CACCIAMO LA FECCIA DAL PARLAMENTO di
G.Tirelli
“NELLE MODERNE DEMOCRAZIE, IL POTERE SI
RAGGIUNGE PER DEMERITI”
La cosa che mi sconcerta (per la sua
facilità di applicazione) di questa marmaglia di politici, è la serenità con la
quale delinquono, si vendono, mentono all’evidenza, con il candore di chi si
appresta a ottemperare ad un diritto. Una moderna e speciale prerogativa (segno
dei nostri tempi) che, nell’atteggiamento arrogante e sprezzante, intende
scopiazzare la figura intimidatoria del mafioso tutto d’un pezzo, assunta in
seguito a normale pratica e regola relazionale.
Gente, che per la loro attività, incassa
cifre da capogiro, oltre a beneficiare di una tale lista di privilegi che
neppure i Principi di un tempo avrebbero mai potuto concedersi, per un senso di
decenza verso i loro cortigiani e sudditi.
Perché, allora, data una tale condizione di
agiatezza, non si prodigano per il bene del paese, spinti (non dico dal dovere)
ma almeno dal piacere di onorare i bisogni e i diritti della cittadinanza? E’
questa la domanda da un milione di dollari alla quale nessuno sa o vuole
rispondere!
Di
fronte ai bisogni fondamentali e alle richieste legittime della società,
la distinzione fa destra e sinistra perde il suo originario significato,
attestandosi al rango di sfumatura, orpello distintivo svuotato di ogni suo
contenuto ideologico e forza. Ciò di cui oggi il paese ha un impellente
bisogno, non può dunque essere, relativo alle ragioni di una parte o dell’altra
ma, si traduce in una cultura del buon senso condivisa, non che suffragata
dalla schiacciante evidenza delle drammatiche circostanze, che attendono
risposte secche, immediate e ineludibili.
L’idea malsana di delegare le sorti del
paese a potenti “commercianti” e finanzieri, legati a doppio nodo con gli
interessi economici di una fitta rete di faccendieri senza scrupoli e alla
criminalità organizzata, è indicativo del livello di approssimazione, capacità
a discernere e di consapevolezza in cui versa la società italiana e i cittadini
tutti.
Qui non si tratta più di destra, di sinistra o di cos’altro (e sarebbe
veramente il caso di mettere fine ad una diatriba inconcludente e sterile che
ci vede schierati in opposte fazioni dentro una guerra fra poveri e poveracci),
ma di liberare il nostro parlamento da quei soggetti che, al bene comune e allo
stato di diritto, antepongono privilegi, interessi particolari e impunità.
Il nostro perseverare in questo
atteggiamento non fa altro che compattare il nemico e rafforzare le sue oscure
ragioni.
Per questo, dobbiamo concordare – tutti
quanti insieme – nel fatto, che se non ci liberiamo per sempre da questa
feccia, scrollandoci di dosso ogni supposta ideologia o simpatia di sorta, non
faremo che peggiorare la nostra condizione sociale ed economica – da una parte
e dall’altra. Per questi banditi (presenti e futuri) al governo del nostro
paese, non é sufficiente rubare, truffare, colludere, raggirare, ricattare e
inquinare ma vorrebbero che tutto ciò fosse sancito da un diritto costituzionale.
In tal modo, intendono sdoganare l’ignoranza e legalizzare l’illegalità, per
relegare gli uomini intelligenti, sensibili e sinceri, in un angolo buio della
società, al pari di pericolosi criminali e rivoluzionari sanguinari. E questo
noi non vogliamo che accada!
Ci vuole per tanto –priorità assoluta- una
legge che vieti tassativamente ad imprenditori e faccendieri di qualsiasi razza
e specie, di entrare in politica.
Ci toglieremmo così per sempre dalle palle,
tutta quella corte di servi e ruffiani scodinzolanti che delegittimano il
nostro parlamento e screditano la sacralità della nostra costituzione.
Basta
dunque con gli squallidi personaggi del sottobosco culturale, oggi assurti al
rango di “grandi diseducatori! Basta con i commercianti della comunicazione,
che dispensano alle società, ignoranza, volgarità, qualunquismo e miseria
morale!
Dobbiamo scoraggiare dunque questi soggetti
ad avventurarsi nel cuore del nostro parlamento, come cercatori d’oro sulle
tracce dell’El Dorado – ma promuovere la passione per il bene comune,
l’orgoglio per uno stato di diritto reale e dare ristoro agli assetati di
verità e di giustizia.
