domenica 8 gennaio 2012

UN SUSSULTO DI STATO G.Tirelli





UN SUSSULTO DI STATO G.Tirelli

“Senza stato etico non esiste ne' stato sociale ne' stato di diritto, e per tanto, nessun concetto di società civile”.

Definire il contesto in cui viviamo, “una società” sembrerebbe una barzelletta se non fosse una tragedia! E’ più verosimile pensare ad una fabbrica di insaccati dove i macellati sono gli stessi cittadini che si nutrono vicendevolmente delle carni e del sangue dei loro simili. E senza fare una piega!!
Il Grande Inganno perpetrato nei confronti della cittadinanza e che ha fatto decadere il concetto di società, è la conseguenza delle privatizzazioni di beni che, dallo Stato (cioè noi!) sono passati nelle grinfie dei privati. Individui che per definizione vanno ascritti nella categoria dei criminali, e per tanto, ogni loro azione è volta al profitto personale (ad ogni costo e con ogni mezzo), al privilegio e al potere.
Il risultato finale é un aumento sconsiderato delle tariffe, una qualità dei servizi, ben sotto la soglia della decenza e un inquinamento endemico che ha messo a rischio e compromesso la salute di tutti noi – sempre più cornuti e mazziati!

Se la privatizzazione, producesse reali vantaggi alla collettività, la stessa non esisterebbe! Come del resto la politica che, se fosse di qualche utilità sociale, sarebbe vietata!!
Quale privato rischierebbe tanto, se la privatizzazione non fosse un piatto così ricco e allettante da ficcarcisi dentro fino al collo e con tutta l’ingordigia ascrivibile a questa moderna razza di vampiri?


Oggi sentiamo spesso parlare di “privatizzazioni/liberalizzazioni” come la panacea a tutti i mali: fattore di crescita e di sviluppo indotto dal meccanismo concorrenziale. Fesserie!!! Chiunque, dotato del normale buon senso e di capacità critica, non può davvero credere o semplicemente immaginare per un solo momento, che gli effetti di una tale, ipotetica riforma possano produrre un qualsiasi vantaggio per la comunità.
Ciò che é privatizzabile, lo è già naturalmente, mentre tutto il resto non è, che un grande e sporco affare consumatosi sulla nostra pelle!
Se alcuni settori economici sono controllati dallo Stato, é perché, diversamente, sarebbero oggetto di speculazione. Questo è il reale motivo: solo e unico!

Acqua, energia e carburanti, per fare un esempio, sono fuori, da questa logica, perché non concorrenziali (monopoli naturali).
L’acqua non è vino, dove il produttore può giocare sulla qualità, sul vitigno, sul colore, l’annata, l’origine, il prezzo! E questo vale per tutti quei beni che io definirei monolitici – fermi.
Che differenza c’é fra il prezzo di un carburante e un’altro? Inezie!!
Questo perché, le varie compagnie fanno cartello, adeguandosi al prezzo più alto.


Se potesse esistere una ipotetica concorrenza fra i vari carburanti – se per esempio un certo gasolio, facesse percorrere 5 km in più al litro rispetto a un altro – i consumatori lo sceglierebbero in massa, e i concorrenti sarebbero costretti a chiudere le pompe di benzina.
A questo punto, ne rimarrebbe uno solo a dimostrazione che certi beni sono, per definizione, non privatizzabili.
Privatizzarli e sinonimo di inciviltà e raggiro, e quindi, di disprezzo per la comunità, e un insulto all’intelligenza dei cittadini.


Un’altra bestialità, è la gestione dei rifiuti da parte dei privati. I risultati sono disastrosi e sotto gli occhi di tutti!
Ma io credo però che la più sciagurata delle privatizzazioni, la Madre, o come volete chiamarla, sia stata quella della televisione.
I danni apocalittici che ha causato, che causa, e che in futuro produrrà, hanno superato ogni più catastrofico pronostico - la conseguenza per avere sistematicamente contrabbandato una visione distorta e falsata delle cose e che, in maniera stridente fa a pugni con la realtà di tutti i giorni.

Chiunque, dotato del normale buon senso e di una certa capacità critica, non può davvero credere o semplicemente immaginare per un solo momento, che gli effetti di una tale, ipotetica riforma possano produrre un qualsiasi vantaggio per la comunità!

Quando ancora sento parlare di “privatizzare e liberalizzare” come strumenti di crescita e sviluppo, i soli idonei per combattere la crisi del capitalismo, mi vengono i brividi e, ancora di più, prendo coscienza di quanto, le conquiste di questo secolo, siano state nefaste per tutta l’umanità.
Oggi il Sistema è saturo; bloccato. Ogni tentativo di rianimarlo, immettendo sul mercato nuova mercanzia, non fa che peggiorare il suo stato. Sarebbe come se un medico, per curare una pericolosa indigestione, costringesse il suo paziente ad una solenne abbuffata.
Il Sistema, come il paziente indigesto, in preda a crampi, conati e nausee, sarà più propenso a vomitare, per liberarsi dalla schiavitù di un disagio non più sopportabile, e dal rischio di collassare.
L’indigestione, in questo caso, è simbolica di un consumismo selvaggio e senza regole che ha congestionato ogni settore della nostra società. Nel bisogno di espellere per liberarsi, possiamo individuare l’ineludibile necessità di fare ritorno ad un passato, regolato dall’impianto etico originario; dalla consapevolezza, dalla conoscenza e dalla ragionevolezza.

La gente, stanca ed esausta, dopo decenni di martellamento mediatico e conseguente lavaggio del cervello, ha preso coscienza (anche se fuori tempo massimo) della realtà – della vacuità di un consumismo becero, effimero e destabilizzante causa di una condizione economica precaria, priva di contenuti e stimoli gratificanti.
Il Sistema è al capolinea, colpito al cuore dal risparmio, dei cittadini che oggi, allo spreco e al consumo voluttuario hanno sostituito i beni essenziali, primari e duraturi. Anche l’etica sembra avere un suo revival e questo fa bene sperare per le generazioni a venire.

Nel frattempo i ghiacciai marciscono e si spengono. I fiumi arrivano al mare con il loro micidiale carico, di bombe chimiche. Un incalcolabile, numero di fabbriche fumanti, si fottono miliardi di metri cubi di acqua, rendendola inutilizzabile, putrida e vuota. I signori della MINERALE, ipotecano per sempre la nostra sete e la privatizzazione degli acquedotti, in seguito, ci appiopperà il colpo di grazia. Il MERCATO DELLA SETE e il suo indotto, sono l’ultimo e più grande affare del Liberismo Relativista. Dopo di che a noi, non resta che pregare, sperando che dall’altra parte ci sia qualcuno ad ascoltarci.
Ergo, non c’è proprio niente da privatizzare ma tutto da nazionalizzare – che siano compagnie aeree, treni o banche, telefonia, TV o energia, perché solo in questo modo potremo restituire al concetto di “società civile” il suo autentico significato e sperare in un domani più degno e più giusto. Forse!!!

Gianni Tirelli

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