.LA CULTURA DELL’ACQUA
SPORCA di G.Tirelli
E’ chiaro che nessuno si
può arrogare l’esclusiva del primato della cultura, ma è anche vero che la
cultura, è di chi la fa.
Possiamo tranquillamente
dire che, oggi, la cultura, è una sorta di depuratore, che intende liberare
dalle contaminazioni degenerative, immesse nel pensiero libero, i rifiuti
inquinanti, tossici ed omologanti, quale risultato della contraffazione della
realtà e quindi, della verità, addotti dal Sistema Liberista Consumista.
Oggi, parlare di cultura di
destra, è un ossimoro. Sarebbe, come volere sostenere il primato dell’acqua
sporca, sull’acqua pulita, della guerra sulla pace, del regime autoritario,
sullo stato di diritto, della devastazione dell’ambiente sulla qualità della
vita.
La cultura è il risultato
di una presa di coscienza e di consapevolezza; un bene di prima necessità - un
bisogno che non si può eludere e, come l’arte, in tutte le sue forme, abbisogna
di impegno, continuità e passione. La cultura è un atto dovuto alla vita.
Alda Merini, Fernanda
Pivano. Fabrizio De André, Giorgio Gaber, Moravia, Pasolini - per fare solo due
nomi fra i mille - sono alcuni degli esponenti di quella cultura che viene
definita, di sinistra. Questi grandi artisti che oggi non sono più fra noi,
lasciano un vuoto incolmabile nei
nostri cuori, e una infinita nostalgia.
A questo punto, una domanda
sorge spontanea: “Perché gli artisti di destra non muoiono mai?” La risposta è
altrettanto ovvia in ragione del fatto, che l‘ideologia/egemonia del “pensiero
unico” non produce cultura per definizione, e per tale motivo, ciò che non
esiste, non può morire. Ed è ancor più vero, che è proprio nella
contrapposizione e nella rivoluzione, atte a ristabilire lo stato di diritto,
che la cultura esprime al massimo le sue ragioni e da forma alla sua vocazione
di giustizia e di libertà.
Del resto la sinistra, non
si accampa l’esclusiva della cultura, ma è la stessa cultura che, in maniera
del tutto naturale, tende a inglobare al suo interno i soggetti che la generano
e che, da lei, attingono gli elementi del sapere e della conoscenza, dentro un
ragionevole e leale confronto.
All’inverso si comporta
l’ignoranza, dentro la quale, i soggetti che la rappresentano, tendono a
compattarsi in un unico blocco, omologato e omologante, privo di
contraddittorio, di sano pluralismo e spersonalizzato di ogni differenza. E’ in
questo contesto che, regimi e moderni autoritarismi, trovano terreno fertile al
fine di attuare il loro piano eversivo e di degenerazione etica e morale.
La moderna destra, non ha
titoli per partecipare al dibattito culturale, salvo che (visti i tempi),
l’acqua sporca, la guerra, il regime e la devastazione dell’ambiente, non siano
i nuovi criteri per un’inedita forma di cultura.
Il presupposto di ogni
dittatura è l’ignoranza che, nel potere assoluto nelle mani di un solo uomo (il
capo), ripone ogni responsabilità individuale, morale e spirituale e, nella
sudditanza e nel servilismo, accampa il diritto a privilegi di natura
gerarchica e all’esercizio umorale del potere.
Un uomo di cultura, che ha
raggiunto la fama per meriti assodati, non si pone il problema di dare un
colore politico al suo impegno intellettuale, ma è la stessa cultura che lo
assorbe al suo interno.
Potrei portare l’esempio di
una trasmissione come “Report”, codificata nella lista di proscrizione dei
programmi ideologici dell’area di sinistra.
L’equivoco e
l’incongruenza, di tali affermazioni (per non dire altro), sta proprio in
questo pasticcio verbale, e in una lapalissiana malafede. La stessa destra, dovrebbe
- al contrario - esultare per un tale programma, vista l’entità dei crimini,
degli abusi e dell’illegalità imperante che la Gabanelli denuncia, così da
allertare la popolazione, e renderla consapevole della realtà che la circonda. E
per motivi di buon senso e logica, dovremmo tutti investire sempre di più su
questo tipo di informazione. E’ un atto dovuto, civile e democratico ma in
totale antitesi con la “cultura dell’acqua sporca”, della guerra, del regime, della
devastazione dell’ambiente, tanto cara a questa destra.
“Report” è di sinistra, per
il solo fatto che porta alla luce i comportamenti illeciti, dei quali, la
stessa destra è corresponsabile e complice. Non esiste altro motivo!
Oggi la destra italiana,
tutela il crimine e la criminalità, essendone parte integrante, nella nuova
veste di procacciatore di affari e cassaforte di profitti.
Gianni Tirelli
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