domenica 30 settembre 2012

DAL FRONTE SARDO !




SABATO 6/10 CONSULTA RIVOLUZIONARIA A TEULADA















Dopo Tramatza e Otieri la Consulta Rivoluzionaria dei lavoratori e delle lavoratrici sarde si riunirà in assemblea pubblica e aperta a tutti a Teulada sabato prossimo
 6/10/2012.

Teulada (sede di uno dei poligoni militari italiani) è stato scelto luogo simbolico della nostra terra sacrificata agli interessi del colonialismo militare. Uno dei luoghi che questa Consulta vuole liberare dalla tirannia colonialista e risanare per restituirlo alle attività locali.
Ad appena quindici giorni dal primo incontro i rappresentanti della Consulta hanno firmato oggi ad Otieri la prima bozza con i punti condivisi.
I lavoratori sardi di tutte le categorie, con i disoccupati e gli studenti si stanno organizzando in assemblee democratiche territoriali e stanno raccogliendo tutte le forze necessarie per organizzare la grande manifestazione del Popolo Sardo che chiederà le immediate dimissioni di tutti i consiglieri regionali (maggioranza e opposizione) e la loro sostituzione con un governo di lavoratori e lavoratrici sarde.

Al disastro causato dal colonialismo italiano e dai suoi mediatori la Consulta risponde con alcuni punti di importanza strategica che devono essere applicati immediatamente.
Invitiamo tutti i militanti della sinistra indipendentista, tutti gli iscritti, tutti i simpatizzanti e tutti i lavoratori e le lavoratrici sarde a stampare questo programma, a diffonderlo ovunque e con ogni mezzo e a partecipare all’assemblea di popolo di sabato a Teulada.



SABATO 6/10/2012
TEULADA
ASSEMBLEA CONSULTA RIVOLUZIONARIA



PUNTI PROGRAMMATICI DELLA CONSULTA RIVOLUZIONARIA
(I BOZZA)

Premessa: 
La situazione attuale della Sardegna è di disastro economico, sociale ed occupazionale.
Che la responsabilità di tale disastro ricade unicamente sulla classe politica e sindacale che ha governato la Sardegna dagli anni cinquanta ad oggi.
Che il sistema politico basato sulla sovranità mediata sia stato per la Sardegna fallimentare ed impeditivo oltre che disorganico.
Che la Sardegna è in una situazione di emergenza e che tale emergenza non può essere affrontata e superata dagli stessi blocchi di potere che l’hanno causata.
Che occorre un cambiamento radicale di sistema ed anche di persone, che porti al governo della Sardegna un blocco sociale e politico alternativo in grado di interpretare i bisogni e le aspirazioni più profonde ed urgenti del popolo sardo e di essere organico ad esso senza vincoli verso sistemi politici estranei alla Sardegna.
Che la Consulta Rivoluzionaria,  è figlia di questa emergenza, raccoglie i sardi liberi, rappresenta tutte le categorie di lavoro e tutte le comunità  della Sardegna, è in grado di esprimere un “altro governo”, per superare l’emergenza e uscire dal disastro.
Che la Consulta, per sua natura e per dovere coerente verso la Sardegna, in nessun caso potrà farsi coinvolgere in progetti di sovranità mediata con chi ha governato la Sardegna del disastro.
Che la Consulta chiamerà i sardi alla mobilitazione per esigere le dimissioni del governo regionale e di tutti i consiglieri chiedendo loro di non ricandidarsi.
In sintesi possiamo riassumere con questo slogan e con questa  Piattaforma iniziale così articolata:



