito, pagheranno l’alto prezzo della loro cortigianeria e codardia.     
Il Telegiornale di Minzolini, in fatto di servilismo, ha surclassato di gran lunga la commerciale Rete4 del patetico Emilio Fede che, del resto, non ha mai nascosto la sua fedeltà incondizionata e interessata al Nano Padrone.
La conclamata stupidità caricaturale) di Emilio Fede, é tale, da essere riconosciuta, dalla sua stessa parte politica – così l’ininfluenza dei suoi telegiornali “macchietta”, sull’esito elettorale.

-L’anomalia Minzolini, é tutta un’altra faccenda, e di ben altra natura- Qui si parla di una televisione di Stato – super partes – assunta dai cittadini a parametro di verità, di riferimento, equità, imparzialità e, quindi, di rispetto delle regole. Un esempio di democrazia partecipativa, incontaminata e avulsa da ogni influenza esterna di natura politica, economica e di potere.

Per tanto, sulla base di quanto sopra esposto e per fare fede ai miei principi etici e morali, mi asterrò dal versamento del canone RAI fino al momento in cui si creeranno le condizioni indispensabili per distinguere la TV commerciale dal servizio pubblico, la verità dalla menzogna, la realtà dalla contraffazione e l’informazione dalla merda.
Gianni Tirelli

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