LE CATENE DELLA LIBERTA’ di G.Tirelli
E’ difficile trattare di libertà,
definirla, tracciarne i suoi confini, e stilare una lista dei mezzi e strumenti
legittimi, necessari per il suo raggiungimento. In questo caso, poi, la
possibilità, di oltrepassare i limiti etici e morali, è una circostanza reale,
che può compromettere lo scopo di una missione così nobile e, in seguito,
impugnata, come arma strumentale, dai suoi oppositori.
La libertà è assenza di potere.
Questo é il mio pensiero! Al grido, di “libertà, libertà”, uomini e donne di
tutte le nazioni del mondo, si sono battuti e sono morti; contro la schiavitù e
per l’indipendenza, contro il razzismo e per i naturali diritti umani, contro
l’invasore e per l’autodeterminazione. E non erano potenti altolocati o intraprendenti
finanzieri, ma i rappresentanti degli strati più umili e indifesi della
società. Il loro sacrificio, ha sradicato e divelto, le ataviche ingiustizie di
un potere dominante dove, l’interesse particolare di corporazioni e consorterie
si era sovrapposto all’interesse comune. Tali conquiste restituivano dignità
all’uomo e assicuravano un futuro di civiltà alle nuove generazioni.
Chi ha memoria di tutto questo,
oggi? Quale significato assume, la parola libertà per i nostri giovani, sedotti
e abbandonati dalla Bestia Liberista? Hanno compreso, la differenza che esiste,
tra libertà e licenza, loro, vittime inconsapevoli, immolate sull’altare del
consumismo imperante?
“Quella che oggi chiamate libertà, è la più forte di queste
catene, benché i suoi anelli vi abbaglino, scintillando al sole” Gibran –
La libertà, non può prescindere mai
dalla giustizia e viceversa; sono inseparabili e complementari, e condividono
un solo cuore e una sola anima. La libertà è conquista e ha sempre un prezzo!!
Diversamente, trasfigura in licenza, contraffazione e mistificazione; una
scelta opportunista motivata da una crisi di valori, di identità e da una
totale mancanza di volontà, oggettività, autostima e sdoganata dal Sistema per
mero profitto ed effimero potere.
Che significato daranno, i nostri
figli, domani, al concetto di libertà quando, gli stessi padri, sono privi
degli oggettivi parametri di riferimento, necessari e indispensabili, al fine
di giungere, a conclusioni di stampo etico, morale e civile?
Il relativismo
culturale che i nostri figli erediteranno, è la più grande sciagura nella
storia dell’umanità. Crederanno davvero che la chirurgia estetica sia sinonimo
di libertà, e un diritto acquisito? Che l’inquinamento delle nostre acque e del
territorio sia il risultato del progresso? Che le bombe al fosforo fatte
esplodere sulla testa di innocenti, sia la giusta, sola e unica condizione per
preservare e consolidare la libertà di tutti? Che il traffico di organi, l’uso
di droghe sintetiche, gli abusi sistematici sui minori siano, semplicemente, i
normali e logici effetti collaterali (male fisiologico) di quella medicina (la
libertà), in assenza della quale le nostre società sarebbero in preda
all’anarchia più totale; il prezzo da pagare per essere liberi?
Crederanno davvero che la
propaganda populista e mediatica di prodotti, inutili, dannosi, inefficaci,
rientri nei diritti di una società libera e che, il lordume morale di cui
trasudano i programmi televisivi delle reti commerciali (un tempo libere), sia
la connotazione (nel bene o nel male), del diritto alla libertà di
informazione?
Nel nostro paese, lo slogan della
libertà, è l’ultimo rifugio del populismo e della demagogia di politici
malfattori, legati a doppio nodo con potere economico e criminale: sono gli
squallidi personaggi del sottobosco culturale, assurti al rango di “grandi
diseducatori”. Sono i commercianti della comunicazione, che hanno dispensato
alla società italiana, ignoranza,
qualunquismo e miseria morale.
Oggi non siamo che schiavi in
libertà vigilata, per avere abdicato alle nostre debolezze e dipendenze, e
barattato la dignità e il buon senso in cambio dell’illusione e della seduzione
dell’effimero che, come neve al sole, si sta sciogliendo sotto la rovente luce
della modernità e di una libertà mercificata.
Gianni Tirelli
Nessun commento:
Posta un commento