A ESTREMI MALI POLITICI ESTREMI RIMEDI
TECNICI
“Un cittadino che mente è solo un bugiardo
– un politico che mente è un criminale – un governo che mente, è un regime”
Il bipolarismo per l’Italia è una sciagura,
diversamente dai paesi civili. I motivi si ricavano dal fatto che nel nostro
paese, la feccia della politica, dei soggetti mediatici e dei furbetti del
potere economico sono sbilanciati e compattati da una sola parte, rendendo così
impossibile ogni contraddittorio, leale confronto e aspirazione al bene comune.
Ai tempi “gloriosi” della Democrazia
Cristiana, la feccia strisciante della politica italiana, era spalmata, in
maniera omogenea e trasversale, all’interno di un cospicuo numero di partiti,
grandi e piccoli, e questo, evitava forme di degenerazione e aggregazione.
Oggi, con il bipartitismo, i confini che
relegavano la feccia all’interno di piccole aree, depotenziate da un potere
reale, non esistono più (sono stati superati) e, tutte le varie correnti, sono
convogliate in una sola casa (o solo popolo), dando origine al grande Partito
della Feccia Unita.
Per il nostro paese, strutturato com’è, e
così eterogeneo nelle sue molteplici realtà geografiche, umane e culturali, il
bipartitismo, non è che un grande imbroglio. Stagnazione economica, sottocultura,
e omologazione del pensiero, sono alcuni degli effetti di un tale modello
politico che, entro pochi anni, ci porterà verso un totale e inconvertibile
declino etico, morale, sociale del paese.
Per tanto, un governo di tecnici (super
partes) che guardi ai fondamentali, all’equità e alle necessità reali e
programmatiche del paese, è la soluzione ideale – la sola in grado di liberare
la nazione dai privilegi, dagli interessi particolari, facilitando e agevolando
la crescita individuale del cittadino, contrapponendola alle corporazioni,
consorterie e caste che, da un ventennio, hanno ingessato l’economia dentro una
condizione di stagnazione degenerativa culturale, etica ed esistenziale senza
precedenti.
Il bipolarismo, dunque, è un pericolo più
che serio per una realtà come la nostra – enfatizza le divisioni, trasformando
lo scontro in una sorta di derby calcistico. Agli elettori, si sostituiscono i
tifosi (spesso fanatici ed esaltati), privi di quel bagaglio culturale,
imparzialità e di quell’onestà intellettuale che é alla base di ogni vivere
civile e autenticamente democratico.
L’esempio italiano è, sotto gli occhi del
mondo. Al pluralismo democratico di una parte politica, si contrappone una
maggioranza autoritaria, dove i suoi rappresentati, omologati, ed appiattiti
sulle convinzioni e le isterie personali del Capo, disertano ogni personalismo
e, a colpi di fiducia, gli confermano la loro fedeltà e una giurata
abnegazione.
In questo caso, il pluralismo e buonismo
dell’opposizione, sortiscono l’effetto contrario, consolidando il regime della
maggioranza che, in maniera plebiscitaria, detta e impone la sua agenda
politica.
Il fatto che l’Italia, sia da quasi un
ventennio, un paese ingessato, sia sotto il profilo economico che culturale e
preda di un imbarbarimento di valori morale, è la dimostrazione di quanto sopra
esposto.
Dall’Italia, sarebbe da privilegiare una
fuga di politici che non di cervelli pensanti (i tencici) se non fosse, che da
quelle parti, certa gente finisce in galera, contrariamente da noi che ne
facciamo i fautori del nostro destino, insignendoli alle cariche di onorevoli e
di ministri.
In Italia, oltre ai grandi artisti, abbiamo
dei super/professionisti che tutto il mondo ci invidia da sempre. Diversamente,
come politici, ci fregiamo di un’orda, di faccendieri pronti a mercificare la
dignità a fronte di privilegi e poltrone e ben lontani dall’idea di fare le
valige verso altri lidi, ma qui in pianta stabile per spartirsi pezzo dopo
pezzo, il paese.
Una tale condizione socio/politica è stata
inoltre determinata dall’approssimazione, dal presunto opportunismo, e dal
servilismo connaturato di un popolo di imbecilli, sempre pronti ad accodarsi al
primo cialtrone di turno che promette libertà, fuochi d’artificio, benessere e
felicità per tutti.
Gli italiani, quando sentono odore di
bordello (nel suo significato vero) non stanno più nella pelle e sono subito pronti
a prostituire la propria dignità! Peccato per i loro figli!!!
E’ brutto dirlo, ma è drammaticamente così!
Un ventennio alla volta, ci siamo mangiati il paese. Una dura realtà! Altro che
cospirazioni e complotti!! Il vero complotto lo abbiamo ordito noi, spinti da
una perversa forma di masochismo e di autoflagellazione catartica.
E’ fin troppo facile e per altro
improduttivo scaricare le nostre responsabilità oggettive (spaccato di una
quotidianità vissuta all’insegna del conformismo e di un chiacchiericcio che
mortifica l’azione pragmatica e le inderogabili scelte individuali), sulle
supposte tesi cospirazioniste, di complotti e trame, progettate a tavolino da
un gruppetto di potentati senza scrupoli che intentano alla stabilità politica
ed economica del nostro paese!
Troppo semplicistico ridurre tutto ad una
tale banalità esimendoci in toto, per mero opportunismo (molteplici e chiare ne
sono le ragioni), da una dovuta, sostanziale e corretta autocritica che
privilegi in buon senso e l’onestà intellettuale.
E in che modo noi, che con estrema
disinvoltura e sconsiderata faciloneria puntiamo il dito contro un “nemico
astratto”, contrastiamo nel merito con forza dei fatti, dei comportamenti
quotidiani e dell’esempio, un tale declino economico, culturale e di
valori?
Questo nostro immobilismo è indicativo del livello di assuefazione al
Sistema, raggiunto e, di una capacità critica e di ribellione, oramai
defunta.
Se non tiriamo fuori gli attributi – una buona volta per tutte – ogni
speranza di vera libertà sarà vanificata per sempre e, tutte le nostre buone
intenzioni e propositi, non saranno che infinite parole nel vento.
Un insieme
di supposizioni che non sono mai state capaci di andare al di là delle buone
intenzioni, né mai hanno inciso realmente nella vita sociale e politica.
Non basta dunque, per cambiare le cose, la
denuncia sistematica, l’indignazione, la rabbia e il disprezzo, ne
l’inconsistente attenuante di un immaginario colpevole, se poi, tutto ciò a cui
aspiriamo non si traduce in dati di fatto.
E’ l’azione individuale, l’idea vincente!
Questo
stato di cose si può cambiare rinunciando ai nostri egoismi e indotte
convinzioni per trasfigurare le debolezze e le dipendenze in opportunità reali,
con la forza della ragione congiunta ad un civile sentimento di solidarietà
umana.
E’ la nostra coscienza ciò a cui ci dobbiamo attenere – sempre e in ogni
caso! Ogni altro sotterfugio, escamotage e scusante addotte allo scopo di
aggirare le nostre vere responsabilità, acuirà ulteriormente una condizione già
dipersé insostenibile, ipotecando per sempre il futuro delle generazioni a
venire.
Gianni Tirelli
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