DISASTRU – EMERGENTZIA – ATERU GUVERNU


Sovranità Energetica.
La Sardegna oggi produce energia elettrica in quantità tre volte superiore al suo fabbisogno reale. Eppure i sardi pagano l’energia il 40% in più delle altre zone dello stato italiano ed ha una potenza installata,tre volte superiore a quella necessaria, basata su un sistema energetico vecchio, costoso e inquinante.
Togliere la gestione del sistema energetico sardo a Terna-Enel.
Avocare alla Regione il potere di assegnazione della qualifica di “Impianto Energetico Essenziale” togliendolo alla connivenza tra,   Terna-Enel,     Governo ed    E-ON.
Combustibili per autotrazione e riscaldamento.
Abbiamo la raffineria più grande d’Europa e paghiamo il gasolio e la Benzina come il resto dello stato, pur subendone i gravi danni all’ambiente ed alla salute e compromettendo immensi territori altrimenti utilizzabili.
Chiediamo il dimezzamento del costo degli idrocarburi  riconoscendo ai sardi le   accise  sulla produzione e non solo quelle al  consumo.



Sovranità Alimentare.
La Sardegna produce appena il 20% del suo fabbisogno alimentare il restante 80% viene importato da più parti.
Proponiamo un modello di sviluppo basato sull’agroalimentare e agroindustria (conservazione    e trasformazione dei prodotti).  e una legge di tutela di tutti i prodotti sardi, un sistema di controllo portuale che verifichi la qualità ed il rispetto di tutte le regole d’importazione sia per i prodotti animali che vegetali.
Il blocco di tutte le licenze degli iper e mega mercati e il martellante controllo sanitario di quelli esistenti.
L’obbligo da parte della G.D.O. di acquistare almeno il 50%dell’agroalimentare direttamente dalle aziende sarde

Sovranità Fiscale.
 Da subito togliendo l’incarico di riscossione tributaria ad Equitalia, da parte degli enti che      attualmente se ne servono.
 Da subito, istituire un’Agenzia Sarda delle Entrate
 Togliere, in base all’art.9 dello statuto, l’affidamento allo stato della riscossione dei “propri tributi” ed affidarli all’Agenzia Sarda delle Entrate, e conferendo allo stato le quote in decimi previste dalla riforma dell’art.8 dello stesso statuto, aprendo, se necessario, un contenzioso con lo stato.

Istituzione delle Zone Franche e Nuova Portualità.
 Da subito, istituzione delle zone franche  da subito come previsto dal decreto Legislativo 10 marzo 1998 n°75

Istituzione di una zona franca articolata che interessi anche le zone interne per una fiscalità di vantaggio, anche per non rincorrere nelle censure europee, per le piccole e medie imprese che si localizzano nelle zone svantaggiate e lavorano le nostre risorse primarie e supportano gli altri settori economici della Sardegna(Agroalimentare, Turismo ect)


Sovranità di Mobilità.

Con la svendita della Tirrenia e con la nascita del monopolio CIN (Gruppo Onorato) i sardi hanno definitivamente perso ogni loro diritto alla mobilità.
Esigiamo: L’istituzione di una flotta sarda con un servizio di mare acquisito nel mercato internazionale.
Istituzione dell’Antitrust Regionale ASCO, come quello della Catalogna che il 12 febbraio ha ottenuto con la legge con la legge 1/09, in attuazione dello Statuto Catalano l’istituzione dall’ACCO: L’Autorità Catalana della Competenza. Si tratta dell’Authority che, in conformità col diritto UE, ha dato vita ad un’Antitrust indipendente da quello Spagnolo. Potremmo evitare i monopoli marittimi e portuali nonché aeroportuali ed energetici.

Sovranità Ambientale.
 Apertura immediata dei cantieri per le bonifiche di tutto il territorio.
 Chiusura dei Poligoni di morte di Perdasdefogu, Capo Frasca e Teulada, bonificando il territorio per restituirlo alle attività dell’allevamento e dell’agricoltura.
 Rilancio del Parco geo-minerario che assicurerebbe da subito oltre 500 posti di lavoro per giovani diplomati e laureati.
 Rifiuto della termovalorizzazione quale sistema per smaltimento rifiuti o generazione di energia.


A Manca pro s’Indipendentzia partecipa al
COORDINAMENTO DELLA CONSULTA RIVOLUZIONARIA

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