IMMAGINA UNA
CAPANNA NEL DESERTO!
Le società
moderne hanno fallito! E così, la cultura, il lavoro, la scienza, l’istruzione
che, si affermava, avrebbero concorso a renderci, liberi, autonomi e felici. E’
sui banchi di scuola che, il male ha allevato, istruito e addestrato, i suoi
adepti per poi, in seguito, infiltrarli nei gangli vitali del sistema sociale.
La politica
è defunta, sparita, prima ancora dell’assassinio di J.F.K o, forse, non è mai
esistita. Oggi la sola divisione possibile, è fra bene e male – fra pace e
guerra – fra purezza e contaminazione - fra lavoro e fatica - fra la qualità e la contraffazione –
fra la vita e la morte - fra Dio e il Nulla.
Pensare di
sopravvivere al Sistema in cui viviamo, dove sistematicamente, tutto si rompe,
si spezza, si piega, si crepa, si arrugginisce, brucia e si consuma, al punto
tale che, i costi relativi alla sua manutenzione superano i guadagni, e sapendo
poi, che tassativamente, siamo costretti a ricomprare tutto ciò che si è rotto,
si è piegato, crepato, arrugginito, bruciato e consumato, perché diversamente,
in virtù di questo perverso meccanismo, il Sistema imploderebbe all’istante,
non solo é utopico, ma fantascientifico.
Nel
frattempo registro, tristemente, che uno tsunami di rifiuti sta oscurando il futuro
dei nostri figli e, quella libertà, subdolamente sbandierata, come baluardo di
civiltà, si sta trasformando nella peggiore delle schiavitù.
Riappropriamoci
della nostra dignità e autonomia. Spegniamo il Sistema e facciamo ritorno, da
solitari pellegrini, fra i bisogni ineludibili del nostro cuore e le cascate
immacolate ed eterne della nostra anima.
“Immaginate
una capanna nel deserto, prima di costruire una casa dentro le mura della
città. Vorrei nelle mie mani raccogliere le vostre case, e come il seminatore,
disperderle sui prati e le foreste. Ma questo non può ancora accadere. I vostri
antenati, paurosi, vi radunarono insieme, troppo vicini. E in voi durerà ancora
la paura e le mura delle vostre città separeranno ancora dai campi i vostri
focolari’
Questa
esaustiva e profetica considerazione di Gibran, anticipa i motivi, della nostra
attuale condizione di prigionieri della paura e, ci indica, con sorprendente
chiarezza, il cammino sterrato che ci conduce all’origine di tutte le cose,
alla fine del quale, troveremo, per poi comprenderle, le autentiche ragioni del
nostro futuro.
Gianni
Tirelli
Nessun commento:
Posta un commento