lunedì 19 marzo 2012

LE CATENE DELLA LIBERTA’ di G.Tirelli


LE CATENE DELLA LIBERTA’ di G.Tirelli
E’ difficile trattare di libertà, definirla, tracciarne i suoi confini, e stilare una lista dei mezzi e strumenti legittimi, necessari per il suo raggiungimento. In questo caso, poi, la possibilità, di oltrepassare i limiti etici e morali, è una circostanza reale, che può compromettere lo scopo di una missione così nobile e, in seguito, impugnata, come arma strumentale, dai suoi oppositori.
La libertà è assenza di potere. Questo é il mio pensiero! Al grido, di “libertà, libertà”, uomini e donne di tutte le nazioni del mondo, si sono battuti e sono morti; contro la schiavitù e per l’indipendenza, contro il razzismo e per i naturali diritti umani, contro l’invasore e per l’autodeterminazione. E non erano potenti altolocati o intraprendenti finanzieri, ma i rappresentanti degli strati più umili e indifesi della società. Il loro sacrificio, ha sradicato e divelto, le ataviche ingiustizie di un potere dominante dove, l’interesse particolare di corporazioni e consorterie si era sovrapposto all’interesse comune. Tali conquiste restituivano dignità all’uomo e assicuravano un futuro di civiltà alle nuove generazioni.
Chi ha memoria di tutto questo, oggi? Quale significato assume, la parola libertà per i nostri giovani, sedotti e abbandonati dalla Bestia Liberista? Hanno compreso, la differenza che esiste, tra libertà e licenza, loro, vittime inconsapevoli, immolate sull’altare del consumismo imperante?
 “Quella che oggi chiamate libertà, è la più forte di queste catene, benché i suoi anelli vi abbaglino, scintillando al sole” Gibran –
La libertà, non può prescindere mai dalla giustizia e viceversa; sono inseparabili e complementari, e condividono un solo cuore e una sola anima. La libertà è conquista e ha sempre un prezzo!! Diversamente, trasfigura in licenza, contraffazione e mistificazione; una scelta opportunista motivata da una crisi di valori, di identità e da una totale mancanza di volontà, oggettività, autostima e sdoganata dal Sistema per mero profitto ed effimero potere.

Che significato daranno, i nostri figli, domani, al concetto di libertà quando, gli stessi padri, sono privi degli oggettivi parametri di riferimento, necessari e indispensabili, al fine di giungere, a conclusioni di stampo etico, morale e civile?
Il relativismo culturale che i nostri figli erediteranno, è la più grande sciagura nella storia dell’umanità. Crederanno davvero che la chirurgia estetica sia sinonimo di libertà, e un diritto acquisito? Che l’inquinamento delle nostre acque e del territorio sia il risultato del progresso? Che le bombe al fosforo fatte esplodere sulla testa di innocenti, sia la giusta, sola e unica condizione per preservare e consolidare la libertà di tutti? Che il traffico di organi, l’uso di droghe sintetiche, gli abusi sistematici sui minori siano, semplicemente, i normali e logici effetti collaterali (male fisiologico) di quella medicina (la libertà), in assenza della quale le nostre società sarebbero in preda all’anarchia più totale; il prezzo da pagare per essere liberi?

Crederanno davvero che la propaganda populista e mediatica di prodotti, inutili, dannosi, inefficaci, rientri nei diritti di una società libera e che, il lordume morale di cui trasudano i programmi televisivi delle reti commerciali (un tempo libere), sia la connotazione (nel bene o nel male), del diritto alla libertà di informazione?
Nel nostro paese, lo slogan della libertà, è l’ultimo rifugio del populismo e della demagogia di politici malfattori, legati a doppio nodo con potere economico e criminale: sono gli squallidi personaggi del sottobosco culturale, assurti al rango di “grandi diseducatori”. Sono i commercianti della comunicazione, che hanno dispensato
alla società italiana, ignoranza, qualunquismo e miseria morale.
Oggi non siamo che schiavi in libertà vigilata, per avere abdicato alle nostre debolezze e dipendenze, e barattato la dignità e il buon senso in cambio dell’illusione e della seduzione dell’effimero che, come neve al sole, si sta sciogliendo sotto la rovente luce della modernità e di una libertà mercificata. 
Gianni Tirelli

Nessun commento: