CONSUMI E FELICITA’ di G. Tirelli
Gli autorevoli economisti,
affermavano che, nel 2010, la domanda mondiale sarebbe cresciuta e, tutti noi,
allora, avremmo potuto agganciare alla ripresa. Le solite balle di sempre dei
soliti incompetenti e cialtroni!!
La gente non vuole più
consumare e, non solo per motivi legati al potere d’acquisto e alla scarsità di
denaro in circolazione, ma perché, la stessa, ha preso coscienza del fatto che,
tutto questo consumismo imperante, non si è tradotto in felicità e benessere.
Al contrario, ha reso le persone fragili, insicure, povere e frustrate e
riempito gli stomaci senza fondo, di imprenditori senza scrupoli e senza
vergogna che, come buchi neri, travolgono nel loro vortice di profitto e di
potere, le nostre vite.
Una società autentica,
coerente, ragionevole e solida, basa il suo tasso di civiltà sul risparmio dei
cittadini e, in gran parte, sul consumo di beni di prima necessità.
Le nostre, in totale contro
tendenza, hanno puntato, la loro sopravvivenza, sul commercio, di beni e prodotti
effimeri, voluttuari e per lo più, inutili e dannosi.
Per quanto può reggere,
ancora, un sistema del genere? Già da tempo, si avvertono i suoi scricchiolii,
premonitori di una sua prossima e imminente implosione.
Non dimentichiamoci, poi,
che più consumismo, sta a più rifiuti e spazzatura e, questo, non è un problema
da poco.
Per questi ovvi motivi, io
credo che non ci sarà alcuna domanda, nessuna crescita e tanto meno, sviluppo.
Dobbiamo, per questo,
riconvertire le nostre abitudini ed esigenze in altre, più attinenti e consone
alla vera natura dell’uomo ragionevole.
“I giovani di oggi, si
illudono di essere pensanti! Il linguaggio e la comunicazione danno loro
l’illusione di stare ragionando – ma il cervello arcaico, maligno, è anche
molto astuto e maschera la propria azione dietro l’espressione verbale, minando
quella del cervello cognitivo. Bisognerebbe spiegarglielo!!!”
Gianni Tirelli
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