LA CHIMICA NEL PIATTO G.Tirelli
Pesticidi nel piatto 2011http://www.legambiente.it/
LA CHIMICA NEL PIATTO G.Tirelli
“Se intendiamo sopravvivere al “Sistema Bestia”, dobbiamo
liberare l’agricoltura da ogni rapporto con l’industria e, la politica, dagli
imprenditori”
Nessuna sostanza chimica deve più contaminare i naturali
prodotti della terra. Fertilizzanti, diserbanti, pesticidi, coloranti,
conservanti, dopanti, aromi e affini, devono sparire per sempre dal nostro
vocabolario alimentare. L’industria chimica, la peggiore fra le moderne
calamità, deve chiudere i battenti, per sempre. Lo stesso ragionamento vale per
la politica!
Il primo passo, sta nel riconvertire “l’industria agro
alimentare”, nella semplice locuzione, “agricoltura biologica”. In realtà,
“industria agro alimentare”, non significa nulla – una vera bestialità; quel
subdolo esercizio di illusionismo, oggi molto in voga, che in veste di
ossimoro, intende sdoganare il concetto di Male, affiancandolo al suo opposto.
Nel nostro caso, “INDUSTRIA” rappresenta la morte e,
“AGRO ALIMENTARE”, la vita.
Parlo di due dimensioni distinte, opposte e contrapposte
che, per logica e natura, si respingono e si combattono. Ogni sforzo
finalizzato a fonderle fra loro (in virtù di perverse logiche volte al solo
profitto), produce come risultato ultimo, l’azzeramento di ogni punto di
riferimento e oggettivo parametro di
comparazione.
Ciò di cui ci alimentiamo, è basilare per la nostra
felicità! Nel buon cibo di un tempo, erano contenute particolari sostanze
(droghe endogene), ad alto contenuto nutrizionale, indispensabili per regolare
meccanismi di sopravvivenza come l’alimentazione o la riproduzione, che agivano
sull’umore e sul tono muscolare, dispensando forza e vigore – e tutto si
traduceva in gioia, autostima e sicurezza. Il cibo prodotto con la forza delle
braccia, coltivato con amore, sapienza, e nel rispetto, delle regole di una
tradizione millenaria, era benedetto da Dio e alimento di speranza. Oggi,
l’alimentazione prodotta e commercializzata dall’industria della Grande
Distribuzione Malfattore, è il risultato di una lavorazione meccanica,
necro/tecnologica, praticata nel più totale disprezzo, di ogni regola passata,
a fronte di un facile e veloce guadagno (fast gain) - Prodotti OGM, pompati e
stressati, alterati profondamente nei loro caratteri originari.
Quei pochi ed eroici agricoltori che, ancora oggi e
contro ogni logica e vantaggio, si prodigano, con dispendio di mezzi ed energie
nel perseguire il cammino della qualità e della buona salute, devono
soccombere, schiacciati dallo sporco gioco al ribasso dei prezzi di mercato,
imposti dalle multinazionali del “Cibo Morto”.
Dal canto loro, i consumatori, che potrebbero fare la
differenza, in verità, non sono in possesso, di alcun termine di giudizio
critico tale da potere codificare il prodotto biofilo dal necrofilo. Si
rivolgono così alla Grande Distribuzione, acquistando quanto di peggio si trovi
sugli scaffali del supermercato. Certo, la condizione economica non aiuta! Ma
se si rinunciasse al superfluo, all’effimero e al voluttuario, e la smettessimo
di inseguire le chimere, di una pubblicità canaglia, potremmo investire questi
risparmi, sulla qualità di una vita più sostenibile e quindi, più sana e
felice.
Se non ci liberiamo della chimica e dei suoi intrugli
diabolici, per dare fondo alle nostre ultime risorse vitali e finalmente, in un
moto di vero orgoglio, rovesciamo il tavolo sgombrandolo da tutte le effimere,
illusorie, inutili e micidiali menzogne che il sistema ci spaccia al pari di
miracolose droghe, avremo perso per sempre la nostra libertà e come schiavi,
invalidi e accattoni saremo costretti ad elemosinare conforto, fra le braccia
del nostro carnefice.
Gianni Tirelli
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