sabato 27 luglio 2013

:: Palestina Rossa | diamo voce alla Sinistra e alla Resistenza palestinese ::

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26
Lug 2013

Il FPLP condanna la scelta di inserire l'ala militare di Hezbollah tra i "terroristi"

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina condanna fermamente la decisione dell'Unione europea di inserire l'ala militare di Hezbollah nella cosiddetta "lista dei terroristi." Il PFLP ha dichiarato che "questa decisione, così come altri precedenti atti ostili alla nostra nazione, al nostro orgoglio e alla resistenza legittima che ha umiliato il nemico sionista, è il risultato di pressioni degli Stati Uniti per la difesa degli interessi dell'entità sionista".
Questa azione, ha continuato il FPLP, fornisce protezione e copertura ai crimini quotidiani commessi contro la nazione araba e il popolo palestinese. Una simile scelta inoltre supporta anche le intenzioni aggressive e l'alleanza con il nemico sionista, che continua il suo assalto contro il popolo arabo e palestinese.
26
Lug 2013

Sud di Hebron minacciato dalle colonie

Mentre il governo promuove la costruzione di 80 nuove unità nella colonia di Karmel, la DCO consegna quattro ordini di fermo dei lavori e un ordine di demolizione nel villaggio palestinese di Al Mufaqarah.

Una nuova casa nella colonia di Karmel (Foto: Operazione Colomba)
Durante i mesi di giugno e luglio i volontari di Operazione Colomba hanno monitorato l’espansione delle colonie israeliane di Karmel e Ma’on e dell’avamposto di Avigayil. La più grande espansione è stata registrata nella colonia di Karmel. Durante il mese di giugno scavatori e ruspe stavano lavorando per la costruzione della base di un nuovo settore, nella parte sud della colonia. In questa nuova parte della colonia, già a metà luglio, erano presenti sei nuove case e tre gruppi di fondamenta per altre strutture.
25
Lug 2013

Ilan Pappé: «Quei negoziati finiranno nel nulla»

Secondo lo storico Ilan Pappé «Netanyhau vuole solo impedire che l'Onu sanzioni le colonie» e «Gli Usa vogliono che i colloqui procedano con Israele padrone nei Territori occupati»
I colloqui israelo-palestinesi stentano a partire nonostante l'annuncio in pompa magna fatto la scorsa settimana dal Segretario di Stato americano John Kerry. In ogni caso Abu Mazen e Benyamin Netanyahu mettono le mani avanti. Il presidente dell'Anp e il premier israeliano hanno entrambi avvertito che un referendum tra le rispettive popolazioni deciderà l'approvazione dell'eventuale accordo tra le due parti. Referendum che sul lato israeliano solleva un interrogativo: è giusto che la popolazione di uno Stato occupante, di fatto, decida con un voto se approvare l'indipendenza e la libertà di un altro popolo sotto occupazione? È solo una delle tante questioni che solleva il tentativo diplomatico sul quale si gioca la reputazione il Segretario di Stato. Ne abbiamo parlato ad Haifa con l'autorevole storico israeliano Ilan Pappé, professore cattedratico del Dipartimento di Storia dell'Università di Exeter (Gb), rientrato in Israele per l'anno sabbatico.
25
Lug 2013

La comunità internazionale mette in pericolo la pace

La via verso la pace non emergerà dalle tentazioni del realismo politico, un approccio che ha fallito continuamente nei processi di decolonizzazione. I palestinese non rinunceranno alle loro richieste, come non rinunciarono i vietnamiti, gli algerini e i sudafricani. La via verso la pace nel conflitto israelo-palestinese bypassa le politiche volte a minimizzare i rischi e massimizzare i benefici all’interno di una data relazione di potere. La pace sarà la conseguenza dell’adozione di un approccio basato sui diritti, nel quale il concetto di diritto è chiaramente definito e non negoziabile.
Nonostante 20 anni di negoziati pesantemente sovvenzionati, non c’è pace tra palestinesi e israeliani. È difficile pensare che l’attuale round di negoziati che si terrà a Washington sarà diverso. Al di là della riluttanza israeliana a lasciare i territori occupati nel 1967, due erronei assunti della comunità internazionale rendono i negoziati potenzialmente inefficaci.
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