IL PROCESSO
I pm chiedono 10 anni e 7 mesi
nei confronti di Bruno Bellomonte
di Michele Spanu
SASSARI. Si complica la situazione per Bruno Bellomonte, l'attivista sassarese di A Manca Pro S'Indipendenzia detenuto nel carcere di Viterbo e imputato per associazione di stampo eversivo. Oggi la Procura della Repubblica di Roma ha chiesto 10 anni e 7 mesi nei confronti dell'ex ferroviere al termine del processo che vede imputate sei persone, tutte ritenute coinvolte in un progetto di ricostruzione delle Brigate Rosse. Dopo due giorni di requisitoria, i pm Luca Tescaroli ed Erminio Amelio hanno chiesto alla corte d'assise durissime condanne nei confronti di tutti gli imputati (uno di loro, il più anziano del gruppo, ha già patteggiato la pena). L'arresto di Bellomonte avvenne nel 2009, poco prima del G8 della Maddalena. In seguito a un’indagine della Digos, sei uomini vennero arrestati a Roma per associazione eversiva. Secondo i magistrati e agli agenti della Digos (che indagavano sul gruppo dal 2007) l'obiettivo dell'organizzazione era quello di ereditare il disegno eversivo dalle Brigate Rosse: un'accusa fortemente respinta dai compagni di partito dell'attivista sassarese. L'accusa ha basato gran parte delle proprie motivazione sul ritrovamento di armi, documenti e sulla base del contenuto di intercettazioni ambientali. Nelle frasi intercettate, gli imputati parlavano di progettare "qualcosa di grosso" alla Maddalena in vista del G8, poi trasferito a L'Aquila.
Nessun commento:
Posta un commento