IL FASCISMO NELL’INFORMAZIONE – NO AL CANONE RAI
“Il pluralismo é una concezione filosofica che considera
la realtà come costituita da una pluralità di principi, e non va confuso con il
relativismo; un’opera di personalizzazione, rimozione di fatti e circostanze e
di manipolazione delle coscienze; un progetto che stravolge e strumentalizza la
verità per bieco interesse, privilegi di casta e impunità”
Con quale faccia, coraggio e impudicizia la RAI, mi
chiede di pagare il canone e, definire “servizio pubblico” la mistificazione e
l’azione mediatica di condizionamento e di controllo dei cittadini?
Voi pensate
davvero che io possa dare il mio contributo ad una azienda dove, il direttore
della rete più importante, é un oscuro e inquietante personaggi di quart’ordine
del sottobosco culturale, alle dipendenze del Capo del Governo e dei suoi
imbrogli?
L’indegna azione fascista di epurazione, volta a
compiacere le volontà del Ducetto nano, di alcuni fra i programmi più
produttivi e più visti in assoluto dagli italiani (ultimi avamposti di vera
informazione e anelito di democrazia), è l’ultima di una lunga lista di
inaccettabili vergogne, figlie di quel disegno criminoso che ha contraddistinto
questa maggioranza di servi, impostori e cialtroni e che, a tempo debito, pagheranno
l’alto prezzo della loro cortigianeria e codardia.
Il Telegiornale di Minzolini, in fatto di servilismo, ha
surclassato di gran lunga la commerciale Rete4 del patetico Emilio Fede che,
del resto, non ha mai nascosto la sua fedeltà incondizionata e interessata al
Nano Padrone.
La conclamata stupidità caricaturale) di Emilio Fede, é tale, da
essere riconosciuta, dalla sua stessa parte politica – così l’ininfluenza dei
suoi telegiornali “macchietta”, sull’esito elettorale.
-L’anomalia Minzolini, é tutta un’altra faccenda, e di ben
altra natura- Qui si parla di una televisione di Stato – super partes – assunta
dai cittadini a parametro di verità, di riferimento, equità, imparzialità e,
quindi, di rispetto delle regole. Un esempio di democrazia partecipativa,
incontaminata e avulsa da ogni influenza esterna di natura politica, economica
e di potere.
Per tanto, sulla base di quanto sopra esposto e per fare
fede ai miei principi etici e morali, mi asterrò dal versamento del canone RAI
fino al momento in cui si creeranno le condizioni indispensabili per
distinguere la TV commerciale dal servizio pubblico, la verità dalla menzogna,
la realtà dalla contraffazione e l’informazione dalla merda.
Gianni Tirelli
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