“Senza stato etico non esiste ne' stato
sociale ne' stato di diritto, e per tanto, nessun concetto di società civile”.
Definire il contesto in cui viviamo, “una
società” sembrerebbe una barzelletta se non fosse una tragedia! E’ più verosimile
pensare ad una fabbrica di insaccati dove i macellati sono gli stessi cittadini
che si nutrono vicendevolmente delle carni e del sangue dei loro simili. E
senza fare una piega!!
Il Grande Inganno perpetrato nei confronti
della cittadinanza e che ha fatto decadere il concetto di società, è la
conseguenza delle privatizzazioni di beni che, dallo Stato (cioè noi!) sono
passati nelle grinfie dei privati. Individui che per definizione vanno ascritti
nella categoria dei criminali, e per tanto, ogni loro azione è volta al
profitto personale (ad ogni costo e con ogni mezzo), al privilegio e al potere.
Il
risultato finale é un aumento sconsiderato delle tariffe, una qualità dei
servizi, ben sotto la soglia della decenza e un inquinamento endemico che ha
messo a rischio e compromesso la salute di tutti noi – sempre più cornuti e
mazziati!
Se la privatizzazione, producesse reali
vantaggi alla collettività, la stessa non esisterebbe! Come del resto la
politica che, se fosse di qualche utilità sociale, sarebbe vietata!!
Quale privato rischierebbe tanto, se la
privatizzazione non fosse un piatto così ricco e allettante da ficcarcisi
dentro fino al collo e con tutta l’ingordigia ascrivibile a questa moderna
razza di vampiri?
Oggi sentiamo spesso parlare di “privatizzazioni/liberalizzazioni”
come la panacea a tutti i mali: fattore di crescita e di sviluppo indotto dal
meccanismo concorrenziale. Fesserie!!! Chiunque, dotato del normale buon senso
e di capacità critica, non può davvero credere o semplicemente immaginare per
un solo momento, che gli effetti di una tale, ipotetica riforma possano
produrre un qualsiasi vantaggio per la comunità.
Ciò che é privatizzabile, lo è già
naturalmente, mentre tutto il resto non è, che un grande e sporco affare
consumatosi sulla nostra pelle!
Se alcuni settori economici sono
controllati dallo Stato, é perché, diversamente, sarebbero oggetto di
speculazione. Questo è il reale motivo: solo e unico!
Acqua, energia e carburanti, per fare un
esempio, sono fuori, da questa logica, perché non concorrenziali (monopoli
naturali).
L’acqua non è vino, dove il produttore può giocare sulla qualità,
sul vitigno, sul colore, l’annata, l’origine, il prezzo! E questo vale per
tutti quei beni che io definirei monolitici – fermi.
Che differenza c’é fra il prezzo di un
carburante e un’altro? Inezie!!
Questo perché, le varie compagnie fanno
cartello, adeguandosi al prezzo più alto.
Se potesse esistere una ipotetica
concorrenza fra i vari carburanti – se per esempio un certo gasolio, facesse
percorrere 5 km in più al litro rispetto a un altro – i consumatori lo
sceglierebbero in massa, e i concorrenti sarebbero costretti a chiudere le
pompe di benzina.
A questo punto, ne rimarrebbe uno solo a
dimostrazione che certi beni sono, per definizione, non privatizzabili.
Privatizzarli
e sinonimo di inciviltà e raggiro, e quindi, di disprezzo per la comunità, e un
insulto all’intelligenza dei cittadini.
Un’altra bestialità, è la gestione dei
rifiuti da parte dei privati. I risultati sono disastrosi e sotto gli occhi di
tutti!
Ma io credo però che la più sciagurata delle privatizzazioni, la Madre,
o come volete chiamarla, sia stata quella della televisione.
I danni apocalittici che ha causato, che
causa, e che in futuro produrrà, hanno superato ogni più catastrofico pronostico
- la conseguenza per avere sistematicamente contrabbandato una visione distorta
e falsata delle cose e che, in maniera stridente fa a pugni con la realtà di
tutti i giorni.
Chiunque, dotato del normale buon senso e
di una certa capacità critica, non può davvero credere o semplicemente
immaginare per un solo momento, che gli effetti di una tale, ipotetica riforma
possano produrre un qualsiasi vantaggio per la comunità!
Quando ancora sento parlare di
“privatizzare e liberalizzare” come strumenti di crescita e sviluppo, i soli
idonei per combattere la crisi del capitalismo, mi vengono i brividi e, ancora
di più, prendo coscienza di quanto, le conquiste di questo secolo, siano state
nefaste per tutta l’umanità.
Oggi il Sistema è saturo; bloccato. Ogni tentativo
di rianimarlo, immettendo sul mercato nuova mercanzia, non fa che peggiorare il
suo stato. Sarebbe come se un medico, per curare una pericolosa indigestione,
costringesse il suo paziente ad una solenne abbuffata.
Il Sistema, come il
paziente indigesto, in preda a crampi, conati e nausee, sarà più propenso a
vomitare, per liberarsi dalla schiavitù di un disagio non più sopportabile, e
dal rischio di collassare.
L’indigestione, in questo caso, è simbolica di un
consumismo selvaggio e senza regole che ha congestionato ogni settore della
nostra società. Nel bisogno di espellere per liberarsi, possiamo individuare
l’ineludibile necessità di fare ritorno ad un passato, regolato dall’impianto
etico originario; dalla consapevolezza, dalla conoscenza e dalla ragionevolezza.
La gente, stanca ed esausta, dopo decenni
di martellamento mediatico e conseguente lavaggio del cervello, ha preso
coscienza (anche se fuori tempo massimo) della realtà – della vacuità di un
consumismo becero, effimero e destabilizzante causa di una condizione economica
precaria, priva di contenuti e stimoli gratificanti.
Il Sistema è al capolinea, colpito al cuore
dal risparmio, dei cittadini che oggi, allo spreco e al consumo voluttuario
hanno sostituito i beni essenziali, primari e duraturi. Anche l’etica sembra
avere un suo revival e questo fa bene sperare per le generazioni a venire.
Nel frattempo i ghiacciai marciscono e si
spengono. I fiumi arrivano al mare con il loro micidiale carico, di bombe
chimiche. Un incalcolabile, numero di fabbriche fumanti, si fottono miliardi di
metri cubi di acqua, rendendola inutilizzabile, putrida e vuota. I signori
della MINERALE, ipotecano per sempre la nostra sete e la privatizzazione degli
acquedotti, in seguito, ci appiopperà il colpo di grazia. Il MERCATO DELLA SETE
e il suo indotto, sono l’ultimo e più grande affare del Liberismo Relativista.
Dopo di che a noi, non resta che pregare, sperando che dall’altra parte ci sia
qualcuno ad ascoltarci.
Ergo, non c’è proprio niente da
privatizzare ma tutto da nazionalizzare – che siano compagnie aeree, treni o
banche, telefonia, TV o energia, perché solo in questo modo potremo restituire
al concetto di “società civile” il suo autentico significato e sperare in un
domani più degno e più giusto. Forse!!!
Gianni Tirelli
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