BLACKOUT
Siamo
a tal punto dipendenti dal Sistema e dalle sue logiche perverse, che se venisse
a mancare per una sola settimana l’energia elettrica, la nostra quotidianità si
trasformerebbe in un campo di battaglia - dopo un solo mese, ogni città
apparirebbe un ospedale da campo a un cimitero di guerra, e dopo un solo anno,
di questo mondo non resterebbe che cenere, fumo e macerie!
Mai
nella storia del mondo si era prospettata una tale eventualità e questo dato la
dice lunga riguardo alla stupidità dell’uomo di questo secolo, ammaliato e
asservito alle lusinghe e alle seduzioni di una modernità canaglia e foriera di
sventure.
Chi
mai avrebbe potuto solo immaginare che un giorno, ogni azione, pensiero e
parola di ogni singolo individuo della terra, sarebbero stati condizionati e
manipolati da un progetto di omologazione e di schiavitù oltre i confini della
realtà? Un’arma di ricatto, senza precedenti, che come una spada di Damocle
pende sulle nostre teste – una maledizione che abbiamo fomentato in virtù dei nostri
comportamenti
La
Grande Paura non è pertanto relativa alle armi di distruzione di massa
(tecnologiche, chimiche e batteriologiche), ma alla possibilità percepita che a breve ci stacchino la spina.
Presto,
i costi dell’energia prodotta e relativi rincari sulle bollette, saranno
talmente esorbitanti da rendere improponibile qualsiasi altra condizione,
offerta e opzione – al punto che saremo costretti a limitare al massimo i
consumi, in una sorta di volontario BLACKOUT che finalmente ci costringerà (volenti
o nolenti) a rivedere, riscoprire e recuperare le ragioni di uno stile di vita
che un tempo limitava l’utilizzo energetico all’essenziale in una condizione di
sobrietà e dignitosa autonomia. Un concetto da me espresso fino alla nausea, in
molti dei miei articoli e per lo più snobbato e sottovalutato da quella
moltitudine di ignavi che come beoti brancolano fra le fitte nebbie del girone
degli ottusi.
La possibilità dunque di un BLACKOUT
GLOBALE che si pensava ascritta nel novero, delle ipotesi catastrofiste, è oggi
una eventualità palpabile e reale. Arrivare impreparati e disorganizzati al
giorno di quel fatidico momento, ci preclude ogni speranza di salvezza. E’ un
destino ineluttabile! Un atto dovuto, che la vita, in virtù delle sue ragioni,
si appresta a compiere, perché l’equilibrio e l’armonia del tutto si
riappropino dei loro posti di comando e perché niente e nessuno si frapponga ad
interrompere quel meccanismo perfetto e imperturbabile che, all’origine, ha
deciso ogni cosa.
E' arrivato il momento di alzare il culo
dal divano delle libertà e impugnare la zappa per produrre vera energia!!
Ed è l’energia, oggi, è il vero cancro di
questo secolo nefasto! Le sue metastasi, hanno intaccato i gangli vitali della
società, e incenerito gli ultimi barlumi di residua consapevolezza!!
La sola energia rinnovabile e sostenibile
siamo noi, ed è racchiusa nella forza delle nostre braccia, e in quella
passione mortificata ridotta a flebile fiammella ai margini del nostro
cuore.
Sono in molti a non credere alla
possibilità che il mondo stia per collassare!
Una seconda categoria di fanatici e cultori
di profezie, al contrario, è convinta della prossima fine del mondo
(apocalisse).
Quelli come me, un’estrema minoranza di
osservatori sereni e disincantati sanno, con matematica certezza che, presto,
il sistema Liberista Relativista imploderà su se stesso e, dolore follia e
morte, si spartiranno questa terra.
Una quarta e affollata categoria, che
chiamerei di androidi zombeggianti (diversamente da tutte le altre), vive la
realtà presente, come una sorta di moderno paradiso terrestre, condividendone
ogni mostruosità, e respirandone ogni fetore. Sono gli stessi che hanno
prodotto la fine.
Si, siamo alla fine, comunque la si voglia
immaginare!
Tornare al passato, è il percorso più
praticabile e meno utopico, contrariamente del perseverare in questa direzione.
Solo con un radicale intervento di
riconversione del Sistema Liberista Relativista, potremo limitare i danni di
una tragedia annunciata dai contorni apocalittici.
Gianni Tirelli
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