LO SPIRITO DELLA LIBERTA’ di G.Tirelli
"Quel giorno ho affondato le mie mani nella terra,
e la terra mi ha afferrato - é così che ho scoperto Dio: chi sono e dove
vado!"
Che io muoia domani o fra 100 anni (che é l'ipotesi più
plausibile, vista l'enormità delle cose che mi restano ancora da sbrigare e
tante da godere), in fondo non è che una formalità. L’uomo libero ha pensieri
propri, che sgorgano gioiosi dall’infinita sorgente del proprio io, ed è il
solo a decidere della propria morte, perché in lui, è un bisogno che presto o
tardi, dovrà soddisfare.
Ciò che conta è l’avere conquistato la mia libertà
che spesso si nascondeva fra gli anfratti più bui della mia mente - a volte
tendendomi trabocchetti ma più spesso seducendomi con le sue lusinghe e
confondendomi con i suoi mille camuffamenti.
Ricchezza e potere sono i nemici giurati della libertà,
che dietro le loro maschere sorridenti celano il volto della morte. Il loro
respiro è corto e hanno un animo indolente e servile.
Non conoscono la gioia ma l’isteria, e non l’amore ma
l’usura e il ricatto. Gridano libertà ma praticano la licenza, e l’impostura
giudica i loro atti.
Lo spirito della libertà fluttua nell’etere, nudo e
luminoso, suscitando il disprezzo degli stolti. A nulla possono le sbarre e le
catene, ne il piombo o la lama trafiggere il suo cuore. Nessuna legge, diktat,
maledizione e anatema, potranno mai piegare la sua indole ribelle. E non si fa
tempo, e non si fa spazio ma eternità vivente, orizzonte e afflato - sparge
profumi sulle valli fiorite dell’anima, e colora di un rosso vermiglio il
tramonto, quando i sogni e le speranze ci ricordano la brevità della vita.
E delle nevi ne fa torrenti, e delle valli pascoli
celesti – quando il tormento si fa estasi e la volontà passione, quando ogni
cosa tace e tende l’orecchio al desiderio inespresso della pace.
E la libertà
si accende e risplende, illuminando la caverna della stupidità umana - e come
pane nutre il vagabondo, libera il vuoto e ne fa dimora, ossigeno la paura, e
vele sul mare, le nostre attese sospinte dal vento di un tempo già trascorso. E
ogni luogo è il suo luogo, e ogni tempo il suo tempo. E si fa anfratto e
deserto, lacrima e oceano, fulmine e flebile fiammella, e nessuna trama, rete o
retaggio può intrappolare il battito sospeso delle sue ali di schiuma di mare.
“In verità sarete liberi quando l’affanno riempirà il
vostro giorno e il dolore la notte - sarete più liberi con questa cintura, e
più alti, nudi e senza vincoli. E ciò che vorreste escludere per essere liberi,
non è forse parte di voi stessi? Quella che oggi chiamate libertà, è la più
forte di queste catene, benché i suoi anelli vi abbaglino, scintillando al
sole”. Gibran
La realtà, diversamente dalla normale logica e dalle
nostre aspettative, ci dimostra inspiegabilmente che gli individui moderni si
sentono liberi immaginando la loro quotidianità, più appagante e più
rassicurante di ogni altra supposta alternativa. Questo é così vero, che pur di
mantenere un tale stato di cose, nessuno intende rinunciare a nulla di tutto
ciò che li schiavizza e mortifica le loro intenzioni! E' un dato di fatto,
allarmante e inconfutabile, ma drammaticamente oggettivo: il non riuscire
minimamente ad immaginare una realtà diversa da quella che comunemente
conduciamo.
Oggi, la condizione di ritenersi liberi, la possiamo
paragonare a ciò che accadrebbe a degli uccellini che sono fatti uscire dalla
gabbia, dopo avere posto la stessa all’interno di una seconda più grossa per
dimensioni, con la “paura” che siano incapaci di gestirsi, in una condizione di
totale libertà - ergo, incapaci di soddisfare i loro bisogni essenziali essendo
digiuni da ogni parametro di riferimento e spirito di autoconservazione.
La vera libertà per i poveri uccellini, diversamente, è
nell’aria, nel cielo e fra le fronde degli alberi del bosco, incuranti di
quello che potrà loro succedere. Sapendo inoltre che il loro destino è nelle
mani e nelle decisioni della grande Madre, che tutto conosce e tutto prevede:
la Terra.
Gianni Tirelli
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