LE MASSE TURCHE SCUOTONO
IL REGIME.
I NOSTRI COMPAGNI DEL DIP
IN PRIMA FILA.
(4 Giugno 2013)
La straordinaria mobilitazione di massa che attraversa da sette giorni la Turchia continua a tenere il passo.
Un regime apparentemente stabile, al potere da oltre un decennio, si trova sfidato per la prima volta sul
terreno della piazza.
Come spesso accade nella storia, la brusca svolta è stata accidentale: la difesa di un parco pubblico da
Come spesso accade nella storia, la brusca svolta è stata accidentale: la difesa di un parco pubblico da
una speculazione affaristica, commerciale e immobiliare. Ma la rivolta che la difesa del parco ha innescato
ha assunto immediatamente una valenza politica enorme. La brutale repressione poliziesca dei giovani di
piazza Taksim ha fatto da stura alla ribellione di massa contro il regime islamico di Erdogan in tutte le principali
città turche. La parola d'ordine unificante è ovunque “Erdogan dimettiti”.
La mobilitazione muove da istanze politiche democratiche, non da rivendicazioni sociali. La bandiera comune
La mobilitazione muove da istanze politiche democratiche, non da rivendicazioni sociali. La bandiera comune
è la denuncia della brutalità poliziesca, ma anche l'opposizione alla politica di islamizzazione progressiva
della società turca ( imposizione strisciante del velo alle donne, divieto del rossetto per le pubbliche dipendenti,
criminalizzazione del bacio in pubblico, divieto del consumo di alcolici oltre le 10 di sera..). Non a caso i
giovani tra i 20 e i 30 anni, ed in particolare la gioventù femminile, sono i protagonisti centrali della mobilitazione.
Come fu inizialmente nelle sollevazioni arabe di Tunisia ed Egitto.
Questa mobilitazione ha raccolto attorno a sé un sostegno attivo socialmente eterogeneo. Al fianco dei giovani
Questa mobilitazione ha raccolto attorno a sé un sostegno attivo socialmente eterogeneo. Al fianco dei giovani
studenti, precari, disoccupati, si è schierato un ampio settore di popolazione povera. Ma anche settori di piccola
e media borghesia di formazione laica, spesso oltretutto emarginati dal clientelismo affaristico del regime.
E persino settori di popolazione islamica di sentimento democratico.
La classe operaia organizzata non ha ancora fatto irruzione sulla scena, a differenza che nella Tunisia e
La classe operaia organizzata non ha ancora fatto irruzione sulla scena, a differenza che nella Tunisia e
nell'Egitto del 2011. Ma il suo sentimento parteggia per la gioventù. Ieri si è prodotto un fatto nuovo e di
grande importanza: la Confederazione dei sindacati dei lavoratori pubblici ( Kesk) ha promosso due
giorni di sciopero politico contro lo “stato di terrore” in solidarietà con le manifestazioni dell'opposizione.
E ha invitato altri sindacati ad aderire alla protesta. Vedremo gli sviluppi. E' certo che un ingresso in
campo del movimento operaio turco potrebbe segnare una trascrescenza rivoluzionaria della situazione.
E' la grande paura del regime.
Ed è anche la paura degli imperialismi europei e innanzitutto dell'amministrazione USA: che da un lato
Ed è anche la paura degli imperialismi europei e innanzitutto dell'amministrazione USA: che da un lato
temono l'apertura di una nuova crisi rivoluzionaria in un paese chiave del Medio Oriente ( e in un
contesto regionale già travolto da una profonda destabilizzazione); dall'altro non vogliono trovarsi
spiazzati dagli avvenimenti e dunque lamentano a futura memoria un “eccesso” di repressione del regime,
per garantirsi uno spazio d'influenza in un eventuale cambio politico in Turchia. 115 miliardi di interscambio
commerciale annuo con la Turchia sono del resto una buona ragione di preoccupazione.
La portata degli avvenimenti scuote la classe dominante turca. Il crollo della Borsa di Istanbul è un buon
La portata degli avvenimenti scuote la classe dominante turca. Il crollo della Borsa di Istanbul è un buon
termometro politico. Il mondo degli affari ( a partire dai costruttori) teme la crisi al buio di un regime amico.