Tutta questa brutta faccenda, va risolta con pragmatismo
e lucidità mentale senza permettere a chicchessia di intralciare il cammino
verso una vera democrazia partecipata liberando il percorso da ogni
condizionamento, paletto ideologico e interesse particolare.
E’ giunto il tempo di chiudere i rubinetti
del privilegio e della sopraffazione che alimentano gli stomaci senza fondo di
questi singolari esemplari umani, senza principi e morale!.
In Italia, se parli di patrimoniale, di
tassare rendite e transazioni finanziarie, non che di restituire dignità e
decoro ai cittadini da oltre un ventennio, ingannati, tartassati, abbandonati e
rassegnati al loro destino da una gang di politici corrotti, mafiosi e
incompetenti, vieni tacciato di essere un nemico pubblico.
Se diversamente, sei inquisito o condannato
in via definitiva, colluso o concusso, ladro e cialtrone, hai tutti i numeri
(da liberale, liberista e libertario che sei), per potere accedere ai più alti
vertici del potere. Insomma, hai tutte le carte in regola!
Del resto, nelle moderne democrazie, il
potere si raggiunge per demeriti!
Se poi, oltre a tutto, sei incompetente,
ignorante e ricattabile (e non vedi l’ora di esserlo!) hai una marcia in più
rispetto agli altri competitors e avrai la strada spianata a qualsivoglia
ambizione e malsano desiderio di sorta.
Una patrimoniale sui redditi più alti e una
tassa congrua sulle rendite e transazioni finanziarie è la conditio sine qua
non, niente (di una qualsiasi ipotetica riforma e manovra) avrebbe più senso e
significato di un rantolo nel buio.
Per tanto, se intendiamo davvero sostenere
questo povero e sgangherato paese alla deriva, e riportarlo alla normalità,
dobbiamo prima bonificarlo dai politici corrotti, servi, banchieri,
imprenditori senza scrupoli e mafie, responsabili a tutti gli effetti
dell’attuale drammatica situazione socio/politica. Diversamente
significherebbe, ancora una volta, concedere una ulteriore amnistia a questa
gang di parassiti della società che persisterebbero nel loro progetto di
delegittimazione e di degrado etico, culturale, sociale e ambientale.
Ogni
altra opzione diversa da questa, non sarà che un ennesimo atto di masochismo
che ci trascinerà dentro un baratro senza fine!!
Ma non illudiamoci che per cambiare una
tale circostanza, sia sufficiente cacciare questa cricca di politici e impedire
ad un’altra di entrare in parlamento, azzerando i loro stipendi o centuplicarli
perché, il marcio, il cancro, è nel Sistema stesso e nella società tutta.
Siamo noi, in primis, con un onesto esame
di coscienza, a dovere rivedere tutti quegli errori, egoismi e attenuanti che
hanno determinato e prodotto un tale stato di cose.
E’ giunto il tempo per ogni
cittadino di assumersi le proprie responsabilità, fino in fondo e senza
scusanti di sorta.
La libertà vera – quella alla quale troppo
spesso ci appelliamo nel nome di supposti diritti elusi ma più ancora al fine
di conservare il nostro status – è in verità la risultante di un’operazione di
bonifica da tutti quei pregiudizi, egoismi, personalismi, interessi particolari
e ideologie, che ci impediscono di avere un quadro oggettivo della realtà delle
cose.
La misura della politica, non è forse
quella che esce fuori dalle mura delle segreterie e del palazzo, che si fa
gente, che si fa bisogno, quotidianità, idea, esperienza, lavoro, famiglia,
scuola, territorio natura e felicità?”
Se non ci diamo subito da fare, lasceremo
ai nostri figli e nipoti un paese di merda, nella merda, dove le nuove
generazioni non potranno cogliere più alcuna opportunità ne speranza di un
futuro. Abbiamo sperperato ogni risorsa ed eluso ogni più loro rosea
aspettativa. Corrono il serio rischio di ereditare il peso di un debito che non
sapranno onorare ma, ancor di più, quel bagaglio di valori morali, umani,
principi etici e dose di buon senso, che abbiamo svenduto a fronte di subdole
lusinghe, effimere promesse, dipendenze, e mera vanità.
Gianni Tirelli
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