giovedì 18 ottobre 2012

INCOLLATI ALLE POLTRONE COME PATELLE ALLO SCOGLIO...G.Tirelli


INCOLLATI ALLE POLTRONE COME PATELLE ALLO SCOGLIO...G.Tirelli

Premessa
- E’ interessante comprendere le logiche, gli ingranaggi e le perversioni che intervengono e motivano l’ascesa verso il potere.
Un meccanismo psicologico che impedisce a questi soggetti di mettere in discussione i propri convincimenti, e affonda le sue radici in una supposta mala fede e in un opportunismo di fondo, riconducibile a problematiche esistenziali mai risolte e coltivate nel tempo, in forma puerile. I motivi sono vari e complessi!
E' drammaticamente infantile l’automatismo di difesa che scatta con un sincronismo sorprendente, quando nelle parole degli altri ritroviamo le spoglie della nostra anima.
Ma io scrivo proprio per questo, e non per altro!
Il mio compito, e impegno di osservatore, pensatore e di padre, è scuotere le coscienze dormienti dalla stagnante retorica e da tutti quei luoghi comuni che tradiscono ogni consapevolezza, capacità a discernere e buon senso. Non ho traguardi da raggiungere o posizioni da consolidare, ne sono al servizio di debolezze, dipendenze o pregiudizi. La verità fa male ma ha il vantaggio di essere la verità.
Io parto da dati di fatto e non da ipotetiche appartenenze politiche!
Puoi schierarti per un nobile ideale, lottare, combattere e per lui morire, ma ansimare con la bava alla bocca, dentro un’inconcepibile, incomprensibile e arcaica idolatria, al cospetto di un Dio cornuto e narciso, lo trovo francamente indignitoso e miserevole.      
Oltre alla mia coscienza (almeno io), non devo rendere conto a nessuno - sia chiaro! Io me né strafotto della politica, della mediazione, del compromesso, del politicamente corretto e delle buone maniere, quando oggi siamo sommersi da uno tsunami di merda così alto, da oscurare ogni speranza di futuro. Io scrivo per chi sa leggere!
Il vero dramma si consuma dentro ognuno di noi, che siamo pronti a tutto pur di rassicurare e assecondare le nostre paure, a tal punto da sacrificare le ragioni più profonde del nostro cuore, trasformando la nostra vita in un doloroso, frustrante e infinito rimpianto –

Ci hanno sempre considerato e trattato alla stregua di bestie ammaestrate che ubbidiscono ad ogni ordine e subdolo desiderio del padrone, per evitare una punizione più gravosa e umiliante.
Questo succede perché siamo divisi, l’uno contro l’altro, in questa guerra fra poveri stupidi, contro altri stupidi che vorrebbero arricchirsi.
Viviamo in una società, dove siamo costretti a difenderci da chi ci dovrebbe proteggere, e pertanto questo branco di farabutti in carriera vanno messi di fronte alla realtà dei fatti contingenti, evitando, se è il caso, di declinare le loro responsabilità individuali su empiriche cospirazioni e complotti, messi in atto da un ipotetico “Nuovo Ordine Mondiale”.
In questo modo, non facciamo che il loro sporco gioco, esimendoli così da ogni oggettiva colpa e onere.

Se in questo paese, ragionevolezza, decoro e onesta intellettuale,  fossero i criteri di giudizio necessari, indispensabili e ineludibili per concorrere alla carriera politica e conseguente investitura istituzionale, bene, per questa gente sarebbe giunto il momento di fare le valige e sparire per sempre dalla nostra vita. Più salutare sarebbe impiccarli, evitando così ogni possibile rischio di un loro ritorno, sotto false spoglie.

Al contrario sono ancora qui, incollati alle poltrone come patelle allo scoglio - ai vertici della politica, della finanza e dell’imprenditoria, dove la carica istituzionale è ridotta a mera copertura per espletare al meglio e senza intralci di sorta, i loro sporchi e loschi affari. E questo non è più inaccettabile!

Stipendi stratosferici e tutti quei privilegi e vantaggi, che alla faccia della miseria, la politica nostrana distribuisce ai suoi rappresentanti, sono il terreno di coltura che, per un intrinseco automatismo, seleziona i peggiori elementi della società trasfigurando il parlamento, da un cenacolo di etica e di diritto, in un mercato delle vacche dove si prostituisce la dignità a fronte di interesse particolare e impunità.
Mai come in questi ultimi due decenni, una tale “presa per il culo” aveva raggiunto questi livelli di guardia.

Qui necessita un moto d’orgoglio, uno scatto di nervi per ripristinare il giusto livello di equità sociale, o non ne usciremo in piedi.

Fino al momento in cui questi signori, non ci vedranno veramente incazzati, determinati e irremovibili, a tal punto da vedere a rischio la loro incolumità fisica, persisteranno nei loro comportamenti criminogeni, certi come sempre, che il branco plebeo (coniglio per definizione) si adeguerà chinando il capo, alle loro decisioni.

Gianni Tirelli

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