LA SICILIA DEL CAVALIERE – Oggi,
astensionismo record dei siciliani. Ieri tutti a votare Berlusconi!
La regione Sicilia è stata da sempre il
quartier generale del forzismo berlusconoide. Un ghiotto vivaio di fanatici e
invasati apprendisti del crimine, addestrati dal comandante in capo, Marcello
Dell’Utri e pronti a colpire con inaudita crudeltà e violenza ad ogni evenienza
e ordine. Palermo ne è la roccaforte, dove si organizzano oscure trame e
complotti e si smistano ordini e pizzini.
Non è un caso che i peggiori elementi
della banda Berlusconi, siano originari di quelle zone, come non è un caso che
la Sicilia, visto l’alto tasso di omertà e uno spiccato “senso della privacy”,
si presti più di ogni altro territorio, all’espletamento di una tale
aberrazione e degenerazione politica.
Il forzismo berlusconoide è un serpente con
la coda ad Arcore e la testa a Palermo.
Per il Cavaliere, la Sicilia è sempre
stato il posto ideale, perfetto per pianificare, in tutta tranquillità e senza
ostacoli, il suo progetto eversivo e psicopatoide di potere.
Alle regionali di
alcuni anni fa, il PDL perse in tutte le regioni, esclusa la Sicilia: (voto di
scambio, corruzione e minacce di ritorsione). Allora gridarono alla vittoria,
consapevoli che la testa del serpente era rimasta incolume agli attacchi dei
comunisti.
La Sicilia, forse per motivi geografici o
di altra natura, è la regione che più di tutte ha sempre incarnato il falso
mito del Nord, trasfigurato in parametro di felicità, benessere e libertà.
Pertanto
Silvio Berlusconi, non poteva trovare terreno più fertile per testare il suo
becero populismo e speculare in questo modo sulle debolezze e le speranze dei
siciliani.
Ma tutto è rimasto chiuso dentro la sfera delle illusioni e oggi, la
bella Sicilia rimane la terra più disastrata del nostro paese. Un disastro
sociale, etico, morale e ambientale a cui si dovrà porre fine, facendo
resuscitare questa terra dal torpore di una atavica rassegnazione e liberandola
per sempre da questi sciacalli della politica e traditori dell’Italia. E’
giunto il tempo di schiacciare la testa del serpente.
Oggi, dopo l’esito delle regionali, sembra
che qualcosa finalmente stia cambiando. La clamorosa sconfitta del PDL e la
straordinaria affermazione del M5S di Grillo, modificano radicalmente il quadro
politico siciliano e nazionale, proiettando sulle prossime elezioni politiche
una vera e propria rivoluzione antropologica. E’ dunque verosimile credere che
il M5S possa raggiungere (se non superare) la soglia del 30%, e che il PDL si
avvii verso la totale estinzione, ricalcando la storia del PSI di Craxi.
In nessun modo e per nessun motivo al mondo
intendo comunque assolvere i siciliani dalle loro responsabilità oggettive,
essendosi resi complici e fautori, a tutti gli effetti, del degrado umano e di
valori che ha contraddistinto la società siciliana in questo lungo, buio e
sventurato ventennio.
Gianni Tirelli
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