domenica 6 gennaio 2013

QUANTO SONO VERAMENTE “MORTI” I DONATORI DI ORGANI? Il silenzio assordante della Chiesa Cattolica.


QUANTO SONO VERAMENTE “MORTI” I DONATORI DI ORGANI?
Il silenzio assordante della Chiesa Cattolica.

La politica, che sotto le pressioni dei grandi gruppi di potere, e attraverso l’arma della corruzione, del ricatto e della minaccia, mette in atto il suo piano di smantellamento programmatico dello stato sociale, della scuola e della sanità, ha tradotto il diritto alla salute dei cittadini in un grande business miliardario – merce insanguinata nelle mani di Assicurazioni, Banche e Gruppi finanziari. I principi etici e deontologici, sono stati superati, e anteposto il profitto e l’interesse particolare, al bene comune, non che agli elementari, irrinunciabili e inalienabili bisogni primari della cittadinanza, sanciti in calce alla nostra costituzione.

Una tale violazione, ha dato il via ad una serie di “pratiche perverse” che hanno sconfinato oltre ogni ragionevolezza,  per essere accreditate a normale routine quotidiana, e conquiste di progresso e di civiltà.
L’espianto e il trapianto di organi, rientra a buon diritto, fra il più inquietante degli esercizi di necrofilia, che la moderna scienza medica, abbia mai estratto dal macabro cilindro della sua assatanata ingordigia.        

Così, anche il corpo dell’uomo, oggi viene profanato dalla scienza attraverso un’opera di violazione, contraffazione e mutilazione, nel silenzio più totale di una Chiesa serva, collusa e in affari con il Sistema Liberista Relativista.
Si è già nell'inganno, quando vengono chiamati “morti” dei corpi che sono ancora molto vivi. Organi vivi devono essere tolti da corpi vivi che sono stati dichiarati morti su base strumentale.
Nessuno seppellirebbe o cremerebbe un corpo ancora caldo e reattivo, con circolazione e battito cardiaco spontaneo e una possibile funzione cerebrale residua. Allo stesso modo non è giusto espiantare organi da una persona che ancora richiede qualche forma di anestesia per l'operazione di espianto e che diventa indubitabilmente morta alla fine della procedura.
Quanto dunque sono veramente “morti” i donatori di organi ?
Gli organi per trapianto devono essere presi da corpi ancora vivi, corpi ancora perfusi dai loro cuori che pulsano spontaneamente, corpi tiepidi e così reattivi che possono essere richiesti farmaci muscolo-paralizzanti per facilitare l'intervento di espianto.
I proprietari di quei corpi sono stati dichiarati “morti” su basi controverse di test cerebrali praticati al letto del paziente, una procedura non sufficientemente sicura da escludere qualsiasi persistente funzione cerebrale e che non include quei test che potrebbero documentare molta vita in qualche parte del cervello.
Molti, o perfino la più parte di coloro, che hanno messo il loro nome nel Registro dei Donatori di Organi del Servizio Nazionale possono aver offerto i loro organi per trapianto sull'equivoco generato dalle parole “dopo la mia morte” scritte sui moduli, intendendo che sarebbero stati morti nel senso comune del termine prima che la loro offerta fosse messa in atto.
Se è così, essi hanno donato su una premessa falsa e queste offerte/donazioni non possono essere considerate valide. Se fosse loro stato spiegato che sono considerati morti sulla base di protocolli di legge (morte cerebrale), per lo meno avrebbero potuto richiedere un'anestesia generale durante le procedure di espianto. Come possiamo noi, davvero credere, che il trapianto di organi (e il suo commercio), rientri nei parametri dell’etica, o che piuttosto non sia un altro degli infiniti crimini legalizzati che, con estrema disinvoltura, il SISTEMA BESTIA, attua in nome del profitto, del privilegio e del servilismo a Satana?

Lo stesso discorso vale per gli infernali marchingegni tecnologici di alimentazione forzata e di tortura legalizzata, che umiliano e mortificano il valore della vita e la necessità della morte, e si accaniscono con crudeltà inusitata sullo spirito dell’uomo, intrappolato all’interno di un corpo in stand by. Fra i vari diritti dell’uomo, uno in particolare è sempre più disatteso: é il diritto alla morte, e chi impedisce questo diritto, è un assassino.
ll caso Eluana Englaro, è emblematico e indicativo di un’ipocrisia e mala fede connaturata e conclamata. Cosa c’è di altamente cristiano nel volere tenere in vita (ad oltranza e contro ogni umana logica) con macchinari assemblati nell’ardente fucina di Satana, una persona che solo qualche decennio fa, sarebbe deceduta naturalmente e in pace, fra le braccia misericordiose del Creatore?
Questo è il vero “relativismo” di cui, spesso, ama parlare Papa Ratzinger!
Ha poi del paradossale che la Chiesa, di fronte alla gravità della situazione socio economica, sterminio dei valori e collasso ambientale, si perda in sterili crociate e retorici proseliti contro l’uso del preservativo ed altre castronerie del genere - fingendo di non accorgersi delle aberrazione che la scienza perpetra sistematicamente contro l’uomo, in nome di quel falso storico che intende spacciare licenza per libertà. Tutto questo a conferma, ancora una volta, della doppiezza di una Chiesa asservita al potere e che, nel mercimonio della fede, afferma la sua natura opportunista e di contraffazione della verità.

Un’etica, connaturata da sempre in ogni singolo individuo, e alla quale il vero senso religioso si ispira, deplora e aborra ogni violazione e profanazione del corpo; quell’involucro sacro, plasmato dalle mani di Dio, che la Chiesa, un tempo, definiva “il tempio dell’anima”.
Non basta dunque annunciare il Vangelo in forma di proseliti, ma è assolutamente doveroso applicarlo nei suoi contenuti, e attraverso fatti concreti, attenendosi in forma radicale ai suoi principi fondamentali.

Gianni Tirelli

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