(IlMinuto) – Cagliari, 19 marzo – “Che non ha nuociuto a nessuno e dunque è incolpevole”. E’ questa la definizione che il dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti dà dell’aggettivo “innocente”. Innocente è l’aggettivo che sempre abbiamo dato a Bruno Bellomonte, dichiarato tale dai giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Roma nel novembre scorso, dopo 29 mesi di carcere preventivo. Una prigionia, lo ricordiamo, basata su un teorema accusatorio inconsistente e tutto politico, legata a una campagna mediatica indicibile e a un licenziamento dal posto di lavoro per assenze ingiustificate. “Bruno era agli arresti da quasi un anno quando le ferrovie dello stato nel 2010 hanno deciso di licenziarlo perché ‘assenteista’ dal posto di lavoro – precisa una nota stampa di a Manca pro s’Indipendenzia, organizzazione politica di Bellomonte – Bruno si trovava in prigione a subire il processo che poi l’ha visto uscire completamente innocente”. “Il fatto non sussiste”, recita la sentenza, ma nonostante Bellomonte a novembre sia stato dichiarato innocente con formula piena, Trenitalia decide di non reintegrare uno dei suoi sindacalisti più agguerriti. Per questo motivo il ferroviere sardo ha dovuto presentare ricorso d’urgenza alla Sezione Lavoro del Tribunale di Roma, che in data 16 marzo ha sospeso l’efficacia del licenziamento e ordinato a Rete ferroviaria italiana di reintegrarlo immediatamente nel suo posto di lavoro. “Lo stato italiano ha dovuto ammettere quello che tutti sapevamo, quello che tutti […] denunciavamo come ingiustizia e accanimento nei confronti di un compagno, di un patriota sardo [...], Bruno dovrà essere reintegrato immediatamente […]. Questa non è solo una sua vittoria, – prosegue l’organizzazione della sinistra indipendentista sarda – ma è una vittoria di tutti i lavoratori che non si piegano alla forza di chi li vuole umiliare, privare della loro dignità di uomini!”.
F.P S.P.
Lunedì 19 Marzo 2012 14:48
FIRMA PER REALIZZARE IL
POLO DELLA SOVRANITA’ ECONOMICA
IN ALTERNATIVA ALLA CASERMA!
I cittadini e le cittadine nuoresi firmatari/e della presente petizione rivolgono al Comune e alla Provincia di Nuoro una proposta per un piano di rilancio dell'economia tradizionale, attraverso il potenziamento e l'ammodernamento di ciò che rappresenta le naturali vocazioni del territorio e le sue risorse.
I problemi strutturali che colpiscono la nostra economia devono essere affrontati alla radice. La qualità dei prodotti, la peculiarità e la storia sono il nostro punto di forza. Per non soccombere di fronte all'invasione dei Centri Commerciali italo-europei dobbiamo cominciare a costruire un'industria della filiera sarda, che sostenga un economia indipendente e rispettosa dell'ambiente e delle sue risorse.
Porre come centrali settori come l'agroalimentare, la pastorizia, l'artigianato e il turismo, permetterà di farli uscire dallo stato vegetativo nel quale sono stati tenuti in tutti questi anni affinchè ricomincino a creare economia e lavoro.
Bisogna cominciare a erigere muri di difesa allo strapotere della grande distribuzione, delle multinazionali e dei politici che in maniera assai poco trasparente si rivelano completamente asserviti ad esse. Abbiamo urgente necessità di stabilizzare il nostro mercato, i nostri prodotti e il nostro ruolo nella società, perché solo con le nostre forze e le nostre gambe potremo uscire dalla crisi.
Chiediamo che sulle terre civiche di Pratosardo venga costruito il POLO DELLA SOVRANITA’ ECONOMICA, restituendo alla comunità nuorese le terre consegnate illegalmente dal Comune di Nuoro all'Esercito italiano per la costruzione di una caserma per giunta a spese dei cittadini nuoresi e di tutti i Sardi.
Chiediamo che nella realizzazione, nella manutenzione e nella promozione del nuovo Polo si utilizzino i ben 24 milioni di euro di soldi pubblici stanziati per costruire una caserma militare a Pratosardo, affinchè si possa dare dignitosa occupazione ai giovani nuoresi anziché alloggi e brande per truppe militari.
Che si utilizzino parte di quei 40 milioni di euro stanziati dalla Regione per le zone industriali in crisi del centro Sardegna (fermi dal 2009 nonostante la terribile crisi), e che si trovino tutti i fondi e le misure necessarie per rendere il nuovo Polo all'altezza dell'importante ruolo economico e sociale che assumerebbe.
Chiediamo che il terreno civico non venga deturpato, creando coerentemente strutture non invasive finalizzate ad ospitare prodotti tipici, naturali, biologici, macchine agricole, spazi di ristoro, laboratori, seminari scientifici attinenti alla vocazione del Polo, così come eventi artistici e culturali, etc..
Chiediamo che il POLO DELLA SOVRANITA’ ECONOMICA venga realizzato con la giusta attenzione affinchè possa agevolmente divenire un esempio di valorizzazione delle vocazioni locali, che venga elaborato e compiuto in maniera soddisfacente e onesta per portare a una vera svolta il territorio del centro Sardegna e la funzione di Nuoro all'interno di esso.
- SE VUOI RACCOGLIERE LE FIRME PUOI CONTATTARE QUESTO NUMERO: 328949906
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-a Manca pro s'Indipendentzia-
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