E che il disordine politico possa compromettere oltretutto.. la candidatura della Turchia ad ospitare le
Olimpiadi del 2020 ( nuovo gigantesca mangiatoia di profitti).
Le stesse forze del regime registrano le prime differenziazioni: tra ministri schierati con la polizia “contro i
Le stesse forze del regime registrano le prime differenziazioni: tra ministri schierati con la polizia “contro i
vandali” e un Presidente della Repubblica ( Gul)che sente il bisogno di sollecitare il “dialogo” con la piazza.
Non è solo una divisione studiata dei ruoli. E' anche il primo segno di sbandamento di fronte ad un
eruzione di massa improvvisa, e di incertezza su come fronteggiarla. Le stesse dichiarazioni contraddittorie
di Erdogan, nel giro di poche ore, riflettono questa realtà.
I settori politici dell'opposizione sono coinvolti ampiamente nella mobilitazione o nel sostegno ad essa.
I settori politici dell'opposizione sono coinvolti ampiamente nella mobilitazione o nel sostegno ad essa.
In tutte le piazze turche le bandiere dell'estrema sinistra sfilano assieme alle bandiere del nazionalismo
Kemalista, della socialdemocrazia, dei partiti kurdi, e delle mille espressioni dell'associazionismo laico e
democratico. E' il riflesso fisiologico della natura democratica della ribellione. Ma è anche il teatro delle
operazioni politiche in corso nell'opposizione. Il partito nazionalista repubblicano, (sorpreso dagli avvenimenti)
cerca di usare la ribellione come leva di un ricambio politico borghese, in vista delle elezioni presidenziali
del 2014 : e per questo predica l'opposizione “responsabile” “contro l'estremismo”. Mentre il partito
socialdemocratico, che pur sostiene la mobilitazione, chiede al governo “moderazione” per evitare di favorire
“gli estremisti”. Borghesia liberale e socialdemocrazia, come sempre, si contrappongono al pieno sviluppo
della stessa rivoluzione democratica. Perchè temono la sua trascrescenza anticapitalista e socialista.
Il Partito operaio rivoluzionario turco (DIP)- sezione turca del Coordinamento per la Rifondazione della
Il Partito operaio rivoluzionario turco (DIP)- sezione turca del Coordinamento per la Rifondazione della
IV Internazionale- è sin dall'inizio in prima fila nella mobilitazione di massa, con le proprie bandiere e
i propri militanti, nel nome di una prospettiva esattamente opposta: sviluppare sino in fondo la mobilitazione
democratica per saldarla a un programma di classe anticapitalista di rivoluzione sociale. Per un governo dei
lavoratori che spazzi via assieme al regime di Erdogan quel capitalismo turco che si è riparato dietro di esso
per lucrare affari e ricchezze, contro il mondo del lavoro e la gioventù.
Per questo il DIP è l'incarnazione stessa di quello spettro “estremista” evocato da governo islamico, nazionalisti
Per questo il DIP è l'incarnazione stessa di quello spettro “estremista” evocato da governo islamico, nazionalisti
borghesi, socialdemocratici turchi. E' un suo merito.
Di certo la costruzione e sviluppo della nostra organizzazione in Turchia può compiere un passo avanti importante
Di certo la costruzione e sviluppo della nostra organizzazione in Turchia può compiere un passo avanti importante
negli avvenimenti in corso. Nell'interesse generale del movimento operaio turco e delle stesse aspirazioni del
movimento di massa.
Alla ribellione di massa e al lavoro rivoluzionario dei nostri compagni turchi va il pieno sostegno del Partito
Alla ribellione di massa e al lavoro rivoluzionario dei nostri compagni turchi va il pieno sostegno del Partito
Comunista dei Lavoratori. Oggi più che mai, la loro lotta è la nostra.
MARCO FERRANDO
per l'Esecutivo nazionale del PCL
per l'Esecutivo nazionale del PCL
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