giovedì 17 novembre 2011

A ESTREMI MALI POLITICI ESTREMI RIMEDI TECNICI Gianni Tirelli



A ESTREMI MALI POLITICI ESTREMI RIMEDI TECNICI

“Un cittadino che mente è solo un bugiardo – un politico che mente è un criminale – un governo che mente, è un regime”

Il bipolarismo per l’Italia è una sciagura, diversamente dai paesi civili. I motivi si ricavano dal fatto che nel nostro paese, la feccia della politica, dei soggetti mediatici e dei furbetti del potere economico sono sbilanciati e compattati da una sola parte, rendendo così impossibile ogni contraddittorio, leale confronto e aspirazione al bene comune.
Ai tempi “gloriosi” della Democrazia Cristiana, la feccia strisciante della politica italiana, era spalmata, in maniera omogenea e trasversale, all’interno di un cospicuo numero di partiti, grandi e piccoli, e questo, evitava forme di degenerazione e aggregazione.
Oggi, con il bipartitismo, i confini che relegavano la feccia all’interno di piccole aree, depotenziate da un potere reale, non esistono più (sono stati superati) e, tutte le varie correnti, sono convogliate in una sola casa (o solo popolo), dando origine al grande Partito della Feccia Unita.

Per il nostro paese, strutturato com’è, e così eterogeneo nelle sue molteplici realtà geografiche, umane e culturali, il bipartitismo, non è che un grande imbroglio. Stagnazione economica, sottocultura, e omologazione del pensiero, sono alcuni degli effetti di un tale modello politico che, entro pochi anni, ci porterà verso un totale e inconvertibile declino etico, morale, sociale del paese.

Per tanto, un governo di tecnici (super partes) che guardi ai fondamentali, all’equità e alle necessità reali e programmatiche del paese, è la soluzione ideale – la sola in grado di liberare la nazione dai privilegi, dagli interessi particolari, facilitando e agevolando la crescita individuale del cittadino, contrapponendola alle corporazioni, consorterie e caste che, da un ventennio, hanno ingessato l’economia dentro una condizione di stagnazione degenerativa culturale, etica ed esistenziale senza precedenti.
Il bipolarismo, dunque, è un pericolo più che serio per una realtà come la nostra – enfatizza le divisioni, trasformando lo scontro in una sorta di derby calcistico. Agli elettori, si sostituiscono i tifosi (spesso fanatici ed esaltati), privi di quel bagaglio culturale, imparzialità e di quell’onestà intellettuale che é alla base di ogni vivere civile e autenticamente democratico.
L’esempio italiano è, sotto gli occhi del mondo. Al pluralismo democratico di una parte politica, si contrappone una maggioranza autoritaria, dove i suoi rappresentati, omologati, ed appiattiti sulle convinzioni e le isterie personali del Capo, disertano ogni personalismo e, a colpi di fiducia, gli confermano la loro fedeltà e una giurata abnegazione.
In questo caso, il pluralismo e buonismo dell’opposizione, sortiscono l’effetto contrario, consolidando il regime della maggioranza che, in maniera plebiscitaria, detta e impone la sua agenda politica.

Il fatto che l’Italia, sia da quasi un ventennio, un paese ingessato, sia sotto il profilo economico che culturale e preda di un imbarbarimento di valori morale, è la dimostrazione di quanto sopra esposto.


Dall’Italia, sarebbe da privilegiare una fuga di politici che non di cervelli pensanti (i tencici) se non fosse, che da quelle parti, certa gente finisce in galera, contrariamente da noi che ne facciamo i fautori del nostro destino, insignendoli alle cariche di onorevoli e di ministri.
In Italia, oltre ai grandi artisti, abbiamo dei super/professionisti che tutto il mondo ci invidia da sempre. Diversamente, come politici, ci fregiamo di un’orda, di faccendieri pronti a mercificare la dignità a fronte di privilegi e poltrone e ben lontani dall’idea di fare le valige verso altri lidi, ma qui in pianta stabile per spartirsi pezzo dopo pezzo, il paese.
Una tale condizione socio/politica è stata inoltre determinata dall’approssimazione, dal presunto opportunismo, e dal servilismo connaturato di un popolo di imbecilli, sempre pronti ad accodarsi al primo cialtrone di turno che promette libertà, fuochi d’artificio, benessere e felicità per tutti.
Gli italiani, quando sentono odore di bordello (nel suo significato vero) non stanno più nella pelle e sono subito pronti a prostituire la propria dignità! Peccato per i loro figli!!!
E’ brutto dirlo, ma è drammaticamente così! Un ventennio alla volta, ci siamo mangiati il paese. Una dura realtà! Altro che cospirazioni e complotti!! Il vero complotto lo abbiamo ordito noi, spinti da una perversa forma di masochismo e di autoflagellazione catartica.

E’ fin troppo facile e per altro improduttivo scaricare le nostre responsabilità oggettive (spaccato di una quotidianità vissuta all’insegna del conformismo e di un chiacchiericcio che mortifica l’azione pragmatica e le inderogabili scelte individuali), sulle supposte tesi cospirazioniste, di complotti e trame, progettate a tavolino da un gruppetto di potentati senza scrupoli che intentano alla stabilità politica ed economica del nostro paese!
Troppo semplicistico ridurre tutto ad una tale banalità esimendoci in toto, per mero opportunismo (molteplici e chiare ne sono le ragioni), da una dovuta, sostanziale e corretta autocritica che privilegi in buon senso e l’onestà intellettuale.

E in che modo noi, che con estrema disinvoltura e sconsiderata faciloneria puntiamo il dito contro un “nemico astratto”, contrastiamo nel merito con forza dei fatti, dei comportamenti quotidiani e dell’esempio, un tale declino economico, culturale e di valori?
Questo nostro immobilismo è indicativo del livello di assuefazione al Sistema, raggiunto e, di una capacità critica e di ribellione, oramai defunta.
Se non tiriamo fuori gli attributi – una buona volta per tutte – ogni speranza di vera libertà sarà vanificata per sempre e, tutte le nostre buone intenzioni e propositi, non saranno che infinite parole nel vento.
Un insieme di supposizioni che non sono mai state capaci di andare al di là delle buone intenzioni, né mai hanno inciso realmente nella vita sociale e politica.
Non basta dunque, per cambiare le cose, la denuncia sistematica, l’indignazione, la rabbia e il disprezzo, ne l’inconsistente attenuante di un immaginario colpevole, se poi, tutto ciò a cui aspiriamo non si traduce in dati di fatto.

E’ l’azione individuale, l’idea vincente!
Questo stato di cose si può cambiare rinunciando ai nostri egoismi e indotte convinzioni per trasfigurare le debolezze e le dipendenze in opportunità reali, con la forza della ragione congiunta ad un civile sentimento di solidarietà umana.
E’ la nostra coscienza ciò a cui ci dobbiamo attenere – sempre e in ogni caso! Ogni altro sotterfugio, escamotage e scusante addotte allo scopo di aggirare le nostre vere responsabilità, acuirà ulteriormente una condizione già dipersé insostenibile, ipotecando per sempre il futuro delle generazioni a venire.

Gianni Tirelli

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