mercoledì 1 febbraio 2012

IL CAPITALISMO E' FALLITO IL RIFORMISMO ANCHE COSTRUIAMO IL PARTITO DELLA RIVOLUZIONE



IL CAPITALISMO E' FALLITO IL RIFORMISMO ANCHE


 COSTRUIAMO IL PARTITO DELLA RIVOLUZIONE


pubblicata da Marco Ferrando - Pagina Ufficiale il giorno lunedì 30 gennaio 2012 alle ore 21.09
Guardiamo in faccia la realtà.
Per trentanni le classi dirigenti d'Europa hanno imposto ovunque enormi sacrifici sociali , con l'argomento che avrebbero garantito un futuro migliore ai “giovani”. E' accaduto l'opposto. Le nuove generazioni sono state condannate al precariato, i loro diritti negati, le loro future pensioni distrutte, mentre capitalisti e banchieri si sono arricchiti per decenni come mai in precedenza.

Oggi, di fronte alla grande crisi del capitalismo , le stesse classi responsabili della bancarotta chiedono alle proprie vittime sacrifici ancor più pesanti, con l'argomento che assicureranno l' “uscita dalla crisi” e il “futuro dell'Europa”. Accade l'opposto. Dopo cinque anni la crisi permane , l'Unione Europea delle banche si avvita nella recessione, mentre sprofondano le condizioni di vita dei salariati e di larga parte della popolazione.

La verità è che i lavoratori e la maggioranza della società sono ostaggio di un sistema fallito. Non c'è alcuna possibile via d'uscita dalla crisi sociale dell'Europa senza il rovesciamento delle sue classi dirigenti, in ogni paese e su scala continentale. Tutti i tentativi di aggirare questa verità; tutte le “ricette” e “soluzioni” che vorrebbero conciliare il capitalismo con la “giustizia sociale” sono semplicemente una truffa, comunque si chiamino: “Europa sociale e democratica”, “nuovo modello di sviluppo”, Eurobond”, “riforma della BCE”, “audit” sul debito e sua rinegoziazione”,... Queste evocazioni immaginarie,contro ogni illusione, hanno una sola funzione obiettiva: distogliere gli sfruttati dalla comprensione della realtà; indirizzare le loro speranze di liberazione verso mitologie senza futuro, a tutto vantaggio della conservazione del presente.

La verità è che solo una rivoluzione sociale può fare pulizia.

Perchè solo una rivoluzione sociale può rovesciare la dittatura degli industriali, delle banche, delle compagnie di assicurazione, con quel groviglio inestricabile di sfruttamento, speculazione, corruzione, che domina la vita sociale in ogni suo aspetto , sotto ogni governo, in ogni paese capitalista.
Solo una rivoluzione sociale può concentrare nelle mani dei lavoratori e della maggioranza della società le leve decisive della produzione della ricchezza, della sua distribuzione, della riorganizzazione radicale dell'economia, secondo un piano democraticamente definito dai lavoratori stessi e sotto il loro controllo: in funzione dei bisogni sociali non del profitto di pochi parassiti.
Solo una rivoluzione sociale, e dunque l'avvento di governi dei lavoratori, può unificare il vecchio continente, dal Portogallo alla Russia, negli “Stati Uniti Socialisti” d'Europa: unendo i lavoratori al di là dei confini, ripartendo razionalmente il lavoro, cancellando gli enormi sprechi e gli aspetti odiosi connessi al mercato,al militarismo, alle politiche antimigranti, al saccheggio dell'ambiente; e invece valorizzando quelle ricchezze produttive, scientifiche, tecniche che la crisi capitalista ogni giorno distrugge: ricchezze da porre al servizio della liberazione degli uomini e non del loro sfruttamento.
Il PCL è l'unico partito della sinistra italiana a basarsi su questo programma di rivoluzione: a farne l'asse della propria azione e proposta in ogni lotta; a ricondurre ogni battaglia parziale di movimento, a questa prospettiva generale; a sviluppare controcorrente la coscienza politica delle masse, e della loro stessa avanguardia, in questa direzione.
Aderire al PCL significa rafforzare questo lavoro e prospettiva.
Non esistono scorciatoie rispetto alla necessità di costruire il partito della rivoluzione, in Italia come in ogni altro Paese.
Le esigenze e attese di un vero cambio sociale non saranno risolte dalla pura spontaneità dei movimenti. Né dai gruppi dirigenti di sinistre fallite in eterna attesa di una chiamata del PD. Né da sinistre “antagoniste” puramente “critiche”. Né tanto meno dalle suggestioni equivoche del mondo virtuale di qualche capo comico (Grillo).
Solo un partito organizzato che investa materialmente nella rivolta sociale per darle un progetto e una coscienza può davvero costituire, dopo tante delusioni e fallimenti, un fattore reale di svolta per tutti gli oppressi, di ogni colore e condizione.
Costruirlo, in ogni lotta, è il nostro impegno. Salvaguardare la sua autonomia, estendere le sue radici sociali, organizzare nelle sue fila i lavoratori e i giovani più coscienti, sviluppare la loro formazione, significa lavorare concretamente per il futuro della rivoluzione. Al fianco dei marxisti rivoluzionari di tutto il mondo, nel lavoro di ricostruzione della Quarta Internazionale.
Perchè- come recita la nostra tessera 2012- “solo la rivoluzione cambia le cose”. E' a questa verità che dobbiamo dare un partito: l'unico partito di cui gli sfruttati hanno bisogno.
MARCO FERRANDO

LA CGIL LASCI QUEL TAVOLO


pubblicata da Marco Ferrando - Pagina Ufficiale il giorno lunedì 30 gennaio 2012 alle ore 21.06
Il governo Monti offre ai sindacati una trattativa a perdere. Il suo oggetto è chiaro: come aumentare la “flessibilità in uscita”, ossia la licenziabilità dei lavoratori. Le diverse ipotesi “tecniche” ruotano tutte attorno a questa pretesa. Questa pretesa è inaccettabile per qualsiasi sindacato degno di questo nome. Ogni scambio su questo terreno è improponibile. Tanto più nel quadro di una crisi devastante, di centinaia di migliaia di licenziamenti in atto, di una normativa che già assicura purtroppo al padronato italiano una “libertà” di licenziare con pochi uguali in Europa.

La CGIL deve dunque lasciare quel tavolo negoziale, rifiutando compromissioni disastrose. E deve preparare una risposta di lotta eccezionale attorno ad un programma che rivendichi il blocco dei licenziamenti, la fine di ogni precarietà, la ripartizione del lavoro, un vero salario sociale ai disoccupati. Milioni di lavoratori e di giovani la seguirebbero su questa piattaforma in una lotta vera, continuativa, radicale: una lotta per vincere, finalmente. Mentre una capitolazione a Monti avrebbe conseguenze drammatiche sulle condizioni e sul morale delle masse. Con riflessi non solo sindacali.

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