LA GRANDE DEPRESSIONE DEL 29
– LE PROVE PRIMA DEL DEBUTTO!
La grande depressione del 29
non è stata altro che un tiepido avvertimento, un monito verso un Sistema che
stava prendendo una brutta piega. Le prove prima del debutto!
Un Sistema che si credeva miracoloso
e miracolato, i fondamentali del quale basavano la loro esistenza sul profitto
dei soliti quattro stronzi, e sull’investimento massiccio dell’ignoranza,
dell’ingenuità e della buona fede delle persone.
Nel 1929, il 90% della gente
viveva nelle campagne e in maniera autonoma. Per questo motivo, la grande crisi
colpì un numero limitato di individui - i soliti boccaloni metropolitani di
sempre che, già allora, vedevano nel nuovo mondo la soluzione di ogni problema.
Oggi, in maniera
diametralmente opposta da quel periodo, ogni singolo individuo del mondo
occidentale, dipende in toto dal sistema stesso, e ha perso in modo definitivo
ed assoluto ogni forma di autonomia. Se il Sistema va in crisi, ogni singola
tessera del sistema va in crisi, con nessuna possibilità di un’alternativa
individuale.
È come una enorme roulette,
dove tutti puntano tutto sul rosso.
In verità, il Sistema
Liberista Relativista, è molto più simile ad un gioco d’azzardo; e non voglio
dilungarmi parlando delle sue infinite controindicazioni, anche quando si ha
l’illusoria sensazione che la pallina stia cominciando a girare.
La recessione è un momento
di stagnazione, più o meno lungo, dell’economia in genere, e dei consumi in
modo particolare. Se non consumi per mancanza di soldi, le aziende producono
meno, e gli operai restano a casa.
Nel 29 c’era ancora tutto da
produrre; eravamo solo all’inizio.
Oggi siamo alla totale
saturazione. Le nostre case, i nostri solai, cantine, armadi, armadietti,
discariche, cassonetti ed ogni spazio possibile, che siano mari, fiumi, laghi,
ecc. straripano di ogni inutile e diabolica merda industriale, soffocando i
nostri sogni e bruciando i cervelli dei nostri inconsapevoli ragazzi.
Che cazzo vuoi ancora
produrre? Quale altro nuovo tumore?
Così, per gli stessi motivi
e con gli stessi strumenti, attraverso i quali, il Sistema Liberista
Relativista si é imposto e insediato, così si spegnerà.
Quando questo accadrà, i
territori industrializzati, che hanno fatto del progresso tecnologico, la loro
bandiera (noncuranti delle conseguenze e controindicazioni di una tale scelta
insensata), pagheranno il prezzo della loro ignoranza e stupidità.
Gli individui ancora
integri, non contaminati (per ragioni di circostanze e di opportunità),
diversamente, approfitteranno della loro condizione (un tempo derisa e
vilipesa) per mettere a frutto la loro conoscenza, terreno di cultura di una
nuova rinascita.
Oggi il Sistema è saturo;
bloccato. Ogni tentativo di rianimarlo, immettendo sul mercato nuova mercanzia,
non fa che peggiorare il suo stato. Sarebbe come se un medico, per curare una
pericolosa indigestione, costringesse il suo paziente ad una solenne abbuffata.
Il Sistema, come il paziente
indigesto, in preda a crampi, conati e nausee, sarà più propenso a vomitare,
per liberarsi dalla schiavitù di un disagio non più sopportabile, e dal rischio
di collassare.
L’indigestione, in questo
caso, è simbolica di un consumismo selvaggio e senza regole che ha
congestionato ogni settore della nostra società. Nel bisogno di espellere per
liberarsi, possiamo individuare l’ineludibile necessità del ritorno ad un
passato, regolato dall’impianto etico originario, dalla consapevolezza e
ragionevolezza.
Quando, oggi, sento ancora
parlare di sviluppo e crescita, come i soli strumenti idonei per combattere la
crisi del capitalismo, mi vengono i brividi e, ancora di più, prendo coscienza
di quanto, le conquiste di questo secolo, siano state nefaste per tutta
l’umanità.
Quella di oggi non è una
recessione, ma solo l’inizio della fine del Sistema, che non ha tenuto conto
dell’uomo in quanto tale, e della sua spiritualità, ma ha perseverato in
maniera codarda e blasfema, in un atteggiamento di sfida e di provocazione, di
violazione e profanazione, contro le logiche, le regole e i meccanismi eterni
di un disegno assodato dall’alba dei tempi.
Scappare e pregare è tutto
ciò che ci resta. Io ringrazio il cielo che sia finalmente giunto il momento
della resa dei conti, e lo imploro perché tutto, abbia fine nel tempo più
breve. Che lui abbia pietà di noi!
Gianni Tirelli
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